i luoghi degli scacchi

Scritto da:  | 22 Aprile 2016 | 3 Commenti | Categoria: Luoghi degli Scacchi

i luoghi degli scacchi 5La copertina del primo dei due volumi: Ostenda

“221 località che hanno fatto la storia del gioco degli scacchi dal 1500 fino all’anno 2000, viste attraverso racconti, descrizioni, immagini, personaggi celebri e… un pizzico di fantasia. Una lunga striscia panoramica su migliaia di avvenimenti, con curiosità, commenti, partite, circa 500 tabelle complete di tornei e oltre 700 mini-biografie di campioni e maestri”.

Questa è la sinossi che si legge in internet sui due volumi de “I luoghi degli scacchi”. Non è forse abbastanza per comprendere l’ambizioso progetto che è stato realizzato da Claudio e Riccardo, e che qui provo meglio ad illustrare.

Si tratta di un lavoro che ha cercato in un certo senso di abbinare la lettura d’intrattenimento con l’informazione enciclopedica. Un progetto al quale abbiamo in pratica lavorato per quasi l’intero 2015, tra La Spezia e Roma, e che ha visto la luce verso la fine dell’anno. Un progetto che allarga notevolmente quello che era stato il perimetro del precedente volume unico, dallo stesso titolo (edizione 2012, sempre a cura della “Youcanprint” di Lecce), a firma di Claudio.

Duecentoventuno sono appunto le città di ogni parte del mondo che qui abbiamo preso in considerazione (di cui trentanove italiane). Sono tutte quelle dove si sono disputate le più importanti competizioni scacchistiche della storia (tornei oppure matches) o, in ogni caso, tutte quelle che hanno ospitato tornei o “festivals” in via continuativa nell’arco di un certo numero di anni.
Siamo partiti da lontano, addirittura dal secolo XVI e da Leonardo da Cutro, per fermarci proprio sulla soglia del presente secolo, quindi all’anno 2000. Fermarci lì è stato inevitabile perché eravamo ormai prossimi a crollare, nonostante l’ossigeno provvidenzialmente apportatoci da alcuni amici e collaboratori come Roberto Messa, Fabrizio Antonelli, Roberto Cassano, Uberto ed altri ai quali siamo riconoscenti. Lasceremo ormai a qualche pronipote l’incarico di scrivere “I luoghi degli scacchi dal 2001 al 3000”.

Duecentoventuno sono quindi i capitoli del libro. Ciascuno consta di una speciale descrizione della località. Perché scrivo “speciale”? Perché in questo spazio non abbiamo voluto essere semplicemente informativi (per questo scopo basterebbe a chiunque andare in ricerca con internet su tali località), ma abbiamo lavorato un poco con la fantasia e ci siamo intrattenuti su particolari più o meno noti e curiosi, più che altro storici, sempre comunque significativi e rappresentativi del luogo, e quasi sempre non strettamente scacchistici.

Eccone due esempi, con le introduzioni di Las Palmas (vol. I) e di Polanica Zdroj (vol. II):

separator4Las Palmas
“Seduto nel suo uffi­cio, il capi­tano cubano Pedro Leyva muove un pedone sulla scac­chiera elettronica, illu­mi­nata dalla luce che fil­tra dall’oblò. Attorno a lui, nei cor­ri­doi, sulle scale di metallo e fin giù nelle can­tine, il silen­zio si annida nella rug­gine, sim­bolo di una vec­chia diserzione. Anco­rata fra due piro­scafi nel porto com­mer­ciale di Las Pal­mas, isole Cana­rie, la petro­liera Iballa giace in abban­dono da tre anni e mezzo. Inca­pace di ono­rare i pro­pri debiti e di pagare l’equipaggio, l’armatore è spa­rito. E i mari­nai, senza sala­rio, sono andati via. Salvo uno. Leyva, 68 anni, privo di mezzi, ultimo occu­pante di una nave cisterna di sei­cento metri, passa le gior­nate all’ombra, tra la fer­ra­glia, aspet­tando la sen­tenza del pro­cesso”.

