Les fleurs du mal

Scritto da:  | 28 Febbraio 2015 | 52 Commenti | Categoria: Zibaldone
i fiori del male 3
Baudelaire, nel suo diario, scrisse un giorno: “Ho sentito su di me il vento dell’ala dell’imbecillità”.
Per andare su cose più recenti, cito Pitigrilli: “Giustifico la stretta di mano al lebbroso, ma non all’imbecille”.
L’ IMBECILLITA’. Gente che sfregia i monumenti di Roma, gente che distrugge i monumenti di Mossul, gente imbecille.
L’ignoranza, figlia dell’imbecillità (oppure è il contrario?), è, come ho sempre sostenuto, il peggior male che affligge l’umanità. Oppure… nel caso di Mossul è soltanto ignoranza/imbecillità o aperta provocazione? Quegli imbecilli VOGLIONO la guerra aperta? Se facciamo un conto approssimativo, diciamo diecimila “guerrieri” (meglio: assassini) moltiplicati per la settantina di vergini ad attenderli in paradiso, si dovrebbe rendere disponibile un autentico esercito di vergini pronte ad accogliere a braccia (be’, braccia…;) aperte i cosiddetti martiri del cosiddetto califfato.
Odio la violenza, la guerra in ogni suo aspetto, ma sono costretto ad arrendermi di fronte all’ IMBECILLITA’. Qualche centinaio di anni fa anche noi “cristiani” abbiamo commesso atrocità incredibili in nome della “fede”, ma allora torno ad un tema che ho già citato in altri post su questo meraviglioso sito: è questione di date? di evoluzione cronologica della Storia? Il cristianesimo è in anticipo di circa seicento anni rispetto all’islamismo, stando alla pura e semplice successione cronologica dei FATTI. Circa trecento anni fa il cristianesimo ha partorito al suo interno l’Illuminismo, la LIBERTA’ DI PENSIERO come diritto di ogni essere umano. A quando – ripeto – un Illuminismo islamico? Dovremo attendere, secondo un semplice conteggio cronologico, altri due o trecento anni?
E, come considerazione finale, è proprio vero che questa guerra viene combattuta in nome della “fede”? A Mossul si sfasciano reperti storici senza prezzo, ma si sa che i “guerrieri” vendono a caro prezzo i reperti di minore volume a collezionisti di ogni parte del mondo, il tutto per acquistare AK47 con relative munizioni.
E non mi si venga a dire che tutto ciò è la conseguenza del colonialismo, tremendo ed opprimente quanto volete, oppure della fame di petrolio, oppure dell’esistenza di Israele. E’ più facile che il tutto derivi dalla stipsi di un “califfo”.
i fiori del male 6
Il 28 febbraio, oggi, è la data del mio 50° di matrimonio. Le chiamano “nozze d’oro”, ed io posso soltanto ringraziare Rita per questo mezzo secolo di felicità che ha creduto di regalarmi.
avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


52 Commenti a Les fleurs du mal

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    The dark side of the moon 28 Febbraio 2015 at 12:22

    La metà di quelle popolazioni sono analfabete e l’altra metà ha imparato a leggere e scrivere col Corano…
    I delinquenti (meglio assassini) che manovrano i fili dell’imbecillità, frutto della loro opera, è gente straricca che appunto manipola l’ignoranza dei popoli.
    La religione è un mezzo più diretto per ottenere i loro scopi.
    L’Occidente dopo aver destabilizzato completamente quelle zone con “guerre umanitarie”, “missioni di pace” e cazzate varie, continua a vendere armi e a fare interessi con stati terroristi (vedi Arabia Saudita) o quantomeno ambigui (vedi Turchia).
    Ecco, quando si parla di “sciacallaggio”, questo è esempio di cosa significhi!
    Per uscire da questa situazione bisognerebbe parlare di cultura, la cultura è contaminazione, integrazione, scambio di idee.
    Bisogna poter dialogare e trovare soluzioni con chi rifiuta la guerra e la miseria che essa porta.
    Fino ad oggi si è fatto il contrario aumentando le diseguaglianze sociali e quindi preparando terreno fertile per chi ha cercato di fomentare l’odio tra culture diverse.
    Questo non significa pretendere che gli assassini diventino persone per bene, ciò che si deve cercare di fare è isolarli per metterli da un punto di vista politico fuori gioco.
    Bisogna però per fare questo fornire strumenti necessari a quelle popolazioni che oggi soffrono sulla loro pelle questa situazione.
    Aiuti alimentari, ospedali, scuole etc. operando con strutture attrezzate sul posto.
    In Italia abbiamo associazioni fantastiche (vedi Emergency, Medici senza frontiere) che cercano di farlo.
    Non bisogna mettere sullo stesso piano gli assassini e chi invece subisce per primo la loro violenza.
    Almeno che qualcuno non ripercorra l’idea di diversi tristi e famosi dittatori di dividere la società tra buoni e cattivi.
    Fin quanto la società sarà invasa da tutta questa imbecillità saremo destinati a soccombere.
    Oggi a Roma ci dovrebbe essere una manifestazione…. ma lasciamo perdere che ho detto già abbastanza.
    PS.
    Complimenti a Paolo e signora per la pazienza reciproca dimostrata 😉

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      Mongo 3 Marzo 2015 at 17:46

      Quoto tutto: pensiero ed auguri!! 😉

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    Graziano Masi 28 Febbraio 2015 at 18:45

    Paolo, hai completato il girone di andata, ora vai col ritorno. Ti sto seguendo a ruota (48). Per quanto concerne l’imbecillità della violenza non c’è scampo: è nella natura umana. Saluti.

