Miguel el grande

Scritto da:  | 9 Luglio 2015 | 9 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri

Miguel Najdorf 1Miguel Najdorf, a dispetto di quanti lo credono argentino, nasce a Varsavia il 15 aprile 1910. Ad essere sinceri il suo vero nome era Moisha Mendel ma viene chiamato più affettuosamente dai suoi Mikel, che in seguito in Argentina sarebbe diventato Miguel. Non è un bambino prodigio, né tantomeno precoce. Comunque è primo al campionato di Varsavia del 1934 e vince un match contro il suo maestro Tartakover. Precedentemente si era guadagnato la divisione del punto in due partite di esibizione contro Alekhine. Per un gioco discreto, però, occorre arrivare alla fine degli anni Trenta.

Riesce a pattare con Capablanca e alle Olimpiadi di Buenos Aires del 1939 realizza 14 punti su 18 in seconda scacchiera. Mica male. La guerra lo trova in Argentina, dove rimane dopo aver saputo della tragica morte di tutta la sua famiglia in un campo di concentramento. Incomincia una nuova vita. Si dedica agli scacchi e alla loro diffusione in questo paese. Diventa “Miguel el grande”. Ottimo giocatore alla cieca tiene una simultanea su 45 (quarantacinque!) scacchiere: 39 vittorie, 4 patte e 2 sole perse.

Nel 1946 vince il Memorial Treybal di Praga e subito dopo al Memorial Staunton di Groningen, dove si piazza quarto-quinto, sconfigge addirittura Botvinnik nello scontro diretto! Al torneo di New York del 1948 se la vede con Fine (tutti e due esclusi per la lotta al precedente torneo dei Candidati) e arriva secondo dopo di lui. Si rifà tre anni più tardi al Memorial Wertheim di New York dove si piazza secondo-terzo. Al torneo dei candidati di Budapest del 1950 si classifica quinto e in quello più celebre di Zurigo del 1953 al sesto-settimo posto. Famosa la partita Taimanov-Najdorf vincitrice di un premio di bellezza (una Est-indiana al cardiopalmo).

Dopo la guerra Najdorf gioca nella squadra dell’Argentina. Nella prima Olimpiade, tenutasi subito dopo a Dubrovnik in Iugoslavia, consegue il miglior risultato sulla prima scacchiera: +8-0=6, che permette al suo paese di occupare il secondo posto, così come nella Olimpiade successiva del 1952 giocata ad Helsinki.

Miguel Najdorf 8

Quando è capitano tutti tremano. Nemmeno un attimo di respiro. Creativo, imprevedibile. Botvinnik “Non prestava molta attenzione alla prassi degli altri maestri, ma alla scacchiera prendeva delle decisioni inaspettate e pericolose per l’avversario”. Oltre a giocare a scacchi diventa rappresentante di una importante compagnia assicurativa americana. Lavoro che gli sta a pennello per il modo di fare spontaneo e simpatico.

Tra il 1940 e il 1950 ottimi risultati. Però nei match con Fine e Reshevsky deve abbassare la testa. Poi nel 1962 vince il Memorial Capablanca all’Avana. In seguito sconfigge anche Fischer a Santa Monica nel 1966. Due anni dopo all’Olimpiade di Lugano risultato modesto.

Miguel Najdorf 2

Nel 1970 a sessanta anni gioca in nona scacchiera nella squadra del Resto del Mondo contro Tal. E vince la prima partita. Poi finisce 2 a 2. Al torneo di Buenos Aires del 1979 si piazza al secondo-quinto posto. Kasparov “Vidi per la prima volta Miguel all’Olimpiade del 1980. Con i suoi settanta anni, era sempre loquace e vispo, e gesticolava animatamente tutto il tempo”. Dopo avere perso una partita con lui non si da pace “Come ho potuto lasciarmi sfuggire la patta?!”. Aveva una voglia matta di vivere. Sprizza allegria e gioia di vivere da tutti i pori. Non c’è una foto che non ispiri simpatia. Anche quando è teso nello sforzo dell’analisi il suo volto emana sempre qualcosa di energico e confortante.

