Salo Landau

Scritto da:  | 23 Aprile 2015 | 8 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri
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Quando andai a scavare nella carriera scacchistica di questo forte giocatore, rimasi colpito dalla sua vicenda umana, che tenterò di ricostruire.
Bochnia è una cittadina della Polonia meridionale, nota fin dal XIII secolo per la sua miniera di sale, che nel corso dei secoli si è spinta fino a mezzo chilometro di profondità con uno sviluppo delle sue gallerie che tocca i cinque chilometri. Fin dal MedioEvo la città ha avuto una forte minoranza ebraica (circa il 20 % degli abitanti), ed il 1° aprile del 1903 questa comunità si arricchì di un nuovo membro, Salomon Landau.
La famiglia apparteneva alla piccola borghesia del grande impero austro-ungarico, che all’epoca controllava la zona definendola come “Provincia della Galizia” e quando sull’Europa si addensarono nubi di guerra i genitori mandarono il giovane Salomon da amici correligionari in Olanda, per poi raggiungerlo alcuni mesi dopo, transitando da Vienna, fino a quando le pistolettate di Prinzip a Sarajevo non scatenarono “l’inutile strage”.
Fu a Rotterdam che Salomon – che ormai era divenuto “Salo” – apprese gli scacchi e, quando la guerra ebbe termine, iniziò a frequentare i ritrovi scacchistci olandesi, mentre era impiegato presso una ditta locale che esercitava il commercio e la lavorazione dei diamanti, attività nella quale gli olandesi eccellevano da quando avevano iniziato a sfruttare le inesauribili miniere dell’Africa meridionale.
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A ventuno anni, Salo Landau ebbe la sua prima prova scacchistica al torneo di Anversa, dove si piazzò al 4° posto, superando alcuni quotati giocatori locali. Si stava mettendo in luce, in quegli anni, un giovane studente di matematica, Machgielis Euwe, di due anni più anziano di Salo; Euwe aveva già ottenuto risultati di rilievo, vincendo nel 1921 il Campionato nazionale (il primo di ben tredici titoli assoluti), pattando un match con Maròczy e giungendo al secondo posto al torneo internazionale di Vienna, dopo il vincitore Saemisch e precedendo Maestri della levatura di Breyer, Tartakower e Gruenfeld. Nel ’23 Euwe si sarebbe poi laureato con lode presso l’università di Amsterdam, restando tuttavia, lungo l’arco della sua lunghissima carriera, un dilettante, posponendo gli scacchi alla sua professione di insegnante.
Salo era ormai un giocatore “olandese”; parlava correntemente la lingua locale e si stava dimostrando uguale o addirittura superiore ai componenti del gruppo di giocatori locali (Euwe escluso). e tra loro nacque un rapporto che, se è eccessivo definire di “amicizia”, fu sempre improntato al reciproco rispetto ed alla reciproca stima. Quando, nel 1935, Alekhine affronterà Euwe con il titolo mondiale in palio, non a caso sarà Landau ad agire come “secondo” di Alekhine, il quale confidava evidentemente nella profonda conoscenza del gioco di Euwe da parte di Landau, il quale però abbandonerà l’incarico in occasione della 27° partita, lasciandolo a Klein, a causa di un profondo disaccordo sulla condotta, non solo scacchistica, di Alekhine.
Torniamo al maggio del 1926, quando Salo Landau, ormai deciso ad abbandonare il mondo dei diamanti per divenire professionista scacchistico, si piazza al quarto posto al torneo di Scarborough, per poi, alla fine dell’anno, partecipare al tradizionale torneo di Hastings con un deludente settimo posto che, tuttavia, non lo fa desistere dal suo proposito di vivere di scacchi. Il 1927, infatti, lo vide in piena attività: venne sconfitto a Rotterdam in un match contro Reti, fu quarto in un torneo nazionale e secondo al torneo di Londra, mentre alla fine dell’anno, ancora ad Hastings, fu terzo.
Nel ’28, a venticinque anni, Salo Landau fu terzo ad Amsterdam e secondo al Campionato nazionale, superato unicamente da Weenink, ed a dicembre giunse secondo all’Aja dopo Van den Bosch e primo ex aequo con lo stesso Van den Bosch a Zwolle. A parte le sue apparizioni ad Hastings, Landau continuava a giocare unicamente in tornei olandesi, ma si rivelava ormai come uno dei migliori giocatori in circolazione nei Paesi Bassi. Nel febbraio del ’29 fu terzo a Maastricht, nel luglio di quell’anno fu secondo (dopo Euwe ed ex aequo con Weenink) al Campionato nazionale, ed alla fine dell’anno vinse ad Hastings nella “Sezione B”.
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Conservava il suo impiego, ma continuava a giocare parecchio; nel febbraio del ’30 fu terzo ad Amsterdam, poi quarto ad Anversa e nell’agosto ancora quarto ad Amsterdam. Quello stesso anno, ad Amsterdam, venne battuto in match da Maròczy e Rubinstein, per poi essere schierato in quarta scacchiera nella squadra olandese partecipante all’Olimpiade di Amburgo, vinta dalla fortissima Polonia (con un Rubinstein che pareva tornato ai suoi anni d’oro: 15 su 17!).
Nel 1931 Landau conseguì un successo di prestigio a Rotterdam, nel quadrangolare a doppio turno, lasciandosi alle spalle, nell’ordine, Colle, Tartakower e Rubinstein; poi affrontò Euwe in un breve match col risultato di +1 =2 -3, il che, a parte l’assoluto valore di Euwe, confermò che tale competizione non gli si confaceva. L’anno successivo venne ancora battuto da Salo Flohr, anche se di stretta misura.