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      paolo bagnoli 28 Febbraio 2015 at 22:37

      Come disse papa Lambertini: “Non poniamo un limite alla Divina Provvidenza”.
      Ciao Graziano. Un abbraccio
      Paolo

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    fabrizio 28 Febbraio 2015 at 18:50

    Tento una riflessione che riguarda il livello individuale e psicologico, prescindendo dalle tante ragioni religiose, politiche, sociologiche e dalle strumentalizzazioni economiche certamente esistenti.
    La miseria, la stupidità e l’ignoranza spiegano molto, ma non credo tutto. Ho l’impressione che una causa non trascurabile della violenza e intolleranza che pervade la società odierna sia la “mancanza di senso” della vita che, in varie forme, è ormai diffusa in tutto il mondo, soprattutto in quello dominato dalle cosiddette leggi dell’economia di mercato ( e cioè quasi tutto il mondo attuale). Cosa può spingere persone relativamente istruite ed appartenenti ad ambienti non degradati,formalmente “normali”, a diventare boia e carnefici sanguinari? Forse proprio il desiderio di “essere qualcuno”, di provare a sentirsi in qualche modo “vivi”.

    PS Tanti auguri, caro Paolo a te e signora

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      paolo bagnoli 28 Febbraio 2015 at 23:38

      Grazie degli auguri! D’accordo, qualcuno ha il bisogno di sentirsi “qualcuno”, ma ciò non deriva forse dal nulla interiore di tali imbecilli?
      P.S. Corollario: come abbiamo fatto a sopravvivere per migliaia di anni senza telefoni cellulari? Da un’indagine recente risulta che la maggior parte degli incidenti stradali deriva dalla disattenzione dovuta all’uso di tali strumenti durante la guida. Ergo: imbecillità. Accosta e rispondi (se proprio devi), imbecille!

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    paolo bagnoli 28 Febbraio 2015 at 22:32

    Innanzitutto, un grazie a tutti per gli auguri, con un GRAZIE speciale ad Alfredo (e lui sa il perchè).
    Forse sarà l’età, o la mia mania di percorrere i sentieri della Storia, ma la situazione attuale nei confronti degli imbecilli/violenti/”guerrieri” mi ricorda molto da vicino la situazione del 1938. Ricordate? Monaco? Quando Chamberlain scese dall’aereo sventolando un foglio e dicendo: “Vi porto la pace nel nostro tempo”?
    Si pensava che la “diplomazia” avesse risolto i problemi e contenuto l’aggressività hitleriana, e si svendette vergognosamente la neonata Cecoslovacchia come succulento antipasto all’imminente disgregazione della Polonia.
    In certe situazioni, visto che la cosiddetta controparte sta soltanto approfittando della debolezza dei regimi “democratici”, non c’è che una risposta, quella che la Gran Bretagna (dopo il crollo della Francia e dopo Dunkerque) annunciò tramite Churchill: “Combatteremo sulle spiagge (…;) non ci arrenderemo mai”.
    E gli imbecilli assassini, intanto, rosicchiano fette di mappamondo giorno dopo giorno, volendo imporci il LORO modo di “pensare” e reclutano altri imbecilli desiderosi unicamente di concretizzare la loro sete di violenza ed il loro nulla interiore.
    Personalmente, NON VOGLIO che qualcuno, chiunque sia, mi costringa a pensare come lui (o come lui dice di pensare, termine pesante). In certi momenti della Storia è inevitabile, pur di potersi guardare allo specchio, rispondere a violenza con violenza.
    La scelta alternativa è la sottomissione senza condizioni.
    P.S. Sgozzamenti e roghi a parte (e dico poco…;) la suprema imbecillità si esprime nei fatti di Roma e di Mossul.
    P.P.S. Quando mi sparano, tento di sparare per primo, e il resto sono chiacchiere (e distintivo, se volete).
    P.P.P.S. Non sono leghista, nè elettoralmente nè filosoficamente, sono il contrario, ma a tutto c’è un limite. Mi sembra che sia stato abbondantemente superato.

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      Giancarlo Castiglioni 1 Marzo 2015 at 22:49

      La mia visione della IIGM è molto diversa.
      L’interpretazione corrente è che era inevitabile, anzi che bisognava cominciarla prima, nel ’38 per la Cecoslocacchia o addirittura nel ’36 per l’occupazione della Ruhr.
      Interpretazione che torna comoda oggi per giustificare guerre con qualche dittatore da abbattere come Noriega, Saddam, Assad.
      J. P. Taylor fa il paragone tra la situazione della Cecoslovacchia “tradita” e della Polonia “salvata” alla fine della guerra.
      La prima non ha combattuto ed è uscita relativamente indenne.
      La seconda attraversata due volte dalla guerra, occupata da due eserciti con perdite umane altissime e pesantissime distruzioni.
      Forse dagli occidentali è stata tradita di più la Polonia, a cui Inglesi e Francesi hanno dato una garanzia che non erano in grado di onorare.

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    nikola 1 Marzo 2015 at 00:46

    mi pongo in posizioni quasi opposte a quanto espresso. in primis mi sembra un tantino forzato accostare Baudelaire e illuminismo con quanto sta accadendo (sopratutto per il poeta direi). a me piace ogni tanto cimentarmi nel pensarla come chi sta dell’altra parte, e non solo nel vedere le cose pesando tutto in base al mio punto di vista (limitato a quello che mi viene fatto vedere); non vi dico le conclusioni a cui arrivo ma sono molto vicine all’antitesi rispetto al pensiero dell’occidentale medio. stendo un velo pietoso poi sul fatto che oggi a Roma sventolavano braccia alzate e intolleranza allo stato puro, questo si mi ricorda il 1900 e rotti, altro che illuminismo. e non mi si venga a dire che tutto il caos che sta succedendo non é stato (anche) originato dall’occidente (basta pensare a da dove arrivano le armi e per quale motivo quei suoli sono cosí ambiti). é normale schifarsi e reagire davanti ai tagliagole o ai devastatori ma non mi risulta che passassero in televisione le immagini dei villaggi rasati al suolo o dei bombardamenti per esportare la ‘democrazia’ (non é questo un costringere gli altri a pensarla come la ‘pensiamo’ noi?)

