Continuando per Vienna…

Scritto da:  | 26 Settembre 2015 | 5 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri
Vienna e dintorni 8
Siamo giunti alla generazione di scacchisti nati nel grande Impero Austro-Ungarico, generazione che attinse a piene mani, sulla teoria delle aperture, allo Handbuch di Bilguer e Lasa.
Leopold Lowy JrI Löwy (padre, nato nel 1840, e figlio, nato nel 1871, entrambi di nome Leopold) non si distinsero come grandi giocatori. Nati a Vienna e di origine ebraica, conseguirono alcuni dignitosi piazzamenti in tornei della seconda metà del secolo, e svolsero analisi su quello che viene chiamato Gambetto Löwy nel Gambetto di Re rifiutato (1. e4 e5  2. f4 Ac5  3. Cf3 d6  4. b4), una variante che ebbe scarsa fortuna ma che testimonia il fatto che le ricerche, anche le più singolari, non cessavano di prosperare.
Molto più interessante è la figura di Johann Nepomuk Berger, nato a Graz l’ 11 aprile 1845. A venticinque anni emerse dalla massa di giocatori danubiani vincendo il primo torneo austro-ungarico tenutosi nella sua città natale, e nel ’75, sempre a Graz, battè in match Alexander Wittek, giocatore del quale sarà doveroso parlare in seguito.
Era molto interessato all’elaborazione di una teoria sistematica dei finali e questo lo portò alla composizione di un centinaio di studi di estremo valore didattico. Il suo stile di gioco, pur corrispondendo all’epoca, era teso ad assicurarsi un finale quanto meno favorevole, e svolgeva linee tattiche che potremmo definire “geometriche”.
Johann BergerNel 1880, sempre a Graz, ebbe luogo un torneo vinto da Adolf Schwarz, e Berger fu quinto, mentre l’anno seguente, a Berlino, si piazzò a metà classifica, pattando tuttavia con lo stravincitore Blackburne e col secondo classificato Zukertort. Nel 1883 a Norimberga fu quarto in un campo di concorrenti decisamente formidabile, e nel 1885, ad Amburgo, terminò a metà classifica, pur vantando una vittoria contro il vincitore Gunsberg ma collezionando una serie di ben 14 patte. Nel 1887 a Francoforte terminò al quinto posto nel torneo che allineava ai nastri di partenza giocatori di fama internazionale; anche in questa occasione le 12 patte, pur confermando la sua solidità e la sua profonda conoscenza dei finali, gli preclusero i gradini più alti del podio. Due anni dopo, a Breslavia, chiuse col 50 %, nel ’90 a Graz fu quarto e nel ’94 a Lipsia giunse ottavo nel torneo vinto dall’emergente Tarrasch.
Aveva cinquant’anni, ma la sua voglia di scandagliare a fondo i segreti dei finali non si esauriva. Nel 1890 aveva pubblicato il suo Teoria e pratica dei finali e dal 1889 al 1892 aveva partecipato al torneo per corrispondenza indetto dal parigino Monde Illustré, vincendolo col clamoroso risultato di 45 vittorie, tre patte e nessuna sconfitta. Collaborò per anni alla Deutsche Schachzeitung, contribuì alla creazione del sistema Sonneborn-Berger, e non abbandonò il gioco a tavolino. Dopo una patta in match contro Lipke (Eisenach 1896), si presentò al torneo di Colonia del ’98 con un onorevole ottavo posto, ed a Monaco nel 1900 fu settimo. Dopo un sesto posto nel 1904 a Coburgo, allo scoccare dei sessant’anni partecipò al torneo di Barmen, dove chiuse con 8 su 15 ma con vittorie contro Janowski, Marshall, Schlechter e Cigorin, subendo tuttavia inopinate sconfitte da giocatori finiti nella parte bassa della classifica.
L’età incominciava a farsi sentire, ma nel 1907, a Vienna, Berger fu tuttavia settimo col 50 % dei punti, battendo Maròczy e Schlechter e pattando con Duras e Tartakower, ma quello stesso anno, a Carlsbad, non andò più in là di un 7 1/2 su 20, e l’anno seguente, a Vienna, totalizzò 7 su 19, togliendosi comunque la soddisfazione di battere il primo classificato Maròczy. Fu la sua ultima apparizione in campo internazionale. Nel 1914 pubblicò Problemi, studi e partite, e nel ’22 aggiornò la sua opera sui finali, che per decenni rimase una pietra miliare in materia. Morì il 17 ottobre del 1933.
