Natale in condominio

Scritto da:  | 30 Dicembre 2014 | 24 Commenti | Categoria: Racconti

Natale in condominio 3

Quella era la terza o quarta visita della giornata. Sapevo che trovare un appartamento come piaceva a me e con un costo compatibile con le mie finanze era un’impresa, ma non credevo sarebbe stato così complicato. L’appartamento che avevo appena visto faceva più o meno al mio caso e, scendendo con l’ascensore, stavo valutando vantaggi e svantaggi rispetto agli altri mentre sentivo lontanamente l’agente immobiliare magnificare l’ottimo stato dello stabile. Mi preoccupava un po’ il fatto che fosse in un palazzo alto otto piani, con due scale ognuna con quattro appartamenti per piano. Mi stavo trasferendo per lavoro in città e temevo di andare ad abitare in un palazzo-dormitorio, dove avrei finito per conoscere i miei vicini solo alle riunioni di condominio. Poi, arrivato nell’androne, vidi appoggiato sul tavolino della portineria un block-notes con su scritte due righe che mi tolsero ogni dubbio: quella sarebbe diventata la mia nuova casa.

Natale in condominio 7

Dopo una breve trattativa e qualche formalità, mi trasferii quindi nel mio appartamento composto da due camere, una grande cucina e un bel salone, con balcone e ampia finestra affacciata sul viale alberato in direzione del centro città. Non aspettai molto per contattare il ragionier Giraudo, anima e coordinatore del vivace gruppo di scacchisti che abitava nel palazzo. Mi spiegò che, per una fortunata coincidenza, nel palazzo abitavano molte famiglie e professionisti di diversa provenienza, molti dei quali appassionati di scacchi. Da qualche tempo avevano deciso di organizzare un torneo lampo ogni venerdì sera, al quale partecipavano sette scacchisti di livello amatoriale e abilità comparabile. Il mio arrivo era quindi veramente una benedizione: finalmente sarebbe stato possibile giocare su quattro scacchiere senza turni di riposo.

Dopo essermi sistemato con le mie poche cose da single, arrivò il venerdì del mio battesimo del fuoco. Scoprii che il rag. Giraudo aveva già informato tutti del mio arrivo e, quando entrai a casa del prof. Edwards, ospite di turno del torneo, tutti mi accolsero con simpatia personale e sospetto scacchistico: qual era davvero la mia forza? Avrei stravolto gli equilibri del condominio, che vedevano una fiera rivalità per il titolo di miglior giocatore condominiale tra l’ucraino ing. Hordiyenko e l’egiziano Mohamed-Ahmed-Nabil-Said-per-gli-amici-Mohamed?

Il salone del prof. Edwards, ordinario di letteratura inglese presso la locale Università, era arredato con semplicità e le quattro scacchiere erano sistemate su una coppia di tavoli pieghevoli che, scoprii dopo, erano di proprietà del sig. Chen del secondo piano. Gli orologi, invece, erano un generoso dono del sig. Ancona del quarto piano, un antiquario che, tra le mille cose che gli passavano tra le mani, aveva deciso di tenere da parte una partita di cinque orologi da scacchi: nonostante il suo innegabile attaccamento al denaro, mi spiegarono in seguito, aveva deciso di regalarli al rag. Giraudo sperando di conquistarne la benevolenza nei confronti della sua evidente simpatia per la di lui figlia ventenne.

Dopo qualche saluto introduttivo e le spiegazioni del caso, si procedette al sorteggio degli accoppiamenti, secondo uno schema ben collaudato e messo a punto dal tedesco ing. Fuchs dell’ottavo piano. L’ing. Hordiyenko sistemò gli orologi accanto alle scacchiere e… via. Non fu una serata particolarmente brillante per me, e, a parte una bella vittoria col dr. Bhat del settimo piano, si concluse con un risultato da bassa classifica. Per-gli-amici-Mohamed strapazzò tutti (in amicizia, si intende) e vinse a mani basse il torneo. La buona notizia, gradita da tutti mi sembrò, era che la mia forza era leggermente al di sotto della media degli altri, garantendo quindi un mio confortevole ingresso nel club.

