Solo brevissimi accenni di un connubio assai ampio, sfruttando anche parti già scritte dal presente e da Mario Leoncini.
Sono ormai parecchi anni che mi dedico alla caccia degli scacchi nel romanzo poliziesco, comprensivo di thriller, noir e compagnia bella. Un connubio assai stretto che sembra destinato a rafforzarsi e continuare. Vediamone qualche aspetto.
In primis gli scacchi come arma del delitto. La regina del giallo Agatha Christie fu una delle prima a capire cosa succede nell’animo tormentato degli scacchisti. In Poirot e i quattro fa usare all’omicida un pezzo degli scacchi ( il “Testa d’uovo” in un altro giallo dichiara “E’ difficile vincermi a questo giuoco”) per uccidere il suo avversario. L’Alfiere di Re del Bianco è attraversato da un elettrodo e il circuito elettrico si chiude nella casa b5, così quando il suo conduttore sposta l’Alfiere proprio in quella casa, come è solito fare, viene fulminato e muore di paralisi cardiaca (li mortacci!). Idea affascinante, talmente affascinante che è stata poi ripresa pari pari da Roberto Berna in L’avventura del vice-campione mondiale di scacchi, il Giallo Mondadori 1962, ripubblicato nel 1986 con la piccola variante della scossa elettrica che si becca, questa volta, nella casa b4, e da Roberto Gravina in Eterodelitto (si copia dappertutto!) dove l’omicidio avviene attraverso un metodo ancor più subdolo e sottile. Con un vermicida liquido e trasparente l’assassino ricopre l’Alfiere nero che serve per uccidere, non un antipatico avversario ma evidentemente una ancor più antipatica mogliera. In questo caso, però, il colpevole non viene scoperto e il fatale Bishop (alla lettera il vescovo ma nella terminologia scacchistica si tratta sempre dell’Alfiere) è posto in una piccola vetrina a perenne memoria del sublime misfatto. Ecco qualche spunto per gli scacchisti che vogliono usare a loro vantaggio questa nuova, incredibile arma…
D’altra parte che tra gli scacchi e il giallo, e viceversa, ci sia un feeling del tutto particolare anche da un punto di vista del ragionamento logico, questo è un dato di fatto confermato da diverse personalità. “Il giallo è come una partita a scacchi: assassino, vittima e complice si muovono sempre secondo una logica ferrea come pedine su una scacchiera; poi arriva il detective che conosce le regole del giuoco e riesce immancabilmente ad acciuffare il colpevole” scrive la giornalista Paola Sorge su Repubblica del 10 febbraio 2005, presentando La promessa di Friedrich Dürrenmatt che in realtà si svolge in maniera diversa dal giallo tradizionale. Un personaggio del bel romanzo La tavola fiamminga di Arturo Perez Reverte afferma “Io dico che, più che con l’arte della guerra gli scacchi sono strutturalmente correlati con l’arte dell’assassinio”. E già che siamo in tema di citazioni non posso tralasciare il bell’articolo di Alberto Miatello Le straordinarie analogie tra pensiero scacchistico e indagine poliziesca pubblicato su L’Italia Scacchistica del maggio 2005, che mette bene in rilievo i diversi punti di contatto tra le due attività mentali.
Il giallo non è un’opinione. Come la matematica. Ce lo spiega Carlo Toffalori in Il matematico in giallo. Con l’appetitoso sottotitolo Una lettura scientifica del romanzo poliziesco. Che la matematica, ovvero il ragionamento logico e scientifico, stia alla base di questo genere letterario lo sappiamo fin dalla sua nascita, quando il “padre” Edgar Allan Poe tirò fuori dal cilindro delle invenzioni quell’Auguste Dupin che del ragionamento matematico, appunto, fece l’arma principale dei suoi successi investigativi…Fra matematica e logica non potevano mancare diversi riferimenti al gioco degli scacchi che si introducono con grande sicurezza in questo contesto così perfetto e razionale. Libro godibilissimo.
Molti dei più o meno importanti personaggi della letteratura poliziesca giocano a scacchi o, comunque, li conoscono, compreso il famoso Sherlock Holmes (Sherlock Holmes e gli scacchi di Carmelo Coco, cfr qui). Ne faremo la conoscenza durante i nostri incontri.
Talvolta gli assassini si firmano proprio con i pezzi degli scacchi. “Alfiere” è lo pseudonimo usato da uno di questi per una serie di delitti in L’enigma dell’Alfiere di S.S. Van Dine. Il campione di tiro con l’arco J.C. Robin viene assassinato con una freccia nel campo di tiro situato nella villa del fisico Bertrdand Dillard. Il famoso Philo Vance (ricordo una bella interpretazione di Giorgio Albertazzi alla TV negli anni che furono) è chiamato a risolvere il mistero. Si tratta della prima vittima di una serie di omicidi sulla scena dei quali viene trovato un Alfiere nero.
