Una recensione alquanto sintetica

Scritto da:  | 1 Febbraio 2015 | 18 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri

Gufeld 1

Eduard Gufeld era nato il 19 marzo 1936, ma per tutta la vita lasciò che circolasse la voce che fosse nato il primo di aprile. E questo dice già molto della sua personalità.

Storielle, scherzi, battute, aforismi, arguzie, facezie, detti memorabili. Quanti ne raccontò, e quanti se ne raccontano su di lui!

La rivista Československý šach aveva perfino una rubrica intitolata “Dagli aforismi di Eduard Gufeld”.

Ma Gufeld non era soltanto uno scacchista burlone. Era un Grande Maestro di alta classe che aveva al proprio attivo partite vinte contro giocatori del calibro di Smyslov, Tal e Spassky , per citare soltanto i campioni del mondo. Con Tal diceva di aver vinto due volte: la prima e l’ultima!

Il suo amico giornalista Vadim Teplizky osserva che in tutta la collana di volumi “I più grandi giocatori di scacchi del mondo” non si trova una sola partita vinta alla grande contro Gufeld.

Gufeld 2

Gufeld preferiva il Nero (in un campionato a squadre della Georgia, suo paese di adozione, giocò nove partite di fila col Nero) e in ogni partita giocata col Nero metteva l’Alfiere in g7.

Da giovane lo chiamavano “onorevole Estindiano”, poi, un po’ per scherzo e un po’ sul serio, cominciarono semplicemente a chiamare l’Alfiere g7 “Alfiere di Gufeld”

“Senza l’Alfiere in g7 non c’è vita” diceva.

Campionato ucraino 1955. Nella partita Gufeld – Kotz furono giocate la mosse 1 d4 Cf6, 2 c4 e6, 3 Cc3 Ab4, 4 e3 O-O, 5 Ad3 d5 6 a3.

Yuri Kotz

Yuri Kotz

Qui Kotz scrisse sul formulario con bella grafia 6 .. Ad6 e con sicurezza spostò in d6 …la Torre f8!

Poi, resosi immediatamente conto della differenza fra la Torre e l’Alfiere, ritirò il pezzo.

– Devi muovere la Torre! – lo ammonì Gufeld.

Ma l’altro avanzò un argomento incontrovertibile:

– E chi l’ha visto?

Arrivò l’arbitro e pretese che Gufeld continuasse il gioco “senza tante storie”.

La partita proseguì e il Nero vinse.

Ma le disgrazie non giungono mai sole.

Nel turno seguente l’avversario di Gufeld era il noto maestro Nikolaj Kopajev.

A un dato momento, Kopajev prese in mano la Donna e poi mosse un altro pezzo.

– Lei sta scherzando! – protestò Gufeld.

– Ragazzino! – esclamò Kopajev – ieri ne hai infastidito uno e oggi un altro!

Venne l’arbitro, lo stesso del giorno precedente, e questa volta consigliò a Gufeld di rivolgersi ad uno psichiatra.

Kopajev - Geller

Gufeld faceva parte della delegazione sovietica durante il match Karpov – Kortchnoj di Merano.

Era presente all’evento un gran numero di giornalisti, la maggior parte dei quali non aveva nessuna idea del gioco degli scacchi. Essi erano sempre alla ricerca di notizie sensazionali e per averne si rivolgevano continuamente agli esperti di turno.

Una sera Gufeld, assediato da un drappello di questi rappresentanti della carta stampata, dettò la seguente dichiarazione:

– Scrivete che, secondo il parere autorevole del Grande Maestro Eduard Gufeld, nella posizione della partita sospesa il Bianco ha un pedone in più!

E loro lo scrissero.

Squadra giovanile della Georgia

Gufeld fece la conoscenza di Fischer durante l’interzonale di Sousse nel 1967.

– Ah, Gufeld! La conosco! Ho visto la sua partita con Smyslov…

Si incontrarono poi altre volte e divennero amici.

Naturalmente, anche su di lui Gufeld ha raccontato e messo per iscritto vari aneddoti.

Il giorno prima dell’inizio del torneo, gli scacchisti sovietici giocavano a domino in una hall dell’albergo.

Arrivò Bobby e si fermò ad osservare il gioco che, come si seppe più tardi, vedeva per la prima volta.

Poco dopo propose di unirsi alla compagnia e, fra stupore generale, dimostrò immediatamente una classe straordinaria in questo gioco niente affatto semplice.

I Sovietici furono molto colpiti da questo episodio e regalarono a Fischer una scatola del domino che lui si portò a casa come souvenir.

Gufeld 3

Durante un turno di riposo dell’interzonale, il gruppo degli scacchisti si rilassava sulla spiaggia del Mediterraneo ed a Gufeld venne in mente di giocare un tiro a Bobby Fischer.

Si mise d’accordo con gli altri che avrebbe mostrato a Fischer una posizione piuttosto difficile e che loro dovevano dirgli che era facilissima e che tutti loro l’avevano risolta in un attimo e senza fatica.

Arrivato Bobby, Gufeld tirò fuori la scacchiera tascabile e gli presentò la posizione del diagramma.

