Nelle ore più tarde del pomeriggio i giocatori “seri” si dileguavano, muovendosi verso altre occupazioni o richiamati dallo struscio serale, e venivano progressivamente soppiantati da altre figure. I nuovi arrivati erano creature umbratili, per lo più anziani che ingannavano qualche ora prima di cena. Con la loro presenza il circolo si trasformava in uno spazio liminale, in cui gli scacchi giocavano un ruolo in un certo senso accessorio. Diventava il regno degli “sburlalegna”. Chi erano costoro? Lo spiegava con elegante battuta Xavielly Tartakower: “alcuni giocano agli scacchi, altri giocano con gli scacchi…”. Ed erano appunto questi frequentatori serali i woodpusher (perfetta traduzione inglese del dialetto parmigiano), giocatori non-giocatori che a volte tiravano i pezzi più che spostarli. Avevano strani soprannomi: Il “Barba” di cui ha già ben parlato Antonio Pipitone, il “Due per cento”, così chiamato perché gli mancavano le due prime falangi dei pollici (la leggenda voleva che fosse stato torturato dai tedeschi durante la guerra), il “Dollarino”, il “Finto”. Si impegnavano in partite folli, interminabili, accompagnate da urla e versacci, da sfottò antichi e rituali, da canzoncine beffarde. I pezzi venivano sbattuti con forza, roteavano sulla scacchiera, a volte rimanevano acquattati ai bordi del tavolino anche dopo essere stati mangiati, per ricomparire inopinatamente in gioco, risospinti nelle caselle da un gomito furtivo o dal lembo della giacca di qualche spettatore malaccorto. C’era chi, tra una partita e l’altra, pretendeva di imparare a memoria l’elenco telefonico per andare a Rischiatutto, e chi quando si sentiva vicino alla vittoria intonava: “e quando all’alba parte il marinaio…”. Uno degli sburlalegna era perennemente scosso da un tic incontrollabile, e qualunque mossa facesse l’avversario si stringeva nelle spalle ed esclamava: “non m’interessa…non m’interessa!”. Alcuni avevano o avevano avuto anche una certa capacità come giocatori, come era il caso del “Finto”. Il nomignolo gli derivava da un pizzico di strabismo, che faceva sì che sembrava guardar sempre dalla parte opposta a quella in cui stava portando una minaccia. A volte ci giocavo, in mancanza di altri avversari, o per fare ancora una partita prima di rientrare a casa. Il “Finto” era un giocatore snervante, del tutto ignaro di aperture, prediligeva impianti simmetrici e posizioni in cui i pedoni bloccavano completamente sia il centro che le ali. Ma bisognava stare attenti, aveva una capacità diabolica di sfruttare piccoli vantaggi, sapeva conservare il pedoncino che l’avversario aveva incautamente sacrificato per sbloccare la partita. Se vinceva contro un giocatore in qualche modo titolato, non mancava perfidamente di fare notare che lui era inclassificato, o forse “prima sociale”. I mostri del Rapid a noi frequentatori più giovani facevano una certa impressione, ne ridevamo, ma con un pizzico di inquietudine, come temessimo di poter divenire noi pure un giorno egualmente senili o semifolli. Però facevamo nostre le loro interiezioni ed espressioni, anche noi ripetevamo “non m’interessa, non m’interessa!” stringendoci nelle spalle, o intonavamo pazzamente “e quando all’alba parte il marinaio”.
In fondo gli sburlalegna si divertivano, e c’era in loro qualcosa di infantile e giocoso che ci piaceva. Con la loro presenza si schiudeva un piccolo spazio di follia e di libertà che non potevamo non riconoscere anche nostro.
Agostino… ebbene sì, sono Enrico, alias Rick. Sono capitato per caso in questo sito e ho letto con estremo interesse il racconto “Gli scacchi a Parma” del Maestro Pipitone (uno degli ultimi commenti in calce a quel lungo, vivissimo excursus è una raffica di miei ricordi-ci sei anche tu !- di quel periodo se non aureo almeno argenteo della mia gioventù) e ora i tuoi due scritti. Tu e Carioli per me eravate dei maghi della scacchiera e per di più “non ve la tiravate”. Attendo altri ricordi, i miei finiscono poco dopo il match Parma-La Spezia (devo anche aver lasciato un conticino in sospeso al bar del Rapid, toasts farciti e qualche aranciata…. Ciao, con l’esclamazione di un comune conoscente: “Aaaa Pètri, ti mangio un pèdon”
Rick
Che piacere sentirti Enrico! replicherò con gli aurei versi che tu ben conosci: “cadesti trafittho…i nemici gridarono: vittho!”