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      paolo bagnoli 1 Marzo 2015 at 10:40

      Caro Nikola, comprendo la tua posizione e, in parte, la condivido. La citazione di Baudelaire era un semplice riferimento all’imbecillità, ed è evidente che non c’entra niente con l’illuminismo, creatosi un secolo prima delle parole dello scrittore.
      La parte che condivido del tuo modo di vedere le cose è quella che si riferisce agli enormi interessi “nostri” in quelle aree geografiche, e tempo fa (parecchio) scrissi che l’esportazione della democrazia era una delle più grosse ed imbecilli panzane propagandistiche mai diffuse.
      Tuttavia… Lasciamo fare al “califfato” ed ai numerosi cani sciolti che esso incoraggia? Accettiamo supinamente la macelleria che si sta verificando in quelle aree (e non parlo soltanto della macelleria dell’ISIS)? Siamo certi che la via diplomatica sia quella giusta e non l’anticamera della resa senza condizioni?
      OK, ce ne andiamo da quelle aree e lasciamo che il “califfato” pianti ben salde le sue radici. E poi? Quale sarà la successiva pretesa del “califfo”? La chiusura degli Uffizi o dei Musei Vaticani? Il divieto di vendere costine di maiale? La pubblica decapitazione del papa?
      Siamo in guerra, non c’è niente da fare, dobbiamo prenderne atto. Non so se vivrò tanto a lungo da poter vedere la conclusione o composizione di questo conflitto: credo di no, visto che esso si fonda su presupposti cultural-religiosi (di comodo) che non ammettono dialogo tra le parti, ma unicamente rapporti di forza.
      Se è vero che esiste un’Islam “moderato” (da qualche parte dovrebbe esistere) deve essere questo “moderatismo” ad agire dall’interno togliendo forza agli imbecilli, e se non vi riesce (e mi pare che non vi stia riuscendo) siamo fritti e ci ritroveremo a confinare con un nuovo tipo di Corea del Nord, eclatante esempio di libertà di parola e di pensiero.
      Gli americani hanno un’espressione che simboleggia l’imminenza di un avvenimento nefasto: “Non senti il bosco che brucia?”. In questo momento, volenti o nolenti, tutti sentiamo il puzzo di carne bruciata dagli imbecilli, dei quali anche l’Occidente è pieno, come no?
      Ripeto: odio la violenza in ogni sua forma, in testa a tutte la pena di morte praticata dal “civile” Occidente ed anche dal “civile” Oriente occidentalizzato.
      Allora? Lasciamo fare?

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    Michele Panizzi 1 Marzo 2015 at 11:33

    Per Dark:
    il discorso da fare sarebbe lunghissimo, ma cercherò
    di essere molto breve. Credo proprio che dovremmo
    smetterla di colpevolizzare l’Occidente e noi,
    di accettare masochisticamente le critiche
    all’Occidente colonianista. Tutte le società
    che si sono affermate nella storia hanno teso
    al dominio e all’oppressione sugli altri.

    Paolo: le tue parole sono un esempio eccellente
    di quello che si chiama saper usare la ragione,
    complimenti!

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      nikola 1 Marzo 2015 at 16:16

      che le società abbiano imposto sempre il loro dominio con la forza non ne fa automaticamente portatrici di valori di ‘civiltà’. se poi si ragiona così si deve anche accettare che ci sia una reazione all’azione dominatrice. Adesso che l’Oriente ha imparato da noi come si fa e ha la forza di rivalersi, di cosa ci lamentiamo? basterebbe parlare con chi ha vissuto in quelle zone e ha subito quello che ha subito per dare una spiegazione a cosa sta accadendo, ma l’empatia non va molto di moda in occidente.

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        Michele Panizzi 2 Marzo 2015 at 00:08

        Vuoi servirti dei principi ideali , che sono tanto una bella cosa
        ma inefficafe con ´quelli´ : conosco solo San Francesco che usci´
        vivo dall incontro diretto con i lupi selvaggi.
        L Oriente non ha imparato da noi : tu continui
        ed e´ bello , a rivolgere le critiche all Occidente ,
        io consigliavo di smetterla con questo atteggiamento passivo.
        Gengis Kahn e´ venuto molto prima di Bush e ha dominato
        con ferocia . In questo genere di discorsi , osserva il corso
        dei tuoi pensieri , alle osservazioni fatte si risponde spostando
        il piano su un altro livello , senza essere capaci di
        rimanere saldamente sul livello originario .
        Auto analizza il corso dei tuoi pensieri con calma prima di
        rispondermi .

        ciao, Michele.

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          nikola 2 Marzo 2015 at 01:21

          un’altra bella tecnica è quella di ridipingere i pensieri dell’interlocutore e di porlo dialetticamente su un piano inferiore. per quanto mi riguarda quello che ci distanzia non sono i livelli ma i contenuti e date le premesse ho sbagliato ad imbarcarmi in discussioni infruttuose.

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            Michele Panizzi 2 Marzo 2015 at 16:53

            nikola , guarda che io non volevo sminuirti,
            volevo farti portare l attenzione sul modo ,secondo
            me sbagliato, che abbiamo noi occidentali progressisti
            di vedere le cose per via dei sensi di colpa che faremmo bene ad abbandonare . Se poi non vuoi scrivere piu´,
            sei libero di farlo .

            Michele.

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    DURRENMATT 1 Marzo 2015 at 11:47

    …questa situazione non ha radici religiose.La religione è usata,da ambo le parti, come “instrumentum regni”.In presenza di un quadro patologico particolarmente complesso il bravo medico deve concentrarsi sul globale e non sul particolare. In questo caso il globale è rappresentato dalla forte influenza (positiva?negativa?) di ISRAELE sulle scelte politico/militari delle democrazie occidentali….P.S. a proposito di “Illuminismo” chiedo:che fine ha fatto il comico DIEUDONNE’?

