Scacchi in piazza a Leningrado

Scritto da:  | 3 Luglio 2015 | 10 Commenti | Categoria: C'era una volta, Cultura e dintorni, Curiosità, Luoghi degli Scacchi

Sulla scacchiera, intanto, regnava lo scompiglio. Del tutto sconcertato, il re dal bianco manto scalpicciava nella sua casa, alzando le braccia per la disperazione. Tre bianchi pedoni-lanzichenecchi, con le alabarde, guardavano sgomenti un ufficiale che brandiva la sciabola e indicava un punto davanti a loro dove in due case contigue, una bianca e una nera, si vedevano I cavalieri neri di Woland, su due cavalli focosi che scavavano le case con gli zoccoli.
Margherita fu estremamente interessata e colpita dal fatto che i pezzi del gioco fossero vivi.

Michail Bulgakov, “Il Maestro e Margherita”, Einaudi 1967, trad. Vera Dridso

Il 1924 è l’anno nel quale fu fondata la Fédération Internationale des Echecs, meglio conosciuta con l’acronimo FIDE. Il 20 di Luglio, a Parigi, durante lo svolgimento dei giochi dell’Ottava Olimpiade e in parallelo all’ultima giornata delle prime Olimpiadi non ufficiali degli scacchi, i rappresentanti di 15 Nazioni (Argentina, Belgio, Canada, Cecoslovacchia, Finlandia, Francia, Inghilterra, Italia -rappresentata dal Maestro Terenziano Marusi-, Olanda, Polonia, Romania, Spagna, Svizzera, Ungheria e Yugoslavia) firmarono i documenti per la fondazione della FIDE, alla cui presidenza fu eletto l’olandese Alexander Rueb.

Guardando oggi la lista dei fondatori, spicca l’assenza di molte nazioni, una su tutte l’Unione Sovietica, indiscussa potenza scacchistica già in quegli anni, che entrò a far parte della FIDE solo nel 1947. Nell’URSS fresca di nuova Costituzione, si stava comunque facendo molto per la diffusione degli scacchi. Un evento di particolare rilevanza fu organizzato proprio per lo stesso giorno, il 20 Luglio del 1924: una partita di scacchi viventi a Leningrado (come da pochi mesi era stata ribattezzata la città sostituendo il precedente nome, Pietrogrado; nel 1991 sarebbe poi stato ripristinato l’originale nome di San Pietroburgo) in Piazza Uristskij (oggi tornata ad essere Piazza del Palazzo), davanti all’Ermitage.

Scacchi in piazza a Leningrado 11La Piazza del Palazzo a San Pietroburgo come appare oggi vista dall’Ermitage

Tutto era stato preparato con cura. Sui giornali era stato annunciato che i due più forti giocatori della città, i maestri Pёtr Romanovsky e Ilya Rabinovich avrebbero giocato una partita di scacchi viventi davanti al pubblico. Il costo del biglietto andava da 10 copechi per un posto in piazza a 50 copechi per i posti in tribuna.

Viktor Bulla, figlio del famoso fotografo della Corte Imperiale Karl Bulla (noto per aver fotografato i partecipanti ai tornei di San Pietroburgo del 1909 e del 1914), fotografo degli eventi della rivoluzione tra il 1917 e il 1918 e autore di più scatti di Lenin (oltre a Trotsky, Zinoviev e Stalin in qualità di fotografo dello Smolny) tra il 1920 e il 1921, scattò molte delle foto che ci mostrano come apparivano la piazza, la scacchiera e i giocatori durante la partita.

Scacchi in piazza a Leningrado 09

La copertina del reportage dell’evento

Alla rappresentazione parteciparono i marinai della Flotta Rossa (nei panni dei Bianchi) e i soldati dell’Armata Rossa (nel ruolo dei Neri); il conduttore dei Bianchi era Romanovsky, campione sovietico in carica, mentre Rabinovich giocava con il nero. Assieme a Levenfish e Ilyin-Genevsky, i due erano i migliori giocatori della città, e quindi una scelta naturale per il confronto in questo evento spettacolare.

L’anno successivo i quattro arrivarono primi a pari merito nel Campionato cittadino di Pietrogrado/Leningrado: mentre Romanovsky lo vinse solo quella volta, Rabinovich collezionò ben 4 titoli tra il 1920 e il 1940 (1920, 1925, 1928 e 1940). Per Levenfish si trattò dell’ultimo dei suoi 3 titoli (1922, 1924 e 1925) e per Ilyin-Genevsky il primo dei suoi 3 titoli (1925, 1926 e 1929). Vale la pena citare un altro fortissimo giocatore locale di quegli anni: Mikhail Botvinnik (nato nel 1911 a Kuokkala, oggi Repino, in quello che era il Gran Ducato di Finlandia, parte dell’Impero Russo), che fu campione di Leningrado nel 1931 e nel 1932.

