Ricordo di chi non è più tra noi

Scritto da:  | 13 Dicembre 2014 | 31 Commenti | Categoria: C'era una volta, Italiani, Personaggi

È difficile pensare che Enrico Paoli non ci sia più.

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L’idea per uno come me che lo conosceva da tantissimi anni era semplicemente che la morte beatamente si fosse dimenticata di lui e lui contraccambiava – altrettanto beatamente – con il suo amore per gli scacchi.
Così, qualche anno fa, quando fu vittima di un incidente stradale e subì un trauma cranico e qualche frattura – un trauma cranico a 90 anni non è una sciocchezza – tememmo che la fosse la fine, ma il grande Maestro si riprese e giocò ancora nei tornei ai quali in questi ultimi anni era affezionato: Saint Vincent e Bratto.
Per chi, come me, ha incominciato a giocare negli Anni Sessanta i “Maestri Internazionali” di allora erano un qualcosa di mitico, quasi degli extraterrestri: c’era Paoli, e poi Porreca, Castaldi, Giustolisi, Scafarelli. Giocatori di grande classe. Stava già sorgendo la stella Tatai mentre Mariotti sboccerà alla fine degli Anni Sessanta.
Nutrivo per Paoli un amore quasi filiale che lui ricambiava con un affetto paterno. A testimonianza ho una corrispondenza con lui che rimarrà tra le cose più care della mia vita.
È difficile condensare in poche righe tutto quello che è stato Paoli per gli scacchi. D’altra parte non si dà un titolo di Grande Maestro “honoris causa” per nulla. Ottimo giocatore, vicino spesso alla conquista sul campo del titolo di GM, aveva collezionato un buon numero di scalpi di Grandi Maestri (almeno 15, e quando i GM erano tutti veri GM e non i “riff-raff” – termine recentemente usato da Short – di oggi).

Enrico Paoli 1

E ottimo scrittore di libri attraverso i quali molti hanno cominciato veramente capire gli scacchi.
Una delle sue opere a me più care era il trattato sui finali. Qualche anno fa al Torneo di Reggio Emilia, altra sua creatura, dei giocatori italiani avevano raggiunto nel medio-gioco posizioni vinte contro dei forti GM, ma poi non riuscirono a concretizzarle in finale.
Enrico Paoli 3Di questo fu molto rammaricato: gli sembrava un segno che il suo libro non aveva lasciato traccia e che i giovani non studiavano i finali. In questo era d’accordo con Capablanca, che lo studio dei finali veniva prima di tutto.
Ma anche come teorico delle aperture ha lasciato una traccia: la variante Paoli della Winawer nella Francese, a cui dedicò alcune sue “spigolature” proprio nelle pagine dell’Italia Scacchistica.
Mi raccontò molti aneddoti che mostravano anche un carattere fermo e deciso. Ad esempio uno scontro che ebbe con Najdorf, quando propose patta in una posizione patta e Najdorf sdegnosamente rifiutò. Quando poi non ci fu più verso di vincere la partita, Paoli fece notare a Najdorf che lui i finali li conosceva.
Oppure a Ciunfuegos nel 1973 quando battè Uhlmann in una partita che si rivelò poi decisiva per il primo posto (che fu appannaggio di Smyslov). Durante la partita vi erano delle telecamere che riprendevano l’evento ed una di queste ad un certo punto abbagliò Paoli, che fermò per un attimo l’orologio.
Paoli poi vinse, ribaltando una situazione difficile e Uhlmann attribuì la sua sconfitta al fatto che Paoli “lo aveva infastidito”. Anche in questo caso ribattè per le rime.
Era, Paoli, un “hombre vertical”, capace di suscitare polemiche ma coerente, come quando nel 1974 per le Olimpiadi di Nizza convocò Toth al posto di Micheli, allora campione italiano in carica, contrariamente alla prassi.
Ove KinnmarkMa un’idea del prestigio di cui godeva può essere resa dal fatto che quando nel 1975 si prospettava il Mondiale Fischer – Karpov, e si discuteva sui vari punti, non c’era accordo praticamente su nulla, salvo che su una cosa: entrambi i giocatori erano d’accordo di avere come arbitro Enrico Paoli!
Paoli era anche una miniera di ricordi e di aneddoti.
Quando gli chiesi cosa ne pensasse di Fischer, mi raccontò di averlo conosciuto nel torneo di Montecarlo del 1967. Fischer vinse nel gruppo A, Paoli (con Tatai) partecipò al gruppo B. Alla cerimonia di premiazione intervenne la principessa Grace Kelly e, mentre gli altri giocatori si impegnarono più o meno goffamente di farle un baciamano, Fischer si limitò a stringerle la mano con forza. Paoli lo definì “un rustego” nel suo bel triestino che sempre gli rimase addosso.
Quanti ricordi, forse è meglio che finisca qui, tralasciando di accennare al suo lavoro di studista, ma ci terrei a che fosse pubblicata la mia partita preferita quella contro Kinnmark, alle Olimpiadi di Siegen nel 1970. [E Ove Kinnmark non era certo uno qualunque, ne sa qualcosa perfino il grande Tal bloccato sul pari dal maestro svedese alle Olimpiadi di Nizza del 1974 -N.d.R-]