Grazie a queste piacevoli serate scacchistiche, le mie settimane lavorative scorrevano senza farmi patire troppo la lontananza dai miei cari. I tornei venivano giocati a turno a casa di uno dei giocatori e così feci rapidamente conoscenza con le varie famiglie, case e abitudini. Sì perché, ovviamente, le serate non erano esclusivamente a base di scacchi, ma dopo i primi quattro turni c’era una pausa a base di qualche specialità della casa (cibo o bevanda che fosse) e di chiacchiere sui fatti della settimana. Si parlava di pettegolezzi locali (ma avete visto come sta ingrassando il sig. Ancona?) o di notizie cittadine (da quello che dice il nuovo sindaco, una cosa è certa: non ha idea di cosa siano gli scacchi o anche solo di cosa significhi avere una strategia!), ma mai di temi delicati: viste le differenti nazionalità e religioni, il tacito accordo era che non si sarebbe parlato di nulla che avrebbe potuto innescare dissapori e discussioni.

Dopo poche settimane ero diventato uno del gruppo a tutti gli effetti e la qualità del mio gioco cominciò a beneficiarne, con crescente preoccupazione dei “big” e evidente soddisfazione dell’indiano dr. Bhat e del cinese Chen, che non vedevano l’ora di far smettere il petulante Mohamed e l’ombroso Hordiyenko di vincere con regolare alternanza i tornei. Il metodico ing. Fuchs e l’estroso prof. Edwards erano mine vaganti che potevano di tanto in tanto sconfiggere chiunque, ma non avevano la regolarità e la forza per vincere un torneo. Il rag. Giraudo, da parte sua, era più che soddisfatto del suo ruolo di organizzatore e i suoi scarsi risultati non lo preoccupavano affatto (Eh, io non ce la faccio a giocare bene con così poco tempo, ma dovrebbe vedermi a cadenza regolare, caro delpraub).

Dopo l’usuale pausa estiva, fu discussa l’organizzazione del tradizionale Torneo di Natale, ovvero una competizione la cui classifica era calcolata usando i risultati degli ultimi otto tornei serali dell’anno, secondo un perfetto meccanismo di bilanciamento di bianchi e neri studiato, manco a dirlo, dall’ing. Fuchs. L’idea mi piaceva e, cosa fondamentale, non cambiava nulla delle normali serate del venerdì, tranne che tutti gli accoppiamenti erano fissati in anticipo per otto tornei e che i risultati sarebbero stati esposti nella bacheca condominiale. Eh sì, perché il nostro munifico sponsor, il sig. Ancona, aveva deciso di premiare a fine torneo il vincitore durante una serata organizzata nel suo appartamento doppio, con una piccola cerimonia della quale la signorina Giraudo, aspirante starlette, sarebbe stata la presentatrice. Un po’ kitsch, lo ammetto, ma perché bloccare le iniziative di un cuore innamorato (e, di riflesso, sostenitore del nostro informale club scacchistico condominiale)?

Il Torneo di Natale cominciò quindi il primo venerdì di Novembre, con una mia sorprendente vittoria a casa del dr. Bhat. Se qualcuno avesse voluto aggiungere un po’ di suspense al torneo, non avrebbe potuto fare di meglio e di questo tutti si rallegrarono (tranne due di noi, indovinate chi).

Nel torneo successivo le gerarchie vennero ristabilite e non andai oltre un onorevole quarto posto, ma la cosa più interessante furono le chiacchiere di metà serata. Il padrone di casa, il rag. Giraudo, chiese se secondo gli altri anche durante l’imminente periodo natalizio ci sarebbe stato il solito “colpo” della Banda di Natale. Essendo nuovo della città, mi feci spiegare di cosa stava parlando. La storia era semplice: da ormai cinque anni, durante il periodo natalizio venivano compiuti uno o due furti in appartamento da una banda che non era mai stata catturata e della quale era noto solo il modus operandi. Si trattava di furti in casa, senza nessun segno di scasso nonostante grate e porte blindate, senza violenza e senza nessun complice tra i familiari delle vittime. Non era mai stato possibile capire come facessero i ladri a entrare negli appartamenti, né erano state trovate analogie tra i vari furti, tranne il fatto che i derubati erano soli in casa al momento del furto e che si accorgevano del fatto solamente al loro risveglio. Ormai era diventato un classico del Natale in città e c’era addirittura chi proponeva scommesse sul quando e sul dove avrebbero colpito la prossima volta. Mohamed tagliò corto la discussione, richiamandoci al torneo e bofonchiando qualcosa di annoiato sull’avvicinarsi del Natale.