Così si leggeva nel maggio 2013 su “il manifesto”. La sentenza arriverà nel 2015. Il capitano Pedro Leyva l’attende nella polvere umida della sua petroliera abbandonata, fra le sabbie dorate di Las Palmas.
Personaggi e storie diverse, varianti diverse, spesso dimenticate o ignorate, un sottile filo bianco e nero in comune ad unire: gli scacchi, impareggiabili e fedeli compagni di vita, in un super hotel di Gran Canaria o nel silenzio arrugginito dalla salsedine e rotto dal vento impietoso che qui non cessa quasi mai di soffiare con veemenza.
“Come a Las Pal­mas, mari­nai abban­do­nati di ogni parte del mondo si anno­iano a Mar­si­glia, Le Havre, Anversa, Liver­pool, Rot­ter­dam ed Amburgo”.
Tutti prigionieri nei porti del tempo ed insieme tutti di passaggio, come lo furono i marinai di Cristoforo Colombo in queste lontane terre di Spagna nel 1492, tutti avvinghiati ai propri destini da quella clessidra di sconosciute procedure che la mano imperscrutabile del mare ferma o rigira in eterno.

i luoghi degli scacchi 3Il mare, quel mare delle Canarie eccitante di leggenda e quell’atmosfera misteriosa di confine estremo del mondo che catturarono il grande poeta portoghese José Saramago (1922-2010). Lui fra queste isole scelse di concludere la sua vita e i suoi pensieri:
“Dev’esserci un colore da scoprire, un recondito accordo di parole, dev’esserci una chiave per aprire nel muro smisurato questa porta. Dev’esserci un’isola più a sud, una corda più tesa e più vibrante, un altro mar che nuota in altro blu, un’altra intonazione più cantante …. Poesia tardiva, che non riesci a dire la metà di quel che sai: non taci, quanto puoi, e non sconfessi questo corpo casuale che tu hai”.

Polanica Zdroj
Bassa Slesia, monti Sudeti Occidentali. Castelli, acque, foreste e armoniose verdi vallate attirarono in questa regione dell’attuale Polonia viaggiatori ed ospiti importanti (gli Asburgo e gli Hohenzollern, Chopin, Goethe), dopo che nel 1828 il commerciante Joseph Klodzki aveva deciso di sfruttare il potere curativo delle sue acque, noto fin dal XVI secolo. Il simbolo di Polanica Zdroj (che fino al 1945 si chiamava Bad Altheide) è l’orso Shaggy, al quale è stata dedicata la statua di fronte al parco termale. Leggenda vuole, infatti, che sia stato un orso ad indicare il luogo preciso della prima miracolosa sorgente.
Qui si è organizzato per tanti anni il “Memorial Rubinstein”, in ricordo di colui che è stato, forse, il più forte giocatore polacco di ogni epoca. Il primo ammiratore di Akiba Rubinstein era Capablanca. Commentando la Rubinstein – Schlechter, San Sebastian 1912, 1-0, il campione cubano ebbe infatti a definire il gioco di Rubinstein “un magnifico monumento di precisione”.

i luoghi degli scacchi 1Al penultimo turno di Polanica Zdroj/1968 s’incontrarono il sovietico Simagin e il cecoslovacco Kavalek, in seguito statunitense. Kavalek era un venticinquenne ambizioso in forte crescita. Il gioco di Simagin era insieme delicato e deciso, fantasioso e artistico, un po’ come il personaggio (semplice e umile ma alieno da compromessi), quasi somigliava a certe incantevoli “danze” del suo illustre musicista conterraneo (anche lui era di Mosca) Aleksandr Skrjabin, del quale ricorre nel 2015 il centenario della morte. Prima della partita piombò improvvisa la notizia che decine di carri armati sovietici erano entrati in Praga a soffocare la breve “Primavera” di Alexander Dubček e di Jan Palach. Era il di 21 agosto. Quel momento lo ha ricordato lo scorso anno lo stesso Lubomir Kavalek (che non fece più ritorno in patria) nel suo blog, nell’articolo “Chess in the time war”:
“ “Siamo in guerra!”, mi aveva gridato mia moglie… Poco dopo ho visto Simagin camminare avanti e indietro nella hall dell’albergo polacco, ripetendo: “gente stupida!, gente stupida!”. Cosa fanno gli scacchisti in questi casi? Alzano la voce o tacciono? A Polanica si seguitava a giocare e Smyslov, col quale lottavo per il primato, pareva imperturbabile, del tutto tranquillo. Simagin invece, che di Smyslov era stato allenatore nel mondiale del 1950, era “exhausted and distressed”. Lui pensava che nella vita non ci dovesse esser posto per la guerra se non fra le 64 caselle. Giocammo nervosamente e alla fine rimasi con la Torre contro un suo Cavallo. Avevo la sensazione che la mia torre stesse lottando contro centinaia di carri armati. Ci accordammo per la patta. Ma la guerra stava finendo di spezzare il suo cuore. Appena un mese dopo, il 25 settembre, a 49 anni, Vladimir Pavlovich Simagin moriva per un attacco cardiaco durante il torneo di Kislovodsk”.
separator4Torniamo a noi. Dopo il quadro introduttivo su frammenti di storia e vita della città/località, seguono “ad abundantiam” tutte (ma davvero tutte!) le più rilevanti informazioni agonistiche riguardanti le manifestazioni di scacchi ivi svoltesi. Non ci siamo semplicemente fermati alle classifiche, che quasi sempre sono state riportate integralmente (anche fino al novantottesimo posto!), ma abbiamo inserito oltre cinquecento (500) tabelle complete. Soltanto su Mosca, ad esempio, abbiamo inserito le classifiche di ben 54 tornei, con 15 tabelle.
Un lavoro certosino, opera meritoria di quell’enciclopedia vivente che è Claudio.
Abbiamo poi affiancato ai più importanti tornei anche dei brevi commenti, oltre a numerose partite che hanno fatto la storia del gioco.

