Indagando su strani casi di sospetto cheating scacchistico, ci siamo recentemente imbattuti in una pratica avviata – e mai evasa dalla FIDE – da un modesto Circolo scacchistico scozzese.
Il tutto ebbe inizio quando il segretario del Circolo venne interpellato da tale Angus McGillycuddy, il quale espresse l’intenzione di iscriversi all’imminente Torneo Open che avrebbe avuto luogo in una località delle meravigliose Highlands. Nulla ostava, all’apparenza, all’iscrizione di tale persona, ed il Segretario del Circolo organizzatore incassò la quota di partecipazione.
Nel corso dei primi due turni McGillycuddy ottenne facili vittorie, trovandosi accoppiato ad avversari di modesta levatura, ma al terzo turno scoppiò la “grana”, visto che il suo avversario – a punteggio pieno anch’egli – pretese che McGillycuddy giocasse senza portare gli occhiali.
La richiesta, indubbiamente originale, non venne tuttavia ignorata dal Comitato Organizzatore, ed un membro di tale Comitato fu incaricato di esporre all’interessato quanto preteso dal suo imminente avversario. McGillycuddy, accompagnando il suo rifiuto di aderire a tale richiesta con uno sprezzante sogghigno, si presentò regolarmente al terzo turno inforcando i suoi occhiali e massacrando in meno di una trentina di mosse l’avversario, un Candidato Maestro che, al termine della partita, annunciò il suo ritiro dal torneo in quanto riteneva la manifestazione viziata da evidente cheating da parte di McGillycuddy.
Il vincitore della partita acconsentì a far esaminare gli occhiali da parte della Commissione e da parte di un perito elettronico e venne riscontrato un doppio dispositivo, che rendeva possibile: a) possibilità di trasmissione di “suoni” tramite trasduzione a conduzione ossea, possibilità ben nota da decenni; b) possibilità di trasmissione di informazioni visive grazie al particolare display inserito nelle lenti e leggibile dall’utilizzatore.
Invitato a rinunciare all’uso di tali lenti, McGillycuddy obiettò nel senso seguente: a) non disponeva di denaro sufficiente ad acquistare un altro paio di occhiali; b) non intendeva utilizzare le possibilità degli occhiali in suo possesso; c) i certificati medici in suo possesso dichiaravano che le lenti erano a lui ASSOLUTAMENTE indispensabili per poter avere una visione globale e soddisfacente della scacchiera.
Domande dell’interessato: a) devo essere escluso dai tornei perchè non ho il denaro sufficiente ad acquistare un altro paio di occhiali? b) la mia presunzione di colpevolezza deve prevalere sulla mia dichiarazione di innocenza?
Tali domande restano tuttora senza risposta e giacciono inevase presso la Segreteria della FIDE.
Facciamo intervenire il buon Maigret! 😉
Kurt Wallander o Annika Bengzton andrebbero bene uguale?
Troppo onore! Wallander, tuttavia, è un po’ troppo introverso per i miei gusti…
Questo in realtà sarebbe stato un non-caso. Il giocatore è in possesso di apparati elettronici in grado di potenzialmente comunicare le mosse, e quindi sarebbe stato ESCLUSO dal torneo. Stop. Punto. Basta. Le scuse “non i soldi x un altro paio” non sono accettabili.
Tanto più che essendo scozzese … 😀
Sono d’accordo. Coi regolamenti attuali un oggetto del genere non può entrare in sala gioco. Ma un organizzatore può essere tenuto a fornire al giocatore un paio di occhiali, così come è tenuto a trovare un assistente per uno scacchista ipovedente che ne fosse sprovvisto?