La foto di Ulhmann e Kortchnoj l’un di fronte all’altro armati di …scacchiera e scacchi che Mongo ha inserito il 16 febbraio tra i commenti al mio ricordo in memoria di Enrico Paoli ha risvegliato in me la nostalgia di un passato e di episodi nemmeno tanto remoti .
Confesso – tra parentesi – di aver provato sconcerto e anche tristezza nel vedere in fotografia il terribile Victor sulla sedia a rotelle in quell’aspetto così defadato… sarà mica un fotomontaggio! Ma torniamo ai ricordi se può interessare.
A fine settembre del 2004 mi giunse una telefonata dalla FSI.
Una voce femminile mi chiedeva se ero disposto a far parte della squadra italiana seniores che si accingeva a partire per l’Isola di Man -destinazione Port Erin- per giocare il I° Campionato Mondiale Seniores a Squadre dal 4 al 13 ottobre.
Naturalmente risposi di si, lusingato per l’attenzione riservatami.
Appuntamento alla Malpensa dove salimmo su un aereo della Britisch io, Barlocco, Gardi, Profaizer e il capitano della squadra Maestro Fide Antonio Rosino.
Dopo un ottimo viaggio e scalo a Manchester, un altro aereo ci portò a destinazione e, all’atterraggio, trovammo ad attenderci due scacchisti locali che con un pulmino ci portarono in un rinomato albergo ove si sarebbe anche giocato il Campionato.
All’ingresso un ringhioso bull-dog stava accucciato ai piedi del direttore dell’Hotel il quale -indicandolo- disse: the boss! suscitando commenti divertenti da parte nostra.
L’oceano atlantico a vista-camera, gonfio e nero, richiamava in noi nostalgia del nostro mediterraneo caldo ed accogliente.
Una vasta spiaggia prospiciente l’albergo era percorsa da un forte vento gelido e da qualche turista rigorosamente british quanto ad abbigliamento.
A fronte a noi, lontana ed invisibile, l’Irlanda.
Alle nostre spalle, le colline abitate da numerose greggi di pecore allo stato brado, ciascuna recante sul dorso una pennellata di colore che – mi dissero – serviva ad identificare chi ne fosse il proprietario.
Per il resto, al pascolo, erano lasciate libere giorno e notte.
In cielo, volavano gabbiani che,quanto a dimensioni, sembravano aquile.
E insomma una natura esorbitante, anche bella ma fredda.
Niente palazzi o case a diversi piani che io ricordi: tutte case a un piano con prati rigorosamente tosati e una montagnola molto ben curata, che -ci dissero- fu eretta artificialmente in tempi remoti a testimonianza dell’unità degli abitanti dell’isola, nel senso che è formata di terra proveniente da ciascun centro abitato di essa a simboleggiare un unico afflato e un’ unità di intenti e di interessi di tutti gli abitanti dell’isola.
Isola che -ci dissero- appartiene alla Corona d’Inghilterra e che ha -tra altre prerogative- facoltà di “battere” moneta propria equiparata alla sterlina.
Il pubblico interesse -almeno una volta all’anno- è “dibattuto” simbolicamente da delegati dei vari centri abitati dell’isola che si riuniscono all’uopo ai piedi della collina.
Ma torniamo agli scacchi:
12 le squadre al via tra le quali: Israele, Germania, Svizzera, due squadre inglesi, una britannica, Australia, Essex, Sud Africa, …presenti sette G.M., tre M.I., cinque MF. e giocatori di primissimo piano sullo scenario mondiale, quali Tseitlin (campione europeo seniores 2004), Klundt, Malich, Kraidman, Murey (campione europeo seniores 2003), Hetch e naturalmente i due mostri sacri Korchnoi e Uhlmann.
C’era di che impensierirsi e invocare lo stellone italiano affinchè ne uscissimo in modo da non sfigurare. E comunque, ormai eravamo in ballo e… ballammo.
Il primo turno fu facile per noi: superammo la squadra locale per 3 e mezzo su 4, ma al secondo turno ci toccò Israele (che poi vinse meritatamente il campionato) e subimmo la sconfitta per 3,5 a 0,5. L’unica patta la ottenne il campione italiano seniores in carica all’epoca, Gardi.
Ma prima di proseguire nel rendiconto scacchistico, mi piace ricordare qualche episodio di vita vissuta in comune in quei giorni eccezionali.
A noi italiani si parò subito il problema del pasto di mezzodì. Lì non usa pranzare.