Vienna e dintorni 6I fratelli Fleissig (Max, nato nel 1845 e Bernhard, nato otto anni dopo, ungheresi) non ebbero grandi presenze in campo agonistico, ma lasciarono qualche traccia sul cammino della teoria. Max (Miksa) fu settimo a Vienna nel 1873, con una vittoria su Blackburne, una vittoria ed una patta con Anderssen e due patte con Steinitz, e propose il suo Gambetto nella Siciliana (1. e4 c5  2. d4 c:D4  3. c3). Il fratello minore, Bernhard (Bernàt), dopo un ultimo posto a Vienna nel 1882, fu secondo in un torneo minore sempre a Vienna (il fratello fu quarto) lo stesso anno, e fu secondo ex aequo con Bauer a Vienna nel 1890. Anch’egli lasciò una sua variante nella Scozzese (1. e4 e5  2. Cf3 Cc6  3. d4 e:D4  4. C:D4 Ac5  5. Ae3 Df6  6. c3 Cge7  7. Cc2).
Anche Hugo Faehndrich, ungherese, nato nel 1851, e viennese di adozione, contribuì alla diffusione delle ricerche teoriche, assieme a Kaufmann e Schlechter. Giocò quasi unicamente in tornei locali della capitale, e nel 1898 fu direttore del torneo dedicato al giubileo del kaiser; quello stesso anno fece rivivere la Wiener Schachzeitung in collaborazione con Halprin e Marco.
Il moravo Oscar Gelbfuhs, nato nel 1852 e morto a soli venticinque anni, contribuì al perfezionamento del sistema Sonneborn-Berger ed ebbe una sola presenza in campo europeo, col penultimo posto a Vienna nel 1873.
Vincenz (Vincenc) Hruby, boemo, nacque in un villaggio dell’odierna Repubblica Ceca il 9 settembre 1856. Insegnante, fu assegnato ad una scuola triestina, e partecipò a qualche torneo di un certo rilievo: undicesimo a Vienna nel 1882, con vittorie su Steinitz, Mason e Blackburne, quello stesso anno vinse il Campionato cittadino viennese e battè Englisch in match. Nel 1883 fu decimo a Norimberga col 50 % dei punti e nel 1891 battè Albin in match. Morì a Trieste il 16 luglio del 1917, in pieno conflitto mondiale.
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Personaggio singolare quello del rumeno Adolf Albin, nato a Bucarest il 14 settembre del 1848. La famiglia, benestante, aveva antenati tedeschi che, dopo qualche decennio trascorso in Ucraina, si erano defintivamente trasferiti nella capitale rumena. Adolf studiò a Vienna e, tornato in Romania, avviò un’attività come editore, avendo come socio il barone Stroussberg, che all’epoca era soprannominato “il re delle ferrovie” e per il quale fungeva anche da traduttore.
Adolf AlbinNel 1872 Albin, che aveva iniziato ad interessarsi di scacchi verso i vent’anni di età, pubblicò il primo trattato scacchistico in lingua rumena, ma nel 1875 il tracollo finanziario del barone lo costrinse a trasferirsi a Vienna con la moglie ed i tre figli nati nel frattempo. Frequentando i circoli della capitale fece progressi nel gioco e la sua prima apparizione a livello magistrale avvenne nel 1890 al torneo viennese indetto in memoria di Kolisch; fu penultimo, ma la faccenda non lo scoraggiò. Due anni dopo si iscrisse al torneo di Dresda e finì a metà classifica, battendo tuttavia il vincitore Tarrasch, Winawer e Mason. Nel ’93 era a New York, dove con un 8 1/2 su 13 si piazzò secondo, alle spalle dell’inarrivabile Lasker che concluse con un formidabile 13 su 13. In questo torneo, nella partita contro Lasker, giocò il Controgambetto che dodici anni prima Cavallotti aveva giocato a Milano contro Salvioli (1. d4 d5  2. c4 e5), e che da allora è noto come Controgambetto Albin-Cavallotti.
Alternava prestazioni brillanti a disastrosi insuccessi, ma scavava nella miniera della teoria; proporrà l’Attacco Albin contro la Difesa Francese (1. e4 e6  2. d4 d5  3. Cc3 Cf6  4. Ag5 Ae7  5. e5 Cd7  6. h4) che diverrà noto come Attacco Alekhine-Chatard, e darà vita a varianti più o meno note che testimoniano comunque la sua smania di esplorazione. Alla fine del ’95 è ad Hastings, e finisce nella parte bassa della classifica, pattando tuttavia con Lasker e Cigorin, e nel ’96 non gli va molto meglio a Norimberga (14°). Alla fine dell’anno è ultimo a Vienna e nel ’97 è ancora ultimo a Berlino. Nel ’99, a Vienna, conclude con 4 su 11, e nel 1901 vince un modesto quadrangolare a Parigi. Nel 1902 gioca al grande torneo di Montecarlo, dove ottiene una doppia patta con Schlechter e Tarrasch, e finisce quattordicesimo. Si ripresenta l’anno seguente ed è dodicesimo, poi nel 1904 gioca a Vienna e chiude con 7 su 17. Nel 1905, sempre a Vienna, nonostante una vittoria ed una patta contro il vincitore Schlechter, finisce penultimo.
I sessant’anni si avvicinano ed Albin è sempre più restìo ad allontanarsi dalla capitale asburgica. Nel 1907, con 3 su 13, è penultimo, e la sua salute va declinando. Morirà in un sanatorio viennese il 1° febbraio 1920.