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      paolo bagnoli 1 Marzo 2015 at 12:29

      Quando mi riferisco all’illuminismo, mi riferisco a quel movimento (con tutti i suoi inevitabili difetti, ovvio) che volle affermare il diritto alla libertà di pensiero, comunque e dovunque, nient’altro.
      Ultimamente non mi pare che Israele, con la sua politica decisamente errata, si sia attirato le simpatie occidentali, tutt’altro, ma non dimentichiamo che uno Stato ha il diritto (sennò vige la legge della giungla e del più forte) di tutelarsi da eventuali pericoli. Israele è uno Stato, e chiediamoci anche il perchè della strana condotta di diversi Stati arabi, che con una mano fanno affari con l’odiato Occidente e con l’altra mano allungano quattrini ai fanatici imbecilli. Perchè lo fanno? Perchè essi stessi temono il diffondersi al loro interno di movimenti imbecilli (basterebbe qualche centinaio di ben addestrati imbecilli per rovesciare il regime del Qatar, ad esempio).
      Oppure, facciamo finta che episodi come quello di Dieudonné o di Charlie Hebdo o del pilota giordano arso vivo o delle stragi di cristiani in Nigeria rimangano “episodi” casuali (e scusatemi se ho messo sullo stesso piano le varie cose, ma chi vuol capire capisce), invece di considerarli per quello che sono in realtà: prove di imbecillità, spesso “nostra”.
      Per quanto riguarda Israele, Stato per il quale non nutro sentimenti di ammirazione, e la vecchia tesi di “due popoli, due Stati” (se si trattasse di “due popoli, due democrazie” il discorso sarebbe profondamente diverso); provate ad immaginare, ad esempio, che la Slovenia non riconosca lo Stato italiano e quotidianamente allieti i cittadini di Udine o di Tarcento con l’arrivo di missili sparacchiati qua e là. Cosa dovremmo fare, noi cattivi italiani? TACERE, ovviamente… e prenderci i nostri bravi missili in testa.
      Non sto dicendo che Israele stia facendo la cosa giusta, ho già espresso la mia avversione alla politica israeliana degli ultimi anni, sto soltanto dicendo che non si può sempre subire in nome della buona vecchia ed inefficiente diplomazia.
      Se così ci si dovesse comportare in tali occasioni a quest’ora la croce uncinata sventolerebbe orgogliosa dal Portogallo agli Urali (e “dall’Alpi al Lilibeo”;).

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    DURRENMATT 1 Marzo 2015 at 13:20

    …”Credo che ognuno di noi, se fosse nato in un campo di concentramento e non avesse da cinquant’anni nessuna prospettiva da dare ai figli, sarebbe un terrorista”…parole pronunciate da “Belzebù”(non voglio nemmeno nominarlo ma in questo caso fece centro) a proposito dei territori occupati e della condizione araba…la risposta a tutto “l’ambaradan” è e deve essere POLITICA!

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      paolo bagnoli 1 Marzo 2015 at 23:13

      Magari ci fosse una risposta politica! Ma quale dialogo puoi aprire con gente che agisce in questo modo? I raid aerei sono ridicoli ed inconcludenti, alimentano soltanto il terrorismo, mostrare i muscoli senza adoperarli non serve ed anche questo alimenta in terrorismo.
      Qualcuno ha qualcosa da proporre? La “politica”? Quale? Dove? Con chi?
      Attendo risposta.

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        Giancarlo Castiglioni 3 Marzo 2015 at 21:41

        Rispondo alla tua domanda.
        Non bisogna perdere il sangue freddo.
        Cosa rischia in concreto l’Europa?
        Niente più di qualche attentato da parte di mussulmani con cittadinaza europea, cani sciolti che è praticamente impossibile fermare in tempo.
        Niente di più grave di quel che succede senza motivazioni politiche quando qualche pazzo si mette a sparare in una scuola, in un ristorante o in un ufficio.
        Cose che succedono specialmente negli USA, ma anche da noi.
        Sono punture di spillo, non la minaccia di una guerra mondiale.
        Valutata corettamente la minaccia, e facile capire che qualsiasi intervento aumenta il pericolo invece di diminuirlo.
        Il problema è dei mussulmani, non nostro, è una loro guerra civile.
        Dobbiamo solo non intrometterci e incoraggiare e aiutare, ma senza farlo troppo vedere, quelli che sono dalla nostra parte.

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          paolo bagnoli 3 Marzo 2015 at 22:06

          Leggo soltanto ora.
          Poco più avanti sostengo anch’io questa tesi, che la faccenda dovrebbe trovare soluzione all’interno del mondo islamico, ma occorre che questo mondo si liberi dalle ambiguità nel quale navigano i potentati islamici.
          E se la loro guerra civile (delle quali la loro storia abbonda) si trasferisse a casa nostra? Non esiste questo rischio? Io, forse troppo pessimista, lo vedo, eccome!
          P.S. Cosa c’entra la strage di Parigi con la “loro” guerra civile?

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            Giancarlo Castiglioni 4 Marzo 2015 at 13:54

            I rischi mi sembrano trascurabili.
            La situazione ha molte analogie con gli anni ’80 al tempo delle Brigate rosse.
            Anche allora i militanti erano un misto di fanatici accecati dall’ideologia tra cui intellettuali, laureati e delinquenti comuni convertiti in carcere, appoggiati da una larga area di simpatizzanti e fiancheggiatori.
            Presenti anche ricchissimi come Feltrinelli e Bin Laden.
            Le BR hanno prosperato per anni principalmente per l’inefficenza dello Stato italiano; quando si è cominciato a fare sul serio sono state rapidamente sconfitte.
            Se ce la abbiamo fatto allora, perchè non dovremmo farcela oggi?