Miguel Najdorf 7Sue grandi passioni: musica, letteratura, teatro e…le carte! Dichiara “Quando arriverà la mia ultima ora, serviranno cinque autocarri per trascinarmi via da questo mondo, e dovranno portarmi là, dove io possa giocare a scacchi”. Anche negli anni ottanta-novanta è sempre attivissimo. In compagnia di alte autorità (Castro, Kruscev, lo scià di Persia, Che Guevara ecc…). Muore per un attacco cardiaco. E indovinate dove? Nel casinò di una piccola città spagnola. Nemmeno lui avrebbe potuto augurarsi una fine migliore.

Miguel Najdorf 6

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9 Commenti a Miguel el grande

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    Enrico Cecchelli 9 Luglio 2015 at 09:24

    Grazie Fabio per questo ricordo del simpaticissimo Naidorf.!

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    Matias 9 Luglio 2015 at 11:28

    Noi argentini lo conoscevamo anche come “el Viejo”.

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    paolo bagnoli 9 Luglio 2015 at 21:25

    Non mi occupo, come ormai tutti sanno, dei “grandi” ma dei “piccoli”, ma Najdorf, con il suo gioco, la sua vita, la sua simpatia, mi ha sempre suscitato, appunto, SIMPATIA. Ogni sua partita sembrava gridare: “Viva gli Scacchi!”.

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    Fabio Lotti 9 Luglio 2015 at 21:53

    Condivido in pieno.

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    DURRENMATT 10 Luglio 2015 at 15:22

    PRIMEROS ANOS-…El famoso Gran Maestro Miguel Najdorf naciò el 15 de abril de 1910, en Varsavia(Polonia),siendo el mayor de cinco hijos del matrimonio de Gdalik y Raisa Najdorf,de origen judìo.Sus padres lo llamaron Moisha-Mendel(como resultado de una disputa entre ambos),y en la familia llamaban afectuosamente Mickel, sin sospechar que èste serìa el prototipo del futuro nombre que èl adoptarìa cuando se nacionalizara argentino en 1944.Sin embargo,segùn su pasaporte,su nombre era Mieczyslaw. Muchas veces Miguel Najdorf narrò su primer encuentro con el ajedrez, a los catorce anos: “Era 1924,y una tarde,a la salida de la escuela,fui de visita a la casa de mi companero,Rubèn Fridelbaum.Me recibiò su papà,un violinista de la Filarmònica de Varsavia,quien me dijo que Rubèn habìa ido hasta la farmacia a comprar unos remedios.El hombre estaba engripado y terriblemente aburrido.Mientras aguardàbamos el regreso del hijo,èl me preguntò si yo sabìa jugar ajedrez.Le dije que no y me contestò de mal modo:-No te da verguenza? Un chico inteligente no puede ser tan ignorante.Acèrcate al tablero que te enseno.Por cortesìa tuve que aceptar.Me indicò el nombre de las piezas,el movimiento y el valor de cada una,y jugamos unas pocas partidas. Salì entusiasmado y me comprè un libro de ajedrez en francès para seguir estudiando.A la semana siguiente ya le daba una torre de ventaja.”…De inmediato,el ajedrez se convirtiò en su pasiòn, que ya nunca abandonarìa.En aquellos primeros anos de ajedrez,su entusiasmo lo llevò a descuidar sus estudios,una situaciòn que generaba conflictos permanentes con su madre.(“De chico mi madre me escondìa los tableros y las piezas,asìque tenìa que arreglarme a ciegas”-Miguel).Miguel contraba que ella le llegò a quemar las piezas y el tablero en la chimenea de casa,pese a que èl explicaba que querìa hacer del ajedrez su profesìon. -“Me van a crecer margaritas en la palma de la mano antes de que llegues a alguna parte con esa tonterìa”-replicaba ella.Para Miguel,las palabras de su madre fueron un estìmulo.Fue asì que para conformar a sus padres,estudiò una carrera universitaria en el Politècnico de Varsavia,però no la terminò.Le faltò rendir las ùltimas dos materias para recebirse de profesor de matemàticas.A los diecisèis anos,y a pesar de que sòlo habìan transcurrido dos desde que se iniciò en el ajedrez,el juego de Najdorf ya destaca por su gran brillantez, de espìritu romàntico. A los dieciocho anos jugò su primer torneo nacional polaco,clasificàndose en quinto lugar,y logrando los tres premios de belleza instituidos.Sus partidas màa bonidas y recordadas de este periodo de juventud son frente a M.Frenkel(Varsavia 1926),dos contra A.Szpiro(en Lodz y Varsavia 1928)y sobretodo la que el GM Savielly Tartakower(su maestro),denominò “La inmortal polaca”(frente a B.Glucksberg,Varsavia 1928),que luego crìtica llamò con màs precisiòn “la inmortal de Najdorf”, con una extraordinaria combinaciòn en la que sacrificò cuatro piezas para dar mate con un peòn.Ha sido reproducida infinidad de veces y es sin duda su màs espectaculares de todos los tiempos.Sobre ella comentò Miguel:”En la Inmortal yo he previsto catorce jugadas,pero a veces las inmortales son mucho màs sencillas que las partidas jugadas posicionalmente,aunque estas ùltimas no alcancen la fama”…il resto come si suol dire è storia. 😉