Durante il torneo seguente, si cominciò invece a parlare dei preparativi per il Natale, con grande piacere dell’ospitante, l’ing. Fuchs, che spiegò a tutti come avrebbe preparato il suo calendario dell’Avvento, quest’anno collegato ad un progressivo addobbo del balcone di casa e del tradizionale albero di Natale. Il rag. Giraudo, che, scoprii, era da sempre fautore del presepe, si limitò ad annunciare la straordinaria partecipazione di due nuovi figuranti (pensate un po’, gli anacronistici “giocatori di scacchi”;), mentre gli altri non si entusiasmarono al tema e tornarono presto a pensare al torneo, di nuovo vinto dall’ing. Hordiyenko.

A fine Novembre, l’avvicinarsi del Natale contribuì alla qualità e quantità dei dolci a casa Hordiyenko, ma anche a una certa divisione nel club: chi pensava a come avrebbe addobbato il balcone con ghirlande (il prof. Edwards), chi con colorati pendenti (il dr. Bhat, per nulla interessato all’aspetto religioso della festa visto il suo essere buddhista, ma incline ad assecondare le preferenze dei suoi due figli, ormai inseriti nello spirito locale) e chi con delle tradizionali luminarie (il sig. Chen, anch’egli non per motivi religiosi ma per un desiderio di integrarsi nella comunità cittadina). C’era chi avrebbe adornato il balcone con un perfetto profilo di lucette attorno (indovinate chi? L’ing. Fuchs, ovviamente) e chi invece con luci multicolore intermittenti e cangianti (il rag. Giraudo, che stavo scoprendo molto più mediterraneo di quanto sembrasse). Io non avrei fatto molto (qualche festone dorato e argentato, ma nulla di più), mentre l’ing. Hordiyenko promise un qualcosa di poco appariscente ma sorprendente, annunciando manufatti in legno e paglia. Ci fu una generale riprovazione per il diffondersi delle installazioni di Babbi Natale appesi ai balconi e alle finestre: O tempora, o mores! declamò sconfortato il prof. Edwards, riassumendo in termini classici il nostro sentimento comune. L’unico che non disse nulla fu Mohamed, comprensibilmente non interessato al Natale (per lui non una festa) e categoricamente contrario a ogni aspetto commerciale della ricorrenza: nessuna decorazione a casa sua. Ma non lo disse in tono contrariato, anche perché, con la vittoria nel torneo a casa del suo diretto concorrente, si portò in testa alla classifica provvisoria. Io continuavo a giocare abbastanza bene ed ero al terzo posto, ancora a tiro dei primi.

Il primo venerdì di Dicembre vide la carovana fermarsi al secondo piano, dai Chen, dove, anche se il Natale non era di casa, io vidi materializzarsi a mio favore due omaggi: una delle rare sviste ucraine e una fortunosa vittoria per il tempo contro Mohamed. Insomma, stava diventando una battaglia a tre, con grande sorpresa per tutti. Durante la pausa, ne approfittammo per parlare un po’ del sig. Ancona, tanto fortunato nel commercio e (si diceva) in borsa, quanto sfortunato in amore (confidava con uno sguardo dubbioso il rag. Giraudo).

Al torneo di metà mese, la classifica generale rimase pressoché invariata, grazie a un mio secondo posto a pari merito con Mohamed dietro all’ing. Hordiyenko. Si stava facendo appassionante, a suo modo, anche la lotta per evitare l’ultimo posto in classifica tra i due partecipanti asiatici. Gli altri tre europei stavano molto attenti a non farsi risucchiare verso il basso, più che a strappare qualche vittoria ai tre battistrada. Eravamo a casa del prof. Edwards, il quale, anticipando di qualche settimana i tradizionali Christmas crackers, rilanciò sul tema della Banda di Natale. Cercò di convincerci che quest’anno non avrebbero fatto nulla perché, vista la crisi in giro, c’era ben poco da rubare anche per loro. La sua idea non riscosse molto successo: è vero che c’era una brutta crisi, ma non certo per i facoltosi professionisti, imprenditori e, soprattutto, politici che abitavano in città.