Mi è venuto il magone… Il Circolo Scacchistico Bolognese di via Foscherari era un altro bestiario degno di nota che mi piace ricordare, anche perchè rievoca i miei trent’anni di età.
Walter Melloni, alla disperata ricerca della promozione alla Seconda Sociale, Battistini, che giocava rigorosamente SENZA orologio e che teneva i pezzi catturati all’avversario nella manona sinistra, Golinelli, il cui onor del mento celava impenetrabili segreti biologici, Cerioli (ciao!) lampista cronico così come Borgato, apparso per un breve periodo e che quando catturava un pezzo lo asportava gridando: “Borghen!”, Schirato con le sue improbabili camicie che parevano appena uscite dal palcoscenico della “Traviata”, il quintale e mezzo di Rava, buon giocatore di scacchi ed ottimo di bridge, romagnolo come me, che fu ospite a casa mia in occasione di Italia-Germania 4 a 3 e che, al gol di Rivera, pestò il pavimento con tale furia fa far tremare l’intera palazzina (forse trema ancora….
Il biondo ed imperturbabile Paolo Sartori, ottimo CM, Piero Balletti, detto il “bel giocatorino” (se lo sottovalutavi erano cavoli amari…, il professor DiPietro che, nel corso dei “lampo” ogni prorompeva in uno stentoreo: “Mi balla un occhio!”, preavviso dell’imminente sconfitta dell’avversario, l’ineffabile professor Calabria (detto “Calabrone” che si aggirava da una scacchiera all’altra spargendo cenere sulle suddette e dispensando consigli non richiesti, Renato Cappello e Daniele Taruffi, l’anziano Maestro Venni, i due Maestri “istituzionali” Tamburini e Palmiotto, i misteriosi problemisti Mezzetti e Bonivento, Graziano Masi (ciao!), altro giocatore da prendersi con le pinze, e poi Cavallini, Taruffi senior, l’allora giovanissimo Ileano Bonfà, Giorgio Pulda… e adesso basta, mi è proprio venuto il magone.
Natalia Pogonina – Mariya Muzychuk è la finale del mondiale femminile. La vincitrice poi verrà sfidata dalla Hou Yifan.
La mia profezia NON si è avverata al 100 %!
Quando a 13/14 anni mi presentai timidamente alla Buca di Bologna con i pantaloncini corti d’ordinanza, il barista con stile british mi fece notare che “cinno, a n’è megga l’asil quast” facendomi arrossire fino alle scarpe. fui salvato dal presidente Vecchi che sentenziò la liceità del mio ingresso per giocare a scacchi. Divenni presto una promessa…e lo sono tuttora, perché come Paolo non metto limiti alla D.P. (Paolo, sto leggendo un libro sui proletari ravennati di fine ‘800 “Il sole dell’avvenire”. E’ vero che tirate moccoli “da fare impallidire il diavolo”?. Ah, dimenticavo: il magone mi fa venire fame e soprattutto sete. Ciao
Caro Graziano, grazie per il ricordo dell’indimenticabile Buca. I proletari ravennati dell’Ottocento, a quanto mi risulta. erano ferocemente antimonarchici, fedeli al Credo mazziniano (“socialisti” o “repubblicani” non importa). Hai qualcosa (spero) da aggiungere ai miei ricordi? Grazie.
ciao amici !
il termine ” cinno” mi ha fatto venire in mente ilmeraviglioso Bar Sport di Stefano Beni ( che io considero uno dei piu’ grandi scrittori italiani)
In un un passo di questo libro ” cult” ) Stefano Benni descrive quelle che devono esere le caratteristiche del ” cinno” ( nel caso era il ” ragazzo di bottega del ” bar Sport” )
Agli amici e in particolare agli ” storici” del sito segnalo quanto segue
Sul sito wwww.chessgames. com oggi,primo aprile , è stato pubblilicata come problema del giorno la posizione finale ( prima di Dh7) della partita Romi – Stalda del CIA del 1954 ( vinto da Castaldi se non vado errato)
la soluzione lascia un po’ dubbiosi e molti sospettano che sia un pesce d’aprile .