Il trattamento alberghiero prevedeva la colazione al mattino e poi la cena.
Un bel problema per noi che però risolvemmo al bar con abbondanti sandwich infarciti di tonno, formaggi e verdure. Il conto extra lo pagò tutto Gardi confidando di essere rimborsato dalla Federazione una volta tornati in Italia, cosa che -mi disse- avvenne.
Lo stare assieme, in comunanza d’albergo, ci portava fatalmente a incrociare -e ossequiare- i mostri sacri coi quali avevamo a che fare.
In particolare ricordo Korchnoj che usciva immancabilmente la mattina per la quotidiana passeggiata, infagottato nel suo cappotto e sciarpa e con il cappello a larghe falde che manteneva ben calcato in capo con una mano nel timore che il vento -sempre forte- glielo facesse volare via.
Al suo apparire nella hall noi italiani, e in particolare Barlocco, ci alzavamo in piedi per salutarlo e pronunciare qualche frase di circostanza. Lui rispondeva con quel suo fare beffardo e insieme cortese, non privo di una punta di malizia, come a dire che ci aveva in simpatia noi italiani… però lui era… Lui.
Era saldo sulle gambe e vigoroso, allora…
Una mattina, al consueto suo apparire nella hall, solita reverenza da parte nostra e lui, di rimando, ci porse due suoi libri (trenta partite col bianco; trenta col nero, se la memoria non mi falla) con dedica alla squadra italiana.
Vi lascio immaginare le esclamazioni di soddisfazione, specie di Barlocco, che il terribile Victor pareva avere in simpatia, per il graditissimo dono.
L’altro, quello di fronte a lui nella foto -parlo di Ulhmann- dava l’impressione di essere inavvicinabile e i suoi compagni di squadra oltre che riverirlo, sembrava quasi gli stendessero – in particolare Hecht- un …cordone sanitario attorno per proteggerlo dai comuni mortali.
E qui riprendo il filo del rendiconto scacchistico…
Al terzo turno ci capitò altro match proibitivo: la Germania e in prima scacchiera ovviamente Ulhmann contro il quale Rosino, superandosi, ottenne una faticosissima patta, evitandoci un cappotto.
Al quarto turno pareggiammo contro l’Australia; al quinto turno la squadra Elvetica pur senza Korchnoj volato via per partecipare alle Olimpiadi di Calvia, perse di misura contro Israele.
Al quinto turno noi vincemmo contro la squadra ultima in classifica e al sesto turno ci toccò la Svizzera, orfana di Korchnoj in un incontro che, sulla carta, ci vedeva nettamente sfavoriti. Invece vincemmo meritatamente di misura.
Al 7 turno nuovo successo dei nostri colori per 3 a 1 sulla Gran Bretagna 3.
L’8 e ultimo turno lo giocammo contro l’Essex prevalendo per 3,5 a 0,5 e superando in classifica, grazie al miglior punteggio di squadra, l’Inghilterra 1.
Giungendo quarti in classifica, ci toccarono in premio 50 sterline a testa, che conservo ancora nel cassetto a ricordo.
Miglior risultato di scacchiera di noi italiani, Barlocco con 5,5 su 8; seguito da Rosino 5 su 8; Pipitone 3,5 su 6; Gardi 3 su 6 Profaizer 2 su 4.
Prima del commiato, chiesi all’organizzatore se la manifestazione si sarebbe ripetuta in avvenire.
Mi rispose con il gesto simbolico di chi si taglia la gola facendomi così intendere che lo sponsor non aveva avuto ritorno adeguato e quindi non se ne parlava proprio…
L’aereo per il ritorno a casa fece scalo a Londra e nell’attesa della coincidenza per Milano, curiosammo nei negozi dell’aeroporto constatando prezzi da brividi rispetto i nostri per cui se tanto mi dà tanto quando sento dire che i nostri giovani che emigrano in Inghilterra trovano subito lavoro a 1300 -o giù di lì- sterline al mese , quasi fosse l’Eldorado, penso proprio che invece conducano vita grama a sopravvivere con quei prezzi… Ma posso -e spero- di sbagliarmi…
Sempre forte il Maestro Pipitone 😛
Dallo stile charo, semplice…inconfondibile 😉
The Isle of Man è stato un mio “sogno” di giovinezza… ❗ ❓
Complimenti Maestro
E…. sempre in gamba 😆
Chiaro
Grazie, mi fa piacere che apprezziate questi miei ricordi. Pipitone
Un’altra bella pagina di ricordi e storia del nostro gioco che non conoscevamo! Complimenti!
