Indagando su strani casi di sospetto cheating scacchistico, ci siamo recentemente imbattuti in una pratica avviata – e mai evasa dalla FIDE – da un modesto Circolo scacchistico irlandese.
Il tutto ebbe inizio quando il segretario del Circolo, Sullivan, venne interpellato da tale Patrick Flanagan, il quale espresse l’intenzione di iscriversi all’imminente Torneo Open che avrebbe avuto luogo in una località posta presso il confine dell’Ulster. Nulla ostava, all’apparenza, all’iscrizione di tale persona, ed il Segretario del Circolo organizzatore incassò la quota di partecipazione.
Nel corso dei primi due turni Flanagan ottenne altrettante vittorie, ma la faccenda non suscitò alcun interrogativo, fino a quando, nel corso del terzo turno. costui si trovò ad affrontare un collaudato anche se attempato Maestro, noto per la sua abilità tattica.
Dopo una trentina di mosse – i due giocavano sulla seconda scacchiera – la situazione risultava di una complessità incredibile, con soluzioni tattiche d’ambo i lati praticamente al di fuori da ogni capacità di analisi, con tutti i pezzi (tranne due Pedoni per parte) ancora sulla scacchiera. Alla quarantaquattresima mossa, con entrambi in extratime, il Maestro venne a trovarsi in un clamoroso zugzwang ed abbandonò, congratulandosi con l’avversario.
A questo punto Flanagan divenne capoclassifica, trovandosi come avversario, al quarto turno, un giovane Candidato Maestro appena quindicenne, Callaghan, il quale, prima dell’inizio della partita, si rivolse al Comitato Organizzatore chiedendo che a Flanagan venisse vietato l’utilizzo, nel corso della loro partita, di una protesi acustica retroauricolare cui nessuno aveva dato importanza.
La richiesta mise in serio imbarazzo il Comitato Organizzatore uno dei cui componenti, il giudice Donovan, avanzò seri dubbi sulla fondatezza della richiesta. Il giovane Callaghan, interpellato sul perchè della singolare richiesta, dichiarò che la protesi acustica utilizzata dal suo imminente avversario poteva celare al suo interno un dispositivo in grado di ricevere messaggi dall’esterno, ed in effetti la cosa venne confermata da un rapido consulto con un perito elettronico partecipante alla manifestazione.
Che fare?
La commissione scelse la via pilatesca e, per il momento, se ne lavò le mani, cosicchè il quarto turno venne disputato regolarmente, col giovane Callaghan che riuscì a strappare una sudatissima patta al “sordo” Flanagan. Quella patta non sopì la polemica, visto che al quinto turno Flanagan, ormai capoclassifica, si trovò accoppiato a quel vecchio volpone di Moynihan, il quale rinnovò la richiesta avanzata il giorno precedente da Callaghan.
Flanagan trovò una facile obiezione: avrebbe la commissione impedito ad un mutilato (braccio, gamba, mano, ecc.) di presentarsi alla scacchiera privo della necessaria protesi, costringendolo a faticose contorsioni in caso di una necessario quanto inevitabile spostamento? Venne evocata, inevitabilmente, la protesi acustica utilizzata dal campione mondiale Petrosjan, soprattutto per la desinenza del cognome, ma la faccenda venne rapidamente accantonata.
Il torneo proseguì fino alla sua naturale conclusione, con Flanagan vittorioso con un Elo finale di 2595, e il Comitato Organizzatore inviò una richiesta di (urgenti) chiarimenti da parte della Commissione Regolamentare della FIDE, la quale avrebbe dovuto rispondere al seguente semplice quesito: può un utilizzatore di protesi acustica usufruire dei servizi della stessa nel corso di una partita di torneo?
E con questo bel pezzo dell’amico Paolo SoloScacchi finalmente torna online!
Un bel caso di cheating informatico è presente nel libro ‘La scacchiera d’oro’ di Stefano Sala. 😉