Aneddoti1

La soluzione non è per nulla evidente:

1 Df5+ g6 2 Df6!! e contro la minaccia 3 Dg7+ T:g7 4 Cf6 matto, non c’è difesa.

– Vuoi un suggerimento? – dicevano i GM.

– No! No! La trovo da solo!

“Immaginatevi la situazione – racconta Gufeld – il genio degli scacchi non riesce a trovare la soluzione vista da tutti gli altri lì intorno! Il terrore era dipinto sul suo viso. Il terrore di veder dissolversi la sua reputazione di genio scacchistico!”

“Ma dopo un minuto la soluzione fu trovata, il terrore scomparve e il viso di Bobby si illuminò di un sorriso che doveva essere simile a quello di Archimede quando esclamò Eureka! Nessun attore al mondo sarebbe in grado di interpretare il passaggio dall’orrore alla felicità che si produsse quel giorno sul volto di Bobby Fischer!”

Gufeld 4

Durante il torneo interzonale di Palma di Maiorca, Gufeld regalò a Fischer il libro teorico sulla variante del Dragone da lui scritto in collaborazione con Efim Lazarev, e Bobby contraccambiò con le sue 60 partite memorabili.

Sulla terza pagina del proprio volume, Gufeld scrisse una dedica e propose a Fischer di fare lo stesso.

– Domani! – rispose l’Americano.

La mattina seguente Bobby gli chiese un’altra copia del suo “Dragone”. Dopo un momento gli ridiede il libro e sorridendo disse:

– Questa dedica ti sarà molto utile.

Gufeld aprì il libro e sopra il titolo lesse questa breve recensione:

“To Gufeld. Very interesting book. Bobby Fischer. 10 dec. 1970.”

La monografia di Gufeld sul Dragone autografata da Fischer

avatar Scritto da: Renato Andreoli (Qui gli altri suoi articoli)


18 Commenti a Una recensione alquanto sintetica

  1. avatar
    Mongo 1 Febbraio 2015 at 11:42

    Bel pezzo!
    Esiliranti gli aneddoti riportati. 😆

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    Enrico Cecchelli 1 Febbraio 2015 at 12:23

    Bravo Renato! Ti ho gia detto della mia passione per Edik e potrei ascoltare e leggere di lui per ore senza stancarmi. Congratulazioni e aspetto l’altro tuo contributo.

  3. avatar
    alfredo 1 Febbraio 2015 at 12:49

    Un bellissimo pezzo ma quando c’è di mezzo Renato si va sul sicuro
    In qualsiasi campo!
    Anch’io ho un piccolo aneddoto su Gufeld
    Per me era entrato in una sorta di cono di luce dopo aver visto il suo capolavoro sulla rubrica di Monticelli sul Corriere . La posizione riportata iniziava prima di… Ae6 !! e il titolo che diede Monticelli mi sembra fu ” UNO SGOMBERO DECISIVO”
    Andai a Merano nel 1981 e li’ riconobbi Najdorf , altri giocatori e uno molto piazzato . chiesi conferma e mi dissero che si trattava di Gufeld .
    Con una certa faccia tosta lo approcciai ( cosa non diffiie) e dissi : ” Bishop e6 ”
    Capi’ subito e mi fece un autografo su una cartolina dell’avvenimento
    Purtroppo usai poi questa cartolina come segna libro per cui chissà dove sarà finita ( ho perso diversi tesori in questo modo .Magari sonnecchiano tra le pagine di chissa quale libro ma chi ha visto casa mia puo’ avere una idea che cercarle sarebbe cercare il classico ago nel pagliaio )
    La sua Monna Lisa è un capolavoro assoluto ( Bagirov non si tira indietro anche adesso nel rendersi complice di capolavori . mi riferisco ala relativamente recente Cebalo – Bagirov ) . Una delle piu’ belle partite del secolo .
    Gran bel tipo questo Gufeld ( ma fu lui a dire a Karpov che era troppo magro per diventare un GM ? Comunque vedendo le ultime foto di Karpov penso che abbia radoppiato il peso di quando divenne campione del mondo ! )

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    Renato Andreoli 1 Febbraio 2015 at 13:27

    E pensare che la Bagirov – Gufeld (Kirovabad 1973) sull’Informatore n°15 non è altro che un trafilettino di un terzo di colonna quasi privo di commenti!
    Ma c’è almeno un’altra creazione di Gufeld che merita di entrare nel fondo aureo dei capolavori di ogni tempo, la sua vittoria con Smyslov ricordata anche da Fischer al suo primo incontro con Edik.
    http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1126175

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      alfredo 2 Febbraio 2015 at 13:48

      Anch’io ricordo che sull’informatore fu quasi ignorata mentre pensavo che entrass almeno in lizza per la partita migliore .
      Ho sempre avuto un sospetto su questa partita
      http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1092822
      Ripeto è solo un sospetto ma ai tempi la studiai a fondo e qualcosa non mi convinceva
      Non che il reverendo ( ai tempi) GM Lombardy non sapese giocare cosi’ ma per alcune circostanze .