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              DURRENMATT 4 Marzo 2015 at 15:27

              …minimizzi troppo. L’Isis,con la sua modernità e pragmatismo, potrebbe riuscire laddove tutte le organizzazioni armate del dopoguerra hanno fallito,creando con la violenza un nuovo tipo di Stato (cosa mai accaduta prima quindi nessuna analogia con gli anni’80), sufficientemente grande,forte e strategicamente importante per imporsi all’attenzione del mondo(la paura che gli Stati del Golfo mostrano nei confronti dell’avanzata del Califfato verso i loro confini sembra evidenziare la potenziale forza rivoluzionaria dell’Isis in questi paesi) .Quel giorno,volente o nolente, i Capi di Stato occidentali saranno costretti a stringere la mano ad Al Baghdadi e a legittimare il Califfato.La domanda è:l’Occidente(e il Mondo intero) è in grado di permettere l’esistenza di uno Stato canaglia alle porte dell’Europa e ancor più vicino a Israele? Per come la vedo io,dopo il piano annunciato dagli USA(i soliti raid aerei e formazione di una coalizione con l’uso di truppe di terra)l’Isis ha già vinto la sua guerra!Bisogna creare CONSENSO in quelle aree…ergo…POLITICA(istruzione,conoscenza,informazione ecc.)!!

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                paolo bagnoli 4 Marzo 2015 at 23:12

                Sono pronto a chiedere scusa di quanto ho scritto e ad ammettere di avere torto marcio se qualcuno mi dimostra COME portare in “quelle aree” istruzione, conoscenza e informazione.

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                Giancarlo Castiglioni 5 Marzo 2015 at 22:32

                Intendo rischi trascurabili per l’Italia in Italia, chiaro che gli stati del Medio Oriente rischiano molto di più.
                Non credo che i Capi di Stato occidentali saranno mai costretti a stringere la mano ad Al Baghdadi. Gli USA ci hanno messo 50 anni per decidere che forse apriranno una ambasciata a Cuba…
                Sarebbe bello se il fanatismo andasse al passo con l’ignoranza, ma non è così.
                Vi sono fanatici assassini sia colti che analfabeti, sia informati che ignoranti.
                Non è questa la soluzione.

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                  alfredo 5 Marzo 2015 at 22:57

                  Giancarlo
                  ne sei proprio sicuro ?

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    nikola 1 Marzo 2015 at 16:19

    una delle poche volte, credo l’unica, che la penso allo stesso di modo di Andreotti. se poi vogliamo ripassare un po’ di storia e guardare oltre a quello che sta accadendo ai giorni nostri consiglio a tutti ‘la Battaglia di Algeri’ di Gillo Pontecorvo.

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      paolo bagnoli 1 Marzo 2015 at 19:13

      Vista (credo tre volte) da ragazzo. Impressionante l’immagine dei parà di Massu che marciano lungo le strade della città, e impressionanti le immagini degli attentati.
      Ma, se permetti, si trattava di una situazione ben diversa. Israele DEVE sgomberare i “territori occupati” ma gli arabi DEVONO accettare l’esistenza di Israele (uno Stato, lo ricordo, nato grazie ad una deliberazione dell’ ONU e che il giorno seguente l’indipendenza venne aggredito da cinque eserciti, uno dei quali – la Legione Araba di Glubb – era tutt’altro che disorganizzato e fornito di carri e artiglieria estremamente efficienti).
      Credo, tuttavia, che il problema palestinese sia tutt’altro rispetto al problema del “califfato”.

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        nikola 1 Marzo 2015 at 19:40

        io non mi riferivo agli eventi storici e non volevo collegare il narrato del film a quello che sta succedendo ai giorni nostri. quando vidi quel film mi si aprirono gli occhi perché capii che le cose vanno viste da tutti i punti di vista, non solo dal nostro. c’é una scena in cui un capopopolo algerino parla di terrorismo con i giornalisti: https://www.youtube.com/watch?v=DORjEtikgO4
        con questo non sto giustificando né tantomeno prendendo le parti di quelli dell’Isis, voglio solo dire che per me quello che sta succedendo é una reazione a quanto accaduto da decenni in quelle zone. il fatto che dei fanatici abbiano cosí tanto seguito non credo vada spiegato citando le religioni, l’illuminismo o altro: é fin troppo facile trovare dei proseliti tra dei disperati che vogliono rivalsa contro chi li ha sempre calpestati.

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          paolo bagnoli 1 Marzo 2015 at 22:32

          Ho capito il tuo punto di vista e lo rispetto, credimi. Tuttavia, quando si parla di “disperati” che vogliono rivalsa bisogna stare attenti. Quando nei primi decenni del Ventesimo Secolo alcune famiglie di ebrei si stabilirono in Palestina (controllata dagli inglesi) e comprarono a suon di sterline alcune pietraie sulle quali pascolavano le capre, vennero derise dagli arabi del luogo i quali, quando gli ebrei trapanarono la sabbia ricavandone acqua, dissero che quell’acqua era la loro, e fu così (andando all’ingrosso) che iniziò il tutto. Ma… dove la mettiamo la “rivalsa” degli ebrei europei, che di tanto in tanto si trovavano nel bel mezzo di un pogrom, con famiglie allegramente sbudellate, case bruziate, eccetera, con governi che – per interesse – si giravano dall’altra parte?
          P.S. Non sono ebreo e ripeto che la politica di Israele degli ultimi tempi mi sembra assolutamente condannabile.