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    Mongo 10 Luglio 2015 at 18:38

    Accidentaccio a te caro Fabio, mi obblighi a mettere fretta alla mia ‘penna’ e presentare al più presto un aneddoto sconosciuto a tutti su Najdorf… C’entra anche il grande Uomo raffigurato con lui nella foto di copertina.
    A proposito di foto… Ne leggerete di belle, a prestissimo! 😉

  7. avatar
    DURRENMATT 10 Luglio 2015 at 20:21

    …En 1962 ganè el torneo magistral en La Habana. En aquellos tiempos,Fidel Castro y Ernesto Che Guevara acudieron todos los dìas a la sala de juego para seguir las partidas.Una vez me preguntò Che Guevara, si me apetecerìa dar una exhibitiòn de simultàneas a la ciega para el Gobierno de Cuba.Me quedè un poco perplejo ante semejante solicitud,pero por supuesto asentì.En el primer tablero jugaba Fidel Castro, en el segundo su hermano Raùl y el tercero el entonces Presidente de Cuba,Osvaldo Dorticos.Seguìan unos cuantos ministros y en el octavo tablero estaba Che Guevara.Despùes de una hora firmè tablas con Fidel Castro.En todos los demàs tableros iba con ventaja,salvo en el octavo.Por lo tanto le ofrecì tablas tambìen a Che Guevara.Como respuesta me echò una parrafada:”Còmo que tablas?Ni ablar!Ud se ha olvidado de que ya nos habìamos enfrentado anteriormente? Fue en 1947,en Mar del Plata.Entonces yo era estudiante de Medicina y en unas simultàneas Ud me dio mate de manera terrible y en pocos movimientos.He sonado tantos anos con la revancha,que o pierdo o gano acquì. Pero tablas desde luego no van a ser!” La partida siguiò y finalmente la ganè.Mi oponente se sonrìo y me felicitòcordialmente”…avevo la giornata libera e,allora, ne ho approfittato…mare,scacchi e… 😉

  8. avatar
    fabio da ancona 8 Agosto 2015 at 10:15

    a proposito della simunltanea alla cieca ricordo di aver letto che la fece per far sapere ai suoi familiari che era ancora vivo.
    Grazie al clamore che la cosa avrebbe suscitato la notizia sarebbe giunta anche in Polonia.

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