i Re degli scacchi: Vasilij Vasil’evič Smyslov

Scritto da:  | 22 Marzo 2016 | 16 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri

Smyslov 14Per la precisione ho riassemblato anche qualche pezzo già scritto. Non so se continuerò ad occuparmi di altri campioni del nostro formidabile giuoco. Intanto ringrazio i lettori che mi hanno seguito sin qui e spronato ad andare avanti. Lo scopo dei miei “profili”, come li ho sempre considerati, è soprattutto quello di una gradevole lettura. Spero di esserci riuscito.

Smyslov 03Un uomo di altri tempi, garbato e gentile. Foto emblematica. Smyslov con i guantoni che si prepara ad un incontro. I guantoni sono minacciosi ma la grinta è quella di un pacioso apicultore. Dal titolo del suo celebre libro In cerca di armonia si capisce quale sia stata la costante ricerca di questo grande campione. Per lui gli scacchi erano un’arte, e lo splendido giovanotto di 82 anni che possiamo ammirare a pag. 104 del numero di marzo 2003 di L’Italia Scacchistica dai lineamenti dolci e rassicuranti, con i capelli imbiancati dal tempo, in giacca e smagliante cravatta arancione, può a buon diritto rappresentare questa bellezza e questa armonia. La quale, prima di essere nelle cose e nelle idee, è nell’uomo. Signore.

Smyslov 08Vediamo un po’ che cosa ti ha combinato questo signore, in tutti i sensi, scaraventandolo di getto nella sala dei concerti di Mosca il 16 marzo 1954 davanti al campione del mondo Botvinnik, che me lo rivedo ragazzotto quattordicenne bastonare in una famosa simultanea di Leningrado (siamo nel 1925) il fascinoso Capablanca. E mi sovvengono certe foto nella sua celebre scuola ora con Kasparov, ora circondato da una selva di futuri campioncini come Kramnik, Tiviakov e Shirov. Aspetto tosto, professorale, reso più autoritario dall’aver aperto proprio la scuola suddetta, una vita di impegno e passione che mi ha sempre colpito. A smorzare l’atmosfera di ferrea autorità tre bei sorrisi che vanno dal 1935 al 1989. Anche i tosti sono umani.

Smyslov 07La prima prova della verità per Botvinnik era arrivata nel 1951 sotto le sembianze di Bronstein. Ora David Ionovic Bronstein non è un tipetto da nulla. Non lasciatevi ingannare dalle fotografie che ce lo mostrano talvolta con la fronte stempiata del nostro salumiere di fiducia. Ha alle spalle un curriculum di tutto rispetto. Più volte campione dell’U.R.S.S. è riuscito a sbarazzarsi, dopo un drammatico spareggio, del temibilissimo Boleslavskij per la candidatura al titolo mondiale. E la prima prova, durissima, fu superata. Perfetta parità ma il titolo rimase, secondo le regole, all’inossidabile Botvinnik.

Smyslov 09Torniamo a bomba. Questa volta è il nostro giovane trentatreenne, dall’aspetto falsamente pacioso, che al torneo dei candidati del 1953 si è piazzato primo dopo ventotto turni estenuanti contro avversari del calibro di Keres, Bronstein, Reshevsky, Euwe, Gligoric, Najdorf, Boleslavsky, Geller, Petrosian (mamma mia!) e chi più ne ha più ne metta, a dover incrociare gli scacchi con la dannata Forza della natura. I due si erano misurati per la prima volta al dodicesimo campionato URSS, tenuto a Mosca nel 1940, finendo per dividersi il punto. Ora è scontro titanico. Smyslov parte male ma poi si riprende e passa addirittura in vantaggio per 6 a 5. Qui compie l’errore, sottolineato anche da Botvinnik. Preso dall’entusiasmo si butta su una energica azione offensiva pagandone, almeno in larga parte, lo scotto. Nonostante questo il match termina in netta parità 12 a 12 con 7 vittorie, 7 sconfitte e 10 patte. E il titolo di campione del mondo resta nelle mani di Botvinnik.

