Finlandia e Norvegia non possono vantare grandi tradizioni scacchistiche. Questi due Paesi hanno dato, nel XIX secolo ed ai primi del XX, pochi giocatori degni di menzione, al contrario della Svezia, che può vantare solide tradizioni scacchistiche. Vale la pena, tuttavia, di percorrere rapidamente una “panoramica” sui pochi giocatori che lasciarono tracce di sè nella Storia degli Scacchi.
Ai primi del XIX secolo la Russia di Alessandro Primo si impadronì del territorio finlandese, che per secoli era stato dominato dagli svedesi, e pochi anni dopo, esattamente l’11 aprile 1813, a Vyborg, una città che si trova oggi a pochi chilometri entro il territorio russo, nacque Carl Ferdinand Andreievich Jänisch. Non lontano da questa località, in una cittadina nota come Kuokkala in lingua finlandese, nascerà dopo circa un secolo Mikhail Botvinnik.
Jänisch si arruolò nell’esercito ma, una volta conseguita la laurea, si trasferì a San Pietroburgo avendo ottenuto la cattedra di meccanica razionale presso la locale università. Già a ventiquattro anni aveva denunciato la sua tendenza a mescolare le sue notevoli doti scacchistiche con le sue conoscenze matematiche pubblicando il suo Scoperte sul Cavallo negli Scacchi (1837, Pietroburgo, in francese) e fu assiduo frequentatore dei ritrovi scacchistici della grande città russa, dove ebbe modo di misurarsi con i migliori giocatori del luogo. A trent’anni pubblicò, in due volumi, la Analyse nuovelle des ouvertures, precedendo di qualche anno l’uscita dello Handbuch, e la pubblicazione di tali opere gli valse l’invito al torneo di Londra del 1851.
Giunse, purtroppo, in ritardo e giocò un match contro Howard Staunton, perdendolo nettamente, quindi, rientrato in Russia, nel 1854 venne battuto da Ilia Schumov. La sua fama non venne scalfita da tali sconfitte, e nel 1862-63 pubblicò, in tre volumi, il Traité des applications de l’analyse mathématique au jeu des échecs.
Morì a San Pietroburgo il 7 marzo del 1872 e Staunton, in una lettera a Lasa, compianse tale perdita.
Dobbiamo arrivare al 19 dicembre 1871 per registrare la nscita di un altro giocatore finlandese degno di nota. Si tratta di Anatol (Anatoli) Cerpunov (Tscherpunoff), le cui prime tracce di attività scacchistica risalgono al torneo di San Pietroburgo del 1903, dove si piazzò al quinto posto, ed al 1904, anno in cui il locale circolo promosse diversi tornei, con Cerpunov piazzato a metà classifica, anche se in una di queste manifestazioni riuscì a giungere secondo, dopo Helbach. Anche negli anni successivi, precedenti il primo conflitto mondiale, i suoi piazzamenti furono poco entusiasmanti; in effetti, la sua forza di gioco non risultò mai sufficiente ad affrontare i migliori giocatori russi in attività. La Finlandia ri prese la propria indipendenza dopo la guerra e nel 1922 si giocò il primo Campionato finlandese, che Cerpunov riuscì a vincere anche grazie al debole campo dei partecipanti.
Due anni dopo era a Parigi, per partecipare alla prima manifestazione a carattere olimpico non ufficiale, e fu firmatario, a nome della Federazione finlandese, dell’atto costitutivo della FIDE. Per quanto riguarda il torneo, fu primo nel girone di qualificazione e nella finale ottenne il 50 % dei punti. Nel 1926 fu terzo a Budapest e l’anno seguente giocò in prima scacchiera all’Olimpiade di Londra; nel ’28 partecipò a Campionato Mondiale per Dilettanti dell’Aja, col risultato finale di 5 1/2 su 15. Nel 1929, al 14° Campionato Nordico vinto da Stahlberg, fu settimo ed al Campionato Nordico dell’anno seguente (Stoccolma) giunse terzo. Nel 1930 giunse secondo, dopo Böök, ad Helsinki e nel 1931, contro quest’ultimo, venne battuto di misura in match. Morì ad Helsinki il 29 aprile 1942.