La sequenza di mosse è corretta ? L’abbandono del N. è giustificato o è uno di quei casi di abbandoni non giustificati ( ne conosco almeno una decina )
Partita comunque interessante
http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1340122
in un libro di Evans (10 most common chess mistakes) trovi la partita e la giustificazione di Tarrasch (sacrificial shock). Cerca se vuoi su google:
romi staldi chess
ultra – saranasso ❗
A proposito di Italia Germania 4-3 , non ne avevano fatto un film,
come posso trovarlo ?
…e pensare che Schnellinger realizzò il gol del pareggio per puro caso.Era ormai finita la partita e il tedesco pensò bene di dirigersi verso gli spogliatoi situati nei pressi della porta difesa da Albertosi.Una Italia bruttissima e catenacciara( difendersi indietreggiando…un obbrobrio tecnico-tattico che,con una sola eccezione, domina ancor oggi i sistemi di gioco del Campionato Italiano!) illuminata dal solo Domenghini il vero fuoriclasse di quella “squadraccia”.Una partita da dimenticare!…P.S.Italia-Germania 4-3 mi ricorda Spasskij vs Fischer del’72.Tanto pathos(pure troppo)ma poca sostanza. 😉
Si’ il film è piuttosto bello e penso tu lo possa trovare in un qualsidiastoe
bravissima Nancy Brilli.
I primo 90 minuti d Italia Germaniafurono in ffetti di rara brutteza .
nel match del 72 almeno a la 6 , la 10, l’ 11 e la 13 partita sono pero’ di assoluto livello.
la 6 poi un capolavoro assoluto ( la prima volta in cui Boby gioco’ ufficialmente un gambetto di donna)
Ho visto un reportage sul recente torneo di Reykiavik con la visita di Magnus Calsen ( al torneo giocava il padre)
Ecco la tomba di Bobby Fischer era li’ a meno di un ‘ora
Poteva benissimo andare a rendere omaggio a Bobby come ha fatto Kasparov
Non lo ha fatto Magnus .
Per me un grande giocatore ma un piccolo campione
va be´: lasciamo perdere.
Scusa a cosa ti riferisci ?
al mio giudizio su Carslen ?
è un mio giudizio personalissimo .
non metto in dubbio il giocatore , ci mancherebbe
Io per andare a rendere omaggio a Bobby ho preso le ferie , sono andato a Reykiavik , preso un pullman e fatto km a piedi contro un freddo gelido che tagliava la pelle della faccia .
il reportage del mio viaggio lo puoi trovare qui , sulle pagine di tutto scacchi o su youtube
saro’ faro forse idealista , non so ….
semplicemente mi sarebbe piaciuto vedere quel gesto .
comunque il film Italia Germania 4- 3 è un film che vale sicuramente l pena di vedere
a Michele
ecco il mio omaggio a Bobby .
se cerchi su youtube c’è anche quello di kasparov ( la differenza è che i km che separano la faermata dell’autobus al piccolo cimitero io li ho fatti a piedi . Lui in limousine)
Ripeto sarebbe stato un gesto di rispetto per quello che è un suo ” great predecessor” .
Tutto qui
aborro ( come diceva Mughini) il culto dei morti , nontiro in ballo Foscolo o altro
.sarebbe stato solo un gesto significativo
Vedo che non mi sono spiegato .
Non volevo dire dell atto mancato (chiamamolo cosi´
con un espressione della psicoanalisi , di fatto
non essere andato alla Tomba di Bobby e´ un atto
mancato ) di Carlsen , per quello sono d accordo
con te , lo squalifica moralmente .
Volevo dire come reperire Italia Germania 4-3 ,
forse hai dimenticato che non vivo in italia ,
ma era solo una distrazione : non ha piu´ importanza.
ciao, Michele.
i suplementar furono cosi’ per un semplice motivo
si infortunò Roberto Rosato ( che all’inizio del torneo doveva essere la riserva di Comunardo Niccolai!)
