Bellissime e suggestive le immagini, stupenda la canzone! Il tutto è un inno alla tragica bellezza di Napoli, oscillante (come direbbe Montale) tra il sublime e l’immondo. Caro Martin, non ti conosco, ma sono sicuro che in te alberga uno spirito di artista vero! Fabrizio
Grazie Fabrizio, ma, credimi, io non ho davvero nessun merito… le fotografie, stupende, sono di un artista di strada incredibile: Žilda. Solo della prima non son riuscito purtroppo a rintracciarne l’autore…
Era de maggio è nata invece dalla penna immortale e ispiratissima del grande Salvatore Di Giacomo sulle note di Mario Pasquale Costa, creatore di altre meravigliose melodie immortali come questa…
Martin, sei troppo modesto!I complimenti non erano certo perché pensassi che tu fossi l’autore delle foto (e tantomeno della canzone!), ma il solo fatto di raccoglierle insieme e condividerle con tutti noi denota quel piacere e quel gusto per la bellezza che elogiavo.
Per quanto riguarda la canzone napoletana, credo che soprattutto il periodo tra metà ‘800 e prima metà del ‘900 sia stato un periodo magico, che ha dato veri gioielli poetici e musicali, oggi troppo spesso trascurati o dimenticati. Fabrizio
Sì, sì… Martin è un grande appassionato della Canzone Napoletana (lui ci tiene a che si adoperino le maiuscole), in passato ha tenuto un ciclo di trasmissioni alla radio sull’argomento e sul blog voleva farne un appuntamento fisso… lo abbiamo dovuto bloccare! 😉
è in buona compagnia
Roberto Vechioni ne ha fatto materia di un corso all’università di Pavia .
Arte con la A maiuscola come questa .
Considero Murolo tra i piu’ grandi con De Andrè e pochi altri
Alfredo però, ti prego, non confondiamo… Murolo è stato solo Ernesto, dalla cui magica penna è nata l’immortale Piscatore ‘e Pusilleco, allora sì, sono d’accordo con te, ma il figlio Roberto sta alla Canzone Napoletana come Bocelli sta alla Lirica…
I grandi interpreti sono stati Mario Abbate, Tullio Pane, la divina Giulietta Sacco, Nunzio Gallo, Franco Ricci, Dino Giacca, Nino Fiore, Consiglia Licciardi… non certo Roberto Murolo. Non confondiamo, ti prego…
Caro Martin (parlo ovviamente non da esperto ma da semplice appassionato) non capisco l’avversione che mi sembra tu nutra per Roberto Murolo; il suo modo di interpretare la grande canzone napoletana può non incontrare i tuoi gusti ( e questo lo posso capire
), ma non credo che tu possa sottovalutare l’opera di riscoperta e rilancio che il suddetto ha compiuto (soprattutto con l’antologia “Napoletana”. Se poi negli anni della sua vecchiaia, probabilmente spinto anche da esigenze economiche, si è concesso ad operazioni artisticamente meno valide, penso che gli possa essere perdonato.
Sì, scusa(te)mi per esser sembrato categorico e perentorio… in generale credo che la Canzone Napoletana non abbia bisogno di opere di “riscoperta e rilancio” (e penso per esempio a certe recenti commercializzazioni, come quelle di Arbore, che trovo “volgari” e scadenti).
Semplicemente trovo che Roberto Murolo sia stato un ottimo chitarrista con doti vocali adatte solo ad un certo tipo di canzoni ma non certo capaci di abbracciare l’intero panorama musicale della Canzone Napoletana come invece ha preteso di fare, tutto qui…
Uno a cui Piace ogni tanto giocare 28 Dicembre 2014 at 16:31
Poeticissime, Le andrò a cercare per le vie di Napoli … con la speranza di un incontro, con la certezza della meraviglia.
Di queste bellissime malinconie abbiamo bisogno, è il conforto dell’abbandono nel dolore, avvolti da un abbraccio caldo e sicuro.
Grazie per questo passaggio spirituale in una città amica e nemica, al tempo amata e odiata.
“…questi fantasmi”: ma quali sono? Quelli che compaiano disegnati, ma vivi, sui muri o quelli che passano veloci davanti a queste opere d’arte senza accorgersi di nulla?
Bellissime foto e bellissime opere che senza Martin sarebbero rimaste nell’oblio e sconosciute, forse, anche ai napoletani.
