Non sono un appassionato di problemistica: diretti, self, aiuto, reflex e compagnia bella non esercitano su di me alcun fascino. La branca della problemistica che al contrario mi affascina è quella relativa agli studi, soprattutto se tali studi evocano un possibile finale realizzatosi in partita.
Vorrei parlarvi di quello che venne definito “il poeta degli scacchi”, Mark Savel’evič Liburkin, nato a Vitebsk il 31 agosto 1910, quando la città bielorussa faceva parte dell’immenso impero zarista. Adolescente, apprese gli scacchi facendo rapidi progressi, ma il suo interesse per la composizione di studi si accrebbe attorno all’età di quindici anni, dopo la lettura di un testo del grande Leonid Kubbel. Nel frattempo, compiuto con successo lo studio nel settore amministrativo, venne convocato a Mosca per assumere l’incarico di responsabile della contabilità di una grande azienda statale.
Nella capitale sovietica Liburkin ebbe la sua definitiva maturazione come compositore di studi, sempre tesi alla assoluta originalità di idee e di svolgimento. Frequentava con una certa assiduità il Circolo Centrale , partecipando a tornei locali, e la sua forza di gioco, stando a testimonianze di diversi soci (tra i quali Averbakh), era sicuramente quella di un Maestro.
Per comprendere la sua “poetica scacchistica” vi sottopongo il seguente diagramma:
il Bianco muove e vince
All’apparenza, dopo 1. Ta2 Ag1 2. Tg2 il compito del Bianco è facile, in quanto guadagna un pezzo, ma il Nero ha in serbo una difesa estremamente sottile: 2. … Rf3 3. T:g1 Rf2 4. Te1 (unica) e4 5. Ce6 e3 6. Cc5!
Non va 6. Cf4 per 6. … e2+ 7. C:e2 Cf1 ed ora 8. Cc1 Ce3+ 9. Rd2 Cf1+ patta, oppure 8. Cc3 Ce3+ 9. Rd2 Cf1+ patta, o ancora 8. Cd4 Ce3+ 9. Rd2 Cf1+ patta, o infine 8. Cf4 Ce3+ 9. Rd2 Cf1+ patta.
6. … e2+ 7. Rd2 Cf1+ 8. Rc1 R:e1 9. Cd3 matto!
Liburkin compose oltre un centinaio di studi, 18 dei quali vinsero il primo premio in concorsi internazionali. Nel 1955 Kasantzev, nella raccolta Gli studi scacchistici sovietici, pubblicò quaranta composizioni di Mark Liburkin, un omaggio al “poeta” che era scomparso a Mosca il 5 marzo 1953, stroncato da una malattia incurabile a soli 43 anni di età.
Estremamente piacevole ed ingegnoso lo studio che segue:
il Bianco muove e vince
La partenza è abbastanza “naturale”: 1. Ad2+ b4 2. A:b4+ Rb5 3. Cd6+ Rb6 ed ora?
4. Aa5+!! R:a5 (4. … D:a5 5. Cc4+) 5. Cc4+ Rb5 6. Rf4! La Regina del Nero è immobilizzata, quindi 6. … c5 7. d5! Ancora immobilizzata. 7. … f5 8. Rg5! Ci risiamo… 8. … f4 9. f3 e vince, visto che la Regina deve muovere venendo inevitabilmente catturata.
Lascio a voi la soluzione di questo divertente studio che, suppongo, lo stesso Liburkin abbia concepito come divertissement.
il Bianco muove e vince
Scritto da: (Qui gli altri suoi articoli)
Un ringraziamento speciale a Paolo per l’impegno, l’affetto e la dedizione incondizionata dimostrata verso il nostro sito con articoli di assoluta qualità come questo…
Desidero scusarmi con gli amici i cui articoli sono ancora in attesa di pubblicazione perché al momento sono purtroppo preso da impegni di altra natura e vi prego di portar pazienza ancora un minimo, mi scuso ancora…
ops:
Mi unisco ai complimenti di Martin.
Pur riconoscendo l’alta caratura di questo come degli
altri articoli di Paolo devo ammettere che
purtroppo non sono mai riuscito ad appassionarmi
alla problemistica/studistica….
La seconda posizione (quella con la Donna che non riesce a sottrarsi alla cattura) l’avevo già vista su questo blog in un articolo che commemorava il compianto Vujovic.
Veniva presentato come “Un quiz di Vujovic”. In pratica era una posizione nella quale lui teneva qualunque colore e vinceva.
In quell’articolo venivano fatte ipotesi sull’origine della posizione che evidentemente ormai è chiarita.
E’ stata comunque una piacevole occasione per andare a rileggere alcune cose sul grande Vujovic e ripensare ai vecchi tempi!
Doveva tirare un’aria malsana a Mosca il 5 marzo 1953!
Oltre a Liburkin, nella stessa città e nella stessa data scomparve anche Sergej Prokofjev, pure lui compositore, anche se non di studi scacchistici.
La notizia delle due contemporanee dipartite fece però fatica a circolare nei primi giorni; un terzo lutto, verificatosi nella stessa città e nello stesso giorno, monopolizzava infatti l’interesse dell’Opinione Pubblica sovietica e mondiale: la morte di Stalin!
Una coincidenza da far impallidire quella molto nota della contemporanea scomparsa di Shakespeare e di Cervantes che morirono entrambi il 23 aprile 1616.
Coincidenze, fatalità, il Caso (la maiuscola non è un refuso), la PREDESTINAZIONE, …zzo! Su quella relativa al Bardo ed a Cervantes, confesso che la complessità del primo la vince sul secondo, almeno per me: sentimenti contro allucinazioni altrettanto sublimi, ma SENTIMENTI.
P.S. Liburkin, sconosciuto alla massa dei praticanti il gioco, andrebbe rivalutato soprattutto come indagatore del ristretto mondo della scacchiera. I suoi finali rimangono unici, spettacolari e, in un certo senso, “misteriosi”.