Al Caffè Branca: i personaggi

Scritto da:  | 31 Ottobre 2015 | 33 Commenti | Categoria: C'era una volta, Circoli, Italiani, Personaggi

Vecchia Roma 8

I personaggi

Chi avesse letto il mio precedente “Al Caffè Branca”, ricorderà che mi ero ripromesso di scrivere ancora riguardo alcuni personaggi di quell’ambiente che ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere e che, per motivi diversi, hanno rappresentato una parte certo non marginale della mia vita di allora.
Su questa mia promessa/intenzione ho riflettuto a lungo, perché era sopraggiunto il timore di raccontare cose che, a distanza di tanto tempo, probabilmente potevano interessare soltanto a una sparuta cerchia di nostalgici scacchisti romani, amanti di ricordi più o meno edulcorati. Il rischio, poi, di scadere nel “come era bello… ai miei tempi!”, tipico dei non più giovani come me, mi sembrava assai forte.

Cercando di riordinare la mia documentazione, ma soprattutto i ricordi, per trovare elementi per superare le mie remore, mi sono accorto che c’erano indubbiamente anche motivi “oggettivi” (e non soltanto affettivi e di valenza personale) per scrivere di alcune persone, la cui importanza per lo scacchismo romano di allora non credo possa esser sottovalutata.
Non parlo di personalità di alto livello, scacchistico ma non solo scacchistico, quali Tatai, Zichichi, Nestler, Calapso, Giustolisi, ed altri ancora, che certamente hanno già una loro collocazione nella storia degli scacchi romani ed italiani.
Vorrei invece ricordare chi, meno noto e forse di livello minore in termini puramente scacchistici, ha dato però molto senza, di contro, aver avuto adeguati riconoscimenti (o almeno così mi sembra).
Comincio quindi a illustrare la mia piccola galleria di personaggi del circolo Branca, partendo da uno che certamente fu conosciuto, in maniera diretta o indiretta, da quasi tutti gli appassionati romani (e probabilmente anche da tanti non romani) dell’epoca.

Roberto Palombi

Il maestro Roberto Palombi è stato il Virgilio che ha guidato me, e sicuramente tantissimi altri giovani di allora, nel mondo degli scacchi, svelandomi l’esistenza del ricco e variegato ambiente scacchistico romano degli anni ’60.
Un giovane alto, di bell’aspetto, capelli lunghi corvini tendenti ad arricciarsi, voce profonda e dal tono sempre ironico, risata trascinante: così conobbi al Branca il maestro Roberto Palombi.
Seppi in seguito che era lui il misterioso PAR che firmava i brevi articoli scacchistici che avevano suscitato la mia curiosità e mi avevano indicato le molteplici vie d’accesso a quel mondo.

Paese Sera 2Lavorava allora al popolare giornale della sinistra romana, “Paese Sera”, che in quegli anni contendeva al tradizionale “Il Messaggero” il titolo di quotidiano più letto della capitale.
Tra i suoi incarichi di lavoro, si era ritagliato quello di curatore di un notiziario scacchistico (credo che all’epoca fosse uno dei pochi esistenti in Italia); “Paese Sera” pubblicava i suoi trafiletti due o tre volte a settimana. Gli argomenti spaziavano dalle notizie locali romane (tornei, manifestazioni, vita dei circoli)

Paese Sera 6Paese Sera 9Paese Sera 3ad un notiziario nazionale e internazionale di buon livello, per gli standard di allora.

Paese Sera 5

Paese Sera 1Venivano poi spesso pubblicate partite commentate e notazioni tecniche, certamente preziose per me e per tutti gli appassionati di allora, che non avevano a disposizione le ricche bibliografie di oggi, e tantomeno il computer.

Paese Sera 7
Insomma è mia convinzione che quella rubrica di scacchi, oltre che informare, svolse di sicuro un preziosissimo servizio, che molto contribuì allo sviluppo dello scacchismo romano di allora ed aiutò tanti, come me, ad entrare in quel mondo.
Ricordo che nel 1963, appena appreso a giocare a scacchi da un compagno di scuola, lessi il mio primo trafiletto firmato PAR: commentava alcune partite del campionato mondiale in corso tra Botvinnik e Petrosian. Rimasi colpito e affascinato dal fatto che il gioco che avevo appena imparato, e di cui cominciavo a conoscere faticosamente i primi rudimenti, fosse degno addirittura di un campionato mondiale e di commenti e resoconti giornalistici.
Leggendo quei trafiletti venni anche a conoscenza che a Roma esistevano una miriade di luoghi (bar, circoli ricreativi, dopolavori aziendali) dove si poteva giocare a scacchi. Ma per me non era ancora giunto il momento di dedicarmi a questo passatempo che mi aveva fortemente incuriosito: stavo per diplomarmi e subito dopo sarei partito per Genova per un corso biennale di specializzazione in telefonia come già raccontato in un altro articolo per SoloScacchi.
Soltanto al mio ritorno a Roma, nel 1966, gli articoletti di “Paese Sera” sarebbero diventati la mia principale fonte di informazione scacchistica: fu grazie ad essi che scoprii quello che fu in seguito il mio punto di riferimento, il Caffè Branca, dove ebbi appunto il piacere di conoscere personalmente Roberto Palombi.