Alexander Wittek nacque nella storica città croata di Sisak il 12 ottobre 1852. Architetto, nei ritagli di tempo che la professione gli concedeva, partecipò ad alcuni importanti tornei; a Graz, nel 1880, fu quarto, ad appena mezzo punto dai tre vincitori ex aequo Schwarz, Minckwitz e Weiss, a Berlino, nel 1881, si classificò quinto, potendo vantare vittorie su Cigorin e Winawer, e pattando col vincitore Blackburne, e l’anno seguente, a Vienna, nel grande torneo a doppio turno vinto da Steinitz e Winawer, giunse nono, con vittorie sui primi due classificati oltre a quelle su Mackenzie, Englisch e Blackburne.
Sarajevo Rathaus
La sua fu una carriera brevissima; dopo aver progettato quella che oggi è la Biblioteca Nazionale di Bosnia a Sarajevo (nella foto qui sopra), venne ricoverato nell’ospedale per malattie mentali di Graz dove morì l’ 11 maggio 1894.
Altra tragica storia quella del boemo Johann Hermann Bauer, nato a Praga il 30 giugno del 1861. Trasferitosi a Vienna, vinse il Torneo sussidiario A di Francoforte del 1887, conquistando il titolo di Maestro, e nel 1890, a Graz, fu secondo, a mezzo punto dal vincitore Makovetz e precedendo di mezzo punto il terzo classificato Emanuel Lasker. Al torneo in memoria di Kolisch si classificò secondo dopo Weiss, e quello stesso anno battè in match Bernhard Fleissig mentre l’anno seguente battè sia Albin che Marco. Stava conducrendo la classifica del torneo di Vienna a doppio turno del 1891 quando fu costretto al ritiro da un violenta crisi provocata dalla tubercolosi che lo affliggeva da tempo. Venne ricoverato a Gorz, dove morì il 5 aprile 1891.
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Adolf Julius Leopold Zinkl nacque in una cittadina della Boemia il 10 giugno 1871. Si interessò al gioco verso i diciotto anni e ben presto non ebbe più avversari nel luogo di residenza e si iscrisse al torneo per corrispondenza indetto nel 1890 dalla Deutsch Wochenschach, classificandosi al quinto posto. Nel 1892 ottenne un impiego a Vienna nel Servizio Postale imperiale, ed iniziò a frequentare il Scheuch Café, venne notato da Siegfried Wolf ed invitato a frequentare la Wiener Schachgesellschaft. Tutta la sua attività agonistica si svolse nella capitale austriaca, vincolato com’era dai suoi impegni di lavoro, ma riuscì a partecipare al torneo di Lipsia del 1894, dove finì nella parte bassa della classifica pur avendo pattato con Tarrasch, Walbrodt e Blackburne, ed a quello di Berlino del 1897, terzultimo ma insignito del premio di bellezza per la sua vittoria contro Metger. Nel ’96-’97 fu segretario del Circolo e venne soprannominato “enciclopedia vivente” a causa della sua fenomenale memoria, che gli consentiva anche di giocare in simultanea alla cieca con brillanti risultati. Il suo stile di gioco, fin troppo aggressivo, gli procurava a volte brucianti sconfitte, ma restò sempre un avversario temibile per gli altri giocatori viennesi. Morì il 3 giugno del 1944.
Siegfried Wolf, che aveva portato Zinkl alla Wiener, era nato nel 1867 ed anch’egli giocò quasi esclusivamente a Vienna. Quando Hitler annesse l’Austria alla Germania ottenne un visto di espatrio e giunse in Palestina – allora Mandato Britannico – dove morì nel 1951. Non è da confondersi con Heinrich Wolf, di otto anni più giovane, e giocatore di buon livello, che giocò parecchio in Europa e che finì vittima dei nazisti nel dicembre del 1943.
I nomi di Lokvenc, Krejcik, Glass, Becker, Kmoch, tutti nati verso la fine del XIX secolo, appartengono alla storia più recente. Old Wien 3
avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


5 Commenti a Continuando per Vienna…

  1. avatar
    Sipov 26 Settembre 2015 at 17:29

    Da applauso!
    assolutamente da incorniciare signor Bagnoli!

  2. avatar
    Enrico Cecchelli 27 Settembre 2015 at 01:27

    Mi associo. Grande Paolo!

  3. avatar
    fabrizio 27 Settembre 2015 at 20:35

    Io mi sono stancato di fare complimenti a Paolo!! 😀 😀

  4. avatar
    Zenone 28 Settembre 2015 at 20:59

    Se Bagnoli non si offende, visto il suo livello sempre altissimo si potrebbe intervenire solo con eventuali note negative. Quindi i suoi pezzi sarebbero…senza commenti! :-))
    Bravo!

    • avatar
      paolo bagnoli 28 Settembre 2015 at 21:24

      Avanti con “le negative”, sarebbero graditissime! Alla mia veneranda età, c’è sempre da imparare!

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