Scacchi in piazza a Leningrado 02Romanovsky, Levenfish e Rabinovitch

Sulla pavimentazione in ciottoli della piazza erano state disegnate le 64 caselle della scacchiera, sulle quali si muovevano soldati e marinai. Gli spettatori, in numero variabile tra cinquemila e ottomila a seconda delle fonti, erano su tutti i lati della scacchiera: su quello vicino all’Ermitage c’erano le tribune, sugli altri gli spettatori erano tenuti a debita distanza da apposite barriere.

Scacchi in piazza a Leningrado 03

La posizione dopo 4. … e5xd4

Come riferisce il giornale “Красная звезда” (Stella Rossa) del 15 luglio 1924, i re erano rappresentati da un portabandiera, un ufficiale (di marina o dell’esercito) con sciabola e un lavoratore con martello (ovviamente nessuna testa coronata nel Paese dei Soviet); le regine erano rappresentate da contadine in abito estivo rosso e bianco (o scuro), falce e covone (la moglie di Rabinovich impersonò la “Ферзь” (regina) dei Bianchi); ufficiali a piedi (niente elefanti!), cavalieri a cavallo e artiglieri con cannone campale completavano il set dei pezzi viventi.

Scacchi in piazza a Leningrado 06Eseguendo le istruzioni di Romanovsky, la signora Rabinovich sta completando la mossa 10. Dd3

Scacchi in piazza a Leningrado 07I Neri a inizio partita

I Maestri stavano su dei piani rialzati (senza riparo dal sole) posti dietro alle proprie linee e le loro mosse venivano trasmesse all’avversario via telefono da campo. Entrambi avevano una loro scacchiera e un regolare orologio da torneo, anche se non è noto quale fosse la cadenza di gioco e come fossero gestiti i tempi morti di trasmissione ed esecuzione delle mosse. Il pubblico era informato delle mosse da annunciatori con megafoni, uno per postazione.

La splendida giornata di sole aiutò di certo il successo dell’iniziativa, anche se, come vedremo, creò qualche problema ai figuranti.

Scacchi in piazza a Leningrado 10La postazione dei Bianchi, con Romanovsky in camicia bianca…

Scacchi in piazza a Leningrado 01e quella dei Neri, con Rabinovich alla scacchiera in abito scuro.

Notare che le mosse erano comunicate dagli ufficiali di trasmissione della parte avversa, mentre le informazioni al pubblico venivano date da un militare della propria parte.

Ma diamo la parola a Romanovsky, che nel numero del 5 Agosto 1924 di Шахматный листок (“Il foglio scacchistico”;) scriveva: “Davanti a me, sulla spianata divisa in 64 caselle bianche e nere c’erano la Flotta Rossa, in attesa silenziosa di miei ordini, e l’Armata Rossa, agli ordini del mio valente avversario. Tutto intorno persone, persone e ancora persone. Il mio assistente, pronto con il telefono da campo, stava attendendo le mie decisioni. Dopo l’esecuzione delle marce militari fu dato il segnale, e a me toccava la prima mossa […]

Il sole picchiava sulle bianchissime divise dei marinai, alzando la temperatura in maniera insopportabile e rendendo l’atmosfera dell’imminente battaglia se possibile ancora più tesa. Dopo poco, qualcuno sembrava già sofferente. Un’infermiera corse verso di lui portando una caraffa d’acqua. ‘Non è possibile far stare tutte queste persone in queste condizioni per troppo tempo‘, pensai, e decisi di giocare rapidamente e in maniera aggressiva […]

Ora la battaglia è finita. Sono soddisfatto del risultato, perché a un certo punto mi ero trovato sull’orlo della sconfitta. A prescindere dall’esito della partita, tutti, io, il mio avversario e il pubblico, tutti siamo stati concordi nel definire questa una splendida giornata per gli scacchi a Leningrado.”

Scacchi in piazza a Leningrado 08Romanovsky riflette su come rispondere a 13. … Af6. Lo stile di Viktor Bulla è evidente in questa foto.

