L’ultimo matto

Scritto da:  | 19 Agosto 2015 | 10 Commenti | Categoria: Cultura e dintorni

Ultimo matto 1“L’ultimo matto” è il titolo dello spettacolo che ha debuttato come evento unico venerdì 24 aprile 2015 al teatro Le Maschere in Via Aurelio Saliceti 3 a Roma con un grande successo di pubblico ed il tutto esaurito. Questo spettacolo, di e con Sebastiano Bianco con la collaborazione artistica di Gigi Palla, è un omaggio alla famosa Novella degli scacchi; a detta di molti uno tra i più belli della letteratura europea del Novecento. Fu l’ultimo racconto del grande scrittore austriaco naturalizzato britannico Stefan Zweig (Vienna, 28 novembre 1881 – Petrópolis, 22 febbraio 1942) che uscì postumo poiché l’autore morì suicida insieme alla giovane moglie Lotte. L’autore, figlio di un ricco industriale ebreo, con l’appoggio economico della sua famiglia, poté studiare seguendo i suoi gusti personali interessandosi di letteratura, filosofia e storia; l’atmosfera cosmopolita della Vienna imperiale favorì la sua curiosità del mondo e finiti gli studi viaggiò molto, fermandosi per lunghi periodi a Parigi e a Londra, diventando a suo dire “a poco a poco europeo”. All’apice della sua carriera letteraria, tra gli anni venti e trenta del XX secolo, fu uno degli scrittori più famosi al mondo, animato da sentimenti pacifisti e umanisti: nel 1933 le sue opere furono bruciate dai nazisti e lui fu fiero di condividere questo fatto con altre celebrità (Albert Einstein, Sigmund Freud, Thomas e Heinrich Mann, Franz Werfel). La Novella degli Scacchi è un testo che accusa il nazismo (ed i metodi orrendi attuati dalla Gestapo); narra delle persecuzioni naziste contro gli ebrei e lo fa accostando l’olocausto al nobil gioco, così come accade anche in altri romanzi (ad esempio La variante di Luneburg di Maurensig e Scacco Perpetuo di Icchokas Meras) ma questo è, senza alcun dubbio, il più bello. Conosco il racconto da molto tempo e l’ho anche riletto qualche giorno prima dello spettacolo: come altri suoi racconti anche questo si legge tutto d’un fiato senza possibilità di staccarsene poiché la tensione è altamente psicologica.

Voglio subito anticipare che ho visto, con grandissimo piacere, un emozionante spettacolo teatrale che ha si, sempre la presenza inquietante della follia del nazismo ma, a partire dalla locandina, gli scacchi sono il leitmotiv di tutto il racconto; per questo viene presentato sul blog.

