Il vero terrore dell’Inghilterra vittoriana non era Jack lo Squartatore.
Nei vicoli londinesi, all’uscita dei pub, era pericoloso imbattersi in lui, Black Death, Joseph Henry Blackburne, campione di bisbocce e simultanee alla cieca, in un naufragio di assenzio e di whisky, tra prese en passant ad alta gradazione e voli pindarici fuor di finestra, foste pure Wilhelm Steinitz in persona, scellini sonanti sul tavolo per ogni scacco matto maturato dopo Cavallo in d4, trappole d’alta scuola con cui irridere nel freddo di San Pietroburgo anche il campione del domani.
Non Staunton, gelido cantore di Shakespeare, ma Blackburne è il vero padre di quella scuola d’oltremanica, temprata nelle ventose battaglie di Hastings.
micidiale