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            DURRENMATT 3 Marzo 2015 at 20:52

            …sotto la patina della religione e dietro le tattiche terroristiche,esiste una macchina militare pienamente impegnata nella costruzione di un nuovo Stato e,cosa ancor più sorprendente,nella ricerca del consenso popolare una volta assicuratasi la conquista territoriale.I combattenti dell’Isis hanno sistemato le strade,organizzato le mense per chi aveva perso la casa,garantito l’elettricità per tutta la giornata. Il principale obiettivo dello Stato Islamico è rappresentare per i mussulmani sunniti ciò che Israele è per gli ebrei:uno Stato nella loro antica terra,rioccupata in tempi moderni;un potente Stato confessionale che li protegga ovunque essi si trovino.Questo è il potente messaggio che l’Isis trasmette ai giovani mussulmani che vivono nel VUOTO POLITICO creato da fattori allarmanti quali corruzione dilagante,la disuguaglianza e l’ingiustizia presenti nei moderni Stati mussulmani.Questo è un messaggio potente e seducente anche per i giovani mussulmani che vivono all’estero e che lottano quotidianamente per integrarsi nella società Occidentale che offre sempre meno opportunità alle giovani generazioni. Quindi il problema è POLITICO.

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              The dark side of the moon 4 Marzo 2015 at 08:57

              Perfetta analisi che condivido al 101%

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                paolo bagnoli 4 Marzo 2015 at 22:39

                Che il problema sia “politico” è fuori discussione, ma siamo sicuri che la “politica” riesca a tirarcene fuori? Ok sulle iniziative “sociali” dell’ISIS, ma che dire delle loro iniziative tese a seminare il terrore e l’inquietudine costanti?

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    DURRENMATT 2 Marzo 2015 at 14:20

    …”conosco solo San Francesco che usci´vivo dall’incontro diretto con i lupi selvaggi”…chiedo all’esperto del Blackmar-Diemer:l’Occidente è pronto per una GUERRA ASIMMETRICA?…P.S. ai cinefili(e non)consiglio “Leoni per Agnelli”.Peace&Love.

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      Michele Panizzi 2 Marzo 2015 at 16:54

      GUERRA ASIMMETRICA? In che cosa consiste l asimmetria?

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    Zenone 2 Marzo 2015 at 21:31

    Consiglio il libro “Guerra senza limiti – L’arte della guerra asimmetrica fra terrorismo e globalizzazione”. Scritto da 2 colonnelli dell’esercito cinese nel 1991 e pubblicato in Italia nel 2001 da “Libreria Editrice Goriziana” (pagg.199). Poi ditemi se tutto cio’ che accade oggi sia davvero una guerra di religione o se la religione siano solo un pretesto. E’ un testo profetico e illuminante.

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      Zenone 2 Marzo 2015 at 21:44

      Esempio:”una grande nazione come gl Usa non è organizzata per una strategia integrata contro il terrorismo” (siamo nel 1999) e ancora “Guerra senza limiti significa superare i confini, le restrizioni e perfino i tabù che separano il militare dal non militare”. Si parla poi di guerra commerciale, finanziaria, quest’ultima indicata come cruenta al pari di quella militare, della guerra terroristica e di quella ecologica, ma anche psicologica e dei mezzi di comunicazione. Un libro incredibile!

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        paolo bagnoli 2 Marzo 2015 at 22:54

        In un altro post citavo, appunto, la guerra (finanziaria) scatenata dalla Repubblica Federale Tedesca negli ultimi anni: dopo due batoste militari nel giro di un quarto di secolo hanno scelto l’altro tipo di guerra, se vogliamo più logorante.
        Che la religione sia un pretesto è ovvio: è meno ovvio (e triste) che ci siano torme di imbecilli che in nome di tale pretesto si fanno manovrare fino a compiere cose orrende e tragicamente ridicole, come gabbie, roghi, decapitazioni e via massacrando.
        I potentati arabi stanno tremando, con addosso la paura che il contagio si diffonda, ma non possono fare a meno di tenere i piedi in due staffe. Poco più sopra dicevo che (forse) la soluzione potrebbe venire proprio dagli arabi stessi, e mi sembra che qualcosa in questo senso si stia muovendo, anche se limitatamente e lentamente.
        Noi occidentali, comunque, non possiamo stare a guardare in attesa del prossimo imbecille attentato, ma siamo anche palesemente impreparati ad entrare in un discorso “politico” di qualche tipo, finendo per filosofeggiare tra di noi.
        Mah…..

        • avatar
          Michele 2 Marzo 2015 at 23:51

          Paolo,

          non crederai anche tu alla storiella dell imperialismo
          tedesco? Mi ricorda l imperialismo anglo americano?
          solo che finche´ lo cantava Battiato:)

          La verita´ e´ che gli stati come l italia hanno
          politici che fanno debito e il debito per la
          mentalita´ protestante e´ un peccato .
          In tedesco Schuld vuol dire peccato e anche debito
          percio´chi e´in debito ha anche commesso un peccato.
          Nel senso che non si deve fare il passo piu´ lungo della
          gamba , se uno si ritrova improvvisamente , senza sua colpa,
          disoccupato e´diverso .

          • avatar
            paolo bagnoli 3 Marzo 2015 at 18:09

            Ma quale “imperialismo”? Dico soltanto che i tedeschi (come, in Oriente, i giapponesi) sembra siano convinti che il modo giusto di fare le cose sia il loro e soltanto il loro. Che, poi, Stati come l’Italia siano abituati a fare “finanza allegra” non è una novità, ma non è una novità nemmeno che la Germania abbia imposto la propria volontà a proprio enorme vantaggio.

  12. avatar
    The dark side of the moon 3 Marzo 2015 at 09:37

    Grazie Zenone per il consiglio del libro che sicuramente cercherò di reperire.
    Dalle premesse che fai è un libro che molte persone dovrebbero leggere.
    Magari diventasse un tasto scolastico… 😐
    Sono intervenuto per primo sulla discussione che si è aperta ma quando ho visto come proseguiva mi sono astenuto dal commentare certi scritti che a mio modo di vedere fanno il gioco degli assassini che reclutano gente ignorante, persone che vivono nella miseria, disperati pronti a tutto.
    NIENTE giustifica le atrocità che commettono, questo sia chiaro ma chi sostiene l’uso della forza dimentica che viviamo tutti sullo stesso pianeta e che se non troviamo delle soluzioni politiche comuni non ci saranno vincitori e vinti ma solo un cumulo di macerie.
    Quale tipo di società vogliamo lasciare ai nostri figli?