Paoli amava il gioco brillante. Questa ne fu una dimostrazione.
E mi mancheranno anche i suoi immancabili “saluti alla signora”, cioé a mia moglie, di cui non si dimenticava mai.
Un altro grande che ho amato, Gianni Brera, usava spesso una frase per concludere i pezzi in cui ricordava amici che non c’erano più; gliela rubo … “Caro GM Paoli, che la terra le sia lieve.”

IM Enrico Paoli vs. Ove Kinnmark, 1-0
Siegen, 1970

1.e4 c5 2.Cf3 e6 3.d4 cxd4 4.Cxd4 a6 5.Cc3 Dc7 6.Ad3 Cc6 7.Ae3 Cf6 8.De2 Ae7 9.O-O O-O 10.Rh1 d6 11.f4 Ad7 12.Cf3 b5 13.a3 Tac8 14.Tae1 Ca5 15.e5 Ce8 16.Cg5 g6 

Posizione dopo 16...g6

Posizione dopo 16…g6

non va 16…A:g5 17.f:g5d:e5 a causa di 18. A:h7+! e il Bianco vince

17.f5!!

una mossa che evidenzia la genialità cornbinativa di Paoli

17…Cc4 

non si può giocare 17…e:f5 per 18.Cd5 Dd8 19. Ab6; e neppure 17 … A:g5 18. A:g5 g:f5 a causa di 19. Ae7; e infine se 17…g:f5 allora 18. Dh5 A:g5 19.D:g5+ Rh8 20. Ad4 e vince

18.fxg6 hxg6 19.Cxf7! 

Posizione dopo 19.Cxf7!

Posizione dopo 19.Cxf7!

un sacrificio quasi naturale e spontaneo

19…Txf7 20.Txf7 Rxf7 21.Tf1+ Rg7 22.Dg4 Cxe5 23.Ad4! 

Posizione dopo 23.Ad4!

Posizione dopo 23.Ad4!

quella che si potrebbe definire la punta della combinazione; ora il Nero non ha più scampo

23…Cf6 24.Axe5 Ae8 25.Axf6+ Axf6 26.Ce4 Axb2 27.Cg5 De7 28.Cxe6+ Rh7 29.Cf8+

28.Cf8+! e il Nero abbandona

28.Cf8+ e il Nero abbandona

concludendo la partita con una finezza

1-0


Scarica l’articolo originale pubblicato su L’Italia Scacchistica (parte 1parte 2).

avatar Scritto da: Alfredo (Qui gli altri suoi articoli)


31 Commenti a Ricordo di chi non è più tra noi

  1. avatar
    alfredo 13 Dicembre 2014 at 12:28

    Grazie agli amici di SoloScacchi e all’amico Adolivio che volle un mio pezzo per ricordare il mio grande amico.
    Ero attanagliato dalla emozione e con le lacrime agli occhi buttai giù qualcosa.
    Non avevo ovviamente nessuna velleità tecnica o letteraria.
    Ne avrei molte di cose da raccontare su Paoli… Ma quello che vorrei di più sarebbe ritrovare una foto degli anni ’70,
    Lui ancora un “giovanotto” ed io una specie di Lucio Battisti.
    Andare a trovarlo nella sua casetta di Reggio Emilia (“parva sed apta nobis” come lui la definiva ) o trovarlo a un torneo era una gioia.
    Grazie a lui io semplice “groupie” ho conosciuto tutti i più grandi che sono passati a Reggio o che abbiamo incrociato in altri tornei.
    Mi fece molto piacere quando mi definì il suo collaboratore più fidato per la rubrica che teneva per l’IS .
    E lasciatemi dire che rimpianto che non ci sia più il torneo di Reggio.
    La sua amata creatura.
    “Non si è soli se qualcuno ti ha lasciato / si è soli se qualcuno non è mai venuto”.
    Per sempre grazie GRANDE MAESTRO non solo di scacchi (senza retorica alcuna).