Carissimo Martin, ho appena letto il tuo post ma non faccio in tempo per un commento sull’argomento Murolo (su quale non credo ci sia un disaccordo sostanziale). Mi ripropongo però una risposta più approfondita, spero domani. Per il momento faccio a te e a tutti i migliori auguri di buon 2015. Fabrizio
Caro Martin, riprendo il discorso sulla canzone (oops!)… Canzone Napoletana e su Roberto Murolo (interrotto per preparativi familiari di cenone e brindisi per il nuovo anno).
Prima di tutto ripeto che non sono un esperto come te ma un semplice appassionato; poi debbo confessare che difendo Murolo perché grazie a lui, una trentina di anni fa, scoprii la bellezza e la vastità della materia (e quindi la sua opera di “riscoperta e rilancio” non posso considerarla, come te, del tutto inutile o controproducente). Sono d’accordo con te che le doti vocali di Murolo non gli permettono di competere, in molti casi, con interpreti più dotati da madre natura; sono altresì convinto che la sua scelta di semplicità, linearità, moderazione nelle interpretazioni, sia in altrettanti casi una scelta valida (dove sia quella “giusta” non credo sia facile scoprirlo: anche analisi filologiche approfondite, non alla mia portata, non credo ci porterebbero lontano). D’altra parte penso che alla Canzone Napoletana abbia fatto molto più male una scuola di interpreti che ha ecceduto nel sentimentalismo e gigioneggiato sugli aspetti vocali (tu meglio di me conoscerai esempi numerosi del genere), tanto da far credere a molti (da giovane l’ho pensato anch’io) che la Canzone Napoletana fosse soltanto esibizionismo folkloristico di sentimenti retorici e che i napoletani/italiani fossero solo “pizza e mandolino”. Per questi motivi continuo a credere che Roberto Murolo, pur con i limiti che tu hai evidenziato, sia stato una specie di “vaccino” stilistico per molti.
Ed infine: il confronto che tu hai proposto è assolutamente convincente; non tutte le canzoni sono nelle corde di Murolo che però, a parer mio, eccelle in quelle tristi e malinconiche. fabrizio
carissimo Fabrizio, ti ringrazio davvero di cuore per l’opportunità che mi offri di esplorare insieme ogni tanto qualche angolo di quella che è una delle grandi passioni della mia vita, la Canzone Napoletana… davvero grazie…
Non volevo “stroncare” colui che comunque deduco essere, dalle tue acute osservazioni, uno dei tuoi interpreti preferiti, Roberto Murolo, anche perché come tu stesso hai premesso, alla fine si tratta soprattutto di una questione di gusti personali e, ci mancherebbe, sarebbe delittuoso prevaricare in quelli che poi sono veri e propri affetti, o almeno per me è così…
Non sono un esperto, davvero, sono anch’io un semplice appassionato, giusto fortificato in qualche modo da quasi cinque decenni di ascolti, pressoché quotidiani, di queste che considero melodie immortali…
Bene, preamboli a parte, non posso certo sostenere che Roberto Murolo non debba trovare il suo spazio nella lunga storia dei più acclamati interpreti napoletani, tuttavia, almeno per tante (troppe a mio modesto avviso) canzoni il suo stile interpretativo non è totalmente confacente alla composizione, non già per le limitate doti vocali, non mi fraintendere ti prego, ma proprio perché -prendiamo il caso limite sopra proposto, quello di ‘E spingule frangese– l’interpretazione proposta è limitata, oserei dire scolastica, tipo marcetta chitarristica, del tutto estranea -in questo caso- all’originalità della composizione.
Per obiettività è necessario ammettere che l’interpretazione di Dino Giacca beneficia comunque della favolosa rilettura introduttiva (extra-spartito) dell’accompagnamento da parte di Ennio Morricone.
Tuttavia non è solo questo a farla primeggiare (confronta per esempio lo stesso accompagnamento del Maestro nell’interpretazione di un’altra grandissima artista: Miranda Martino)
Giacca ha un altra freschezza, un’arieggiare vocale insuperabile, accompagnato da un nitore di timbro che pochi altri interpreti possono vantare, e tutto questo emerge limpidissimo in questa interpretazione.
Vierno… canzone stupenda… e qui Murolo sicuramente interpreta meglio rispetto a ‘E spingule frangese: è finalmente più appassionato, anche vocalmente più curato, sicuramente maggiormente coinvolgente. Eppure non è “la voce” per “Vierno”.