Rosato aveva letteralmente cancellato Gerd Muller che io ritengo , con Pablito Rossi, il piu’ grande predatore d’area di rigore .
Subentro’ Poletti e Gerd Muller torno’ a essere Gerd Muller .
Ma anche i gol dei supplementari furono dovuti piu’ a marchiani errori che ad altro
Rivera sulla linea non intercetto’ un colpo di testa di Seeler.
Ma Gianni Rivera era Gianni Rivera
un minuto dopo poteva esserci solo lui a seguire nel punto esatto al centimetro l’azione insistita di Bonimba sulla sinistra , con una splendida finta di corpo spiazzare Meier e mettere in porta di piatto .
E li’ nacque la leggenda di Italia Germania 4 a 3
A dir la verità il gol di Riva fu molto bello
ma fu l’unico momento in tutto il mondiale in cui Gigi Riva si ricordò di essere ” rombo di tuono “
Rivera disse che per cancellare la vergognosa figura da lui fatta sul goal del 3 – 3, voleva andare, partendo da centrocampo, nella porta avversaria con il pallone tra i piedi, ma non ci riuscì perchè era marcato ed allora passò la palla a Bonimba che poi chiuse il ‘triangolo’ consentendo al nostro golden-boy di calciare quasi un rigore.
Davvero Mr Autogoal (Nicolai) era titolare in quella nazionale? Eh si, Valcareggi ne fece di grosse cappelle in quel mondiale e nel successivo!!!
…”la prima volta in cui Bobby gioco’ ufficialmente un gambetto di donna”…il repertorio di Bobby è suddivisibile in 3 periodi:1955-1962(Early years),1963-1969 (Middle years),1970-72 (On the Road to the World Championship).In quest’ultimo periodo Fischer ampliò il suo repertorio come Bianco giocando occasionalmente l’English(1.c4),la Nimzowitsch/Larsen Attack(1.b3),e il Queen’s Gambit solitamente con trasposizione all’Inglese.I riferimenti sono:Fischer-Tukmakov(19-7-70 Buenos Aires,1.b3,1-0),Fischer-Filip(13-11-70 Palma de Mallorca,1.b3,1-0),Fischer-Polugaevsky(23-11-70 Palma de Mallorca,1.c4 Nf6 2.g3,[1/2-1/2] uno dei rari esempi di un set up Reti giocato da Bobby),Fischer-Mecking(8-12-70 Palma de Mallorca,1.b3,1-0),Fischer-Panno(12-12-70 Palma de Mallorca,Inglese 1.c4)…insomma aveva pianificato tutto e nulla venne lasciato al caso 😉 ….P.S. vado a memoria prego verificare i riferimenti…P.P.S. studi statistici dettagliati riportano un livello non proprio eccelso di quel match(in relazione ai precedenti, ovviamente).
i riferimenti sono correttissimi
non considererei pero’ la Fischer Panno visto il sudore che Bobby dovette versare .
si puo’ aggiungere una partita iniziata con 1) b3 contro un giovanissimo Ulf Andersson ma fu una partita di esibizione anche se il piano escogitato da Bobby ( Tg1 e spinta in g4 ( fu di estremo interesse)
per quanto riguarda il mondiale del 70 concordo in parte su Domenghini
A mio avviso non era un fuoriclasse ma in quel mondiale fu con Rosato ( e forse il libero Cera) il migliore .
L’ Italia avrebbe avuto solo una microscopica possibilità in finale se nel secondo tempo avesse utilizzato la famosa ( obbrobriosa tecnicamente) staffetta) mazzola – Rivera
Rivera ( Pallone d’ Oro in carica) non godeva pero’ di molte simpatie ( il primo suo avversario fu il per altri versi a me amato Gianni Brera) ) e Valcareggi non trovo’ di meglio che dare un colpo un cerchio e uno alla botte con la staffetta
Ma in finale vi rinucio riservando a uno dei piu’ grandi giocatori italiani di sempre gli obbrobriosi ultimi 6 minuti .