Ultimo matto 2Tutto il racconto, breve ma intenso, si svolge durante un viaggio in transatlantico, da New York a Buenos Aires, durante il quale viene giocata, tra “due personaggi fin troppo rappresentativi di opposte umanità1, un’affascinante partita a scacchi. Quella tra il campione mondiale di scacchi Mirko Czentovič, uno slavo orfano e nullatenente, goffo e taciturno, rozzo ed ignorante, sempre pronto ad accettare sfide solo per denaro (“la sua tariffa minima è di duecentocinquanta dollari a partita”), praticamente una macchina scacchistica priva di qualsiasi altra qualità, ed uno sconosciuto il “dottor B.” che ha una storia incredibile da raccontare sulla guerra che sconvolge l’Europa: è lui il vero assoluto protagonista del racconto. Il dottor B., enigmatico passeggero a bordo della stessa nave, che riesce a tener testa al campione e a strappargli una patta. Czentovič, fortemente stupito, chiede una rivincita che viene accettata. La sera prima dell’incontro, il dottor B. confida all’io narrante il perché aveva potuto tenere testa al campione: lui, viennese colto e raffinato, ex-avvocato di uno studio legale a Vienna, negli anni del furore hitleriano, venne arrestato dalla Gestapo e confinato in una stanza d’albergo che “Aveva una porta, un letto, una sedia, un lavandino, una finestra con le sbarre, ma la porta restava chiusa giorno e notte, sul tavolo non era permesso tenere né un libro, né un giornale, né un foglio di carta, né una matita, la finestra dava su un muro sparti-fuoco; intorno al mio io e perfino sul mio stesso corpo era costruito il nulla completo.” E aggiunge: “Mi avevano tolto ogni oggetto, l’orologio, affinché perdessi la nozione del tempo.”2 e che quella pressione sulla sua persona “doveva funzionare in modo più sottile che non quello delle rudi bastonature e della tortura fisica: attraverso l’isolamento più perfetto che sia dato immaginare non ci facevano alcunché – ci collocavano solo nel nulla totale, perché, come è noto, nessuna cosa sulla terra esercita una tale pressione sull’anima umana, come il nulla. Chiudendo ciascuno di noi in un vuoto completo, in una camera ermeticamente esclusa dal mondo esterno, quella pressione, invece che dall’esterno con le botte e il freddo, doveva esser generata dall’interno, e alla fine ci forzava ad aprire la bocca.”3 Poiché ritenuto in possesso di documenti importanti sul clero e la corte asburgica, l’unico contatto col mondo esterno, erano i pesanti interrogatori a cui veniva sottoposto periodicamente: “Si era chiamati e condotti per un paio di corridoi, diretti chissà dove; poi si aspettava da qualche parte, non si sapeva dove, e di colpo ci si trovava davanti a un tavolo, intorno al quale sedevano un paio di persone in uniforme. Sul tavolo c’era un pacco di carte: gli atti, che non si sapeva cosa contenessero, e poi cominciavano le domande, quelle vere e quelle false, quelle chiare e quelle subdole, le domande convenzionali e a trabocchetto”.4 Un raffinato metodo di tortura mentale “Ma l’interrogatorio non era ancora il peggio. Il peggio era il ritorno dopo l’interrogatorio nel mio nulla, nella stessa stanza con lo stesso tavolo, lo stesso letto, lo stesso lavandino, la stessa tappezzeria.”5 Sarebbe certamente impazzito se non fosse riuscito a rubare di nascosto dal cappotto di una delle SS… un libro! Finalmente! Dopo tanto tempo, un libro dove poter leggere qualcosa cosa, molto meglio se interessante come Goethe od Omero… e, invece, che grande delusione scoprire che era solo un manuale di scacchi… disgustato, sfogliò le pagine per vedere se c’era qualcosa da capire… soltanto i diagrammi quadrati delle varie partite con sotto dei segni che sulle prime gli apparvero incomprensibili (1.e2-e4, e7-e5; 2.Cf1-g3, ecc.); gli sembrava una specie di algebra poi, poco alla volta, decifrò che le lettere a, b, c stavano per le colonne, le cifre da 1 ad 8 per le traverse… poi riuscì a capire che erano il movimento da una casella all’altra di ogni singolo pezzo: era il linguaggio di centocinquanta memorabili partite giocate da campioni di scacchi; partite che, non avendo una scacchiera,6 riprodusse migliaia di volte a mente… imparandole tutte, ma proprio tutte, a memoria, le giocò innumerevoli volte contro se stesso in un’ossessione incontrollata…

Ultimo matto 3Vorrei continuare ma mi fermo – mi devo fermare ! – perché il racconto, bellissimo, di una straordinaria efficacia narrativa, va assolutamente letto e non voglio scoprire altro. L’intero spettacolo si svolge sopra un palcoscenico dalle pareti di colore nero, a ben rappresentare l’interno della stanza d’albergo. Le bellissime fotografie sono state realizzate da Achille Le Pera, dello studio fotografico professionale in Roma, prontamente messe a disposizione dall’attore/regista che ringraziamo per averci autorizzato alla loro pubblicazione. La scenografia è questa: sul palco numerosi set completi di scacchi, a creare un’area quadrata delimitata dalla quale il personaggio principale non esce mai, esattamente come il personaggio del libro che non riesce più a distaccarsi completamente dal gioco per via di quel precedente vissuto così tragico…

Per la precisione sono tre set di scacchi per ciascun lato del quadrato, alternati secondo i colori bianco e nero, per un totale complessivo di dodici set: 96 pezzi per lato e quindi in totale ben 384 pezzi Staunton !

Ultimo matto 4All’interno di quello spazio: al centro un tavolino con il piano d’appoggio bianco e le gambe nere, una sedia col piano di seduta bianco e la spalliera nera, uno sgabello ancora con il piano di seduta bianco e le gambe nere (ossessivamente sempre questi due colori: il bianco e il nero, il bianco e il nero, il bianco e il nero, il bianco e il nero !).