Lo stesso accade in La Scacchiera del delitto di David Keith Cohler. New York. A poche ore di tempo l’una dall’altra, muoiono tre famosi atleti, un giocatore di baseball, un fantino, una tennista, mentre un pugile rimane gravemente ferito dall’esplosione di un pacco dono. Accanto alle vittime viene trovato un pezzo degli scacchi: un Cavallo per il fantino e il pugile, una Donna per la tennista, un Alfiere per il giocatore di baseball. Durante un incontro di basket arriva un messaggio di sfida: Adesso che conoscete le regole, possiamo cominciare a giocare.
Se non sono gli scacchi sono i loro antenati che si intrufolano nelle storie di morti ammazzati. Il bel romanzo di Danila Comastri Montanari Cui prodest è ambientato nella Roma del I secolo d.C. Un serial killer uccide giovani schiavi ma commette l’errore di sgozzare Glauco, il copista greco di Publio Aurelio Stazio. L’assassino lascia come firma un pezzo del gioco dei latruncoli, l’antico gioco degli scacchi romano. Le indagini portano il lettore a conoscere ambienti diversi, dalle fabbriche di scarpe, dalle terme ai postriboli, dalla caserma dei vigiles agli scarichi di immondizia, alle caldaie degli ipocausti dove gli schiavi fuochisti si logoravano in un lavoro durissimo, ai circoli di latruncoli dove dei veri e propri maestri giocano da professionisti, puntando sesterzi e facendo puntare su di loro il pubblico stesso.
I pezzi degli scacchi possono servire addirittura a smascherare l’assassino. Trascinando i suoi centoventi chili, il commissario De Carli, personaggio di Giuseppe Porta in Scacco all’assassino, la mattina del 20 dicembre entra in un appartamento di via Martinengo da Barco, a Brescia, dove è stato commesso un delitto. Il signor Bozzini è stato ritrovato ucciso da un colpo di pistola al petto. Davanti alla scacchiera. Bozzini tiene in mano due pezzi bianchi: il Re e la Torre. Al termine delle indagini il commissario De Carli accusa la moglie, Annalisa Rocco, e spiega il motivo dei due pezzi tenuti in mano dal morto.
Passiamo ad un libro recente, L’uomo degli scacchi di Peter May. Isola di Lewis delle Ebridi esterne. Cade un aereo. Era un piccolo velivolo, a motore singolo, che giaceva in mezzo a un cumulo di sassi piegato con una leggera angolazione. Scomparso diciassette anni prima con Roddy Mackenzie. Ora irriconoscibile. Trovato da Fin e l’amico Whistler. Non è un incidente perché si tratta di omicidio. E saranno proprio gli scacchi, gli scacchi giganti di Whistler che rappresentano fieri vichinghi un mezzo per scoprire l’assassino. Ecco il punto cruciale con la foto rivelatrice. Fin Esaminò tutte le foto con attenzione prima di scegliere la terza. – Guarda, George. Si può vedere bene qui. La mano tesa quasi a toccare il pezzo caduto degli scacchi. Gunn aggrottò la fronte. – Perché avrebbe cercato di raggiungere un pezzo di legno, signor Macleod? Stava morendo, per amor di Dio! -Probabilmente lo sapeva. Stava cercando di dirci chi l’aveva ucciso, George. Gunn rivolse uno sguardo costernato all’uomo più giovane. – Indicando un pezzo degli scacchi? Fin si sentì stanco. – Non un pezzo qualunque-. Puntò il dito contro quello caduto. Questo è quello che chiamano Berserker. Il più feroce di tutti i guerrieri vichinghi…. Somigliante a…-.
Io stesso (perdonatemi l’autocitazione) in Partita a scacchi con il morto faccio risolvere al commissario Marco Tanzini di Siena un delitto al Cral del Monte dei Paschi, sede del circolo scacchistico, attraverso lo studio di una mossa sbagliata (30…g5!!) messa in bella evidenza dal morto per indicare un libro giallo della sua biblioteca catalogato con G5, la cui soluzione illuminerà il suo caso. E, già che ci sono, ricordo gli altri due libri scritti in collaborazione con Mario Leoncini: Chi ha ucciso il campione del mondo?– Scacchi e crimine e La diabolica setta di Caissa- Scacchi e sesso della Prisma editori.
