il Manuale e il Barone

Scritto da:  | 11 Luglio 2015 | 7 Commenti | Categoria: C'era una volta, Curiosità, Personaggi, Stranieri
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Negli anni Trenta del XIX secolo, esattamente nel 1827, venne fondata la Berliner Schachgesellschaft, uno dei Circoli scacchistici più longevi del mondo.
La capitale prussiana sfiorava, in quegli anni, il mezzo milione di abitanti e la Prussia si stava imponendo come Potenza continentale, guardata con sempre maggiore sospetto dalla vicina Austria.
von der Lasa 1Il 17 ottobre 1818, a Berlino, nacque Tassilo von Heydebrand und der Lasa, da una famiglia che aveva possedimenti terrieri di notevole entità sia nei dintorni della capitale che nella appena riannessa, dopo la tempesta napoleonica, provincia di Posen (oggi Poznan, Polonia). Dopo aver studiato alle facoltà di Giurisprudenza di Bonn e Berlino ed aver conseguito la relativa laurea, Tassilo entrò a far parte, nel 1845, del servizio diplomatico prussiano.
Nel corso dei suoi lunghi soggiorni nella capitale il giovane frequentava il Circolo scacchistico, che vantava numerosi soci tra i quali facevano spicco i nomi di alcuni che, in seguito, avrebbero meritato il titolo “collettivo” di Pleiadi, l’ammasso stellare della costellazione del Toro noto anche come Sette Sorelle. In effetti, i componenti del gruppo erano sette: il giovane Tassilo, Ludwig Bledow, un insegnante di matematica da considerare come fondatore del gruppo, il notaio Karl Mayet e suo cugino Wilhelm Hanstein, il pittore Bernhard Horwitz che nel ’45 si trasferirà a Londra, l’altro pittore Karl Schorn ed il giovane ufficiale Paul Rudolph von Bilguer.
Questo gruppo, grazie anche alle continue partite ed analisi effettuate al Circolo berlinese, andava elaborando schemi di attacco e di difesa fino a quel momento noti soltanto superficialmente e sia Bledow che Von der Lasa concepirono la creazione di un testo che potesse racchiudere, con sistematicità tutta prussiana, tutto lo scibile conosciuto in fatto di aperture.
von der Lasa 2Presi da impegni professionali o dagli studi, i due incaricarono l’ultimo arrivato, Bilguer, di stendere una prima bozza di un manuale che potesse ottenere tale risultato e Bilguer, nel ’39, supportato dalle notevoli biblioteche scacchistiche di Bledow e Von der Lasa, iniziò una prima stesura dopo aver dato le dimissioni dall’esercito.
Nel ’40, tuttavia, a soli venticinque anni, Von Bilguer morì, consumato dalla tubercolosi e Von der Lasa si assunse il compito di proseguire nell’opera. Nonostante gli impegni universitari di quest’ultimo, nel 1843 l’opera venne pubblicata, e Von der Lasa, con innegabile signorilità, la volle firmata unicamente da Paul Rudolph von Bilguer. E’ per questo motivo che, negli anni a seguire, lo Handbuch des Schachspiels divenne noto come “il Bilguer“. Comprendeva approfondite analisi su tutte le aperture conosciute, oltre ad una sezione dedicata alla storia ed alla letteratura scacchistica ed ebbe una immediata diffusione in tutta Europa. Quattro anni dopo Staunton emise questo giudizio: “Un’opera che risulta unica ed ineguagliabile”.
Von der Lasa, oltre ad essere un appassionato cultore del gioco, era anche un forte giocatore. Nel ’43 battè Buckle in un breve match e due anni dopo sconfisse il coetaneo Anderssen, poi, come abbiamo visto, nel 1845 entrò con incarichi di alta e crescente responsabilità nel corpo diplomatico prussiano, soggiornando in Danimarca e Svezia. Le Pleiadi si stavano disgregando: Horwitz si trasferì in Inghilterra, nel ’50 scompariranno sia Hanstein che Schorn, ma Von der Lasa continuava, nei periodi in cui era libero da impegni diplomatici, a coltivare gli scacchi. Nel 1846 battè nettamente Löwenthal e nel 1850 Schulten.
Nel 1846 aveva iniziato a pubblicare la Schachzeitung der Berliner Schachgesellschaft, un periodico nato come pubblicazione del Circolo della capitale prussiana ma che prenderà dopo pochi anni il nome di Deutsche Schachzeitung, con ampia diffusione nelle zone germanofone e non solo in quelle. Fu su questa rivista che, nel 1850, Von der Lasa lanciò l’idea di un torneo internazionale di scacchi da tenersi a Treviri; non se ne fece nulla, ma l’idea piacque ai londinesi, tant’è che l’anno seguente venne disputato il torneo di Londra, primo torneo internazionale della Storia degli scacchi.
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Nel 1852 usciva una nuova edizione dello Handbuch, che recava anche il nome di Von der Lasa come coautore; la sua firma in tale veste comparirà anche nelle successive edizioni del 1858, 1864 e 1874. Ormai il manuale era considerato come testo insostituibile per quanto riguardava la teoria delle aperture e, anche se Von der Lasa aveva redatto la stesura finale, era universalmente noto come “il Bilguer“. Il giovane diplomatico frattanto viaggiava per tutta Europa: Bruxelles, Vienna, Francoforte, L’Aia, ed i suoi servigi vennero altamente considerati alla corte di Berlino, dove era conosciuto sia come “Heydebrand” che come “Von der Lasa”. Non erano infrequenti le sue visite alla reggia, e nel corso di una di queste venne avvicinato da Guglielmo I il quale, scherzando sul “doppio nome” lo salutò: “Buongiorno, caro Heydebrand! Come sta Von der Lasa?”.
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Nel 1853 Von der Lasa incontrò Staunton a Bruxelles, ed i due convennero sulla necessità di stabilire regole universalmente accettate. In alcune zone (specialmente in Italia) si giocava con regole che contemplavano forme diverse di arrocco, o di promozione dei Pedoni; il prussiano e l’inglese concordarono un “regolamento” che, da quel momento in poi, venne diffuso e che costituisce la base delle regole odierne. Nell’occasione disputarono un match che venne vinto di misura dal prussiano.
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Dal 1858 al 1860 Von der Lasa fu “ministro residente” (ambasciatore) a Buenos Aires e dal 1860 al 1865 fu ambasciatore a Weimar. Nel 1880, infine, si ritirò in pensione, gratificato anche dal titolo di barone, e da questo momento in poi si dedicò unicamente agli scacchi, arricchendo continuamente la sua già ricchissima biblioteca scacchistica (oltre duemila volumi) della quale, nel ’96, pubblicherà il catalogo.
Proprio nel 1880 usciva la sesta edizione dello Handbuch, curata da Constantin Schwede, giocatore e problemista tedesco, e nel 1891 vedeva la luce la settima, che aveva come curatore Schallopp, con contributi di Louis Paulsen. Il Manuale continuava ad avere successo, anche perchè continuava ad essere aggiornato, ed ebbe la sua ottava edizione (l’ultima) pubblicata in 11 volumi dal 1912 al 1916, curata da Schlechter con contributi di Teichmann, Spielmann e Tarrasch.
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L’anziano barone Von der Lasa, frattanto, contribuì con numerosi articoli di carattere tecnico e storico alla prosperante Deutsche Schachzeitung. Nel 1887-88 effettuò un giro del mondo che portò nuovi testi in diverse lingue sugli scaffali della sua biblioteca e nuove conoscenze per consentirgli di dare alle stampe, nel 1897, la sua opera Ricerche sulla Storia e la Letteratura Scacchistiche. Entrò in corrispondenza con Murray, incoraggiando il britannico ad approfondire le sue ricerche sulla storia antica del gioco, e nel 1898 la Federazione Scacchistica Tedesca lo iscrisse come Socio Onorario.
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Il barone Tassilo von Heydebrand und der Lasa si spense il 27 luglio 1899 nel minuscolo villaggio di Storchnest, oggi in Polonia. La sua grande biblioteca è conservata, ancora intatta, presso il castello di Kòrnik, nelle vicinanze di Poznan.
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avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


