Alfieri e ritiri

Scritto da:  | 5 Gennaio 2015 | 15 Commenti | Categoria: La posta dei Lettori, Principianti, Regolamento

Due Alfieri 1

Gentile Redazione di SoloScacchi,

su tutti i trattati di mediogioco si spendono fiumi di parole decantando lodi e virtù circa la celeberrima “Coppia degli Alfieri” eppure faccio sempre fatica a capire tutto l’entusiasmo per questo aspetto strategico degli scacchi.

Recentemente per esempio mi sono imbattuto in questa partita di evidente gioco aperto in cui una parte, quella coi due Cavalli, infligge una sonora lezione all’altra… quella che invece beneficia appunto della Coppia degli Alfieri. Tale débâcle può esser forse dipesa dal fatto che circa 150 anni addietro tale concetto non era stato ancora sviscerato a fondo?

Non sono un Maestro del gioco ma so di poter trovar qui qualche persona gentile e competente che mi possa illuminare un minimo sull’argomento.

Grazie, cordiali saluti.

Lettera firmata

Coniglio nel cappello 2
Cari amici di SoloScacchi, posto un dubbio che spero possiate risolvermi (non so a chi rivolgermi se non a voi), la domanda è semplice, in un torneo che si svolge su più giornate di gioco, ci si può ritirare e rientrare a piacimento? Ad esempio dopo le prime 3 giornate di torneo mi ritiro (non perdendo così punti Elo) per due giornate e poi rientro alla sesta giornata? Se ad esempio sono a punteggio pieno dopo le prime 3 giornate, giocherò la sesta con un giocatore dall’Elo presumibilmente basso (verrà dai bassifondi della classifica) e quindi ho buone possibilità di terminare a punteggio pieno guadagnando (ranagrellando????) qualche punticino Elo quasi gratuitamente.
Spero di non avervi annoiato porgo i miei Saluti e continuerò a seguire il vostro (nostro?) blog.
Maurizio

Coniglio nel cappello 1

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15 Commenti a Alfieri e ritiri

  1. avatar
    The dark side of the moon 5 Gennaio 2015 at 10:27

    Interessante partita.
    Per quanto mi riguarda tra l’alfiere e il cavallo preferisco il cavallo essendo un giocatore più posizionale che tattico.
    Come sai la differenza tra l’alfiere e il cavallo la fa la posizione: nella partita che riporti però il nero ha commesso degli errori.
    Circa la possibilità di ritirarsi e rientrare sullo stesso torneo sapevo che era possibile anche se “ritiro” non è la parola giusta.
    Dovrebbe funzionale cosi: in un torno di almeno 6 turni hai la possibilità di non giocarne 2 ma lo devi comunicare all’arbitro almeno 1 ora prima dell’inizio del turno.
    In questo blog abbiamo un ottimo arbitro, Francesco De Sio, che potrebbe confermare.

  2. avatar
    The dark side of the moon 5 Gennaio 2015 at 10:55

    L’errore del Nero è 33…,Te8? che perde subito.
    Prima dell’errore il Nero aveva la coppia degli alfieri ma ANCHE una struttura pedonale pessima.
    Quando si valuta una posizione bisogna valutarla a fondo, sommare i vari squilibri che ci sono tra i due colori (se ci sono) ed agire di conseguenza per far prevalere quelli a favore proprio (per dirla alla Silman…;) 😉
    Il Bianco aveva quindi comunque COMPENSO per la coppia di alfieri del Nero per i motivi sopra citati, poi l’errore del Nero ha messo fine alla partita.

    • avatar
      Galois 5 Gennaio 2015 at 12:00

      Su 33…Te8 mi pare che tu abbia ragione. Invece 22…Te8 mi sembra che abbia il suo perché… la casa critica per il Nero è f6 ove il Bianco minaccia di “atterrare” con un Cavallo come poi in effetti è stato.

      Comunque càspita… come giocavano bene già allora, no?

  3. avatar
    Renato Andreoli 5 Gennaio 2015 at 11:29

    Penso che sia una buona cosa avere delle regole generali ed il parere dei libri che considerano vantaggiosa la coppia degli Alfieri è una di queste ed è valida nella maggioranza dei casi.
    Ma, come dicono i Russi “A scacchi non ci sono assiomi”.
    Bisogna sempre valutare la situazione concreta. Ci sono molte posizioni in cui un Cavallo vale più di una Torre ed i sacrifici di qualità sono all’ordine del giorno nel gioco moderno.
    Ricordo il parere di un autore russo che spiegava così la preferenza accordata all’Alfiere rispetto al Cavallo: Il vantaggio di avere l’Alfiere consiste nel fatto di poterlo quasi sempre cambiare per il Cavallo!