Anche Rex Stout ha fatto cimentare il suo strabordante Nero Wolfe con Re e Regine. In Scacco a Nero Wolfe, una tal signorina Sally Blount si presenta dal Nostro in cerca di aiuto per suo padre Matthew, che è stato accusato di omicidio. La scena del delitto è il Gambit Club, un circolo di scacchi dove il giovane Paul Jerin stava sfidando contemporaneamente dodici avversari, tra cui anche Matthew Blount, in una sala separata e quattro messaggeri facevano la spola tra lui e gli altri giocatori per comunicargli le mosse.
Jerin beveva sempre cioccolata calda ma questa volta qualcuno ha pensato bene di riempirla di arsenico. A portargliela e a ritirala è stato Blount e questo comportamento così sospetto non ha lasciato dubbi agli inquirenti. Ma Sally è convinta dell’innocenza di suo padre. Analizzando il caso con occhio e mentalità scacchistica, Nero Wolfe coglie una strana analogia tra il delitto e un gambetto in cui si sacrifica un pedone (in questo caso Jerin) per un altro obiettivo.
In La morte viaggia in autobus di Leslie Cargill sul mezzo di trasporto c’è Morrison Shape, uno scapolo di mezza età fissato con l’enigmistica e gli scacchi. Dunque, potenza del nostro gioco, può prevedere le mosse dell’assassino che ha fatto fuori uno dei passeggeri. Qualche citazione: ad un certo punto il Nostro si perde in una intricata partita a scacchi, manovrando mentalmente pezzi bianchi contro pezzi neri con magistrale efficienza. (pag.9); assorto nel nuovo caso in relazione agli scacchi e al movimento dei pezzi. (pag.18); Il dottore ammirato di Morrison. Risposta Cruciverba e scacchi. (pag.63); Come ha fatto a sapere che si erano accordati per incontrarsi?. Semplice movimento di scacchi. Me li sono figurati come due torri. (pag. 119); a pag. 121 ad ogni pezzo fa corrispondere un personaggio; Lo studio degli scacchi dovrebbe essere obbligatorio tra le forze dell’ordine. (pag.141); Gli scacchi un addestramento ideale. Sulla scacchiera c’è tutto (pag.170); Questo caso come una partita a scacchi. E il grande segreto è pensare sempre con l’anticipo di una mossa…due mosse…tre prima dell’avversario (pag.170).
In Frontiera maledetta di Ellery Queen in Viaggi nell’incubo di Ellery Queen, Edgar Wallace e Arthur Conan Doyle, l’investigatore Barney entra nella stanza di Liz, una signora scomparsa. Il suo sguardo fu poi attirato da una scacchiera posata sulla libreria, con le pedine già disposte per una partita. Qualcosa lo indusse ad accostarsi per guardarla. La regina bianca minacciava il re nero e quando Barney la prese in mano, lasciò un cerchio nitido impresso sulla polverosa scacchiera. _Scacco matto con tre mosse_ disse.- Chi gioca? Voi?- Liz, per posta. Io non ho sufficiente pazienza per giocare con lei, perché pensa troppo, prima di ogni mossa. (pag.30). Chi risponde all’investigatore è il marito della scomparsa.
In seguito i due si ritrovano ancora davanti alla scacchiera. Ora lo spazio intorno è pulito e la regina è minacciata da una torre e non può muoversi senza mettere in scacco il re. Praticamente un messaggio di Liz che è prigioniera. Lei non può muoversi senza mettere in pericolo il marito.(pag.97).
E per oggi basta. Alla prossima.
Notevolissimo, grazie professore.
Luigi
Tanzini: senza alcun dubbio il migliore investigatore sulla piazza, dopo Maigret. Ultimamente mi sono invaghito del Soneri di Varesi, conosciuto grazie alla magistrale interpretazione di Luca Barbareschi, ma solo perché fumatore dell’Antico Toscano.
Un grazie a Martin per le icone e a Mongo per il complimento scherzosamente iperbolico. Ma me lo becco lo stesso.
Tanto di cappello !
Sei forte !
Ciao
Antonio
Caro Fabio, attendo con interesse il seguito e ti mando i complimenti per quanto ho letto. Tantissimi anni fa lessi un giallo nel quale figurava un pezzo degli scacchi denominato “l’Arciere”; non ricordo la trama, nè l’autore. Puoi illuminarmi?
Forse questo?
La statunitense Candace Robb è l’autrice di due serie di gialli storici: la prima, iniziata con La rosa del farmacista del 1993, ha come protagonista l’arciere gallese Owen Archer, investigatore al servizio dell’arcivescovo di York nella seconda metà del XIV sec.