Paese Sera 8

Come ho già raccontato, l’atmosfera creatasi nel circolo Branca favoriva, oltre gli scacchi, una familiarità tra i soci che portava a frequenti incontri anche al di fuori: numerose erano le serate concluse con spaghettate, pizze o cinema.
Roberto era, per l’appunto, un appassionato di cinema, in particolare di quello culturale e sperimentale, cosiddetto “d’essai”, che andava allora di gran moda nei cinema romani; anch’io ero molto interessato a questo genere e così passammo diverse serate insieme, commentando poi i film appena visti.
Ho ancora vivo nella memoria di quando andammo a vedere, al cinema Tirreno, “L’armata a cavallo” di Jancsò, passando poi il resto della serata a disquisire sui reconditi significati, di certo non molto chiari, del film.

Paese Sera 11

Esaurito il ciclo del Branca, le occasioni d’incontro si diradarono, limitandosi a qualche sporadica occasione agonistica. Io stavo per intraprendere un percorso di vita familiare e lavorativa nella quale lo spazio per gli scacchi era necessariamente ridotto, mentre lui si era avviato verso una promettente carriera di arbitro (lo ricordo in questa veste, insieme a Paoli, al torneo open di Fanano 1973).
L’ultima volta che incontrai Roberto fu per caso, nel 1982 in via Nazionale; lo vidi preoccupato e gli chiesi il motivo: lui mi confidò che le sue preoccupazioni erano lavorative, dovute essenzialmente allo stato di crisi che “Paese Sera” stava attraversando (e che purtroppo avrebbe portato, dopo alcuni anni travagliati, alla chiusura del giornale). Ci salutammo facendoci reciprocamente tanti auguri.
Qualche tempo dopo capii che Roberto doveva aver lasciato il giornale, visto che la rubrica di scacchi, negli ultimi anni di vita di “Paese Sera”, fu curata saltuariamente da Zilberstein, giocatore russo allora residente a Roma, e da Angelo Cillo; ma ormai il ciclo si era concluso.
Non ho più rivisto Roberto, né so più nulla di lui: se per caso dovesse leggere queste righe, o qualcuno potesse riportargliele, gli rinnovo i miei ringraziamenti ed i miei più affezionati auguri.
Ciao Roberto (anche da Mario Boschetti!).

Paese Sera 4

avatar Scritto da: Fabrizio (Qui gli altri suoi articoli)


33 Commenti a Al Caffè Branca: i personaggi

  1. avatar
    Fabio Lotti 31 Ottobre 2015 at 08:53

    Ricordi, ricordi parte dell’anima della vita.

  2. avatar
    Yanez 31 Ottobre 2015 at 10:36

    Bello! Bello!! Bello!!!

  3. avatar
    Galois 31 Ottobre 2015 at 10:59

    L’Ammazza Maestri… ammazza! 😉
    Zichichi e lo stesso Palombi… mica miciomicio-baubau, sarebbe bello se Fabrizio ci mostrasse le partite… complimenti per lo stupendo ricordo!

    • avatar
      fabrizio 31 Ottobre 2015 at 18:35

      Bè… senza falsa modestia, allora ero indubbiamente promettente ed ottenni, fortuna dell’incoscienza o altro, una bella serie di buoni risultati con parecchi maestri romani di allora (anche se non mi sono mai illuso di essere arrivato al loro livello di gioco: ad esempio con Giustolisi non ho mai toccato palla, come si direbbe in gergo calcistico). Poi dovetti fare una scelta di vita (di cui ovviamente non mi pento) e gli scacchi passarono necessariamente in secondo piano. Riguardo le partite con i maestri di allora, non credo di riuscire a ritrovare le documentazioni. Ironicamente, le due volte che Palombi pubblicò mie partite, si trattava di due “belle” sconfitte.

