Ogni circolo scacchistico ha la sua figura particolare che si stacca da tutte le altre. Qui a Siena abbiamo Osvaldo Quintetti, novantaquattro anni portati dignitosamente, anche dopo la scomparsa della moglie. Quasi ogni giorno lo si trova al circolo del CRAL del Monte dei Paschi. Il suo caffè, la sua immancabile sigaretta, la sua partitina, il suo scorrere metodico con lo sguardo dietro gli occhiali lungo colonne e traverse. Con la stessa pacata serenità che lo contraddistingue da tempo, quasi un rapporto fraterno, un abbraccio al nobile giuoco. Aperture lente, studiate, varchi chiusi pronti ad aprirsi. Non un commento, tanto meno uno sberleffo come avviene talvolta tra giocatori sghignazzanti (quando si tratta di partita “amichevole”). Silenzio alle sconfitte, un sorriso increspato alle vittorie.
Ogni tanto mi metto ad osservarlo mentre gioca e ne viene fuori una figura mitica, le mani lunghe, ossute, le rughe a segnare un’età indefinita, quasi un eroe dell’antica Grecia. Quando incontra i nostri ragazzi il contrasto evidente fa pensare alla vita, al suo nascere e crescere, al suo mistero.
Osvaldo è ancora forte e continua imperterrito a coltivare la sua passione fra le sessantaquattro caselle come un antico cavaliere. E se ti distrai per un momento sono guai seri. La “Vecchia Quercia” esce fuori improvviso da una posizione all’apparenza grigia e ti assesta il colpo mortale. La “Vecchia Quercia”.
Vorremmo tutti diventare “vecchie querce”… complimenti a Quintetti e anche a Lotti per averci avvicinato alla vecchia quercia senese.
Gli scacchi sono lotta (in senso buono), arte, fantasia e tutto quello che si vuole. Sono anche, e forse soprattutto, umanità.
Un grazie a Roberto (chiamatemi per nome!).
Certo, Fabio: gli scacchi sono tutto quello che si vuole. Ma sono anche la poesia e l’affetto con i quali descrivi questa “vecchia quercia” (che non conoscevo, ma che mi sembra ora di conoscere). Grazie
Caro Fabio,
Sono Michele Barbaro, il ragazzo bresciano che ogni tanto viene al circolo.
Ti ringrazio per questo bellissimo ritratto di Osvaldo, grande esempio per molti, me compreso.
Complimenti vivissimi
Grazie Fabio per questa breve, ma bellissima definizione di Osvaldo. E’ e sarà sempre per tutti noi la nostra “vecchia quercia”.
Alessandro
Per Mongo, Zenone e tutti gli amici scacchisti uscite le letture di aprile http://theblogaroundthecorner.it/.
Per chi è interessato http://theblogaroundthecorner.it/2015/04/ricordi-giallastri-di-fabio-lotti-2/
Uscite pure le letture di maggio http://theblogaroundthecorner.it/category/ospiti/letture-al-gabinetto/
… E nel mediogioco e finale Osvaldo è davvero, senza alcun dubbio, un avversario temibilissimo!!! Un caro abbraccio a lui e a tutti gli amici del circolo di via dei Termini a Siena!
Domenica alle 12:00 Osvaldo ci ha lasciati. In punta di piedi, senza proclami, con stile, come sempre.
Viene quasi da pensare che, in cuor suo, si sia voluto allontanare da questo mondo, diventato troppo frenetico, per ritrovare una dimensione più consona alla sua natura, dove il tempo scorre molto, molto più lentamente e una partita a scacchi si possa finalmente svolgere secondo un rituale più dignitoso, non inquinato dallo scorrere brutale dei secondi sul quadrante di un orologio.
E forse la Grande Quercia è già là che sta giocando.
Personalmente lo immagino intento a giocare con Gianfranco.
Ciao carissimo Osvaldo