Meteore

Scritto da:  | 9 Agosto 2015 | 7 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri
La Storia degli Scacchi abbonda di “meteore”, giocatori apparsi e scomparsi nel giro di pochi anni per motivi di lavoro, per altri interessi o per tragiche cause.
C’è qualcuno, ad esempio, che ricorda il nome di Nils Johan Folke Ekström, uno svedese che apparve e scomparve nel giro di un lustro?
ExstromNato il 12 ottobre 1906 a Lund, una città dell’estremo sud della Svezia, dalle cui alture si può ammirare la capitale danese Copenhagen, posta al di là dello stretto braccio di mare che separa le due nazioni, fece la sua prima apparizione importante nel 1942 a Stoccolma, dove vinse il torneo lasciandosi alle spalle nientepopodimeno che Stoltz e Lundin, per poi ripetere il successo l’anno seguente superando Stig Lundholm col quale aveva diviso il primo posto nel ’42. Al Campionato svedese del 1944, dove era invitato fuori concorso Paul Keres, si classificò al secondo posto dopo Keres, dal quale venne poi battuto nettamente nel corso di un match disputato immediatamente dopo la conclusione del campionato nazionale.
Finita la guerra, dalla quale gli svedesi si erano astenuti conservando una rigida ed armatissima neutralità, lo ritroviamo al torneo di Hastings del 1945-46, dove, con 9 su 11, si classifica secondo dopo Tartakower, staccando un terzetto composto da Steiner, Denker e l’ex campione mondiale Euwe. Pochi mesi dopo si presenta a Zaandam, dove spartisce il secondo posto con Szabò (8 1/2 su 11), dopo il vincitore Euwe (9 1/2) e precedendo Stoltz (8). A Stoccolma, nel 1946-47, divide il primo posto con Lundin (7 su 9). Nel ’47 (Stoccolma) e nel ’48 (Sundsvall) vince il Campionato svedese, poi scompare defintivamente, dedicandosi al gioco per corrispondenza.
Nel 1950 la FIDE gli attribuisce il titolo di Maestro Internazionale, titolo che acquisirà anche nel gioco per corrispondenza nel 1971. Morirà a novantaquattro anni di età, dopo aver concepito quello che verrà poi chiamato “Sistema Botvinnik” della Ortodossa.
Non disdegnava le complicazioni tattiche. Ecco la sua vittoria contro Soultanbeieff a Zaandam.

E chi ricorda l’éstone Ilmar Raud?
Nato il 30 aprile 1913 a Viljandi, già a vent’anni era considerato, con Paul Keres, una grande speranza degli scacchi éstoni, col suo terzo posto al Campionato éstone vinto da Friedemann. A ventuno anni era campione éstone e due anni dopo giunse terzo nella stessa manifestazione vinta da Paul Felix Schmidt. Nel 1937 fu settimo a Parnu (vittoria di Schmidt) e secondo al Campionato nazionale vinto nuovamente da Schmidt.
Ilmar Raud
La Federazione lo aveva schierato in quarta scacchiera all’Olimpiade di Varsavia del ’35 ed in seconda scacchiera all’ “olimpiade” non ufficiale di Monaco del ’36, e nel ’37 nuovamente in seconda scacchiera all’Olimpiade di Stoccolma, dove concluse con un +7 =8 -2 che la diceva lunga sulle sue capacità.  L’Estonia (Keres, Raud, Schmidt, Friedemann, Turn) vinse il bronzo di squadra all’Olimpiade di Buenos Aires, dove Raud totalizzò un +7 =5 -5.
Allo scoppio delle ostilità, Raud decise, come tanti altri, di restare in Argentina, ma era praticamente privo di denaro e di mezzi di sussistenza. Sopravviveva grazie all’aiuto di appassionati del luogo, e nel 1941, al torneo di Mar del Plata, si piazzò al 14° posto con risultati altalenanti tra buone partite e disastrose sconfitte. Ai primi di luglio di quell’anno venne arrestato dalla polizia dopo essere stato coinvolto, all’apparenza, in una rissa, e venne ricoverato in uno stato di totale prostrazione psicofisica presso un ospedale locale, dove morì il 13 luglio a soli ventotto anni.
Ecco una sua partita contro il campione islandese, giocata a Monaco nel 1936.