Lo spettacolo, riportato anche sul sito della Federazione Scacchistica Italiana e su quello del Comitato Regionale Lazio, è stato certamente un bell’evento culturale di Teatro e Scacchi (Cultura e Gioco!) che il pubblico ha gradito, vista la grande affluenza al teatro tutto esaurito, l’assoluto silenzio a percepire ogni sfumatura e gli scroscianti e prolungati applausi finali. Lo spettacolo, un atto unico, senza cambi di scena con un bravissimo attore che è piaciuto per la sua voce e le sue meravigliose espressive facce. Credetemi, lo spettacolo è stato veramente strepitoso! Lo dico non dal punto di vista del critico teatrale (come ormai sapete, non lo sono!) ma, prima, da quello dello spettatore e poi da quello dello scacchista (che, come ben sapete, sono!). Lo spettacolo è davvero molto coinvolgente come, del resto, lo è il libro ma, in questo caso, è tutto merito del bravissimo attore: secondo i vari stati d’animo, particolarmente verso l’epilogo, la sua mimica facciale rimane impressa a lungo nello spettatore che non può non emozionarsi.

Ultimo matto 6Questo interessante progetto nasce dalla passione per gli scacchi del poliedrico (attore, regista, sceneggiatore, autore) Sebastiano Bianco e della sua volontà di far conoscere questo gioco alle nuove generazioni per mezzo della recitazione teatrale; la parola teatro deriva dal greco che significa spettacolo e, dopo averlo visto, mi sono convinto che anche il teatro, questo tipo di teatro, sia un ottimo veicolo comunicativo per l’insegnamento degli scacchi nelle scuole; l’ennesimo esempio della multidisciplinarietà del nostro gioco, quindi, non soltanto i riferimenti alla matematica, alla lettura ma anche all’arte. Non a caso in Spagna gli scacchi diventeranno materia obbligatoria per diversi percorsi scolastici e in Armenia sono disciplina da praticare in classe dall’età di quattro anni.7

Colgo l’occasione per dire che condivido pienamente il pensiero che Jazztrain scrisse su questo blog nel suo interessante articolo del 13 novembre 2010 dal titolo La novella di Zweig:

“Zweig è riuscito a creare il perfetto clima per descrivere (…) la partita tra Alekhine e Bogoljubov che ha ispirato lo scrittore austriaco a scrivere questo drammatico racconto che non a caso è stato definito come il più bello mai scritto dedicato al gioco degli scacchi.”

Questa la famosa partita:

Durante lo spettacolo teatrale sono state giocate magistralmente le mosse da 37…c2 alla conclusione.

Come “ciliegina sulla torta”, alla fine dell’applauditissimo spettacolo, è stata giocata una partita alla cieca, tra il Maestro Internazionale Luca Shytaj e il maestro Alessandro della Corte, finita con un pareggio per scacco perpetuo. Gli scacchi alla cieca furono giocati piuttosto presto nella storia degli scacchi: forse la prima partita fu tenuta da Sa’id bin Jubair (665–714) nel Medio Oriente; la prima partita di scacchi alla cieca di cui si ha notizia si giocò a Firenze nel 1266 8. Divenne più frequente nell’Ottocento ma è rarissima da vedere ai giorni nostri: un plauso agli ideatori e anche ai due giocatori !

Non mi resta che ringraziare pubblicamente gli amici scacchisti Carla e Lucio, che mi hanno segnalato lo spettacolo teatrale che, questa volta, abbiamo potuto vedere insieme a tante altre persone (veri appassionati del gioco, esperti e meno esperti, genitori e ragazzi): una bella festa teatrale sul gioco dei Re: grazie!

Ultimo matto 7Tra lo scrivere questo pezzo e l’uscita sul blog lo spettacolo è stato nuovamente rappresentato a Roma il 21 luglio, all’interno della manifestazione estiva romana “Fontanonestate”, giunta alla sua XX edizione, nella splendida cornice della Mostra dell’Acqua Paola al Gianicolo di Roma (qui l’ottima recensione di Enrico Vulpiani). Ebbene si, è stata recitato, proprio al Fontanone, quella grande fontana dal fascino ambientale e architettonico ripresa dal regista Paolo Sorrentino nelle prime scene del film “La grande bellezza” che al Festival di Cannes 2013 ha vinto il Premio Oscar come miglior film straniero. Quando sarà nuovamente rappresentato, cosa che ci auguriamo accade il più presto possibile, io vorrei tornare a vederlo e lo consiglio vivamente a tutti di non perderlo. Per altre informazioni www.sebastianobianco.it mentre questo è il trailer:

