il mio secondo “luogo”

Scritto da:  | 29 Maggio 2016 | 10 Commenti | Categoria: C'era una volta, Luoghi degli Scacchi

Il mio secondo “luogo” spunta nel 1967.
Sposato da due anni, mi sto aggirando sotto i portici del Pavaglione, a Bologna, in attesa di un appuntamento di lavoro, che risulterà poi fallito. il mio secondo luogo 12Scendo lungo la stretta via Foscherari  e vedo una scritta: Circolo Dipendenti Comunali. Scendo ancora gli scalini che portano all’ingresso ed entro in una sala ampia, occupata quasi interamente da… scacchiere?
Tre o quattro tavoli sono occupati da persone che muovono i pezzi e fanno scattare il meccanismo di strani orologi doppi, il tutto inframmezzato da imprecazioni, commenti, sbuffate. Ma… gli scacchi sono ANCHE questo? Sono divertimento, ironia, sfottò reciproci? Ebbene sì, maledetto Carter, sono ANCHE questo.
Ho già parlato, anche troppo, dei miei primi approcci al gioco. Ora me ne innamoro, anche grazie ai personaggi che lo animano in quello strano locale (meglio noto come “la buca”, vero Graziano?) e sicuramente uno dei più affascinanti risponde al nome di Calabria: il professor Calabria, battezzato – e non a caso – “Calabrone”.

il mio secondo luogo 10Oltre la settantina, accanito fumatore, accende una sigaretta dopo l’altra inalberandole tutte su un raffinato bocchino, e gioca raramente. Il suo maggiore divertimento sta nell’assistere a partite di altri soci del Circolo, commentando ogni mossa in vari modi: risatine, sbuffate, ed atteggiamenti vari che finiscono per condurre entrambi i contendenti ad una crisi nervosa. Il tutto condito dal suo aggirarsi attorno al tavolo spargendo cenere di sigaretta sul suddetto tavolo. Quando viene cacciato a male parole si limita a spostarsi di due metri, per poi venire attirato quasi contro la sua volontà alle spalle di uno dei due giocatori, riprendendo a spargere cenere. I più micidiali insulti non lo scalfiscono, passa indenne attraverso improperi, minacce, “basta!”. Senza di lui il Circolo quasi non avrebbe senso di esistere.
Altro irresistibile polo d’attrazione dei soci dediti al kibbitzing è Battistini: di pelo rosso, ormai sbiancato parzialmente dall’inesorabile trascorrere degli anni, di corporatura massiccia e di carattere irascibile, discreto giocatore di bridge (ma se fallisce un impasse si incazza come un cinghiale sofferente d’ulcera), si limita ad avversari alla sua portata (seconda sociale o giù di lì), ma le sue esibizioni sono formidabili. Gioca rigorosamente senza orologio ed i pezzi che cattura all’avversario finiscono nella sua manona che li mescola continuamente producendi un continuo rumore di nacchere. Se l’avversario pensa oltre i cinque secondi da lui giudicati tempo limite per muovere, commenta, a beneficio dei presenti, con uno stentoreo “Non muove più!”; la cappella, sua o dell’avversario, è il vero sale del gioco.
il mio secondo luogo 04Uno degli avversari preferiti di Battistini è Golinelli, molto più giovane e dotato di una capigliatura (con annessa barba foltissima) sulla quale diversi soci del Circolo hanno formulato svariate ipotesi, giungendo alla conclusione che si tratti di un ecosistema chiuso sulla cui fauna è meglio non indagare. Golinelli possiede la straordinaria capacità di far incazzare Battistini oltre ogni limite, producendosi in lunghe ponzate, generalmente improduttive.
Poi c’è Walter Melloni (Watermellon), alla disperata ricerca di una promozione alla seconda sociale, e c’è Schirato, sempre abbigliato come se dovesse recarsi ad un ricevimento all’ambasciata, a volte seguito dalla prosperosa consorte agghindata di gioielli come la Madonna di Pompei: la sera in cui, dopo una serie impossibile di botte di culo, venne promosso alla prima sociale, Schirato offrì spumante a tutti i presenti, per poi ritrovarsi in fondo alla classifica del successivo torneo di Prima Sociale.
Le serate di torneo erano il martedì ed il venerdì e non erano rari i casi in cui, dopo una frettolosa patta molto d’accordo, ci si trasferiva nella sala attigua per giocare a bridge senza tante sofisticazioni: fiori di preparazione, licitazione naturale e via andare, a meno che non ci si ritrovasse con una mano fortissima e col socio dotato di altrettanto culo per cui ci si doveva spingere verso una slam. La posta era modesta, messa lì giusto per dare un po’ di pepe alla faccenda.
Il gruppo dei bridgisti era composto da una quindicina di soci, alcuni dei quali decisamente ferrati, dai quali appresi alcuni fondamentali del gioco che assomigliava al ravennate “beccaccino”, un tressette con le briscole da me praticato negli anni passati. Giorgio Pulda, oltre ad essere forte davanti alla scacchiera, al tavolo da bridge era imprevedibile, con dichiarazione “psichiche” destinate a mandare in confusione la coppia avversaria: il suo unico abbigliamento era un pesante maglione, estate ed inverno, e la sua bionda capigliatura non conosceva l’uso del pettine. Dotato di uno spirito pungente, britannicamente imperturbabile, non andava sottovalutato, nè davanti alla scacchiera nè con le tredici carte.