Il capofila degli scacchi finlandesi del XX secolo fu indubbiamente Eero Einar Böök. Nato ad Helsinki il 9 febbraio 1910, di professione ingegnere, fu un autentico dilettante che conseguì comunque, nei suoi anni migliori, risultati notevoli in campo internazionale. Vinse il primo dei suoi sei Campionati finlandesi a ventuno anni (l’ultimo a 53 anni), e nel 1937 fu anche Campione nordico. Quello stesso anno giocò al forte torneo di Kemeri, concludendo con 7 1/2 su 17 e potendo vantare una patta contro Alekhine e la vittoria contro il vincitore Reshevsky. L’anno seguente, a Margate, giunse quarto, dopo il vincitore Alekhine, il secondo classificato Spielmann (col quale pattò) ed il terzo classificato Petrov, battuto nell’incontro diretto; la sua prestazione avrebbe potuto portarlo sul podio se non avesse subìto una inopinata sconfitta da parte della Menchik, in modo tale da farlo entrare nel famoso “club”.
Nel 1935 la squadra finlandese lo schierò in prima scacchiera all’Olimpiade di Varsavia, ed il suo risultato personale di 11 su 18 fu tutt’altro che disprezzabile. Fu ancora in prima scacchiera l’anno seguente a Monaco, chiudendo col 50 % dei punti, e nel 1937, a Stoccolma, giocò in seconda scacchiera (10 1/2 su 18).
Si qualificò nel 1948 per l’Interzonale di Saltsjöbaden e concluse col 50 % dei punti (9 1/2 su 19), un risultato rispettabile visto il campo dei partecipanti, e pattando con quasi tutti coloro che fecero parte dell’alta classifica. Due anni dopo era nuovamente in prima scacchiera all’Olimpiade di Dubrovnik (7 1/2 su 13), battendo Euwe in una partita che confermò l’attitudine del finlandese a giocare partite posizionali, e la FIDE lo incluse nel primo elenco dei Maestri Internazionali. Nel 1952, ad Helsinki, ancora in prima scacchiera, Böök conseguì un 7 su 14 ed un successo contro Paul Keres che fece il giro delle maggiori riviste scacchistiche mondiali.
Nel 1947 aveva dedicato una monografia allo svedese Stoltz, e scrisse anche parecchi articoli sulla stampa finlandese ed internazionale, oltre a manuali e raccolte di partite. Nel 1984 la FIDE gli assegnò il titolo di Grande Maestro honoris causa. Morì ad Helsinki il 7 gennaio 1990.
Prima di lasciare la Terra dei Laghi è doveroso nominare Osmo Ilmari Kaila, nato nel 1916 (11 maggio) e Campione finlandese nel 1939 e nel 1954, e due volte al secondo posto nel 1947, 1951 e 1952. A ventitre anni si mise in luce piazzandosi al terzo posto al ventesimo Campionato Nordico (Oslo) dopo nientepopodimeno che Stahlberg e Lundin. Tre anni prima aveva giocato in settima scacchiera alla cosiddetta “olimpiade” di Monaco (+10 =6 -4), e nel 1947 fu settimo al Zonale di Helsinki.
Nel 1952 venne convocato per l’Olimpiade di Helsinki per giocare in terza scacchiera (6 su 11), nel 1952 gli venne attribuito il titolo di Maestro Internazionale, e morì il 3 giugno 1991.