  2. avatar
    alfredo 13 Dicembre 2014 at 13:06

    l filmato è una vera chicca e Paoli è impegnato in questa partita
    http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1378856
    naturalmente tutti avranno riconosciuto il mitico Gliga

  3. avatar
    francesco Comune 13 Dicembre 2014 at 14:09

    Mi chiedevo se qualcuno ricordasse ancora Paoliglotta, perché le nuove generazioni sono abituate a consumare tutto, cose e uomini, con una velocità sorprendente.
    Ad esempio,nel cinema, non si fa a tempo ad apprezzare un attore che già ne spunta un alto che lo rimpiazza in effimera notorietà.
    Ma Paoli, per chi lo ha amato, non avrà mai nessuno che lo potrà sostituire: i suoi commenti, semplici,lineari, ma, pur colmi di aneddoti, erano insuperabili ed appassionanti.
    Il vuoto che ha lasciato nello scacchismo nazionale è incolmabile.
    Grazie Alfredo per averlo ricordato.

  4. avatar
    nikola 13 Dicembre 2014 at 15:00

    Un grazie sincero all’amico Alfredo per il contributo, un articolo scritto con il cuore.

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    Fabio Lotti 13 Dicembre 2014 at 15:10

    Un bel ricordo scritto con affetto.

  6. avatar
    Mongo 13 Dicembre 2014 at 15:26

    Grande Alfredo. Mitico Paoli. 😎
    Forse, oggi, il posto del torneo di Reggio Emilia, con le dovute distanze, lo ha preso Porto Mannu. 😉

  7. avatar
    Elena 13 Dicembre 2014 at 15:50

    Signor Alfredo. Appena Marchino mi ha segnalato la presenza di un suo articolo siamo passati a leggerlo con commozione, ricordando i tempi nei quali Luca ci parlava di lei rammentandola come
    persona di vasta cultura, stimabile e di buon cuore. Il suo lavoro, meglio di qualunque aneddoto spiega cosa lei intendesse con: “Nutrivo per Paoli un amore quasi filiale che lui ricambiava con un affetto paterno”. Grazie dal profondo del cuore. Elena Grimoldi e Marchino Nebuloni.

  8. avatar
    Ramon 13 Dicembre 2014 at 16:40

    Grazie Alfredo per questo splendido ricordo del grande Enrico Paoli.

    Ecco quanto già pubblicato sulla sua memorabile figura:

    “Quel giorno che incontrai Enrico Paoli”
    “10 febbraio, il giorno del ricordo”
    “incontri straordinari”

  9. avatar
    paolo bagnoli 13 Dicembre 2014 at 18:11

    Grazie Alfredo per il bel ricordo! Personalmente, posso ricordare fugaci incontri con Paoli a Bologna e Reggio nel corso di incontri a squadre, una sua osservazione a proposito del mio gioco in una partita di uno di questi incontri (“Bagnoli, lei ha le idee di un Maestro e la tecnica di un principiante”;), ma, soprattutto, la raccomandazione che fece alla Mursia (con relativa lettera diretta all’allora direttore editoriale, dr. Tozzi) di pubblicare il mio primo “Scacchi Matti”.

  10. avatar
    Roberto Messa 13 Dicembre 2014 at 18:44

    Un altro modo di dire squisitamente “Paoliano” era: “tanti con poco fanno molto”, come era scritto ogni anno nelle pagine dei sottoscrittori / sostenitori del Capodanno nei libri del torneo prima maniera.
    Come ho scritto più volte, recuperando quello spirito Paoliano “paupero-solidale” forse si sarebbe potuto salvare il Torneo di Capodanno due o tre anni fa…

    Bene. Propongo oggi di fare nostro questo motto per SoloScacchi, perché anche in questo blog, se ci pensiamo, “in tanti con poco facciamo molto”.

    • avatar
      Marramaquis 13 Dicembre 2014 at 20:41

      Mi piace l’articolo e mi piace la proposta di Roberto.