Nel 1935, i fratelli Bulla donarono l’intero archivio di famiglia (più di 130.000 negativi) agli Archivi della Rivoluzione di Ottobre

L’apertura fu una Due Cavalli, nelle quale Romanovsky sacrificò un pedone per l’attacco, senza però ottenere un granché e finendo invece in una posizione inferiore.

Scacchi in piazza a Leningrado 05Le prime 12 mosse della partita, riportate su una lavagna. Sullo sfondo le tribune affollate.

La partita, iniziata a mezzogiorno, andò avanti per 5 ore con due brevi interruzioni e terminò con una patta alla 66a mossa, concordata su proposta del Bianco. A quel punto, alcuni dei figuranti erano talmente esausti da quasi non riuscire a camminare.

Scacchi in piazza a Leningrado 04Non sono riuscito a trovare traccia della partita completa, ma componendo le fonti fotografiche a disposizione, posso desumere che la partita fosse cominciata con:

1. e4 e5 2. Cf3 Cc6 3. Ac4 Cf6 4. d5 exd4 5. 0-0 Cxe4 6. Te1 d5 7. Axd5 Dxd5 8. Cc3 Dd8 9. Cxe4 Ae7 10. Dd3 0-0 11. Ceg5 g6 12. Af4 Ag4 13. Dc4 Af6 con vantaggio al Nero.

Nell’opera monumentale “Шахматы: энциклопедический словарь” (Dizionario enciclopedico degli Scacchi) di Karpov, Averbach e altri, edito a Mosca da “Советская энциклопедия” (Enciclopedia Sovietica) nel 1990, ho poi trovato le ultime mosse:

61. Rg5 Txg4+ 62. Rf6 Tc4 63. Ah6 Rg4 (dopo 63. … Tc6+ 64. Rg5 il Nero non può impedire la manovra Ah6-g7-f6 con cattura del pedone g6 e patta) 64. Rxg6 Tc6+ 65. Rg7 Rf5 66. Ae3 patta.

Lascio adesso a Romanovsky le ultime battute, che molto modestamente vorrei fare anche mie: “Tutti, credo, siamo d’accordo su una cosa: che questa giornata ha confermato come gli scacchi siano un’arte che tutti possono ammirare. Non solamente gli esperti, ma, come per altre espressioni artistiche, chiunque sia in grado di comprendere la creatività del pensiero umano, al di là della forma artistica o dell’aspetto della vita in cui essa si manifesti”.

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Quasi tutte le foto storiche sono prese da http://www.photoarchive.spb.ru/, come rese disponibili dal ЦГАКФФД СПб (Центральный государственный архив кинофотофонодокументов Санкт-Петербурга [LGAKFFD SPb – Archivio Centrale di Stato di San Pietroburgo per la documentazione cinematografia, fotografica e fonografica]

avatar Scritto da: delpraub (Qui gli altri suoi articoli)

Ingegnere Nucleare mai praticante causa referendum, è Candidato Maestro (a tavolino) con carriera interrotta da una felice paternità. Ha fondato e gestisce una azienda di informatica e si occupa di progetti di ricerca applicata in ambito europeo.


10 Commenti a Scacchi in piazza a Leningrado

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    Enrico Cecchelli 3 Luglio 2015 at 09:16

    Magnifico articolo! Sono felice di poter essere il primo a complimentarmi. Davvero notevole ed interessantissimo. L’evento rientra in quella immane opera propagandistica che l’Unione Sovietica mise in moto per forgiare una generazione di scacchisti che potesse primeggiare anche a livello sportivo sulle “nazioni borghesi e capitaliste” come il prossimo torneo di Mosca 1925 e le traduzioni dei libri dei tornei internazionali più famosi e tutto il ben noto apparato culturale degli anni a venire che proprio allora stava muovendo i primi passi. Grazie per questo articolo veramente imperdibile!

  2. avatar
    alfredo 3 Luglio 2015 at 21:48

    davero magnifico
    quale altro sito puo’ offrire simili prelibatezze oltre a soloscacchi ?

  3. avatar
    The dark side of the moon 3 Luglio 2015 at 23:11

    Uno degli articoli più incredibili che abbia mai letto su questo blog 😯
    Complimenti!

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    Enrico Cecchelli 4 Luglio 2015 at 12:31

    Scusate se una volta tanto mi permetto una nota polemica e prendo posizione ma trovo che un articolo così straordinario meriti un’accoglienza meno “tiepida” ( per usare un eufemismo ) di quella tributata all’ottimo Delpraub col suo pezzo! L’unica moneta con la quale possiamo ricompensarlo per le sue fatiche ( e magari rafforzare i suoi intendimenti per elargirci ulteriore futere gemme )è quella di mostrare il nostro gradimento, che per un articolo di tal fatta prescinde dai gusti personali magari più orientati ( come ho letto recentemente ) verso articoli di maggior attualità.

