Sono andato a controllare tutti i miei “elogi” pubblicati e ho visto che questo manca. Tra un pezzo serio e l’altro una bischerata ci sta sempre bene (probabile solitario convincimento). E’ successo anche su “Scacchierando” (un saluto agli amici che ci lavorano) e con il pezzetto goliardico “Fancala!” ho messo in moto ben 5260 (cinquemiladuecentosessanta!!!) contatti con 158 interventi (ultimi dati), a dimostrazione che le bischerate possono avere il loro piccolo successo, critiche comprese naturalmente (e ne ho beccate diverse).
E’ difficile fare l’elogio dell’elogio. Intanto perché può essere subdolo, e insincero. Dettato da secondi fini. Io ti elogio perché poi, sotto sotto, voglio qualcosa da te. Magari un tuo elogio nei miei confronti. Però, insomma, ci proviamo.
L’elogio esiste fin dalla nascita dell’umanità. Quello a parole, perché mi sa che anche prima della venuta dell’uomo (e pure durante i primi tempi dell’uomo stesso) si potesse esprimere a gesti o a suoni, e sono sicuro che la madre del tirannosauro rex abbia fatto capire, in qualche modo, al figlioletto bravo negli assalti alle prede, il suo orgoglio materno. E che lo abbia elogiato pure quando gli assalti non erano proprio perfetti che la mamma è sempre la mamma.
L’elogio, dunque, come stimolo, come gratificazione per quello che si è e quello che si fa. Ma veniamo a noi. Voglio dire a noi scacchisti. Vediamo un po’ che tipi di elogio si possono incontrare nel nostro variegato mondo di Re e Regine. Intanto, come dicevo all’inizio, c’è l’elogio per l’elogio. Bella partita, davvero bella con quella sorprendente mossa di Cavallo dato in pasto per un attacco micidiale. Lì per lì non l’avevo capita, giuro, ma poi…eccezionale! (lieve rossore incornicia il nostro volto). A questo punto, dopo avere sottolineato ancora qualche piccola perla unita ad una forte stretta di mano, ci si aspetta che l’altro, gratificato di un elogio spropositato (la partita ci è parsa solo discreta e il sacrificio piuttosto dubbio), ci gratifichi a sua volta con un glorioso peana rivolto alla nostra di partite che, sinceramente, risulta migliore in tutti i sensi della sua. Se arriva bene, altrimenti ci scappa un vaffa stretto fra i denti e una promessa che vedrai un’altra volta ti concio per le feste.
C’è l’elogio subdolo. Si elogia, sì, ma con qualche piccolo distinguo buttato là quasi inavvertitamente, di sfuggita, bella mossa, però ci sarebbe stata eventualmente (gli avverbi si sprecano) questa risposta da parte dell’avversario…dai che lui non l’ha vista e comunque non avrebbe inficiato…certo se tu avessi…ma insomma complimenti davvero per la performance (una parola straniera fa sempre effetto) contro un avversario di tutto rispetto insieme ad un sorrisetto furbetto incorniciato in una faccia da schiaffi.
C’è l’elogio-conforto con pacche sulle spalle. Su, non te la prendere, lo hai surclassato in tutto e per tutto, poi la stanchezza, via si vede lontano un miglio…si è trattato solo di una stupida disattenzione. Elogio che può essere davvero sincero o artefatto che l’amico ci sta un po’ sulle palle.
Elogio, elogio, elogio, vero o falso che sia fa comunque parte della nostra variegata umanità. E, allora…
W l’Elogio!
P.S. Sono ammessi tutti i vari tipi di elogio, compresi quelli non citati. Ma anche un vaffa va bene lo stesso.
Caro Fabio, sei proprio da elogiare! (lascio a te la scelta del genere di elogio che preferisci. 🙂 😉
Come diceva Arbasino in letteratura invecchiando si passa dall’elogio “brillante promessa” a “solito stronzo” al senile “venerato maestro”.Nell’universo scacchistico…
Caro Fabio, ti ringrazio per avermi spinto a riprendere in mano lo scritto di Erasmo dopo tanti anni di polvere accumulata.
Sono un fautore dell’autoelogio, come fa la Follia verso se stessa. Tutti noi (absit iniuria verbis) abbiamo ceduto, prima o poi, alla tentazione dell’autoelogio, magari camuffato, nascosto, e mi metto in testa alla interminabile processione. Che c’è di male? Siamo fallibili mortali, o no?
Riferendomi a quanto scritto da Enrico qui sopra, mi metto senza vergogna alcuna nella seconda categoria, perdippiù vantandomene e, volendo, eliminando il “solito”.
Come seconda scelta, mi butto sul mix “venerato stronzo”.
P.S. Sono graditi commenti stronzi.
Il voler elogiare l’elogio dell’elogio è da elogiare!! 😉
Scusate un momento: ho scoperto che il significato originario della parola “elogio”, stando al vocabolario Treccani, è quello di epitaffio 😕 😥 . Forse conviene aspettare ancora un po’ prima di elogiarci troppo 😉 .
E’ ANCHE quello di “epitaffio”, ma non solo…
Vocabolario Treccani: elògio s. m. [dal lat. elogium, che indicò originariamente una breve iscrizione o epitaffio].
Sono passati diversi decenni dai miei trascorsi ginnasiali ma mi pare di ricordare che entrambi i termini derivino dal greco. Epitaffio letteralmente significa “sopra la tomba” (epi+tafos) e si riferisce a quel frammento di marmo ove si poteva appunto scolpire un “elogio” del defunto.
La parola elogio dovrebbe invece derivare da eu+logos ovvero “buon discorso”, inteso appunto come ricordo positivo del compianto.
Complimenti per il sito che ormai leggo quotidianamente.
A tutti voi il mio elogio… 🙂
Epitaffio = sulla tomba
Epinicio = celebrazione della vittoria
Epicedio = nenia funebre in presenza del cadavere
eccetera
Mi veniva da sorridere, in senso positivo, pensando come da una bischerata, ancorché gioiosa, si possa arrivare ad un serio ripasso linguistico.
Mi unisco al sorriso…