7 Commenti a il Manuale e il Barone

  1. avatar
    fabrizio 11 Luglio 2015 at 12:37

    Il solito, inappuntabile Paolo!! 😀 E’ un piacere poter conoscere meglio le vicende e l’importanza di personaggi della cultura scacchistica sempre orecchiati, ma di cui si sa, generalmente, ben poco! 😉

  2. avatar
    Icilio Zoppas 11 Luglio 2015 at 16:37

    Bello e utilissimo dal momento che anche serie e celebrate pubblicazioni di storia scacchistica lasciavano il lettore nel dubbio e nella confusione riguardo al famoso “manuale” (magari dando per scontato che questa storia fosse universalmente nota, ma almeno per me non era così).
    Ancora complimenti.

  3. avatar
    Mongo 11 Luglio 2015 at 23:58

    L’ennesimo capolavoro di Paolo condito con maestria dalle immagini del nostro Martin! 🙄

  4. avatar
    paolo bagnoli 12 Luglio 2015 at 10:41

    Come illustratore di SoloScacchi Martin è ineguagliabile! Grazie a lui e a tutti coloro che seguono con interesse i miei appunti!

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    Enrico Cecchelli 13 Luglio 2015 at 12:04

    Grande Paolo . Un pezzo particolarmente interessante magistralmente raccontato

  6. avatar
    Michele Panizzi 15 Luglio 2015 at 06:11

    Buon giorno ,
    Secondo il Dufresne , la Difesa Due Cavalli
    fu scoperta da Bilguer .
    1 e4 e5 2 Bc4 Nf6 3 Nf3 Nc6 4 Ng5 d5 5 e*d5 N*d5
    6 N*f7 K*f7 7 Q*f3+ Ke6 8 Nc3 Ncb4 .

    Nella Due Cavalli avviene una lotta per il centro e il controllo della casa d5.
    Succede lo stesso nel Gambetto o nell apertura scozzese?
    Riporto una partita giocata da Bilguer , come esempio del Gambetto Scozzese
    [Site “Berlin”]
    [Date “1839.??.??”]
    [White “Paul Rudolf von Bilguer”]
    [Black “Karl Schorn”]
    1.e4 e5 2.Nf3 Nc6 3.d4 exd4 4.Bc4 Bb4+ 5.c3 dxc3 6.O-O cxb2
    7.Bxb2 Bf8 8.Qd5 Nh6 9.Ng5 Qe7 10.Nc3 d6 11.Nb5 Ne5 12.Bxe5
    dxe5 13.Nxc7+ Qxc7 14.Rac1 Qe7 15.Bb5+ Bd7 16.Qxb7 Rd8 17.Rfd1
    Bxb5 18.Qxb5+ Rd7 19.Rc8+ Qd8 20.Qxd7# 1-0

    Grazie,
    Michele.

    • avatar
      paolo bagnoli 16 Luglio 2015 at 21:43

      La Difesa dei Due Cavalli esiste già in Polerio

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