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1 Daniele Del Giudice, nella prefazione a Novella degli scacchi, Garzanti Edizioni, 1982

2 Tratto dal testo delle Garzanti Edizioni, 1982

3 Tratto dal testo delle Garzanti Edizioni, 1982

4 Tratto dal testo delle Garzanti Edizioni, 1982

5 Tratto dal testo delle Garzanti Edizioni, 1982

6 “le prime partite giocate sul disegno a quadretti del lenzuolo con pedine di mollica di pane, la speranza che l’esercizio impedisca alla mente di degradare, poi la rinuncia alla scacchiera e agli scacchi, il divenire del gioco tutto mentale…” (Tratto dal testo delle Garzanti Edizioni, 1982)

7 L’8 maggio 2012, il gioco degli scacchi è stato riconosciuto dal Parlamento Europeo, con l’indicazione a promuoverlo nelle scuole, per la sua funzione socializzante, cognitiva ed etica.

8 Villani, Giovanni: Nuova Cronica, in Oriente Moderno, 1953 pag. 415

avatar Scritto da: Tamerlano (Qui gli altri suoi articoli)


10 Commenti a L’ultimo matto

  1. avatar
    DURRENMATT 19 Agosto 2015 at 16:22

    …Sono un ammiratore dell’arte di Alekhine, del suo spirito combattivo e del suo desiderio feroce di creare. Ma Bogoljubov è qualcosa di più: un simbolo filosofico degli scacchi. Incarna la “scuola” ottimista così come, al polo opposto, Schlechter rappresenta il pessimismo.Combinazioni e attacchi che esplodono come policromi fuochi d’artificio rendono le partite di Efim uno spettacolo di benvenuto per qualsiasi dilettante.

  2. avatar
    Luca Monti 19 Agosto 2015 at 17:50

    Avevo in passato molto apprezzato altri articoli di Tamerlano circa rappresentazioni teatrali dell’universo scacchi.Non posso fare altro che ripetermi nell’elogio e avanti così.Bravo.

  3. avatar
    The dark side of the moon 19 Agosto 2015 at 21:00

    Interessantissimo!
    Tamerlano, se sai in anticipo qualsiasi cosa di questo spettacolo, mi raccomando di informare il blog.
    Mi piacerebbe vederlo.

    • avatar
      Tamerlano 24 Agosto 2015 at 12:48

      Mi sono informato: questo spettacolo sarà replicato a Roma dal 2 all’8 di aprile 2016 proprio al teatro Le Maschere in Via Aurelio Saliceti 3. Scrivilo SUBBBBBITO nella tua agenda! Ciao, Tamerlano

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    fabrizio 19 Agosto 2015 at 23:17

    Ero presente allo spettacolo ed anch’io non posso che consigliarlo, a scacchisti e non. Un saluto a Tamerlano. Fabrizio

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    Tamerlano 20 Agosto 2015 at 07:22

    Ringrazio Luca Monti per le sue belle parole e spero di non deluderlo in seguito.

    The dark side of the moon: ho notizia che le prossime repliche a Roma saranno ad aprile 2016 sempre al teatro Le maschere in via Saliceti.

    Infine un caro saluto a Fabrizio con l’augurio di vederci presto: ciao!

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    DURRENMATT 20 Agosto 2015 at 14:39

    …effettivamente gli scacchi a Teatro sono da preferirsi rispetto al Grande Schermo.Mi riferisco all’ultima pellicola dedicata al Gioco dei Re incentrata sul match del secolo(Pawn Sacrifice).La presenza del “raccomandato” Tobey Maguire mi da la matematica certezza che siamo in presenza di una “ciofeca”.La sua interpretazione da “pesce lesso” ha rovinato il “mio” Peter Parker e devasterà Fischer…statene certi! 😉

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    Marramaquìs 20 Agosto 2015 at 18:28

    Lo spettacolo è stato senz’altro valido, ma la classe di Tamerlano lo supera di qualche lunghezza.

    • avatar
      Tamerlano 21 Agosto 2015 at 15:22

      Marramaquìs, grazie ma sei troppo buono con me :oops:

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    Tamerlano 28 Marzo 2016 at 20:37

    Posso confermare che le prossime due repliche di questo spettacolo sono in calendario per sabato 2 e venerdì 8 aprile 2016 al teatro Le maschere in via Saliceti in Roma (http://abbonamentopertutti.com/teatro-le-maschere-lultimo-matto/ Tel.0658330817).

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