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    paolo bagnoli 5 Gennaio 2015 at 18:41

    “Prima la posizione, poi il materiale” (Capablanca)

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    fds 5 Gennaio 2015 at 23:16

    Dal regolamento italiano:

    Il giocatore che intende assentarsi per un singolo turno deve comunicarlo all’Arbitro principale entro la fine della
    sessione di gioco del turno precedente. In caso di forza maggiore lo stesso deve cercare di mettersi in contatto con l’Arbitro principale entro un’ora dall’inizio del turno cui deve assentarsi. […] Il diritto di cui sopra spetta al giocatore per
    soli due turni, anche consecutivi, nell’ambito dello stesso torneo.

  6. avatar
    danilo 5 Gennaio 2015 at 23:26

    a proposito di cavalli e alfieri ti consiglio di fare la conoscenza della difesa chigorin
    in cui gli alfieri vengono spesso ceduti sui cavalli e molti altri postulati vengono messi in discussione

  7. avatar
    danilo 8 Gennaio 2015 at 21:15

    cari amici ho una domanda difficile (per me)
    per spiegarmi meglio date prima uno sguardo veloce a queste 2 partite (da 1h) dove avevo il nero, finite patte con gli ultimi 3 minuti.

    http://www.viewchess.com/cbreader/2015/1/8/Game188949471.html
    http://www.viewchess.com/cbreader/2015/1/8/Game189003572.html

    ora la domanda:
    non riuscire a procurarsi possibilità di andare in vantaggio per poter vincere dipende:

    1)da non essere abbastanza forti da saper sbilanciare la posizione favorevolmente.

    2)dall’essere finito, dall’apertura, in una linea sterile dove, anche giocando le mosse corrette, si rimane comunque in situazioni piatte di parità.

    3) non mi vengono altre motivazioni 😕

    • avatar
      jas fasola 8 Gennaio 2015 at 22:22

      A me viene il dubbio che non hai riguardato con attenzione le tue partite 🙄 Nella prima con il pedone di vantaggio cerchi i cambi per entrare in un finale in cui il tuo avversario ha i pezzi attivi. Cerca invece di non temere le complicazioni. Nella seconda giochi molto passivamente l’apertura, Tb1 ad esempio. Potevi arrocare o giocare a3.

  8. avatar
    CiccioCappuccio 8 Gennaio 2015 at 22:28

    4)scarsa comprensione strategica dell’apertura giocata 5) misconoscere la regola aurea secondo la quale in mediogioco il giocatore vero pensa e decide per schemi 6)scarsa conoscenza dei finali 😉 …

    • avatar
      Jas Fasola 9 Gennaio 2015 at 09:53

      CiccioCappuccio, anzichè citare regole auree non potresti guardarti le partite e dare qualche suggerimento? 😉

  9. avatar
    danilo 8 Gennaio 2015 at 23:05

    Jas io sono il nero! in tutte e 2
    quando ho cambiato le donne con Df5 avevamo pochi minuti e un finale di donne non lo vinco anche col pedone in piu, nell’altra quando propongo Dd6 hai ragione cambio con i pezzi meno attivi, ma la sua donna era piu forte e se gliela lascio non pareggio neanche il gioco, o forse non h capito a quale punto ti riferisci

    • avatar
      Jas Fasola 9 Gennaio 2015 at 09:51

      nella prima mi riferivo a 23. … Cd4. Invece di cambiare i pezzi era meglio migliorare la posizione dei propri (Td3).
      Nella seconda solo il Bianco aveva qualche chances… credo tu abbia giocato una variante abbastanza solida ma senza grandi prospettive (d’altra parte senza spinte di pedoni è difficile progredire).

  10. avatar
    danilo 9 Gennaio 2015 at 15:04

    rimango basito da come NON capisco gli scacchi.
    dopo Cd4 occupo la colonna d e porto la donna al centro, mi sembrava una buona mossa, e invece non serve a niente. 🙁
    cmq grazie, al di là della partita in questione,
    voglio tenere a mente anche le regole generali per riuscire a procurarsi possibilità di vittoria,
    dalla tua frase “(d’altra parte senza spinte di pedoni è difficile progredire)”
    mi sembra di capire che oltre a:
    sbilanciare la posizione,
    ottenere una superiorità locale di forze,
    posso aggiungere
    considerare l’azione delle spinte di pedoni
    alla prossima 😉

    • avatar
      Filologo 9 Gennaio 2015 at 15:40

      Sull’ultimo argomento citato è ancora una bella lettura il libro di Hans Kmoch, che in italiano è stato tradotto come Pedoni: anima degli scacchi.

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