Smyslov 06Ma non è finita. Inutile farla lunga. Dopo avere vinto il torneo dei Candidati di Amsterdam nel 1957, Smyslov si ripresenta ancora una volta davanti al re degli scacchi più forte e baldanzoso che pria. “L’esperienza accumulata nel match precedente si rivelò utile e comprendevo bene le difficoltà che mi aspettavano nell’imminente duello. Già la prima partita mi regalò il successo e costituì un felice presagio” ebbe poi a scrivere lo sfidante. Successo conseguito con un bel +6-3=13, attraverso una superiore valutazione posizionale ammessa dallo stesso Botvinnik. E siamo giunti al terzo scontro dove, diciamolo francamente, non c’è gara. Botvinnik si è caricato di brutto, ha studiato e ristudiato, rinnovando il suo repertorio. Risultato finale +7-3=11 in suo favore. “Io penso che nel match di rivincita giocai al di sotto delle mie potenzialità. Non riuscii a sfruttare appieno le mie risorse, probabilmente a causa delle mie condizioni di salute. Infatti prima ebbi l’influenza e poi la polmonite. Comunque devo dare atto a Botvinnik di essersi preparato in modo veramente impeccabile nella rivincita.” Questo fu il commento sincero dello sconfitto.

Smyslov 02Vasilij Smyslov nasce a Mosca nel 1921 e viene colpito quasi subito dalla “malattia” per gli scacchi trasmessagli dal padre. “Fin dall’inizio egli mi inculcò l’amore per le cosiddette posizioni semplici, basate su pochissimi pezzi, perché è solo in tali posizioni che il giovane giocatore inesperto può capire e sentire la vera importanza dei pezzi.” (parole sante). Scacchi e musica le sue due grandi passioni e come baritono non è stato mica male. Anche lui approda alla celebre Casa dei Giovani Pionieri dove approfondisce le sue conoscenze. Non gli sfugge certo I Fondamenti degli Scacchi di Capablanca ma il primo libro sotto gli occhi è il Manuale scacchistico di Dufresne che lo porta a diretto contatto con le partite del cosiddetto periodo romantico. Poi è un susseguirsi di letture che lo rendono edotto delle teorie più evolute del suo tempo (vedi, in special modo, La moderna partita a scacchi di Tarrasch). Negli anni 1935/36 con suo padre si reca a vedere gli incontri internazionali a Mosca attirato dalle figure di Lasker e Capablanca. Il ragazzo freme e non vede l’ora di cimentarsi anche lui con grandi avversari. Inutile fare la lista dei successi e di qualche momento di crisi durante le due guerre. Fatto sta, come abbiamo visto, che riesce ad arrivare all’apice della gloria attraverso gli incontri con Botvinnik.

Smyslov 04E dopo? Vediamo un po’ di sistemare una sintesi accettabile di una carriera estremamente lunga e luminosa. Lo ritroviamo baldanzoso, dopo due prove mediocri, all’Interzonale di Amsterdam del 1964 dove si piazza al primo posto insieme a Spasskij, Tal e Larsen, ma al match dei Candidati si scontra con l’osso duro Efim Petrovic Geller “il terrore dei campioni del mondo” e non c’è niente da fare. Ricordo volentieri, fra gli altri successi, la vittoria, a pari merito con Uhlmann, al Memorial Capablanca dell’Avana dello stesso anno e pure quella dell’anno successivo. Nel 1970 partecipa allo storico incontro URSS-Resto del Mondo in sesta scacchiera con la sua decisiva partita contro H. Rubinetti “in puro stile Tal” che permise la vittoria della sua squadra. “Fu una delle mie vittorie più memorabili e, sul piano nervoso, posso paragonare la partita solo con quella che mi aveva dato il titolo di campione del mondo” scrisse nel suo libro famoso. L’anno successivo si becca pure l’Internazionale di Palma de Mallorca coronando un periodo meraviglioso.

E ora saltiamo al biennio 1982/84 durante il quale riesce, dopo aver sbaragliato Ribli, che ha la metà dei suoi anni, a qualificarsi per il match finale dei Candidati. “Non è un segreto che certi addetti ai lavori sostengano che noi veterani non abbiamo il diritto di combattere per la corona, ma io all’Interzonale del 1982 sono riuscito a smentire le loro tesi.” (tiè!). E qui si trova di fronte Kasparov che così commenta “L’aspetto intrigante del match stava nella natura stessa dei due contendenti assolutamente differenti l’uno dall’altro. Nel corso del match, uno ha compiuto sessantatré anni, l’altro…ventuno.” Lo scontro tra il vecchietto e il giovanotto a Vilnius si conclude con la netta vittoria dell’imberbe.