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    Franco Trabattoni 31 Ottobre 2015 at 14:00

    Complimenti anche da parte mia, Fabrizio. E spero che tu prosegua (probabilmente per gli altri no, ma per noi non più giovani, che ricordiamo fatti, cose e persone, questi articoli sono i più belli). Naturalmente ho conosciuto anch’io Roberto Palombi (abbiamo anche giocato una partita, nella semifinale di Cattolica del 1977), e ricordo bene i suoi articoli su Paese Sera. Ho qualche curiosità sulle foto. Nella foto in cui si vede un Palombi un po’ underground al tavolo di un torneo qualcuno mi sa dire se la prima persona a destra sullo sfondo è o non è Enzo Giudici? Nella foto dopo i trafiletti di giornale i giocatori sono Mrdja e Palombi? Nell’ultima foto la persona con Palombi è Boschetti? Grazie

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      fabrizio 31 Ottobre 2015 at 18:14

      Delle altre foto(che ho saccheggiato dall’album fotografico di Boschetti) non posso confermare , ma l’ultima ritrae Palombi proprio con Boschetti (ho in preparazione un articolo su di lui: lo andrò a trovare nei prossimi giorni per avere qualche ulteriore notizia/conferma/approvazione da parte sua).

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    Enrico Cecchelli 31 Ottobre 2015 at 17:45

    Mi associo ai meritati complimenti e per me che non ho conosciuto la maggior parte dei personaggi descritti l’occasione di imparare qualcosa . Bravo!

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    paolo bagnoli 31 Ottobre 2015 at 22:00

    Un grazie per questi ricordi! Prima o poi sovrò scrivere qualcosa a proposito della fauna che frequentava il Circolo Scacchistico Bolognese negli Anni Sessanta, quando la sede si trova nella “buca” della quale Graziano Masi avrà altri ricordi.

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      fabrizio 1 Novembre 2015 at 08:36

      Caro Paolo, aspetto con ansia di leggere i tuoi di ricordi. Io ho avuto, ho ancora, remore e dubbi su quello che scrivo perché temo gli eccessi di nostalgia, oltre al timore che possa interessare veramente pochi. Però ti posso garantire che scrivere sui fatti lontani della propria vita può essere rasserenante (a me ha fatto questo effetto) ed aiuta a capire meglio tante cose del passato.

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        DURRENMATT 1 Novembre 2015 at 14:38

        …niente remore e dubbi.Vai a briglia sciolta e scatenati. 😉

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    Giancarlo Castiglioni 31 Ottobre 2015 at 22:51

    Anche io ho giocato con Palombi nella semifinale di Cattolica nel 1977.
    Il torneo fu disastroso, ma con lui giocai una bella partita.
    Andai in vantaggio, ma lui si difese strenuamente e feci molta fatica a portare a casa il punto.
    La partita mi rimase impressa perchè raramente ho percepito con tanta intensità la personalità e la forza di volontà dell’avversario dall’altra parte della scacchiera.
    Una sensazione difficile da descrivere.

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      fabrizio 1 Novembre 2015 at 08:53

      E sì! Palombi aveva una bella personalità, assai “grintosa”!

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    Ramon 1 Novembre 2015 at 09:47

    Un applauso a Fabrizio e un applauso a chi riesce a capire con precisione in che zona di Roma sono state scattate la prima foto dell’articolo e quella in copertina oggi…

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    fabrizio 1 Novembre 2015 at 10:11

    La prima foto dell’articolo è quasi certamente Via Tuscolana, altezza Quadraro; la foto di copertina è più difficile: ho la sensazione che possa essere nelle vicinanze di Piazza Nicosia (via di Monte Brianzo)

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      Fede 1 Novembre 2015 at 12:49

      Trasterevere? Comunque Roma è tutta bella! Complimenti anche da parte mia per questo interessantissimo spaccato della nostra storia scacchista, spero che ne seguano ancora molti altri! 🙄

      • avatar
        ilMusso 1 Novembre 2015 at 16:06

        @ Fede
        > […] Complimenti anche da parte mia per questo interessantissimo spaccato della nostra storia scacchista, spero che ne seguano ancora molti altri! 🙄

        [Joking Mode]
        Cito: “A suggerire quello che devon fare gli altri siam sempre pronti, vero? Per dare una mano dal punto di vista pratico invece siamo ancora ‘non disponibili’ giusto?” [Fede 25 ottobre 2015 at 16:37]

        P.S. Si scherza! Scusa ma non ho saputo resistere! 🙂

        • avatar
          fabrizio 1 Novembre 2015 at 19:30

          Grazie, visti gli incoraggiamenti ne ho in preparazione ancora qualcuno.
          PS (always joking mode):riguardo i “suggerimenti” ricordo che si può sempre rispondere :”grazie, so sbagliare da solo!” 😉 😉

    • avatar
      fabrizio 1 Novembre 2015 at 19:23

      No, non è via di Monte Brianzo (guardando con street view ho verificato che ci sono alcuni portoni simili, ma non uguali). Punto allora su Trastevere o Borgo.