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    Zenone 4 Marzo 2015 at 09:48

    Non entro mai, per scelta, in tenzoni ideologiche perché non credo che sia questo il luogo giusto. Preferisco ancora lo scambio di idee “faccia a faccia” – se possibile – o via mail, per non prestare il fianco ad un attacco personale o, peggio, dare la stura a commenti “pesanti” su questo blog così interessante – che non merita di cadere “in basso” – che esulano dal discutere civile (per fortuna qui accade raramente). Solo una cosa: per quanto riguarda il libro suggerito, lo ritengo ancora molto attuale, malgrado il tempo passato dalla pubblicazione, per comprendere le dinamiche della guerra asimmetrica. L’ho letto, per pura curiosità, perché consigliatomi, dopo la lettura de “La globalizzazione e i suoi oppositori” di Stiglitz (Ed. Einaudi). Credo che sia un testo, che pure nato per le scuole militari cinesi,sia di assoluta rilevanza per la comprensione dell’utilizzo dell’economia, della finanza, dell’informazione e controinformazione (con i media tradizionali e con l’allora crescente importanza del web), nel mondo globalizzato all’indomani della caduta del muro di Berlino e prima dell’ 11 settembre. In effetti pochi sembrano conoscerlo, anche tra coloro che si occupano di economia e finanza. Potrebbe avere un certo interesse per gli studenti delle superiori senz’altro per gli universitari.

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      DURRENMATT 5 Marzo 2015 at 15:02

      …gli scacchisti con spiccata capacità metaforica conoscono il libro da te suggerito…P.S. il “cadere in basso” rende friccicarello questo blog.D’altronde i bravi ragazzi non vanno in Paradiso! 😉

  14. avatar
    Michele 4 Marzo 2015 at 21:23

    Paolo,
    hai preso in considerazione l ipotesi che i tedeschi
    abbiano ragione?

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      paolo bagnoli 4 Marzo 2015 at 23:04

      Non sono ancora del tutto rincoglionito, anche se l’età lo farebbe supporre. Mi chiedo SEMPRE quali siano le ragioni degli altri, ed in questo caso mi sono chiesto: l’Europa come è vista dai tedeschi (anzi, dal governo Merkel)? Come una associazione di Stati o come terra di conquista? Ad esempio, il tanto sbraitato limite del 3 % da non superare non figura da nessuna parte dei Trattati europei, è semplicemente un accordo IMPOSTO dalla Bundesbank parecchi anni fa e che non ha alcun significato concreto; negli anni è divenuto una specie di totem da venerare (non lo dico io, lo dicono fior di economisti) soprattutto perchè ciò consente al Marco di sopravvivere sotto altro nome. Lo dimostra l’abnorme sviluppo della bilancia commerciale tedesca (questa sì che viola i Trattati!), che preoccupa tutti gli altri Stati e che ha già provocato qualche sempre meno sommesso richiamo della Comunità Europea.
      Il governo tedesco non ha torto, è miope e guarda ai profitti a breve e media scadenza (sulla pelle degli altri).

  15. avatar
    Michele Panizzi 4 Marzo 2015 at 23:47

    Non sono ancora del tutto rincoglionito, anche se l’età lo farebbe supporre. Mi chiedo SEMPRE quali siano le ragioni degli altri, ed in questo caso mi sono chiesto: l’Europa come è vista dai tedeschi (anzi, dal governo Merkel)? Come una associazione di Stati o come terra di conquista? Ad esempio, il tanto sbraitato limite del 3 % da non superare non figura da nessuna parte dei Trattati europei, è semplicemente un accordo IMPOSTO dalla Bundesbank parecchi anni fa e che non ha alcun significato concreto

    Non e´ vero : e´ contenuto nel Trattato di Maastricht .
    Divago, cosi´ sembra ma alla fine una logica c e´
    Sai che cosa fa apparire testardi i tedeschi ? Che un tedesco dice
    a un italiano, spagnolo , greco . stai attento , stai accumulando del debito.
    La reazione dell italiano non coglie l osservazione .
    Al che il tedesco dice ancora . fai attenzione ,stai facendo del debito .
    Allora l italiano risponde parlando di scopi sociali del suo spendere .
    Allora il tedesco risponde con la voce che sale di tono :
    STAI FACENDO DEL DEBITO ! Si alza la voce per raggiungere la zucca
    di chi non vuol sentire .

    Il governo tedesco non ha torto, è miope e guarda ai profitti a breve e media scadenza (sulla pelle degli altri).

    Il popolo tedesco ha gia´ fatto delle riforme che sono costate care nel 2003
    2004 e che sono la base del meritato successo economico della Germania .
    Vuoi dare la colpa a una nazione se la sua economia va bene ?
    Angela Merkel ha rivinto le elezioni dicendo ai tedeschi :
    ´Non cambiero´nulla´ . Te l immagini cosa succederebbe a un politico
    italiano se dicesse alle elezioni : State tranquilli , non cambiero´nulla !
    Immagino che sarebbe linciato .
    La verita´e´che i popoli latini di fronte ai problemi reagiscono autoassolvendosi
    e cercando di incolpare qualcun altro . E´sbagliatissimo .

    Con questo , se sei d accordo , chiudiamo qui la discussione , per evitare
    di finire OT .

    Se vuoi continuare in privato ,mi va benissimo .

    Cordialmente ,
    Michele.