il mio secondo luogo 11Di tanto in tanto, in un tavolo appartato, comparivano Mezzetti e Ferrarini, problemisti di vaglia, che si isolavano dal mondo esterno e che non erano quasi mai presenti in tornei sociali; vivevano in un iniverso alieno, popolato da automatti, diretti o inversi, analisi retrograde e misteri di ogni genere. La comparsa del professor Bonivento, rarissima, veniva omaggiata da rispettosi saluti.

il mio secondo luogo 02
Alla chiusura ci si spostava in gruppo in via San Vitale, acquistando i bomboloni (vulgo: krapfen) appena sfornati, che al primo morso ti inondavano la mano di crema caldissima. In strada c’era la fila e a volte dovevi aspettare la sfornata successiva; ne comperavo tre o quattro da portare a casa e con Rita facevamo l’amore con sulle labbra il sapore di quella crema.
Non chiedetemi degli altri, quelli che a scacchi sapevano giocare bene: io mi innamorai del gioco osservando le figure che ho appena descritto ed ancora oggi, nel giorno del mio settantacinquesimo compleanno, ne rimango innamorato.

il mio secondo luogo 03

avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


10 Commenti a il mio secondo “luogo”

  1. avatar
    Fabio Lotti 29 Maggio 2016 at 11:11

    Auguri, Paolo!
    Continua così…

  2. avatar
    Martin 29 Maggio 2016 at 16:55

    Altro bellissimo ricordo dei bei tempi che furono… auguroni, Paolo, da parte mia e di tutti gli amici di SoloScacchi!!!

  3. avatar
    Filologo 30 Maggio 2016 at 01:30

    Auguri di cuore!

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    Elena G. 30 Maggio 2016 at 11:18

    Che bella idea la condivisione di questi ricordi e che belle fotografie,complimenti sinceri!

  5. avatar
    DURRENMATT 30 Maggio 2016 at 14:38

    Auguri Mr. Bagnoli.

  6. avatar
    Enrico Cecchelli 30 Maggio 2016 at 16:04

    Auguroni Paolo

  7. avatar
    The dark side of the moon 30 Maggio 2016 at 18:49

    Auguri Paolone!
    Oltre alla passione per gli scacchi abbiamo in comune anche quella per il basket. Segui ancora qualche partita?
    Per quale squadra tieni?

    • avatar
      paolo bagnoli 31 Maggio 2016 at 17:03

      Caro Lunare, non seguo il basket, anche se mi piace moltissimo, poichè si trAtta di uno sport MOLTO diverso da quello che ho praticato temporibus illis. Per darti una vaga idea di quando giocavo: non esisteva il tiro da tre, il palleggio odierno sarebbe stato regolarmente fischiato, l’area aveva i lati paralleli, eccetera. Ho avuto come compagni di squadra Renzo Ranuzzi e Tonino Castaldi, che fecero parte della squadra olimpica di Helsinki, e come avversari gente come Flaborea, Maggetti, Bertini, Calebotta. Ero giovanissimo e mi scaraventarono in prima squadra a sedici anni, e la vicina Bologna era un po’ la “capitale” del basket italiano. Ho appreso, con un po’ di malinconia, che la Virtus(che ai miei tempi si chiamava “Virtus Minganti”;) è retrocessa.
      Ma ti sto parlando di preistoria…..
      Un abbraccio

      • avatar
        danilo 31 Maggio 2016 at 21:37

        Ciao Paolo, ti ho scritto una mail qualche giorno fa, ti è sfuggita oppure la tua posta l’ha messa automaticamente nello spam (posta indesiderata)
        mi dai conferma via mail? in tal caso te la rimando. grazie.

  8. avatar
    Alberto Cavalieri D'Oro 4 Ottobre 2016 at 12:00

    Caro Paolo, forse non ti ricordi di me… sono Cavalieri D’Oro Alberto (detto Cavalieri) di Bologna, amico di Bonfà e Golinelli (alcuni anni fa deceduto). Quando ti defilasti da Bologna se ne dicevano tante di te, prima fra tutte che eri deceduto, perciò averti ritrovato mi fa ancora più piacere. Come scacchista ho perso i contatti col mondo degli scacchi e gioco solo su chess.com; se vuoi leggere qualcosa di originale vai sul mio sito (il meno visitato del mondo) e clicca sopre “I 7 comandamenti”. Ciao, Alberto Cavalieri D’Oro

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