i luoghi degli scacchi 4Il quadro sulle località e la parte tecnico-scacchistica sono intramezzate e collegate da quello che è il pezzo visivamente più forte dell’opera, e cioè le tantissime, circa seicento (600!), cartoline o immagini storiche dei luoghi, in gran parte a colori. Molte di queste cartoline fanno parte della collezione privata di Claudio, pertanto sono pressoché introvabili altrove.

Abbiamo poi deciso di chiudere il secondo volume con delle sintetiche biografie di tanti tra i più forti campioni della storia del gioco (fermandoci naturalmente anche qui all’anno 2000). Le biografie sono circa settecento (700!, da Ahues a Zukertort, da Adams a Zichichi), e sono a loro volta corredate da un capitolo con le immagini di parecchi (ben 212!) di costoro.

Si tratta, tirando le somme, di un impianto assolutamente originale, che potrebbe anche non soddisfare qualcuno ma che non credo possa trovare accostamenti similari nell’editoria scacchistica mondiale. A tal proposito non escludiamo di poter un giorno pensare alla realizzazione di una sua versione in lingua inglese.

Qualcuno potrebbe obiettare che oggi, grazie alle informazioni rintracciabili tramite internet, è facile realizzare un lavoro del genere. Eh, no! Non ci sto. Si vada (ad esempio) a vedere se su internet si trovano le classifiche dei tornei svoltisi a Barcellona Pozzo di Gotto (uno dei nostri 221 “luoghi”). Non li troverete mai. E molto difficilmente troverete tutti quelli di Beverwjik o di Montevideo eccetera, in specie i più antichi. Noi invece li abbiamo scovati tutti, dalle fonti più disparate. E ve li presentiamo, unici nel mondo, tutti insieme.

Soltanto dopo aver letto “i luoghi degli scacchi” potrete partecipare con successo a certi quiz sull’argomento e snocciolare, ad esempio, i 43 vincitori (e i secondi e i terzi) del festival di Imperia fra il 1959 ed il 2000! Oppure ricordare quante partite, nel torneo di New York 1889, persero i due primi classificati Weiss e Chigorin e perché poi a sfidare Steinitz per il titolo non fu nessuno dei due bensì il terzo classificato Gunsberg (cfr nota 1).

Ci si può chiedere: come abbiamo fatto a far rientrare tutto quanto nelle appena cinquecentosessanta (560) pagine complessive dei due volumi e senza che il lettore fosse penalizzato e gravato da caratteri piccoli e scarsamente leggibili? Semplice: le dimensioni dei due volumi sono di ben 21 x 30 cm., a fronte di un peso complessivo di oltre 2 kilogrammi. La lettura è pertanto agevole e godibile anche sotto questo aspetto. Da ultimo non abbiamo voluto rinunciare all’eleganza. Le pagine infatti sono in preziosa carta patinata.

Purtroppo sappiamo che abbinare la quantità alla qualità è per solito come volere “la botte piena e la moglie ubriaca”. Le nostre scelte hanno di conseguenza determinato quello che riteniamo un inconveniente quasi inevitabile, ovvero un prezzo di copertina di 58 euro a volume e quindi di 116 euro complessivamente. Ma non potevamo fermarci a mezza via: quelle scelte erano quasi obbligate se volevamo raggiungere l’obiettivo di realizzare due volumi pressoché enciclopedici e di pregiata fattura. Occasione irripetibile.
E’ tuttavia possibile, presso alcuni siti, reperire i volumi ad un prezzo leggermente inferiore, anche intorno ai 49 euro.

Non mi resta, qui giunti, che scusarmi con i lettori del Blog per essermi forse eccessivamente dilungato ed auto lodato. Ma il lasciarmi prendere la mano dall’entusiasmo, come del resto dalla delusione, costituisce uno dei miei difetti. L’importante è che non pensiate che questo accada per dei risvolti economici, che invece (mi crediate o no …ma qualcuno ben sa) stanno veramente sottozero, un po’ come nel lungo e gelido inverno di Lettonia della qui appresso raffigurata Riga.

i luoghi degli scacchi 2Riga, capitale della Lettonia e “luogo degli scacchi”, fu terra di conquista per il ragazzo di casa Tal, per Korchnoi e per Kasparov

E allora concludo riportando proprio un piccolo stralcio del nostro lavoro su Riga.