  16. avatar
    paolo bagnoli 5 Marzo 2015 at 21:00

    Ti prego di verificare: nel Trattato di Maastricht non si parla MAI del famoso 3 %.
    Che la Merkel dica “non cambierò nulla” è ovvio: ai tedeschi va bene così, come quando vennero col cappello in mano (prima dell’Euro) a chiedere di uscire dai canoni di buona amministrazione per far pagare agli europei i LORO (dei tedeschi) debiti.
    Entschuldigen Sie, bitte, ma le cose stanno così. Comunque, chiudiamola qui.
    Con cordialità
    Paolo

    • avatar
      Michele Panizzi 7 Marzo 2015 at 12:40

      Scrivo brevemente , soltanto per quanto riguarda il rapporto del 3%.
      Stupito da quello che dici sono andato a cercare nel primo posto
      che si trova , Wikipedia : http://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_di_Maastricht che conferma l esistenza del 3% , e´ lecito dubitare di Wikipedia .
      Il testo autentico del Trattato di Maastricht a pag 28
      lo dice bene : http://www.eurotreaties.com/maastrichtprotocols.pdf
      Se vuoi contattarmi : karersee2000@yahoo.it

      ciao, Michele.

      • avatar
        paolo bagnoli 7 Marzo 2015 at 18:06

        … con il seguito di pag. 29 che lo descrive come “riferimento” (oltre all’altro del 60 %) non vincolante ma indicativo, tant’è che anche la Francia ed altri Paesi così lo interpretano.

        • avatar
          Michele 8 Marzo 2015 at 14:00

          Sbagliando : Lo wishful thinking non e´ una regola!

          Stabilire un criterio nell indebitamento dei paesi
          e´fondamentale .

          No, mi correggo , la Francia non ritiene di poter ignorare il tetto , ha detto che non lo rispettera
          ( ovviamente non sono d accordo : un manager inglese
          ha detto che la Francia e´ una nazione morta ,
          da abbandonare a se stessa) , quindi lo ha detto PRIMA
          che non lo rispettera´, cosa diversa dal accumulare debito
          assecondando le proprie voglie di consenso .

          Sapevi che la Germania nel 2014 e´ tornata ad avere
          un debito azzerato , come gia´nel 2008( prima che la crisi
          scoppiasse)? Questo dimostra che la Germania
          non fa le cose secondo i suoi comodi , quando
          chiede una cosa agli altri paesi europei prima di tutto
          la fa in casa propria.

          Paolo , ti invito a riflettere che accusare gli altri
          (la tendenza che hanno italia , Spagna , Grecia)
          e´ un tentativo di autoassolversi per non vedere i problemi
          che hanno creato queste nazioni . Riflettici , su!

  17. avatar
    Giancarlo Castiglioni 5 Marzo 2015 at 22:37

    Sono d’accordo e sospetto che anche il nostro Governo sia della stessa opinione.
    Parla sempre di “superamento del 3%” ma cerca di rispettare i limiti.

  18. avatar
    paolo bagnoli 21 Marzo 2015 at 22:20

    Insisto. Il 3 % è un “accordo” che la stessa Germania superò abbondantemente negli anni passati, approfittandone largamente a spese degli altri Paesi.
    Credo che alla base di questa interessante discussione esista un equivoco di fondo ed una sorta di “pregiudizio” della Merkel.
    L’equivoco di fondo sta nel fatto che tutta la faccenda sta, alla fin fine, nelle mani della Bundesbank, la quale non vuole rinunciare ai miliardi che deve avere dalla Grecia (in termini di debito sovrano) e, detto per inciso, anche l’Italia vanta un credito, nei confronti della Grecia, di oltre quaranta miliardi. Tuttavia non si può continuare all’infinito nel braccio di ferro tra una Grecia che sta facendo i salti mortali ed una Germania che sta sempre più affermando il suo ruolo preminente e per certi aspetti prepotente. Mandiamo a pallino Atene? OK, ma qualcuno ricorderà, a breve scadenza, a chi si dovranno le conseguenze di tale fatto.
    Oggi lo Spiegel si pone una domanda pesantissima (vedere la copertina), e pare che un numero sempre crescente di tedeschi si stia ponendo la stessa domanda: se strangoliamo l’Europa, cosa succederà?
    Il “pregiudizio” è quello che vede una possibile spirale inflazionistica (anche se controllata) come il parto del demonio. Anche se gli USA hanno svolto una politica estera a dir poco ridicola, bisogna ammettere (lo fa il mondo intero) che in materia economica hanno ottenuto, con la loro politica, una impressionante ripresa in termini di occupazione, di PIL (vanno al 2-3 % ogni 3 mesi) e di tutto il resto. Forse la Merkel nutre la memoria atavica dell’inflazione tedesca degli anni Venti.
    E, infine, l’Europa non ha la Mogherini che dovrebbe occuparsi degli “affari esteri”? E allora, che cacchio va a fare la Merkel ai colloqui con Putin (rimorchiando il povero francese che deve solo stare zitto) come se fosse lei e soltanto lei a rappresentare l’Europa?
    Conclusione: l’Europa, come entità politica non esiste e non è mai esistita, alla faccia del povero Spinelli il quale, giustamente, vedeva come premessa ad una reale unificazione una autentica “rivoluzione sociale” che è stata sostituita, invece, dalla “rivoluzione bancaria”, pilotata dalla Bundesbank (all’origine, 1 Euro = 2 Marchi, guarda caso)
    Il fatto che il governo italiano tenti di rispettare il 3 % deriva dalla constatazione che il governo italiano è assolutamente impotente davanti alle continue imposizioni tedesche. Vi dice niente il fatto che la piccola Islanda abbia respinto le lusinghe della EU? Forse ha capito l’aria che tira e non vuole diventare l’ennesima colonia tedesca.
    Sono invece d’accordo sulla folle politica di indebitamento perseguita da Craxi in poi, per il principio che “i voti si contano, non si pesano”.
    Per concluidere veramente, quanto Paesi EU rientrano nel parametro – NON VINCOLANTE, ripeto – del 60 %, scritto di seguito al famoso 3 %? Mah…

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