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    Massimiliano Orsi 2 Novembre 2015 at 10:19

    Molto interessanti i trafiletti di giornale. Sarebbe possibile datarli?

    • avatar
      fabrizio 2 Novembre 2015 at 14:49

      Scavando nella memoria e nella mia documentazione: il primo (“Zichichi vince…;) è sicuramente luglio 1969; il secondo (“Giustolisi vince…”;) è 1971 (probabilmente autunno)o inizio 1972; il terzo (“Vittoria a tre…”;)è sicuramente fine ottobre 1970; il quarto (“Tatai maestro internazionale”;) è 1966 ; il quinto (“Partite di Tal”;) è 1972; l’ultimo è di più difficile datazione, ma dalla numerazione delle partite dovrebbe aggirarsi intorno al 1967.

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        Massimiliano Orsi 3 Novembre 2015 at 12:39

        Per quanto riguarda il secondo trafiletto, sulla vittoria di Giustolisi nell’Open San Pellegrino, si tratta probabilmente dell’edizione 1970 (ce ne sono state altre?). Questo si evince dal riferimento al Campionato Sovietico in svolgimento a Riga nel novembre-dicembre 1970.

        • avatar
          fabrizio 3 Novembre 2015 at 13:09

          Credo proprio che tu abbia ragione (dovrebbe trattarsi quindi di dicembre 1970).

          • avatar
            Massimiliano Orsi 4 Novembre 2015 at 11:06

            Nel caso possedesse altri trafiletti, essi sarebbero utilissimi per l’ampliamento dell’archivio sul sito FSI , soprattutto se si riuscisse a datarli almeno per anno. Nel caso, la invito a contattarmi all’indirizzo riportato nel sito sopraindicato. In ogni caso, grazie.

            • avatar
              fabrizio 4 Novembre 2015 at 11:39

              Temo (ma verificherò) di non possedere molti altri trafiletti, anche se ne avevo ritagliati almeno un centinaio (i pochi che ho conservato sono quelli che in qualche modo mi riguardano). Riordinando le mie documentazioni,in passato, debbo averli distrattamente gettati o messi fuori posto.
              Pubblicherò in un prossimo articolo un trafiletto riguardante il campionato universitario romano del 1971.

  11. avatar
    Tamerlano 2 Novembre 2015 at 12:53

    E’ proprio un bellissimo ricordo anche per me: un grazie al bravo Fabrizio! Resto in attesa sul pezzo Boschetti e a presto incontrarti…

    • avatar
      fabrizio 2 Novembre 2015 at 14:52

      Grazie Tamerlano; su Boschetti sto lavorando (spero di vederlo presto per gli ultimi ritocchi). Un caro saluto a te.

      • avatar
        Tamerlano 3 Novembre 2015 at 10:44

        Ciao Fabrizio, ho notizia che entro la metà di questo mese è alta la possibilità di un nostro nuovo incontro…

        • avatar
          fabrizio 3 Novembre 2015 at 12:09

          Benissimo! Fammi sapere (ma credo di indovinare il motivo 😉 😉 ).

          • avatar
            Tamerlano 3 Novembre 2015 at 18:35

            Sarà un piacere e lo decideremo insieme al ‘motivo’! 😉

  12. avatar
    mauro berni 2 Novembre 2015 at 15:23

    Bello! Attendo fiducioso i prossimi della serie Branca.

  13. avatar
    chess 2 Novembre 2015 at 15:37

    Complimenti!

  14. avatar
    Giorgio Pala 8 Febbraio 2018 at 12:29

    Ho un bellissimo ricordo del Maestro Palombi che risale a quasi 50 anni fà!
    Ero suo alunno in un magnifico corso di Sacchi il sabato mattina ad Ostia per la scuola media Stella Polare! In pratica è stato lui a farmi intravvedere cosa potevano essere gli scacchi!

    Mi piace 1
  15. avatar
    Corrado Zani 13 Agosto 2023 at 14:12

    Il M.ro Palombi venne a stabilirsi qui in Velletri, da circa il 1990 era assiduo frequentatore del locale Circolo col M.ro Cataldo Dell’Accio. Poi ebbe il probelema della consorte non più autosufficiente e una delle ultime volte che lo incontrai fu proprio in Farmacia mentre acquistava i relativi farmaci.

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