Si presentò al Circolo come Andrej Novak, e nel giro di un’ora tutti i soci presenti rimasero incantati dalla sua abilità nel gioco lampo. Disse di essere, nel suo Paese d’origine, un Candidato Maestro, si iscrisse al Circolo e fu tra i partecipanti all’Open sociale del mese successivo.
Tutti coloro che giocano a scacchi hanno provato, prima o poi, la sensazione che l’avversario stesse “suggerendo” il tratto da giocare (tratto, ovviamente, perdente). Questo fenomeno accadde già al primo turno, quando un mio consocio, opposto a Novak, verso la ventesima mossa, nel corso di un medio gioco complicato, effettuò quella che era, probabilmente, l’unica mossa perdente in quella posizione. Terminata la mia partita – una patta – gli domandai come avesse fatto a commettere un errore tanto grossolano, e la sua risposta fu: “Da qualche mossa non riuscivo a pensare, continuavo a ripetere mentalmente una parola: cavalletta” “Cavalletta!?” “Già, cavalletta” confermò lui scuotendo la testa.
Al secondo turno Novak affrontò un navigato Maestro il quale, alla diciottesima mossa, commise un errore da principiante abbandonando immediatamente senza attendere la risposta dell’avversario. Incuriosito – e vagamente allarmato – decisi di indagare sulla faccenda ed il perdente, da me interpellato, dichiarò: “Non riuscivo a concentrarmi sulla posizione, continuavo a ripetere mentalmente ‘Tersicore’!” “Tersicore?” “Tersicore, la dea greca della…” “So chi era Tersicore” lo interruppi “Ma… perché?” Scosse la testa: “Non lo so, veramente, non lo so”.
Terzo turno e nuova vittoria di Novak alla ventunesima, grazie ad un grave errore dell’avversario nel corso di un medio gioco estremamente complesso. Lo sconfitto era un mio caro amico e, quando gli chiesi spiegazioni, non seppe dire altro che: “Non riuscivo a concentrarmi, nel cervello mi rimbombava una canzone ed io tentavo di ricordarne il testo. Ridicolo, non è vero?”
Al quarto turno, con Novak in testa a punteggio pieno, toccò a me, in svantaggio di mezzo punto rispetto al capoclassifica. Giocai una solida Ortodossa e, verso la dodicesima mossa, iniziai a canticchiare mentalmente un motivetto ripescato chissà come nel cassetto dei ricordi. Sapevo perfettamente come condurre le ulteriori mosse dello schema di apertura, come pareggiare il gioco oppure come effettuare tentativi di costringere l’avversario a domani è un altro giorno oppure come vivere senza pensieri o ancora un amore infranto; quello che provate voi leggendo era quello che provavo io nel vano tentativo di restare incollato alla scacchiera.
Persi, ovviamente, ma bloccai Novak mentre si avviava verso l’uscita.
“Lei sta barando, vero?”
Mi rivolse un debole sorriso: “Naturalmente, ma nè lei nè altri….” Esitò: “Non potrete mai dimostrarlo”
Indossò il cappotto rivolgendomi un distratto “buonanotte”.
Vinse il torneo a punteggio pieno per poi scomparire.
Bentornato Paolo!
Come sempre molto bello, grazie Paolo.
Io però avrei una richiesta su un nuovo profilo: Vladimir Tukmakov! Chissà se ci puoi raccontare qualcosa su questo grande scacchista ucraino che forse meriterebbe un apprezzamento maggiore nella storia recente del nostro gioco…