Smyslov 05A settanta anni, non ancora soddisfatto, si aggiudica il campionato del mondo seniores e continua a giocare nonostante i problemi alla vista. Ricordo pure due successi ai campionati sovietici e le partecipazioni (ben 17!) alle Olimpiadi di Scacchi in rappresentanza del suo paese. Di lui è stato detto un gran bene da parte di tutti i commentatori elogiando il suo stile semplice e nello stesso tempo eccezionalmente concreto, la sua indiscussa abilità nei finali sulle orme di Capablanca, il suo eccellente fiuto posizionale, la sua capacità di innovare in molte aperture. Un grande, insomma, tra i grandi di tutte le epoche. Questo il suo credo “Sono convinto seguace della classica limpidezza di pensiero. Il contenuto della partita deve basarsi sulla ricerca della verità, e la vittoria deve rappresentare la dimostrazione della sua correttezza. Nessuna fantasia, anche la più sfrenata, nessuna tecnica, fosse pure la più virtuosa, nessuna capacità di penetrare la psicologia dell’avversario, neanche la più profonda passione, possono fare di una partita un’opera d’arte, se tutte queste qualità non mirano allo scopo della ricerca della verità.”

Smyslov 16

Vorrei terminare il breve, parziale e volutamente limitato excursus con una immagine che mi è rimasta impressa nella memoria. Di due vecchietti che hanno combattuto sin dall’inizio fra loro: Smyslov e Reshevsky, l’ex bambino prodigio. Serio, compunto. Me lo ricordo ad una sfida con il fratello meno famoso di Lasker circondato dai grandi e al centro una ragazzetta con lo sguardo interessato su di lui. Da anziano con l’immancabile berretto in testa che fissa Kasparov, ma anche solitario ad un torneo italiano fermo e impettito come un gladiatore. Dicevo dei due vecchietti. Il loro scontro al Radiomatch URSS-USA del 1945 terminato in favore del primo e poi al torneo del campionato del mondo a Mosca nel 1948, vinto sempre dallo stesso con la “solita, ingannevole semplicità e l’incantevole stile”. E ancora, come ci racconta Kasparov, i nostri che si cimentano negli scacchi veloci, il settantenne Smyslov e l’ottantenne Reshevsky, presso il Circolo Scacchistico Centrale dell’URSS. Da groppo in gola.

Separatore

Vasilij Vasil’evic Smyslov ci ha lasciato a Mosca il 27 marzo 2010 all’età di 89 anni. L’Amore per gli scacchi. Di un Signore. Di un grande Signore. Che non mancherò di ricordare lungo il corso rimanente della mia vita.

Smyslov 15

avatar Scritto da: Fabio Lotti (Qui gli altri suoi articoli)


16 Commenti a i Re degli scacchi: Vasilij Vasil’evič Smyslov

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    Fabio Lotti 22 Marzo 2016 at 09:27

    Bestiale la cornice iconografica. Grazie, davvero.

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    Filologo 22 Marzo 2016 at 10:01

    Incuriosito dalla tomba del Campione, ho fatto qualche ricerca e sono rimasto sorpreso da una storia che non conoscevo: con Smyslov e consorte è sepolto Vladimir Selimanov, figlio del primo marito di Nadezhda, caduto con le purghe staliniane, e adottato dal grande Vassily. Il ragazzo, promettentissimo giocatore, si suicidò dopo aver rappresentato l’URSS ai mondiali juniores nel 1960, pare per i problemi derivanti dal fatto di essere arrivato ‘solo’ quarto.

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    fabrizio 22 Marzo 2016 at 13:30

    Un altro bel ritratto di un grande campione, oltre che grande uomo.
    Grazie Fabio.

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    Enrico Cecchelli 22 Marzo 2016 at 17:23

    Grande articolo su di un grandissimo degli scacchi. Ricordo che nel match contro Kasparov ebbe il fegato, da grande teorico e ricercatore quale è sempre stato, di usare una taglientissima variante che credo fosse la Difesa Cigorin (mi pare che però fosse riuscito a pareggiare solo una partita perdendo l’altra). Complimenti per l’articolo

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      Filologo 22 Marzo 2016 at 20:40

      Era la Cambridge Springs… comunque tagliente.

