Scacchisticamente parlando

Scritto da:  | 13 Agosto 2017 | Un commento | Categoria: Racconti

Il pubblico è seduto sugli spalti, dalle tribune svolazzano striscioni colorati, lo stadio è gremito di gente che mangia popcorn e patatine. Il tabellone illumina il count down: meno cinque. Il grande video al plasma è puntato sul campo da gioco geometricamente suddiviso. Entra lo sfidante, Potevic Pensavic, un osanna dalle gradinate fa tremare lo stadio, non senza qualche sonora contestazione. Va a prendere posto dopo aver alzato timidamente il braccio al pubblico. In questo momento si sta domandando se non era meglio andare per funghi. Entra il fuoriclasse, l’imbattuto, sei volte campione del mondo Ivanovic Stomentekat. La folla si alza lanciando un urlo spaventoso, un boato riempie lo stadio, le trombette fanno saltare diversi timpani e scoppiare gli ultimi chicchi di popcorn. Il campione saluta con entrambe le braccia alzate. Oggi sarà proprio una brutta giornata per il suo sfidante, lo “spiezzerà in due!”. Il display del tabellone sta scandendo quell’ultimo minuto che darà inizio alla grande partita. La gente si risiede e un coro accompagna questa manciata di secondi: tre…due…uno…start!

Scende il silenzio.

Improvvisamente lo stadio sembra essersi svuotato, si sente solo il fruscio delle bandiere.

La gente fissa ipnotizzata quella scacchiera. Tocca al Bianco fare la prima mossa. Risposta del nero. Dopo pochi minuti il Bianco si ritrova dal punto di vista strettamente materiale in ovvio svantaggio, ma ha in mano l’iniziativa. Ma come si fa a sviluppare un efficace attacco? I Pedoni, i pezzi meno potenti degli scacchi, possono talvolta diventare l’elemento decisivo nello scontro sulla scacchiera. Il Bianco con qualche perla di sudore che scende dalla fronte minaccia quindi un Attacco di Pedoni: 2.f4!

Il Bianco costringe il Nero a rinunciare alla difesa del Pf6. Ecco un attacco doppio del Cavallo in d7, per cui il Bianco recupera il materiale di svantaggio e capovolge la situazione sulla scacchiera. Il Nero sembra nei guai. Il pubblico inizia ad innervosirsi, non può tollerare di vedere il suo campione in difficoltà. Qualcuno sgranocchia rumorosamente un mandorlato ma viene zittito da una scarpa in piena faccia. Un bambino soffoca il suo pianto affamato ingoiando inspiegabilmente un chilo di sciarpa di lana. Una signora anziana ritrova la sua dentiera tintinnante solo dieci file più giù. Se il Nero sposta l’Alfiere allora la Donna nera viene catturata dalla Donna bianca mettendo l’avversario in una situazione apparentemente insostenibile.

Per fortuna del Bianco c’è però un bel vortice: 1.Af6! D:h5 2.T:g7

Inizia il vortice, un tatticismo basato sull’azione di una batteria composta da una Torre ed un Alfiere. I due pezzi attaccano alternativamente il loro obbiettivo tramite il movimento oscillatorio della Torre. Ed è proprio la Torre, con tale movimento, ad arrecare gravi danni allo schieramento avversario.

E il Bianco vince!

Il pubblico impazzisce, striscioni e bandiere ricominciano a sventolare accompagnati da battiti di piedi cadenzati, urla e tric e trac.

Sul tabellone il pensiero di Potevic Pensavic: “E’ strano, ma avevo davvero poca voglia di giocare a scacchi, ho fatto di quelle cappelle oggi che non hanno precedenti, come ad esempio aver perso troppo tempo prima di accorgermi del Vortice … La colpa è della gara di Taekwon-do che ho l’8 febbraio. Avrei proprio bisogno di una bella vittoria per tirarmi su il morale, scacchisticamente parlando…”.

Una fragorosa pernacchia si leva dalle gradinate dello stadio.

avatar Scritto da: Daniela Rindi (Qui gli altri suoi articoli)


Un Commento a Scacchisticamente parlando

  1. avatar
    Jas Fasola 13 Agosto 2017 at 11:09

    Tutto tremendamente realistico, soprattutto fra gli scacchisti giovanissimi che praticano in massa, comprese le bambine, qualche disciplina di lotta. Brava l’Autrice, solo un caso o esperienza personale?

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