    • avatar
      Martin 4 Luglio 2015 at 18:21

      Ti ringrazio, Enrico, per questa tua considerazione che apprezzo tantissimo… il nostro sito si basa sui contributi intellettuali di amici come voi che dedicano (senza compenso alcuno!) il loro tempo, le loro energie e la loro passione ai lavori di cui tutti possiamo deliziarci leggendoli, in pochi minuti, su queste pagine. Lavori che tuttavia richiedono ricerche, approfondimenti, sudore… e qualcuno ci mette poi altrettanto tempo per impaginarli e renderli fruibili sul web. Insomma, come ha sottolineato giustamente Enrico, la soddisfazione finale “si misura” per l’autore soprattutto coi commenti al proprio lavoro, commenti che costituiscono il succo e l’essenza del dialogo coi lettori. Non ci costa nulla, se non altro, esprimere un semplice e sincero ringraziamento con un commento…

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      Luca Monti 4 Luglio 2015 at 20:44

      Innanzitutto bravo delpraub, ma non è la prima volta che mi sorprende con lavori stupefacenti. Poi condivido lo “sfogo” del Cecchelli Enrico. Io mi sono fatto l’idea che la pochezza dei commenti (di solito sugli articoli di carattere storiografico) è dovuta al fatto che a tanti non interessano e dopo la terza riga abbandonano la lettura, indipendentemente dal valore intrinseco dell’argomento e della qualità della ricerca (qui ottima). Ma delpraub non è il tipo da scoraggiarsi per così poco e spero presto di rileggerlo con altri scritti.

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    The dark side of the moon 4 Luglio 2015 at 13:12

    Istintivamente sono stato sempre attratto da quel periodo storico e della cultura sovietica in generale.
    Lenin (grande appassionato del gioco) ritenne che scacchi e comunismo potessero viaggiare sullo stesso binario di propaganda.
    Secondo alcuni studiosi tale situazione è spiegata dal fatto che gli scacchi simboleggiano l’etica marxista e la gerarchia dei pezzi può rappresentare la gerarchia del partito dove tutti sono utili e dove il più debole (pedone) può diventare il più forte.
    Ricordo che dopo il trionfo della Rivoluzione d’Ottobre del 1917, scoppiò in Unione Sovietica nel 1918 una guerra civile combattuta tra i “Rossi” (comunisti e rivoluzionari) e i “Bianchi” (monarchici, reazionari, democratici e conservatori appoggiati da una coalizione di paesi stranieri, tra cui Inghilterra, USA e Francia) che si opponevano al regime bolscevico.
    Tale guerra (secondo la storiografia ufficiale) durò fino al 1921 ma di fatto in realtà si protrasse fino al 1923.
    Nel 1924 quindi la situazione del paese stava ritornando nella norma e anche se c’erano ancora parecchie difficoltà oggettive la propaganda degli scacchi non conosceva ostacoli come testimonia questo bellissimo racconto.

  6. avatar
    Renato Andreoli 4 Luglio 2015 at 18:48

    Lo storico evento è stato ricordato con una nuova partita vivente giocata nella stessa piazza novanta anni dopo, il 20 luglio 2014, una domenica, come nel 1924.
    Ho trovato un breve servizio della televisione di San Pietroburgo;

    http://topspb.tv/news/news48825/

    Questa volta i Bianchi erano condotti dal gm Nikita Vitiugov ed i Neri dal gm Valeriy Popov.
    Per evitare il rischio che la partita si prolungasse come nel’24, si era deciso di riprodurre la più breve Lasker – Alekhin (San Pietroburgo 1914).
    Però, ad un certo punto, Popov decise di sua iniziativa di correggere il gioco impreciso di Alekhine, mettendo in difficoltà sia l’avversario, sia la commentatrice ufficiale Irina Sudakova. Il pubblico tuttavia gradì molto il cambio di programma e la partita terminò comunque patta come quella di cento anni prima.

  7. avatar
    Mongo 4 Luglio 2015 at 19:56

    Notevole!!

  8. avatar
    paolo bagnoli 4 Luglio 2015 at 22:59

    Incantevole!! “Chi non conosce la Storia degli Scacchi, non conosce veramente gli Scacchi” (Anonimo)

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