 
E Movsas Feigins?
Nacque a Daugavpils, in Lettonia, il 28 febbraio 1908. La città, che si trova ad un tiro di schioppo dai confini bielorusso e lituano, faceva allora parte dell’Impero Russo col nome di Dvinsk, ma la Rivoluzione d’Ottobre cambiò le cose e nel 1920 la Lettonia riprese la propria indipendenza.
Feigin
A ventidue anni Feigins (il primo da sinistra nella foto qui sopra) vinse il torneo di Riga, cosa che gli procurò l’immediata convocazione per l’Olimpiade di Amburgo, dove giocò in terza scacchiera (+6 =6 -5). L’anno seguente, a Praga, giocò in quarta scacchiera (+8 =2 -5) e nel ’32 fu campione nazionale. Quello stesso anno fu terzo a Riga, nel torneo vinto da Petrovs, e nel 1933, all’Olimpiade di Folkestone, venne schierato in terza scacchiera (+6 =6 -2), aggiudicandosi il bronzo individuale. Nel ’35 fu nuovamente in terza scacchiera all’Olimpiade di Varsavia (+7 =5 -5) e nel ’36, alla cosiddetta “olimpiade” di Monaco, ottenne un notevolissimo +12 =5 -2, risultato che gli fruttò l’argento individuale.
Alla fine dell’anno si presentò ad Hastings, classificandosi al quarto posto (4 1/2 su 9) dopo il vincitore Alekhine, il secondo classificato Fine ed il terzo, Eliskases. Era un risultato di prestigio, ma nel 1937 ebbe uno scadimento di forma, giungendo soltanto 15° al grande torneo di Kemeri. Quello stesso anno fu secondo a Bruxelles, terzo a Riga nel Campionato nazionale, e secondo sempre a Riga nel quadrangolare vinto da Paul List.
Nel marzo del ’39, alla vigilia della partenza per l’Olimpiade di Buenos Aires fu sesto a Kemeri, nel torneo internazionale vinto da Salo Flohr. In Argentina venne schierato in terza scacchiera, concludendo con un buon +10 =5 -4, e quando in Europa scoppiarono le ostilità decise di fermarsi in Argentina, imitato, come sappiamo, da parecchi altri giocatori europei.
Sbarcava a fatica il lunario, ed i pochi soldi raggranellati col sesto posto a Mar del Plata nel 1941 non costituirono per lui un aiuto. Si trasferì ad Asunciòn, in Paraguay, per ricomparire nel 1946 nella capitale argentina e giocare, classificandosi terzo, al torneo del Circolo La Regence. Poi più nulla, fino a quando, poverissimo, si spense l’ 11 agosto del 1950, a soli quarantadue anni.
Vediamo come sfruttò un errore in apertura del nostro Monticelli (Monaco 1936)

Non parlo di Klaus Junge, il giovanissimo campione tedesco morto negli ultimi giorni di guerra a causa della follia di Hitler e della incrollabile fede nazista della quale il giovane si era nutrito fin dall’adolescenza; qualcuno, mi pare, ne ha già parlato su questo blog