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        Enrico Cecchelli 22 Marzo 2016 at 23:48

        Caro Filologo mi ero sbagliato perché fu una sola partita e non due (che tra l’altro pareggio’ quindi ancora maggior gloria al grande campione) e più esattamente la undicesima partita ma fu effettivamente una difesa Cigorin

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    Ramon 22 Marzo 2016 at 21:15

    Avete riconosciuto vero il giocatore col cappellino ritratto di scorcio nella foto di copertina?
    Facile, vero? 😉
    Qualcuno però è in grado di dire con esattezza in che occasione è stata scattata la foto? …anche questa non è poi così difficile…

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      Ramon 24 Marzo 2016 at 07:34

      Aiutino: correva l’anno… no, questo per il momento non lo diciamo 😉 Diciamo solamente che si trattava di un grande torneo in commemorazione di un grande evento, i nostri si incontrano al primo turno e, ovviamente, ne esce una partita italiana 😎

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        fabrizio 24 Marzo 2016 at 13:46

        Il giocatore è facilmente riconoscibile: si tratta di S. M. Anche la data è facilmente individuabile da qualche “nostalgico” di sinistra.

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          Joe Dawson 24 Marzo 2016 at 14:49

          Sì, a casa di Martin per la parata commemorativa mettono il colbacco anche al gatto… 😉

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    alfredo 22 Marzo 2016 at 21:18

    sulla vicenda di Vladimor Selimanov c’è un interessantissmo articolo pagine 74 – 76 di Genna Sosonko pubblicato sul numero 7 di NYC del 2015
    nell’articolo compare amche la foto dei partecipanti al mondiale juniores del 57. Tra i partecipanti anche Campomanes. Vinse Lombardy con 11/11
    Una delle cose piu’ tristi della vita di Smyslov è che morì in completa povertà. Purtroppo sorte non unica tra gli scacchisti.

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    Fabio Lotti 23 Marzo 2016 at 09:12

    Vero, caro Alfredo. Una volta mi era venuta voglia di accorpare in un pezzo alcuni di questi tristi epiloghi ma poi ho desistito, credo giustamente, per non creare un’aura da ciondolante depressione.

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    Icilio Zoppas 23 Marzo 2016 at 16:57

    Bell’articolo (come sempre!), ma la scelta della partita in calce allo stesso appare un pò “provocatoria” dato che fu giocata (secondo le note rivelazioni di Bronstein) in uno stato psicologico alterato da parte di Keres. L’estone infatti aveva subito il giorno prima forti pressioni da una parte della delegazione sovietica a Zurigo perché alterasse il risultato della partita non ostacolando così il successo di Smyslov nel torneo a scapito dello statunitense Reshevsky. Il campione dell’armonia scacchistica (e anche il suo avversario) meritano di essere ricordati per altre prestazioni.

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    danilo 23 Marzo 2016 at 21:26

    smyslov morì in totale poverta? un campione del mondo? come e’ possibile?
    …eppoi mi dite che…

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    alfredo 25 Marzo 2016 at 10:36

    Sì, anche Bronstein mori poverissimo.
    Smyslov per sopravvivere negli ultimi anni subaffittò il suo appartamento, si trasferì in un minuscolo (misero) appartamento e viveva della ‘differenza’ tra ricavo e spesa.
    Anche Polugajevsky morì senza un soldo. Tanto è vero che le spese del suo funerale furono sostenute dal magnate olandese Van Osteroom, quello dei tornei Melody Amber di Montecarlo. Fu la sorte di molti giocatori che diedero il loro meglio durante gli anni 50 – 80. Dopo le cose cambiarono. Kasparov e Karpov sono milionari (in euro o in dollari) con conti nei paradisi fiscali di tutto il mondo (e di questo ne ho prova diretta).

  11. avatar
    Fabio Lotti 25 Marzo 2016 at 23:33

    L’alcol ha legato spesso anche scacchisti e giallisti come scrissi, fra le altre cose, qui http://blog.librimondadori.it/blogs/ilgiallomondadori/2011/03/03/dal-mystery-lottiano-allhard-boiled/ Consiglio la lettura perché lo considero un pezzo piuttosto riuscito ed ebbe anche il commento di qualche scacchista.

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