Delle interpretazioni che mi proponi quella che ritengo personalmente migliore, almeno nel senso classico del significato, è quella di Sergio Bruni, peraltro anch’egli non certo tra i miei artisti preferiti… il suo tessuto, le sue legature sono eccellenti, e in questa occasione sopperiscono con efficacia al suo inconfondibile timbro vocale, leggermente nasale.
Antonello Rondi non è male, più moderna la sua interpretazione, aggressiva nel senso opportuno ma a tratti scomposta, quasi “strillata”, e anche leggermente fragile nei registri alti, ma nel complesso più che accettabile.
Purtroppo di questa struggente melodia su youtube non ci sono le migliori interpretazioni dei grandi, eccone però una che mi sembra sicuramente degna di ascolto, accorata e liricamente ispirata… che ne pensi Fabrizio?
Caro Martin, grazie; Mario Maglione (che non conoscevo) mi sembra un interprete eccellente; non c’è assolutamente bisogno, poi, di ripeterlo per Miranda Martino.
La mia difesa di Murolo, come hai ben capito, deriva dalla mia preferenza per le interpretazioni più sobrie e delicate e meno cariche di effetti retorici (per i miei gusti, assai fastidiosi).
Murolo è stato, per la Canzone Napoletana, il mio Virgilio (mi sono sempre rammaricato, considerandola un’ingiustizia, che Dante non faccia entrare la sua guida in paradiso); nel paradiso della Canzone Napoletana,però, credo che Murolo abbia il suo posto.
Ti lascio con una delle mie preferite.
Ciao e continua a proporci qualcosa di bello su Napoli e dintorni.
Martin, amico mio, questo è un capolavoro!!
Ehi, ma tu a quest’ora non dovevi essere in Trentino, sulla neve a giocare il Colle?!? 😉
Tutto saltato per problemi di… budget!!!
Qual budget, amigo Mongo? Em nenhuma “Colle” de Trentino você pagar o pedágio!
Volevo giocarmi il ‘Colle’, ma lì un bolscevico mi sa proprio che non lo vogliono mettere… Rovinerebbe tutti gli intrallazzi in corso!! 😉
Martin bravissimo.
Bravissimo. Bellissimo. Mi associo anch’io ai meritati complimenti.
Bellissime e suggestive le immagini, stupenda la canzone! Il tutto è un inno alla tragica bellezza di Napoli, oscillante (come direbbe Montale) tra il sublime e l’immondo. Caro Martin, non ti conosco, ma sono sicuro che in te alberga uno spirito di artista vero! Fabrizio
Grazie Fabrizio, ma, credimi, io non ho davvero nessun merito… le fotografie, stupende, sono di un artista di strada incredibile: Žilda. Solo della prima non son riuscito purtroppo a rintracciarne l’autore…
Era de maggio è nata invece dalla penna immortale e ispiratissima del grande Salvatore Di Giacomo sulle note di Mario Pasquale Costa, creatore di altre meravigliose melodie immortali come questa…
Martin, sei troppo modesto!I complimenti non erano certo perché pensassi che tu fossi l’autore delle foto (e tantomeno della canzone!), ma il solo fatto di raccoglierle insieme e condividerle con tutti noi denota quel piacere e quel gusto per la bellezza che elogiavo.
Per quanto riguarda la canzone napoletana, credo che soprattutto il periodo tra metà ‘800 e prima metà del ‘900 sia stato un periodo magico, che ha dato veri gioielli poetici e musicali, oggi troppo spesso trascurati o dimenticati. Fabrizio
Sì, sì… Martin è un grande appassionato della Canzone Napoletana (lui ci tiene a che si adoperino le maiuscole), in passato ha tenuto un ciclo di trasmissioni alla radio sull’argomento e sul blog voleva farne un appuntamento fisso… lo abbiamo dovuto bloccare! 😉
è in buona compagnia
Roberto Vechioni ne ha fatto materia di un corso all’università di Pavia .
Arte con la A maiuscola come questa .