Vorrei invece parlarvi brevemente, per concludere, di Daniel Noteboom.
Noteboom
Nacque a Noordwijk, in Olanda, il 26 febbraio 1910, e si mise in luce in alcuni tornei giovanili, fino a quando, nel 1928, si iscrisse al torneo secondario di Hastings, dove destò impressione la sua vittoria contro la campionessa mondiale Vera Menchik, vittoria ottenuta grazie ad un travolgente attacco che non lasciò scampo all’avversaria. In patria, sostenne onorevolmente un match contro il quotato Salo Landau per poi essere presente, nel 1929, al Torneo B di Ramsgate, dove non mancò di palesare il suo talento.
Venne convocato per far parte della squadra olandese all’Olimpiade di Amburgo del 1930, ed i commentatori lodarono il suo risultato ottenuto in terza scacchiera: 11 1/2 su 15. Particolare impressione destò la sua vittoria contro Flohr, 45 mosse nel corso delle quali l’olandese annientò la resistenza dell’avversario grazie a precise intuizioni posizionali e ad un raffinato senso tattico.
Il quarto posto di Nizza, nel 1931, confermò la solidità del suo gioco; con 5 su 9 risultò l’unico imbattuto della manifestazione.
Rientrava in patria per poi ripartire per qualche località europea. Continuava a sostenere incontri con i migliori giocatori olandesi, Euwe e Landau, uscendone onorevolmente, e nel 1931, all’Olimpiade di Praga, schierato in seconda scacchiera, ottenne 9 1/2 su 17.
Alla fine del 1931 si iscrisse al torneo principale di Hastings, ma contrasse una polmonite che lo costrinse a farsi ricoverare a Londra, dove, nonostante le cure, morì il 12 gennaio 1932, prima del suo ventiduesimo compleanno.
Ecco la sua partita (Praga 1931) contro il futuro campione francese Aristide Gromer.

 
avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


7 Commenti a Meteore

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    Enrico Cecchelli 9 Agosto 2015 at 10:15

    Grande Paolo!

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    Jas Fasola 9 Agosto 2015 at 10:37

    e che dire di Manfred Mannke (1935-1962), vincitore del torneo Challengers di Hastings 1961/1962 (davanti a Marovic e Velimirovic) che morì in un incidente stradale pochi mesi dopo? Di quel torneo non è rimasto nemmeno il bollettino (esiste un sito della Federazione inglese per la ricerca di partite e risultati dei tornei da cui risulta ancora introvabile). Nemmeno una sua partita di quel torneo è rimasta 🙁 ne parlavo qualche mese fa con suo figlio, nato due mesi dopo la morte del padre.

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    Luca Monti 9 Agosto 2015 at 11:33

    Che fortuna che il cielo degli scacchi sia illuminato da tutte queste meteore. Come dimenticare Carlos Torre? A voler guardare anche Paul Morphi fu luminosissima meteora che si consumò veloce veloce,lasciando però tracce ovunque e per sempre.Saluto con affetto Enrico Cecchelli che non leggevo da tanto tempo.

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    fabrizio 9 Agosto 2015 at 14:38

    Sempre grazie a Paolo per le perle che ci regala!

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    Enrico Cecchelli 9 Agosto 2015 at 21:17

    Ricambio i saluti di Luca Monti….. La redazione sta “covando” un mio articolo da parecchio tempo…. Spero anch’io di leggerlo presto!

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    Giancarlo Castiglioni 9 Agosto 2015 at 22:38

    Nel suo piccolo anche Milano ha avuto una meteora che vorrei ricordare: Andrea Rugiadini.
    Fu campione italiano dei giovani nel 1961 e fece parte della squadra italiana nel Campionato Mondiale Universitario nel 1964 che ottenne un buon risultato in un periodo in cui le squadre italiane all’estero navigavano costantemente nelle ultime posizioni.
    Credo che dopo quel torneo non abbia più giocato.
    Io lo vidi una volta sola un pomeriggio alla Scacchistica in via Tadino, credo fosse nel 1967; il suo arrivo venne festeggiato dai giovani di allora, c’erano Capece, De Cristofano e qualche altro di cui non ricordo il nome.
    Giocò una partita con ciascuno di noi e le vinse tutte con sicurezza, aumentando gradualmente il suo vantaggio senza correre il minimo rischio.
    Il suo commento alla fine fu “Ma allora da quando me ne sono andato non avete proprio imparato niente!”.

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    Mongo 11 Agosto 2015 at 00:18

    Formidabile!! 😉

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