Dato che per uno strano scherzo del caso l’ultima tappa del torneo si sarebbe giocata a casa mia, la serata pre-natalizia si svolse a casa di Mohamed. Non fu una serata all’insegna del divertimento, visto che, al contrario di me, il padrone di casa ci teneva davvero a vincere il Torneo di Natale e giocò tutte le partite con determinazione e una certa dose di cattiveria. Unito al fatto che la sua casa non aveva nulla, ma proprio nulla di natalizio, la sua vittoria nel torneo sembrò più un atto di forza che di bravura. Mohamed si fece comunque perdonare con uno straordinario break di metà serata a base di abbondanti porzioni di frutta e dolci tradizionali, dei quali tutti noi gradimmo un bis a fine serata.

Insomma eravamo arrivati alla tappa finale e tutto era ancora possibile: il favorito era il nostro amico egiziano, ma con qualche risultato ben combinato sia io che l’ucraino avremmo potuto vincere.

Il giorno prima dell’ultimo venerdì di torneo, ero uscito a ritirare un po’ di dolci tipici delle mie parti, che avevo ordinato in una pasticceria gestita da un mio vecchio amico d’infanzia, ritrovato in terra “straniera” dopo molti anni. Ero anche passato a casa di amici per una cena in compagnia e gli auguri di rito e si era fatto un po’ più tardi di quanto avessi voluto. Stavo camminando verso casa in una serata limpida, una di quelle in cui dalla mia casa in campagna avrei potuto ammirare tutti i paesi della valle, con le loro illuminazioni notturne a disegnare le creste delle colline. Qui in città, invece, potevo vedere i profili dei palazzi e solo immaginare alle loro spalle la linea delle Alpi che in certe mattine ti riavvicinava al mondo e alla sua bellezza.

Da dove avevo parcheggiato la macchina potevo vedere il nostro palazzone, con i suoi incombenti otto piani e i molti balconi e finestre a creare geometrie e luci. Con una certa sorpresa, mi trovai a riconoscere nella facciata dell’edificio una sorta di scacchiera: considerando entrambe le scale in cui era diviso il palazzo, potevo infatti contare otto piani con otto appartamenti per piano. Non lo avevo mai notato! Ecco il mio balcone, scarsamente illuminato, al quinto piano… casa “d5”! Il teutonico Fuchs aveva fatto della casa “f8” uno splendore, con un albero di Natale riccamente decorato, mentre in “g4” il caro ragioniere (o la sua graziosa figlia) aveva creato uno spettacolo di colori e intermittenze. Mi incantai a cercare le case dei miei amici-avversari: in “e6” qualche ghirlanda illuminata installata dal prof. Edwards, in “b7” si intuivano i festoni pendenti degli indiani Bhat mentre in “c2” le luminarie di casa Chen facevano bella mostra di sé. Feci un po’ di fatica a vedere le realizzazioni in materiali naturali della famiglia Hordiyenko in “h1”, mentre fui sorpreso di vedere qualcosa appeso al balcone di Mohamed in “a3”: cosa era quello? Forse…

Natale in condominio 1Natale in condominio 5

I miei ospiti per la serata finale del Torneo di Natale arrivarono con un certo, comprensibile anticipo. Tutti volevano congratularsi con me per la brillante intuizione e la soluzione del mistero dei furti natalizi. Anche il sig. Ancona, vero obiettivo dei ladri, salì dal suo appartamento in “a4” e “b4” (scusate, al quarto piano d’angolo) per ringraziarmi ancora e per farmi dono di una preziosa statuetta che raffigurava, secondo lui, l’angelo dell’intelligenza le cui ali mi avevano sfiorato la sera prima. A me sembrava più la miniatura di un Weeping Angel, ma, non essendo sicuro di quanti fossero esperti di Doctor Who, tenni il commento per me e mi limitai a ringraziare impacciato. Per l’occasione, vennero a casa mia anche altre persone del condominio, che si accalcavano nel mio saloncino, reso ancora meno spazioso del solito dalla presenza dei due tavoli con le scacchiere. La signorina Giraudo era prodiga di sorrisi verso di me e notai un certo gelo provenire dal lato dove si era sistemato il sig. Ancona. Per evitare complicazioni, chiesi al ragioniere di invitare tutti a lasciare la “sede del torneo” e di dare appuntamento per la cerimonia di premiazione dell’indomani sera.

