Non mi capita sovente di sconfiggere giocatori con titolo Fide ma quello che non posso fare a meno di osservare, in tali occasioni, è lo stile con cui gli avversari accettano il verdetto finale sancito della scacchiera: alcuni sorridono altri invece no…
Piero Gambardella (1866) vs. FM Valerio Carnicelli (2280), 1-0
1º Torneo Internazionale Città di Salerno, 6 febbraio 2017
1.d4 Cf6 2.Ag5 c5 3.d5
Pensavo che il Nero intendesse giocare subito Db6, in tale caso avrei continuato con Cc3 e dopo la presa del pedone b2 continuare con Ad2 e poi e4 con compenso
3…Ce4 4.Ac1 g6 5.f3 Cf6 6.e4 d6 7.Cc3 Ag7 8.h4 O-O 9.h5 Cxh5 10.Cge2 Te8 11.g4 Cf6 12.Ah6 Ah8 13.Cg3
il piano standard del bianco è Dd2 ed arrocco lungo, ho anticipato la mossa del cavallo di re per controllare b5 nel tentativo di limitare il controgioco del nero che vedevo passare per la manovra Cd7 ed Ce5 al fine di attaccare le case deboli f3 e c4
13…Db6 14.Ab5 Cfd7
E’ vero si crea la minaccia di guadagnare l’alfiere tramite l’eliminazione del difensore, ma oltre a non contribuire allo sviluppo dell’ala di donna si allontana un prezioso alleato del re.
15.Dd2 a6 16.Cf5? axb5
in effetti mentre il cavallo non è in presa per la sequenza Dg5 e matto a seguire, l’alfiere si può e si deve mangiare
17.Ag7 Axg7 18.Cxg7
il cavallo è ancora intangibile per Dh6
18…Td8 19.Cf5 gxf5
No, questo consegna forzatamente la vittoria al bianco
20.Dg5+ Rh8
anche Rf8 porta al matto dopo la vincente Txh7, il re è nudo
21.Txh7+ Rxh7 22.O-O-O
il nero abbandona in vista dell’inevitabile Th1
1-0
Al termine della partita la mente è ritornata a più di una decina di anni fa ad un caso simile occorsomi durante un torneo magistrale in Italia centrale. Il nero, un forte Maestro Fide di cui preferisco dimenticare il nome, era infastidito dalla mia resistenza, vedevo chiaramente che intendeva cambiare i pezzi pesanti per entrare in un finale favorevole di cavallo contro alfiere.
1 Naz. Piero Gambardella vs. FM N.N, 1-0
mi mancavano dieci minuti mentre il nero disponeva ancora di un’oretta, quando mi resi conto che nonostante la perdita della qualità avrei avuto un bel pedone in c6, oltre alla casa d5 libera.
32.f4 Cxc6
l’avversario eseguì questa mossa repentinamente, quasi con stizza
33.dxc6 Db5 34.Ad5+
a questo punto il Maestro benchè non avesse alternativa ad e6, che portava ad un rapido matto dopo Ae6 con successiva entrata della donna in f6 si immerse in una riflessione di mezz’ora. In quel frangente vidi mia moglie alla sala accanto a quella di gioco e quindi mi recai da lei. Dopo due minutini ritornai alla scacchiera e, con mia grande sorpresa, vidi i pezzi nella posizione d’inizio e non esisteva traccia dei formulari e dell’avversario. Pertanto mi portai al tavolo dell’arbitro, l’indimenticabile Prof. Luigi Amalfi il quale mi riferì che l’avversario aveva consegnato i formulari siglandoli con l’abbandono ed era rapidamente uscito dalla sala di gioco senza proferire parola. Sono grato al giovane Maestro Fide Carnicelli che, nonostante uno scivolone contro un giocatore più debole, al momento della resa, fermando l’orologio e nello stringermi la mano, mi rivolse un naturale …sorriso.
1-0
Più volte ho criticato su questo blog l’approccio di molti giovani e giovanissimi verso gli scacchi.
Purtroppo leggendo il tuo articolo ho avuto l’ennesima conferma…..
Complimenti invece a Carnicelli Maestro anche di sportività.
P.S.
Ho dato per scontato che FM sia stato all’epoca un giovane maestro, puoi confermarlo?
No era più anziano
Bravissimo! Complimenti per il bel pezzo!
Per me l’interpretazione da dare è diversa, non è una questione di cortesia.