“…Vivace centro culturale delle Repubbliche Baltiche, al pari delle sorelle Vilnius e Tallinn, Riga ha dato i natali nei secoli a molti grandi maestri: Nimzowitsch, Tal e Shirov, ma anche Matisons, Petrovs, Gipslis, Gutman, Mednis, Wojtkiewicz, Shabalov e Naiditsch. Ben poche città possono vantarsi di tanto.
Nonostante questa fertilità scacchistica, Riga non ha ospitato grandi tornei fino al secondo dopoguerra, se si escludono quelli di Kemeri, oggi Jurmala, piccola località a soli 25 km.
I suoi figli sono spesso diventati famosi in altri lidi, come Nimzowitsch in Danimarca, e oggi Shirov e Naiditsch. Aaron Nimzowitsch lasciò Riga per Berlino nel 1904, a 18 anni, prima di diventare uno scacchista di fama internazionale.
Nel 1899 a Riga si tenne il primo campionato delle Repubbliche Baltiche, vinto da tre giocatori di casa, Robert Betins (o Bething), Rosenkrantz e Karlis Betins.
A quest’ultimo ed ai suoi approfonditi studi, si deve il nome di “Gambetto Lettone” (1.e4, e5 2.Cf3, f5), apertura già analizzata da Gioacchino Greco e probabilmente ideata da Leonardo da Cutro. Karlis Betins fu per anni uno dei più noti maestri lettoni, e nel 1924 partecipò al torneo olimpico di Parigi.
Proprio nel 1924 a Parigi si mise in luce, vincendo brillantemente, un’altro figlio di Riga, Hermanis Matisons (o Mattison), che prima della prematura scomparsa (1932 a soli 38 anni) seppe realizzare il 50% nel grande torneo di Karlsbad del 1929 (vinto dal figlio di Riga Nimzowitsch) e battere Alekhine e Rubinstein nelle Olimpiadi di Praga. Ancor meglio seppe fare Vladimir Petrovs (1907/43), altro nativo di Riga, che vinse il grande torneo di Kemeri del 1937, e nel 1942 venne condannato, in base all’infame articolo 58 del codice penale sovietico, a dieci anni di detenzione in un campo di lavoro correttivo, il gulag di Koltas, dove morì di polmonite il 26 agosto del 1943…”

separator4Nota (1) A New York 1889 i vincitori Weiss e Chigorin persero rispettivamente 4 e 7 partite, ma ottennero ben 29 punti su 38, mezzo più di Gunsberg e 1,5 più di Blackburne, il quale pattò appena due volte (erano altri tempi!). Il match di spareggio fra i due vincitori terminò 2 a 2, e fu così che allora…

Da Riccardo un saluto al mio compagno di avventura Claudio e a tutti i lettori.

“I luoghi degli scacchi” di Claudio Sericano e Riccardo Moneta, voll. I e II, ed. Youcanprint- Tricase (LE), novembre 2015.

avatar Scritto da: Marramaquís (Qui gli altri suoi articoli)


3 Commenti a i luoghi degli scacchi

  1. avatar
    fabrizio 22 Aprile 2016 at 11:59

    Un’opera bella e importante, ricca di illustrazioni e di piacevole lettura. Un grande ringraziamento agli autori!

  2. avatar
    enrico cecchelli 22 Aprile 2016 at 15:19

    Non ho ancora avuto tempo di congratularmi personalmente con gli autori come era mia intenzione fare. Me ne scuso e ribadisco il mio entusiasmo per l’opera, come avevo a suo tempo manifestato a Sericano acquistando una copia della prima edizione. Non si può che apprezzare l’ampliamento e la messe di notizie e curiosità contenute nell’opera, così particolare ed indispensabile per ogni appassionato scacchista. Congratulazioni vivissime e allego anche il mio grazie a quello di Fabrizio. Non so se può figurare come un complimento ( io lo intendo così ) : E’ un’opera che si apprezza e di cui si avverte l’indispensabilità solo dopo averla acquistata, sfogliata e consultata. Complimenti ancora!

  3. avatar
    Tamerlano 7 Maggio 2016 at 12:37

    Anch’io ho avuto modo di apprezzarla e la considero un’opera davvero unica nel suo genere. Letteraria e documentale allo stesso tempo e di grande rilievo non solo scacchistico; c’è storia, geografia e molto altro. Nella mia libreria occupa un posto molto importante, vicino al Dizionario Enciclopedico, al Libro completo della Mursia, a Figure di Scacchi e la più recente Bibliografia di Sanvito e accanto alla Storia degli Scacchi in Italia della Marsilio. Complimenti ai due autori!

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