Considero Murolo tra i piu’ grandi con De Andrè e pochi altri
Alfredo però, ti prego, non confondiamo… Murolo è stato solo Ernesto, dalla cui magica penna è nata l’immortale Piscatore ‘e Pusilleco, allora sì, sono d’accordo con te, ma il figlio Roberto sta alla Canzone Napoletana come Bocelli sta alla Lirica…
I grandi interpreti sono stati Mario Abbate, Tullio Pane, la divina Giulietta Sacco, Nunzio Gallo, Franco Ricci, Dino Giacca, Nino Fiore, Consiglia Licciardi… non certo Roberto Murolo. Non confondiamo, ti prego…
Caro Martin (parlo ovviamente non da esperto ma da semplice appassionato) non capisco l’avversione che mi sembra tu nutra per Roberto Murolo; il suo modo di interpretare la grande canzone napoletana può non incontrare i tuoi gusti ( e questo lo posso capire
), ma non credo che tu possa sottovalutare l’opera di riscoperta e rilancio che il suddetto ha compiuto (soprattutto con l’antologia “Napoletana”. Se poi negli anni della sua vecchiaia, probabilmente spinto anche da esigenze economiche, si è concesso ad operazioni artisticamente meno valide, penso che gli possa essere perdonato.
Sì, scusa(te)mi per esser sembrato categorico e perentorio… in generale credo che la Canzone Napoletana non abbia bisogno di opere di “riscoperta e rilancio” (e penso per esempio a certe recenti commercializzazioni, come quelle di Arbore, che trovo “volgari” e scadenti).
Semplicemente trovo che Roberto Murolo sia stato un ottimo chitarrista con doti vocali adatte solo ad un certo tipo di canzoni ma non certo capaci di abbracciare l’intero panorama musicale della Canzone Napoletana come invece ha preteso di fare, tutto qui…
Poeticissime, Le andrò a cercare per le vie di Napoli … con la speranza di un incontro, con la certezza della meraviglia.
Di queste bellissime malinconie abbiamo bisogno, è il conforto dell’abbandono nel dolore, avvolti da un abbraccio caldo e sicuro.
Grazie per questo passaggio spirituale in una città amica e nemica, al tempo amata e odiata.
INCANTEVOLE!!
“…questi fantasmi”: ma quali sono? Quelli che compaiano disegnati, ma vivi, sui muri o quelli che passano veloci davanti a queste opere d’arte senza accorgersi di nulla?
Bellissime foto e bellissime opere che senza Martin sarebbero rimaste nell’oblio e sconosciute, forse, anche ai napoletani.
Carissimo Fabrizio (e carissimo Alfredo)… non mi piace fare confronti ma, giusto per farmi capire meglio, ascolta per favore questa interpretazione:
e ora ascolta questa…
Carissimo Martin, ho appena letto il tuo post ma non faccio in tempo per un commento sull’argomento Murolo (su quale non credo ci sia un disaccordo sostanziale). Mi ripropongo però una risposta più approfondita, spero domani. Per il momento faccio a te e a tutti i migliori auguri di buon 2015. Fabrizio
Caro Martin, riprendo il discorso sulla canzone (oops!)… Canzone Napoletana e su Roberto Murolo (interrotto per preparativi familiari di cenone e brindisi per il nuovo anno).
Prima di tutto ripeto che non sono un esperto come te ma un semplice appassionato; poi debbo confessare che difendo Murolo perché grazie a lui, una trentina di anni fa, scoprii la bellezza e la vastità della materia (e quindi la sua opera di “riscoperta e rilancio” non posso considerarla, come te, del tutto inutile o controproducente). Sono d’accordo con te che le doti vocali di Murolo non gli permettono di competere, in molti casi, con interpreti più dotati da madre natura; sono altresì convinto che la sua scelta di semplicità, linearità, moderazione nelle interpretazioni, sia in altrettanti casi una scelta valida (dove sia quella “giusta” non credo sia facile scoprirlo: anche analisi filologiche approfondite, non alla mia portata, non credo ci porterebbero lontano). D’altra parte penso che alla Canzone Napoletana abbia fatto molto più male una scuola di interpreti che ha ecceduto nel sentimentalismo e gigioneggiato sugli aspetti vocali (tu meglio di me conoscerai esempi numerosi del genere), tanto da far credere a molti (da giovane l’ho pensato anch’io) che la Canzone Napoletana fosse soltanto esibizionismo folkloristico di sentimenti retorici e che i napoletani/italiani fossero solo “pizza e mandolino”. Per questi motivi continuo a credere che Roberto Murolo, pur con i limiti che tu hai evidenziato, sia stato una specie di “vaccino” stilistico per molti.