Indipendentemente dalla categoria dell’avversario, Carnicelli ha perso perchè non ha trovato la difesa corretta Cf6 sia alla mossa 17 che alla 19, ma erano mosse difficili, l’attacco era pericoloso.
Perdere una partita così ci sta, non è difficile congratularsi con l’avversario.
Il maestro anonimo deve aver già giocato male per raggiungere la posizione iniziale e ha giocato malissimo dopo.
Naturale che fosse arrabbiato con se stesso.
Arrabbiato con se stesso?!? Ti sembra forse un motivo valido per andartene senza stringer la mano al tuo avversario?
No, ma bisogna capire che in certe circostanze persone normalmente cortesi non si comportano in modo cortese.
Bisogna avere comprensione e riguardo per l’avversario quando sta per abbandonare e può trovarsi in un momento emotivamente delicato.
Lasciare la scacchiera e parlare con altre persone può essere interpretato come un atteggiamento spezzante.
D’accordo, conosco un ottimo maestro di Varsavia che, appena perde una partita, si ritira dal torneo. Non regge psicologicamente.
Complimenti per l’articolo. Invece non condivido l’opinione di Castiglioni, già in qualche misura esposta in occasione della diatriba sulla maleducazione/antipatia di Carlsen. Con tutto il rispetto per i suoi ottimi articoli su questo blog trovo pericolosa o quanto meno molto discutibile la sua tesi. Infatti si corre il rischio che per qualsivoglia comportamento maleducato esista sempre un qualche fattore che ne affievolisca la gravità o che in qualche misura possa spiegare… giustificare… ecc ecc. “Era arrabbiato con se stesso, aveva avuto un lutto in famiglia, problemi sul lavoro” e chi più ne ha più ne metta dalle ragioni più futili a quelle più gravi (intanto relativizziamo il contesto: sarà forse troppo riduttivo ma nel caso specifico sono di fronte una sconfitta ad un gioco contro la maleducazione). È vero che Castiglioni non giustifica il comportamento maleducato ma secondo me questo va criticato in assoluto, senza spingersi ad esaminare il contesto in cui è avvenuto. Quello sarà semmai un problema che il “maleducato” dovrà affrontare con se stesso e trovare un equilibrio tra le sue pulsioni ed il saper stare al mondo. Essere educati è una moneta che spendiamo ogni giorno della nostra vita e ci serve in macchina nel traffico, sul lavoro con utenti petulanti, nella fila alle poste ecc ecc. L’allenamento non è mai troppo! Chi parla è il primo a riconoscere le proprie numerose mancanze ma… ci sto lavorando! Mi accorgo che sono stato un tantino verboso …scusate!
Infatti io non giustifico, cerco solo di capire.
Di fronte ad una reazione eccessiva, penso che bisogna sempre chiedersi se si è del tutto innocenti o magari involontariamente si è fatto qualcosa per innescarla.
Naturalmente certe volte non c’è nessuna attenuante.
Io più che tra professionisti e dilettanti distinguerei tra giocatori che hanno ancora l’istinto di vincere e quelli che sono ormai quasi indifferenti al risultato.
Io sono nel secondo gruppo, sono contento così, però gli altri li invidio un po’.
Tema controverso. Di principio credo che ad alti livelli sia inacettabile un comportamento scortese e maleducato perche’essendo abituati a certi palcoscenici, alcuni atteggiamenti sono davvero fuori luogo. Quelli di Carlsen, poi, sono esempi perfetti di cosa un professionista non dovrebbe mai fare. A livelli piu’ bassi, invece, qualche piccolo nervosismo e’ comprensibile: di solito sono tutti giocatori amatoriali ( anche di ottima categoriaa) e non professionisti che intendono gli scacchi come passione pura e dove ci sono le passioni, la’, e’ difficile essere sempre composti come da etichetta. Ad esempio io mi ricordo un Open semilampo di qualche anno fa dove venni sorteggiato in un turno con un giocatore oltretutto mio grande amico da sempre: giocai e perdetti in modo vergognoso una partita schifosa. Bene cosa combinai? appena mi cadde la bandierina spazzai via tutti i pezzi sulla scacchiera e me ne andai a fumare una sigaretta. Il mio amico a fine torneo dovette cercarmi per tornare a casa insieme (era in auto con me). A mente serena l’episodio si commenta da solo, ma in quel momento, credetemi, fu piu’ forte di me. Ecco, questo esempio dimostra che molte volte t’incazzi con te stesso e ne va’ di mezzo l’avversario.