Una ulteriore citazione va a Kaarle Sakari Ojanen, nato ad Helsinki il 14 dicembre 1918. A diciannove anni venne inserito nella squadra olimpica finlandese come riserva, concludendo con un notevole 10 su 15, ed a ventuno fu quarto ad Oslo. Fu tredici volte Campione nazionale, la prima nel 1950 e l’ultima nel 1983, e si mise in luce anche come forte giocatore per corrispondenza; dopo aver ottenuto il titolo di Maestro Internazionale nel 1952, ottenne il medesimo titolo per corrispondenza nel 1981. Giocò per la squadra finlandese in undici tornei olimpici, cinque volte in prima scacchiera, e rimase negli annali la sua vittoria del 1960 contro Keres al torneo di Helsinki. Modesta la sua partecipazione a tornei internazionali di alto livello. Morì il 9 gennaio 2009.
Dalla Terra dei Laghi alla Terra dei Fiordi. Anche la Norvegia scarseggia di personaggi di rilievo per quanto riguarda la prima parte del XX secolo, ed il più importante di questi fu indubbiamente Olaf Barda, nato il 17 agosto 1909 ad Oslo. Quinto figlio di due coniugi entrambi Olsen di cognome, il suo vero nome era Olaf Martinius Olsen, e fino agli Anni Trenta giocò sotto questo nome per poi cambiarlo nel 1942 in Barda (effetto dell’occupazione nazista?). Fu il primo norvegese a ricevere il titolo di Maestro Internazionale (1952) e fu per sei volte campione nazionale, la prima nel 1930 (ancora col nome di Olsen) e l’ultima nel 1957. Collaborò al quotidiano Dagbladet e scrisse un manuale in lingua norvegese, mentre si rivelava forte giocatore per corrispondenza, tanto da vincere in questa specialità due Campionati norvegesi e da ricevere il titolo di Grande Maestro col suo quarto posto al Campionato Mondiale (1950-53). Non aveva qualche apertura o difesa predilette, e gli piaceva svariare da giochi aperti a quelli chiusi. Morì il 2 maggio 1971 ad Oslo.
Con ciò si conclude il breve panorama sui giocatori finlandesi e norvegesi, lasciando ad un’altra puntata il racconto sugli svedesi.
Helsinki 1960, da sinistra: Allan Kiviaho, Tigran Petrosjan, Martti Laitinen, Paul Keres, Evgenij Vasjukove e Vladimir Alatortzev
Praticamente potresti scrivere una enciclopedia.
Assolutamente superlativo, mitico Paolo!!
Ogni volta non si può fare a meno di chiedersi: ma Paolo come fa a trovare questa ricchezza di dettagli su personaggi “minori”? E la risposta non può essere che una: la passione del vero storico! 😉 😉
Non ho capito il cambio di nome Olsen Barda e perché ipotizzi che abbia relazione con l’occupazione della Norvegia.
Questo il link di una rivista scacchistica norvegese (https://www.yumpu.com/no/document/view/3350343/magnus-carlsen-med-ny-trener) nella quale c’è un articolo su Barda ed un capoverso è ‘da Olsen a Barda‘.
Purtroppo il mio norvegese è assai lacunoso, ma forse proprio in questo articolo c’è la soluzione del mistero.
Bellissimo articolo, grande Paolo! Solo per precisione immagino ti sia sfuggito un 47 anziché 1937 per il torneo di Kemeri… Un refuso. Deliziaci ancora con questo tuoi splendidi resoconti.
Grazie Enrico, ho corretto io il refuso.
[Ovviamente sono scontati e sottintesi i complimenti a Paolo anche da parte mia]
Ragazzi… non so se avete notato ma all’europeo a squadre l’Islanda – paese organizzatore – ha schierato, oltre alla squadra “titolare” (Stefansson, Steingrisson, Gretarsson, Danielsen, Kjiartansson), la seconda squadra “leggendaria” (Iceland Legends: H.Olafsson, Hjartason, Arnason, Petursson, F.Olafsson). Ci starebbe un bel pezzo sugli islandesi, dopo tutti questi scandinavi, non pensate?