Grazie ancora. Caro Paolo il libro con il pezzo denominato “l’Arciere” mi sfugge (almeno in questo momento). Se qualcuno ci può aiutare ben venga. Ne approfitto per dirvi che potete trovarmi su “Sherlock Magazine”, “Thriller Magazine” e pure qui seduto sulla tazza http://theblogaroundthecorner.it/category/ospiti/letture-al-gabinetto/.
“Il matematico in giallo” di Toffalori è un romanzo o un saggio?
Chi ha già letto “La tavola Fiamminga”?
L’ho trovato nella biblioteca della mia città e credo sia un ottimo libro, domani lo prendo.
Che ne dite di Stout, merita di essere letto?
So che ha cercato di unire lo stile americano con quello inglese del giallo ma ignoro con quali risultati.
Personalmente preferisco lo stile inglese che rispetto a quello americano è più “raffinato”.
Negli ultimi tempi ho letto molti romanzi scandinavi di svariati autori: l’atmosfera tetra di profonda inquietudine che si respira in questo genere di gialli mi è piaciuta parecchio
Lotti & Company, che ne pensate?
Ciao Dark, per quanto riguarda La tavola fiamminga trovi qui la recensione che a suo tempo scrisse il buon Zenone.
Grazie Ramon!
Avevo perso la recensione dell’ottimo Zenone.
Comunque domani lo prendo in biblioteca e mi tolgo la curiosità 😉
Ho letto ‘La tavola Fiamminga‘ e ti dico che è un bel libro, lo si legge anche velocemente.
Bellino anche il film, che però finisce in un altro modo.
😎
Non so come mai tanti registi stravolgono l’epilogo dei libri, guardate per esempio L’educazione siberiana di Lilin: bellissimo il film di Salvatores ma il libro non finisce nello stesso modo.
Stout è un po’ “sui generis”, e anch’io ho provato a leggere qualche scandinavo ma mi sono annoiato parecchio senza provare alcun brivido.
Consiglio Cornell Woolrich a chi cerca qualcosa di unico, ma i miei sono ricordi di sessant’anni fa…..
Di Cornell Woolrich ricordo ancora adesso il bellissimo sceneggiato (ora lo chiamerebbero fiction) “Appuntamenti in nero” degli anni 80 credo. Rivisitato anche da Dylan Dog in “Giorno Maledetto”. Woolrich è impareggiabile nel creare atmosfere da incubo. Al primo posto (Agatha esclusa)per me John Dickson Carr
Da leggere assolutamente “L’alibi nero”
“Il matematico in giallo” è una godibilissima “lettura scientifica dei romanzi polizieschi” come da sottotitolo. Per quanto riguarda Stout e gli scandinavi non mi lascerei scappare la brillantezza ironica dell’uno né le atmosfere inqiete degli altri (quando non si eccede).
Aggiungo altri due gialli in ambiente scacchistico:
Ronan Bennet “Zugzuang mossa obbligata”
ambientato a San Pietrburgo durante il torneo di scacchi del 1914
Arnardul Indridarson “Sfida cruciale”
ambientato in Islanda durante il match Fisher-Spassky
Belli? Li consiglieresti?
No, ma non sono un cultore di gialli.
Zugzuang lo ho letto nel 2010 e non deve avermi colpito perché non me lo ricordo minimamente.
Sfida cruciale lo ho letto per metà, ma non mi sta appasionando.
Ho intenzione di finirlo, ma al momento ho interrotto la lettura per dare la precedenza ad un altro libro.
Contento di avere suscitato un certo interesse per questa mia altra passione. Certo che nei successivi incontri non potrò ricordare tutti i libri da me trovati (ad occhio sui duecento) in cui figurano in qualche modo gli scacchi.
Bellissimo articolo.
Bellissimo articolo!! Complimenti .
Uscite le mie lunghine per chi è interessato, una carrellata di G.M.
Scusate, sono qui http://theblogaroundthecorner.it/category/le-lunghine-di-fabio-lotti/
Per gli appassionati uscite le mie letture di gennaio http://theblogaroundthecorner.it/category/ospiti/letture-al-gabinetto/ Grazie per l’interesse.
Ciao Fabio, ottimo lavoro come sempre!
Uscita nelle “lunghine” la seconda parte sul giallo Mondadori http://theblogaroundthecorner.it/category/le-lunghine-di-fabio-lotti/
vorrei segnalare il recente noir scacchistico “Morire di scacchi” di M. Sovera
Buongiorno, La ringrazio dell’interessante articolo, aggiungo che l’idea di uccidere avvelenando un pezzo sulla scacchiera è presente anche ne “La galleria dell’usignolo” di Paul Harding.