Ed infine: il confronto che tu hai proposto è assolutamente convincente; non tutte le canzoni sono nelle corde di Murolo che però, a parer mio, eccelle in quelle tristi e malinconiche. fabrizio
Caro Martin, gradirei il tuo parere d’esperto su queste tre interpretazioni della stessa canzone (“Vierno”. Quale ti sembra più appropriata?
Con i migliori auguri di buon 2015. Fabrizio
carissimo Fabrizio, ti ringrazio davvero di cuore per l’opportunità che mi offri di esplorare insieme ogni tanto qualche angolo di quella che è una delle grandi passioni della mia vita, la Canzone Napoletana… davvero grazie…
Non volevo “stroncare” colui che comunque deduco essere, dalle tue acute osservazioni, uno dei tuoi interpreti preferiti, Roberto Murolo, anche perché come tu stesso hai premesso, alla fine si tratta soprattutto di una questione di gusti personali e, ci mancherebbe, sarebbe delittuoso prevaricare in quelli che poi sono veri e propri affetti, o almeno per me è così…
Non sono un esperto, davvero, sono anch’io un semplice appassionato, giusto fortificato in qualche modo da quasi cinque decenni di ascolti, pressoché quotidiani, di queste che considero melodie immortali…
Bene, preamboli a parte, non posso certo sostenere che Roberto Murolo non debba trovare il suo spazio nella lunga storia dei più acclamati interpreti napoletani, tuttavia, almeno per tante (troppe a mio modesto avviso) canzoni il suo stile interpretativo non è totalmente confacente alla composizione, non già per le limitate doti vocali, non mi fraintendere ti prego, ma proprio perché -prendiamo il caso limite sopra proposto, quello di ‘E spingule frangese– l’interpretazione proposta è limitata, oserei dire scolastica, tipo marcetta chitarristica, del tutto estranea -in questo caso- all’originalità della composizione.
Per obiettività è necessario ammettere che l’interpretazione di Dino Giacca beneficia comunque della favolosa rilettura introduttiva (extra-spartito) dell’accompagnamento da parte di Ennio Morricone.
Tuttavia non è solo questo a farla primeggiare (confronta per esempio lo stesso accompagnamento del Maestro nell’interpretazione di un’altra grandissima artista: Miranda Martino)
Giacca ha un altra freschezza, un’arieggiare vocale insuperabile, accompagnato da un nitore di timbro che pochi altri interpreti possono vantare, e tutto questo emerge limpidissimo in questa interpretazione.
Vierno… canzone stupenda… e qui Murolo sicuramente interpreta meglio rispetto a ‘E spingule frangese: è finalmente più appassionato, anche vocalmente più curato, sicuramente maggiormente coinvolgente. Eppure non è “la voce” per “Vierno”.
Delle interpretazioni che mi proponi quella che ritengo personalmente migliore, almeno nel senso classico del significato, è quella di Sergio Bruni, peraltro anch’egli non certo tra i miei artisti preferiti… il suo tessuto, le sue legature sono eccellenti, e in questa occasione sopperiscono con efficacia al suo inconfondibile timbro vocale, leggermente nasale.
Antonello Rondi non è male, più moderna la sua interpretazione, aggressiva nel senso opportuno ma a tratti scomposta, quasi “strillata”, e anche leggermente fragile nei registri alti, ma nel complesso più che accettabile.
Purtroppo di questa struggente melodia su youtube non ci sono le migliori interpretazioni dei grandi, eccone però una che mi sembra sicuramente degna di ascolto, accorata e liricamente ispirata… che ne pensi Fabrizio?
Caro Martin, grazie; Mario Maglione (che non conoscevo) mi sembra un interprete eccellente; non c’è assolutamente bisogno, poi, di ripeterlo per Miranda Martino.
La mia difesa di Murolo, come hai ben capito, deriva dalla mia preferenza per le interpretazioni più sobrie e delicate e meno cariche di effetti retorici (per i miei gusti, assai fastidiosi).
Murolo è stato, per la Canzone Napoletana, il mio Virgilio (mi sono sempre rammaricato, considerandola un’ingiustizia, che Dante non faccia entrare la sua guida in paradiso); nel paradiso della Canzone Napoletana,però, credo che Murolo abbia il suo posto.
Ti lascio con una delle mie preferite.
Ciao e continua a proporci qualcosa di bello su Napoli e dintorni.
Grazie Fabrizio… allora per il momento ti lascio anch’io con queste note…