Una volta ristabilite le condizioni adatte all’evento finale del torneo, ci fu un ultimo giro di convenevoli fra di noi e si diede inizio alle partite. Era un’atmosfera piacevole, quasi intima: io e i miei sette cosmopoliti amici, intenti a scambiarci inchiodature e infilate nel salone di casa mia, circondati dal calore di un Natale appena passato e di un Capodanno in arrivo a breve. Già, amici a parole, ma nei fatti… fui abbondantemente strapazzato da quasi tutti e arrivai solo terzo nel Torneo di Natale: niente regali sulla scacchiera, nel mio condominio!

avatar Scritto da: delpraub (Qui gli altri suoi articoli)

Ingegnere Nucleare mai praticante causa referendum, è Candidato Maestro (a tavolino) con carriera interrotta da una felice paternità. Ha fondato e gestisce una azienda di informatica e si occupa di progetti di ricerca applicata in ambito europeo.


24 Commenti a Natale in condominio

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    Enrico Cecchelli 30 Dicembre 2014 at 09:21

    Bellissimo! Complimentissimi! Deliziosa narrazione!

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    Mongo 30 Dicembre 2014 at 12:22

    Ehi dammi l’indirizzo, così di venerdì vengo a trovarvi e possiamo organizzare dei bei tornei da 8 turni!! 😛

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    Zenone 30 Dicembre 2014 at 13:54

    Alla Aldo Giovanni e Giacomo, eh?
    Divertente, anche grazie ad un’altissima concentrazione di scacchisti in un solo condominio 😉
    Buon 2015!

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    Jas Fasola 30 Dicembre 2014 at 14:24

    Condominio da sogno 😯 .
    L’ing. Fuchs forse è un parente di Judith, una bella e simpatica tedeschina che alcune volte è venuta a giocare a Varsavia. In questi giorni gioca a Zurigo.

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      alfredo 30 Dicembre 2014 at 22:28

      Sempre dietro alle donne il nostro Jas :mrgreen:

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        alfredo 30 Dicembre 2014 at 22:32

        Beh vista in foto proprio niente male
        è nata nel 90
        non corri rischi Jas ! 😆

        • avatar
          Jas Fasola 6 Gennaio 2015 at 12:42

          Un’occhiatina si butta sempre, vero Alfredo? 😉

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            Alfredo 6 Gennaio 2015 at 12:57

            assolutamente si :mrgreen:

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    Filologo 30 Dicembre 2014 at 15:22

    Ma che carino! Bellissima strenna per le feste. Grazie

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    Marramaquìs 30 Dicembre 2014 at 15:41

    Ragazzi, ho svolto un’indagine e credo di aver capito che il fantastico condominio “da sogno” di delpraub sia a Torino, esattamente nel quartiere Sassi, sotto la Basilica di Superga. Ma è complicato scoprire l’indirizzo esatto.
    Direi di vederci tutti da quelle parti, dopo l’Epifania, e battere il territorio a tappeto fino a scoprirlo. Da parte mia ho già messo in vendita il nostro appartamentino romano: vorrei essere là anch’io, mannaggia!