      • avatar
        Marramaquis 13 Dicembre 2014 at 21:50

        Replico a me stesso.
        Quella frase di Paoli è bella, sì, e andrebbe presa a modello di comportamento e di azione.
        Però era correttamente riferita, se non interpretavo male, ai sottoscrittori con il contributo dei quali si raggiungeva una somma che consentiva di coprire (parzialmente?) le spese del libro del Torneo di Capodanno.
        Nel caso di SoloScacchi non si sottoscrivono somme, si spende dell’altro: energie e tempo sottratto, a volte con inaudita fatica, agli impegni di famiglia di ogni giorno.
        Forse per SoloScacchi si potrebbe coniare un altro motto: “in pochi, con molto, fanno tanto”. E questi “pochi”, negli ultimi anni, sono stati all’atto pratico solo Martin, Mongo e … Martin.
        Fortunatamente da qualche tempo SoloScacchi ha l’appoggio fattivo dell’editore e di qualche valido appassionato.
        E ciò lascia essere molto ottimisti per il futuro.

        • avatar
          Marramaquis 13 Dicembre 2014 at 22:06

          Preciso meglio per chi non conosce la storia del Blog:
          non più tardi di 18 mesi fa non c’era nessun editore, mentre adesso c’è fortunatamente “Messaggerie Scacchistiche”, e 18 mesi fa non c’erano neppure alcuni preziosi collaboratori di oggi (non solo autori!) quali, ad esempio, delpraub.

        • avatar
          Martin 13 Dicembre 2014 at 23:09

          Spero di non sbagliarmi nell’interpretare il pensiero di Roberto nel senso che la nostra forza è appunto esser tanti e la nostra passione, quell’amore per gli scacchi, fa da collante, nutrimento e soddisfazione dello spirito per questo che è uno spazio di tutti …con tante minuscole gocce riempiamo un oceano…

          • avatar
            Roberto Messa 14 Dicembre 2014 at 00:12

            Sì. Rubando la frase di Paoli io pensavo ai tanti che contribuiscono, anche saltuariamente, con i loro articoli e commenti, nonché ai semplici lettori.
            L’interpretazione speculare di Marramaquis disvela un’altra sacrosanta verità: i redattori sono pochi e si sobbarcano quasi tutto il lavoro quotidiano.

            • avatar
              Alessandro Colosimo 14 Dicembre 2014 at 08:45

              Sì, davvero una redazione eccezionale e da fuori si ha l’impressione di una redazione numerosa che si riunisce quotidianamente, tanto è organizzato il blog!

              • avatar
                Marramaquis 14 Dicembre 2014 at 11:25

                Sì, è vero che siamo in parecchi, per fortuna, a scrivere per SoloScacchi.
                E mi auguro che si sia sempre di più.
                E non mi pare di leggere tante fesserie (a parte qualcuna mia) né articoletti scopiazzati da qualche parte, né semplici files di notizie e di risultati.
                Alcuni lavori sono anche piuttosto corposi e di un certo valore. E questo qui di Alfredo rappresenta un po’ la falsariga su cui si cammina.

                Si pensi che soltanto dal primo di novembre ad oggi (quindi in 44 giorni) sono stati pubblicati qui ben 42 articoli. Mediamente sono 4 paginette ad articolo.
                Ecco, è quasi come se fosse stato preparato e pubblicato in 6 settimane un libro di 168 pagine! A Martin, che fa questo lavoro ininterrottamente e gratuitamente, tutti i giorni da 1.850 giorni circa, dobbiamo essere molto grati.

  11. avatar
    Enrico Cecchelli 13 Dicembre 2014 at 21:06

    Grande Alfredo! Un saluto ed un grazie per questo tuo tributo ad un personaggio mitico della nostra storia scacchistica.

  12. avatar
    Jas Fasola 13 Dicembre 2014 at 23:44

    Molto bello il ricordo di Alfredo.

    Una curiosita’. 50 anni fa Enrico Paoli venne in Polonia, per la prima e forse unica volta.