Grazie anche a Lei ! Antonio
Un grazie ancora a Pipitone e una stretta al cuore per la foto di Kortchnoj.
Davvero bello .
Anche a me fa molta pena vedere il terribile ridotto in sedia a rotelle
Ma è un uomo che la vita sicuramente la ha vissuta fino in fondo
e continuerà cosi’ fino all’ultimo dei suoi minuti .
Penso una vita felice
la mia stima per lui è sterminata.
PS : recentemente ho letto una inervista al GM Nick de Firmian ( di qualche anno fa comunque). Alla domanda come le sarebe paciuto invecchiare Nick rispose ” come Vitkor Kornhnoy “
Anche io farei carte false per diventare come Korchnoj! La carrozzina già ce l’ho… E’ il resto che mi manca… 😉
caro Mongo
certo che ci manca come a tutto il rest dell’umanità ( tranne che a una decina di eletti) la classe scacchistica di Viktor
Ma noi abbiamo una ” fede” non solo negli scacchi .
una delle cose piu’ preziose che ho è una bella dedica da lui fattami sulla sua autobiografia
I suoi giudizi sui suoi colleghi a volte sono come una mannaia
Non li amava e non ne era riamato .
Mi ricordo di una cosa di lui .
Incontro del campionato svizzero a squadre con Michele Godena ( con il Nero)
Michele gioca meglio , guadagna una qualità che Viktor compensa in parte con un cavallo in f5
La partita dopo alterne vicende finisce patta
e qui comincia il ” bello”
L’analisi .
A un certo momento la moglie Petra lo deve sollevare letteralmente di peso dalla scacchiera per non perdere l’ultimo treno della notte ( si giocava a Mendrisio)per far ritorno alla base .
Amore per gli scacchi allo stato puro .
un abbraccio
tuo Fuser
La partita 😉
http://chesstempo.com/gamedb/game/557743
che satanasso che sei Jas !
Il cavallo era in d5 …..la mia memoria se ne sta andando 🙁
44. Cf5 😉
uff … vero
ricordo proprio come Viktor picchiettava sulla testa del Cf5 per rimarcarne la forza .
Meno male
avevo già preso un appuntamento da un uno specialista di cui parlano molto
il prof Alzheimer ….
Una vita straordinaria certamente: quanto felice,non so. Ma è certo che rimarrà sempre il suo ricordo tra gli scacchisti. E che ricordo !
Gentile Maestro Pipitone
Non so chi abbia scritto che non c’è uomo piu’ felice di colui che puo’ trasformare in lavoro l’amore , la passione della propria vita .
E’ quelo che ha fatto Viktor
E per ” felicità” intendo anche il suo coraggio e la sua libertà .
certo passo’ momenti anche molto molto difficili .
ma la sua è ancora una vita piena
potrebbe dire , come Pablo Neruda ” confesso che ho vissuto”
Qualcuno potrebbe smentirlo ?
un caro saluto e ancora grazie per questi bellissimiricordi che ci regala da Parma , una delle città che piu’ amo ( PS che tristezza vedere finire cosi’ il Parma Calcio , una bellissima storia del calcio inizio anni 90 , paragonabile forse solo a quella del Verona delo scudetto)
Giuste osservazioni su Victor.-
Cambiando argomento, Anche a noi scacchisti di Parma fa tristezza assistere alla fine ingloriosa del Parma calcio. Ma il marciume – secondo me – è ben più profondo e vasto e viene da lontano , perchè se fosse un caso isolato il bubbone scoppiava molto tempo prima.
Non vorrei fosse l’inizio di una serie….troppi soldi in ballo e troppe figure losche…..spero di sbagliarmi….Pipitone
D’accordissimo con te , Alfredo.
C e´ una somiglianza tra gli emigrati che ci accumuna ,
anch io sono molto contento di essermene andato dall Italia!
Nella sua autobiografia Kornoj ricorda un altro dissidente
che aveva presentato domanda per espatriare che a un certo
punto disse all impiegato sovietico : Se volete , io sono
pronto a partire , immediatamente ! In questo stesso momento
cioe´ . L italia non e´ poi tanto diversa dalla vecchia URSS!
Bello ! Mi e´ piaciuto moltissimo , l Ambiente e l atmosfera!
Da raccontare ai nipoti alla fiamma del caminetto. Esperienze che appagano. Grazie.
Grazie Maestro