  7. avatar
    The dark side of the moon 30 Dicembre 2014 at 16:49

    Mi è venuta una idea!
    Perché non lo facciamo pure noi?
    Ci sono dei server di scacchi che possiamo utilizzare….
    Non abiteremo nello stesso condominio ma comunque frequentiamo tutti questo meraviglioso blog: questo è il nostro minimo comune denominatore che può permetterci di organizzare qualche partitina 😉
    Bisogna deciderci sulla modalità del gioco, dove giocare etc…
    Non mi sembra una cosa difficile se c’è la volontà di qualcuno.
    Allora, che ne dite?
    L’ottimo articolo di delpraub potrebbe essere lo spunto per conoscerci meglio (anche a distanza) e passare qualche piacevole ora con la passione degli scacchi.
    N.B. Si potrebbe giocare anche per corrispondenza, poi eventualmente ho alcuni indirizzi dove ci si può registrare gratuitamente e giocare 😉

    • avatar
      Zenone 30 Dicembre 2014 at 20:19

      Idea ottima…anche quella di partite per corrispondenza, ma con le mail… che dite?
      Potremmo davvero organizzarci… cosa ne dite? Io sono favorevole alla creazione del nostro condominio!

  8. avatar
    alfredo 30 Dicembre 2014 at 21:08

    Suggerisco http://www.chess.com
    So che almeno un amico c’è già !

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      Enrico Cecchelli 30 Dicembre 2014 at 23:50

      Anche io ogni tanto ci vado chissà che non ci si sia già incontrati

  9. avatar
    paolo bagnoli 30 Dicembre 2014 at 22:01

    Io gioco abitualmente su spark chess, ma se mi dite dove venire ad anitare, ci sto! Ottimo il racconto!
    Buon 2015 a tutti gli amici! Che blog, ragazzi!

  10. avatar
    The dark side of the moon 31 Dicembre 2014 at 15:32

    @alfredo:
    Gioco anche su gameknot.com ma li mi trovi col nick “purplerain”…. 😀 ,su chess.com invece ho lo stesso nick che uso qui 😆
    @Zenone:
    corrispondenza via mail è un po’ incasinata per i tempi di riflessione, molto meglio e più comodi i vari server che ho elencato sopra.
    Comunque io ci sono, diamoci una contata, stabiliamo le regole e proviamo!
    La cosa mi sembra comunque interessante, non abbiamo fretta, quindi ci possiamo organizzare per il meglio.
    Più ne siamo, meglio è.
    Proposte su dove e come giocare?

  11. avatar
    Zenone 3 Gennaio 2015 at 13:52

    Mi sono iscritto a chess.com: Zenone65.
    Proviamo?

    • avatar
      Enrico Cecchelli 3 Gennaio 2015 at 17:10

      Ciao Zenone il mio nick name è Fantalfiere e penso che stasera o domani farò una puntatina se gli impegni famigliari lo consentiranno

  12. avatar
    alfredo 3 Gennaio 2015 at 21:57

    ci sono anch’io
    ma cambiero’ Nick name
    anno nuovo
    nick name nuovo !!!!

  13. avatar
    ZioMauri 5 Gennaio 2015 at 09:50

    Se accettate uno che solo da marzo si e’ appassionato a questo splendido gioco, che ha voglia di imparare e fare esperienza io saro’ dei vostri.

    • avatar
      Joe Dawson 5 Gennaio 2015 at 10:14

      Ma che scherzi ZioMauri?!? …se hanno accettato me significa che davvero qui c’è posto per tutti! 😉

  14. avatar
    Luciano Nucci 8 Gennaio 2015 at 10:43

    Buongiorno e buon Anno a tutti! Vorrei far parte anch’io di questo splendido condominio. Mi sembra di essermi registrato su chess.com qualche tempo fa (anni, in realtà) ma non l’ho mai utilizzato per giocare. Devo quindi prima di tutto cercare di recuperare le mie credenziali (da qualche parte devo averle scritte….), poi vi farò sapere il nick name. Sempre che si decida di giocare su tale sito.
    Di nuono buon Anno, in particolare agli amici della Versilia, che ricordo sempre con grande piacere.

  15. avatar
    Zenone 8 Gennaio 2015 at 19:15

    Caro Nucci, anche io ricordo la tua partecipazione ai tornei sociali del Circolo Scacchistico della Versilia. Un saluti ed un augurio di un sereno 2015

  16. avatar
    Tamerlano 8 Gennaio 2015 at 21:22

    Bel pezzo, delpraub ❗ Per un condominio che gioca a scacchi sarei capace di svendere la casa al primo che passa e trasferirmi subito; per ora mi tengo stretto questo blog dove c’è una gran bella atmosfera. 😉

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