    Era il novembre del 1964. Al torneo di Reggio Emilia che si era svolto tra il ’63 e il ’64 era stato invitato Bratoszewski, un giocatore di Bydgoszcz, gemellata con Reggio Emilia. Bydgoszcz ricambio’ invitando dopo qualche mese Paoli al primo torneo internazionale li’ organizzato. In realta’ gli unici giocatori non polacchi furono il tedesco Hennings, che arrivo’ primo, e Paoli, secondo. Gli altri giocatori furono polacchi di quella regione.
    Le due partite piu’ belle di quel torneo furono una vittoria e una sconfitta di Paoli, riportate nel file qui:
    http://kpzszach.pl/images/inne/historia/50_Lat_Temu_Miedzynarodowe_M_Pomorza_1964.pdf

    • avatar
      Massimiliano Orsi 16 Dicembre 2014 at 12:31

      Credo ci sia stata almeno una seconda volta, nel 1978 (Paoli era del 1908!), al torneo di Lublino: http://www.torneionline.com/loto_tornei_d.php?codice=1978POL01&tipo=1

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        Jas Fasola 16 Dicembre 2014 at 13:58

        Grazie 🙂

      • avatar
        Alfredo 16 Dicembre 2014 at 15:21

        Caro Massimiliamo
        è reperibile qualche partita del campionato italiano magistrale di Ivrea del 1976 vinto da Paoli ?
        a vittoria in quel torneo permetteva la partecipazione all’assoluto
        Ricordo una bella Palmiotto – Paoli publicata da Capece su Il Giornale che rivedrei con molto piacere
        E poi : ma è possibile che del CI assoluto di Pesaro 75 siano note solo 4 partite ?

        • avatar
          mauro berni 16 Dicembre 2014 at 16:43

          Credo si debba intendere Stresa 1975; in tal caso la Palmiotto-Paoli è nell’archivio FSI. Paoli era anche a Tivoli 1976, campionato magistrale come il precedente, ma non mi pare ci fosse Palmiotto. Quanto a Pesaro, qualche tentativo di recuperare altro deve esserci stato, non andato a buon fine. Bisognerebbe interpellare i partecipanti tuttora in vita, anche se non attivi.

        • avatar
          Massimiliano Orsi 17 Dicembre 2014 at 10:26

          Io ho questa:

          Palmiotto – Paoli
          Stresa, 1975
          1. d4 d5 2. c4 c6 3. Nc3 Nf6 4. cxd5 cxd5 5. Nf3 Nc6 6. Bg5 h6 7. Bxf6 gxf6 8.
          Qb3 e6 9. e3 Bg7 10. Bd3 O-O 11. O-O Bd7 12. Rad1 Na5 13. Qc2 Rc8 14. Qe2 Nc4
          15. e4 Qa5 16. Rc1 Rfe8 17. Rc2 Nxb2 18. Rxb2 Rxc3 19. Rxb7 Bc6 20. Rb3 Rxb3
          21. axb3 Qc3 22. Rb1 Rb8 23. exd5 Bxd5 24. Qe3 Rxb3 25. Rd1 a5 26. Ne1 f5 27.
          Nc2 a4 28. g4 fxg4 29. Na1 Ra3 30. Nc2 Rb3 31. Na1 Bxd4 32. Qxh6 Qxd3 33. Qg5+
          Bg7 34. Qd8+ Bf8 35. Qg5+ Qg6 36. Qxg6+ fxg6 37. Nxb3 axb3 0-1

          Per quanto riguarda le partie, di Pesaro 1975 o di altri tornei, c’è da specificare che raramente faccio ricerche approfondite per scoprirne nuove in vecchie riviste o quotidiani. Il più delle volte mi limito a riorganizzare il materiale già disponibile ma sparso in decine di siti differenti, per metterlo a disposizione in un contenitore unico. Il merito delle vere scoperte è spesso da attribuire ad altri, il professor Berni primo tra tutti.

  13. avatar
    Enrico Cecchelli 14 Dicembre 2014 at 13:50

    Il lavorone che svolge Martin merita di essere ricordato più spesso poiché è la sua sola ed unica remunerazione, l’unica enorme leva che lo spinge a sobbarcarsi una mole di lavoro difficilmente comprensibile solo leggendo il frutto del suo professionalissimo lavoro… chapeau!

    • avatar
      Zenone 14 Dicembre 2014 at 14:55

      Sì, oltre all’attenzione nella pubblicazione, Martin ha la capacità di alternare temporalmente i vari autori per non “inflazionare” il loro lavoro; segnalo quello che ritengo il fiore all’occhiello del blog e di Martin: il lavoro sulla ricerca e ritocco delle immagini, mai scontate e casuali, valore aggiunto dei pezzi. Lo so che adesso Martin si vergognerà e ci baccheterà per queste nostre osservazioni, ma è vero che la capacità va premiata facendogli sentire come quotidianamente i fruitori del blog apprezzino questo suo enorme sforzo!