Era ormai entrato nel “giro grosso”. Dopo una sconfitta (+1 =3 -2) con Spielmann a Rotterdam, nel 1933 partecipò al torneo di Scheveningen vinto da Flohr, denunciando tuttavia un calo di forma; l’anno seguente, in febbraio, fu secondo al quadrangolare di Rotterdam, alle spalle di Alekhine, ad Amsterdam venne sconfitto di misura da Lilienthal e nettamente da Euwe, poi, in autunno, incontrò due volte Van den Bosch, battendolo 6 a 0 nel primo match e pattando il secondo. Negli ambienti scacchistici olandesi veniva ormai considerato come il numero due, dopo l’inarrivabile Euwe,
Nel 1935, come già abbiamo visto, fu “secondo” di Alekhine nel corso del match mondiale che vide la vittoria finale di Max Euwe, e nel mese di maggio del ’36 fu terzo ad Ostenda nel torneo vinto dallo svedese Lundin, e settimo a Zandvoort, poi venne battuto due volte in match da Spielmann, per poi essere quarto ad Hannover, ancora quarto ad Amsterdam e primo, ex aequo con Alekhine, al quadrangolare di Amsterdam. Quello stesso anno, assente Euwe, vinse il Campionato nazionale restando imbattuto.
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Era capace di prestigiosi successi ma anche di cadute di forma, e nel 1937, dopo un quarto posto ad Ostenda, fu soltanto 15° a Kemeri, aggiudicandosi tuttavia il premio di bellezza. Venne schierato in seconda scacchiera all’Olimpiade di Stoccolma dove ottenne un finale di +5 =8 -2, e nel 1938 ottenne il 50 % dei punti (ex aequo con Bogoljubov) al forte torneo di Noordwijk, battuto unicamente dai due primi classificati, Eliskases e Keres, e superando Thomas, Schmidt, Tartakower e Spielmann. Poi fu quinto al Campionato nazionale e, in novembre, venne scelto come arbitro al famoso torneo AVRO ; negli ultimi giorni dell’anno si spostò ad Hastings per giocare, questa volta nel torneo principale, il tradizionale Torneo di Capodanno che lo vide 3°-4° ex aequo con Vasja Pirc, dopo Szabò (col quale pattò) ed Euwe (da lui battuto).
Dopo un quarto di secolo nuovi venti di guerra, scatenati dal riarmo della Germania hitleriana, spiravano sull’Europa. La famiglia di Landau, che nel frattempo si era sposato con una correligionaria avendone una figlia, si riteneva ragionevolmente al sicuro nella pacifica Olanda che, come il Belgio, era pronta a dichiarare la propria neutralità come già aveva fatto in occasione della Prima Guerra Mondiale ma, come tutti sanno, Hitler non ebbe, nei confronti dei Paesi Bassi, gli stessi scrupoli del Kaiser.
Nel 1939 Landau fu quarto ad Amsterdam, terzo a Baarn, primo al Campionato nazionale e quarto a Bournemouth, pattando col vincitore Euwe e battendo il secondo classificato Flohr e pattò in match contro Szabò e Van Scheltinga. Nel 1940 vinse il quadrangolare di Baarn, fu ultimo al quadrangolare di Delft, terzo al torneo VAS di Amsterdam, quarto alla Kamstra Cup di Rotterdam e primo a Leeuwarden, ex aequo con Prins e Cortlever.
Le truppe tedesche, frattanto, avevano invaso il Paese, instaurando un governo fantoccio, mentre la famiglia reale rifugiava in Gran Bretagna. Landau ebbe modo di giocare un ultimo torneo a Groningen, vincendolo. Questi ultimi tornei del periodo bellico erano manifestazioni di livello abbastanza modesto e con ridotto numero di partecipanti, ed è in questo periodo che ha inizio il calvario della famiglia Landau.
Il “commissariato” di Seyss-Inquart, un austriaco fervente nazista ed obbediente agli ordini provenienti da Berlino, inizia la schedatura e la conseguente deportazione degli ebrei olandesi, e nell’agosto del 1941 la “soluzione finale” viene applicata anche nei Paesi Bassi. La rubrica scacchistica del Tijdschrift fa scomparire la firma di Salo Landau, ma lui continuerà per qualche tempo a pubblicare la rubrica sotto il nome di “Nieukerke”, ed il primo articolo con tale firma sarà dedicato – guarda caso – alla Partita Inglese.
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Agli inizi del ’42 un circolo a lui intitolato dovrà cambiare nome, e sceglierà quello di “Opposizione”, cosa che l’ottusità dei nazisti non rileverà. Nel settembre del 1942 Landau, sapendo a quale destino sarebbe andata incontro la famiglia, organizzò la fuga in Svizzera. Affidata la figlia ad alcuni amici, con l’intenzione di farla giungere nella Confederazione Elvetica in un secondo tempo, raccolte le poche cose trasportabili, provò a partire da Breda, ma qualcosa andò storto: lui e la moglie vennero arrestati dalla Gestapo e tradotti al campo di concentramento di Graeditz, una cittadina oggi in territorio slesiano polacco. La moglie venne spostata al campo di Westerbork (“campo di raduno ebraico”;), dove venne ricongiunta alla figlia il cui nascondiglio era stato scoperto.
La data del 31 marzo 1944 è quella in cui alcuni testimoni sopravvissuti all’Olocausto videro Salo Landau vivo, mentre alcuni documenti attesterebbero la sua morte il 15 novembre 1943. Euwe tentò inutilmente di intervenire in suo favore, ma tutto fu vano. La sorte della moglie della figlia è invece documentata dai registri ufficiali del campo di Auschwitz, dove esse vennero uccise tramite gas il 12 ottobre 1944.

avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


8 Commenti a Salo Landau

  1. avatar
    The dark side of the moon 23 Aprile 2015 at 15:40

    Tra 2 giorni ricorre il 70 anniversario della Liberazione a proposito.
    Noto con tristezza e sgomento che la maggior parte dei giovani ignorano tale data.
    Chi non conosce il passato, la propria storia, rischia di commettere gli stessi errori in futuro.
    Il destino di Salo Landau e della sua famiglia è simile a quello di tante altre persone che hanno avuto la disgrazia di vivere in un contesto di follia simile.
    Bravo Paolo per aver ricordato questo personaggio proprio in questi giorni.
    Tragicomica la frase: “Agli inizi del ’42 un circolo a lui intitolato dovrà cambiare nome, e sceglierà quello di “Opposizione”, cosa che l’ottusità dei nazisti non rileverà”.

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    Jas Fasola 23 Aprile 2015 at 16:07

    Se non sono polacchi sono nati in Polonia… 😉
    Samuel Landau (non Salomon come alcuni riferiscono).

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    Enrico Cecchelli 23 Aprile 2015 at 17:45

    Bellissimo e meritatissimo ricordo di un grande e sfortunato campione. Io ho guardato tutte le partite del torneo di Kemeri del 1937 e oltre al premio di bellezza Landau fu protagonista , più o meno fortunato, di numerose prestazioni alla baionetta piene di tatticismi e violenti attacchi. Bravissimo Paolo!

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    Enrico Cecchelli 23 Aprile 2015 at 18:32

    Per chi volesse approfondire Kemeri il premio di bellezza fu vinto dalla Landau – Book, mentre anche contro Feigins fu autore di una spettacolare combinazione. Contro Ozols bella la spettacolare “deviazione ” del 17esimo tratto anche se preceduto da due mosse deboli.

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    alfredo 24 Aprile 2015 at 08:13

    nessuno sa se fosse in qualche modo parente del grande fisico Lev landau , ” luomo che visse due volte” ?

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      paolo bagnoli 24 Aprile 2015 at 08:32

      O del grande Martin Landau (Mission Impossible) ?

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        DURRENMATT 24 Aprile 2015 at 14:31

        …alias John Koenig. 😉

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    Graziano Masi 28 Aprile 2015 at 11:49

    In questa giornata grigia il gioiellino di Paolo autentico sole. Però che fine tragica.

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