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        Jas Fasola 2 Febbraio 2015 at 14:21

        E’ una partita come tante altre, guarda invece quella di ieri di Duda in Bundesliga con un connazionale (Mista): come vincere un finale con una torre in meno e poi entrare in un finale R+A+pedone di torre (con promozione sulla casa bagliata) vs R+2PP e vincerlo (possibilmente vedendolo xy mosse prima) 🙂

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          alfredo 2 Febbraio 2015 at 18:01

          Ciao Jas
          la Bagirov Gufeld ( la ” Monna Lisa ) è una partita come tante altre o la Lombardy – Quinteros di Manila 73 ?
          Adesso cerco la partita Duda – Mista ( ma dove ? )
          ma quel Mista non sarà lo stesso che partecipo’ a dei tornei di Reggio Emilia di 40 e forse passa anni fa ? dovrebbe essere oramai sulla settantina o c’è un Mista jr ?
          ( c’era un gemellaggio tra Reggio e una città mi sembra pero’ ceca o rumena per cui Mista e un altro venivno a Reggio e Paoli e un altro , spesso Pederzoli, andavano dall’altra parte ).
          Da come descrivi la partita Duda – Mista sembra uscita da un romanzo di Philip Dick :mrgreen:

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    fabrizio 1 Febbraio 2015 at 14:36

    Simpatico ritratto di un personaggio, forse non tra i grandissimi, ma certamente “di peso”! L’articolo, assai divertente, ci ricorda che gli scacchi(e gli scacchisti)non sono soltanto sport, scienza, arte, ma restano anche, e soprattutto, “gioco”!

  6. avatar
    The dark side of the moon 1 Febbraio 2015 at 14:56

    Siete incredibili: ma quante ne sapete?
    Leggendo i pezzi di Bagnoli, Cecchelli, Andreoli, Trabattoni, Castiglioni etc…, si rimane a bocca aperta :o
    Li ho letti tutti e anche se a volte non commento ogni tanto è giusto e doveroso ripetermi: complimenti a tutti per questi bei pezzi di cultura scacchistica!

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    Ivano E. Pollini 1 Febbraio 2015 at 16:00

    Proprio un bel pezzo piacevole e divertente, dal titolo accattivante ❗

    Complimenti a Renato Andreoli 😛

  8. avatar
    paolo bagnoli 1 Febbraio 2015 at 17:45

    Ottimo! Grazie del bel ricordo che mi ha stimolato: sono andato in cantina e, prima o poi, recupererò anch’io l’autografo di Fischer del 1970 (mi scrisse l’indirizzo della Federazione USA al quale inviare la corrispondenza).

    • avatar
      alfredo 2 Febbraio 2015 at 13:33

      Paolo non so cosa darei …..e pr l’aver incontrato Fischer e per un autografo di Bobby .

      • avatar
        paolo bagnoli 2 Febbraio 2015 at 18:24

        Caro Alfredo, appena lo ritrovo te ne mando (o porto) una fotocopia. Ti abbraccio
        Paolo

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          alfredo 3 Febbraio 2015 at 11:03

          Grazie Paolo .
          Buona giornata .
          E’ da tempo che sto cercando un autografo di Bobby .
          Mi è stato promesso da una persona a lui molto vicina che aveva apprezzato il mio scritto poi uscendo da fb ho perso il contatto .
          un abbraccio
          Alfredo

  9. avatar
    Graziano Masi 1 Febbraio 2015 at 19:04

    Questo bello scritto mi ha risollevato il morale in una domenica così-così. Grazie.

  10. avatar
    Jas Fasola 2 Febbraio 2015 at 15:08

    Tutto molto bello 🙂

    Partita Lakdawala-Gufeld, 1999. commento del Bianco “Era praticamente impossibile per Gufeld fare un torneo senza qualche tipo di controversia. Nello zeitnot fece una mossa e schiaccio’ l’orologio, poi prontamente ritiro’ la mossa e ne fece un’altra! Ma questa conduceva a un matto in tre, che io trovai. Gufeld, dopo essere stato mattato, chiese all’arbitro di non considerare il matto e che venisse giocata la mossa che aveva prima giocato. Voleva la ripetizione della sua ripetizione! Per mia fortuna, l’arbitro lascio’ il matto. Alla fine della partita Gufeld ripete’ il suo pianto di battaglia quando un arbitro non gli dava ragione ‘Questi non sono scacchi!’. Ogni partita con Gufeld era un’avventura”

  11. avatar
    comune 4 Febbraio 2015 at 17:53

    Bravissimo per aver scelto di parlare di un giocatore non conosciuto a dovere.Le sue estindiane sono ancora oggi uniche per i sacrifici di donna del nero. In una delle belle foto del pezzo è ritratto anche Geller che era un altro che di Ag7 ed estindiana si intendeva.
    Che magone a ripensare a questi giganti del passato.Oggi sicuramente ci sono giocatori fortissimi,ma ad eccezione di Carlsen e di altri pochi le partite che giocano, fanno cagare,per non dire altro.

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