  14. avatar
    Doroteo Arango 14 Dicembre 2014 at 19:14

    Lungi da me innescare sterili polemiche ma il torneo di Reggio Emilia era il fiore all’occhiello dello scacchismo italiano, mantenerlo in vita anche in questi anni di crisi forse non sarebbe stato così impossibile: un’ edizione in tono ridotto, senza spendere capitali per reclutare i nomi più prestigioso ma almeno mantenere in vita il torneo sperando in tempi migliori… la sensazione tuttavia è che quest’obiettivo non importasse a nessuno…

  15. avatar
    Giorgio Gozzi 15 Dicembre 2014 at 17:32

    Bellissimo ricordo del Grande Enrico Paoli.
    Come sempre, quando trovo articoli a lui dedicati non posso esimermi da segnalare, soprattutto per chi non l’avesse mai conosciuto, il link della della sua intervista a Unomattina del luglio 2004 (meno di un anno dalla sua scomparsa)in cui si evidenzia la sua straordinaria vitalità!

    Il link (lunghissimo) è questo:

    http://www.scacchiemiliaromagna.it/scacchiemiliaromagna_finoalsettembre2009/notizie%20-%20fsi%20comitato%20regionale%20emilia%20romagna/pagine%20archivio%20fotografico/foto_18dic05.html

  16. avatar
    alfredo 17 Dicembre 2014 at 10:42

    Grazie Massimiliano!
    Ero presente ed è una emozione rivederla (mi ricordo che correvo in bici per cui ci andai in bici, vestito ovviamente da corridore il che suscitò una certa curiosità).

  17. avatar
    Antonio 27 Dicembre 2014 at 17:42

    Bravo Alfredo!
    Paoli merita questo e altro per quanto ha dato allo scacchismo italiano e non solo:
    poliglotta, manteneva contatti assidui con tutte le federazioni scacchistiche; veniva da loro invitato in tornei di prestigio e lui ricambiava con inviti al torneo di capodanno. Le primissime edizioni del quale erano all’insegna della frugalità e del risparmio rigoroso:
    Per fare un esempio, durante lo svolgimento del torneo, vidi più di una volta arrivare Paoli con thermos-caffè fatto in casa da lui stesso, e con tazzine e cartoccio di zucchero per offrire una bevanda calda ai giocatori. Qualcuno mi disse anche che i giocatori erano ospitati in un ..convento di frati e dimoravano in celle come i ..frati.
    Fece epoca , in una edizione, il fermo atteggiamento di Paoli a proposito della partecipazione al suo torneo del fuoriuscito PACKMAN avversato dalle Federazioni scacchistiche dell’EST per motivi politici.
    Più avanti negli anni, Paoli commentò in modo lusinghiero per me diverse mie partite per corrispondenza pubblicandole su l’Italia Scacchistica.
    Altri tempi….
    Cordialissimi saluti – Pipitone

    • avatar
      alfredo 28 Dicembre 2014 at 12:32

      Grazie maestro Pipitone
      Nessuna branca o quasi degli scacchi era aliena a Paoli ( forse solo gli scacchi non eterodossi non gli interessavano) ma ricordo la passione e il rigore con cui analizzava per l IS e per altre riviste europee
      Meriterebbe fosse scritto un libro su di lui
      Voglio far notare che qui su Soloscacchi è comparsa una ” chicca” di grande valore storico .
      La prima partita conosciuta di Paoli .
      E’ vero la frugalità era una caratteristica dei tornei di Reggio Emilia ( li ricordi gli spifferi del torneo B caro Roberto ? )
      Forse fu proprio l’edizione Monstre del 1991 – 1992 a far perdere il senso delle proporzioni .
      Un ricordo per dire la attenzione di Paoli
      Una volta andai a trovarlo e gli portai un paio di bottiglie piuttosto pregiate
      Lui mi disse che non poteva bere perché aveva una ” epatosi” ( credo si riferisse a una banale steatosi epatica)
      La volta successiva che ci vedemmo in un torneo ci tenne a dire che le aveva aperte in occasione di una visita di ospiti e che il vino era stato molto apprezzato !

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