Saggezza

Scritto da:  | 24 Agosto 2017 | 43 Commenti | Categoria: Racconti

A giocare davanti all’abbazia di Valvisciolo abbiamo iniziato da piccoli. Tutti i pomeriggi, dopo i compiti, ci ritrovavamo davanti a quel piazzale, con le ginocchia sbucciate e i pantaloni corti. Giorni e giorni passati a tirare calci al pallone, a litigare, a ridere o a raccontare barzellette spinte.

Poi la vita ci ha diviso, gli impegni, il lavoro, la famiglia o il mutuo. E chi aveva più tempo per stare insieme, per vedersi? Anni passati a correre, a imprecare, a chiedere prestiti per pagare i mobili o la macchina. Perché noi siamo persone semplici, che lavorano nei campi o fanno i muratori. Gente con le mogli che stanno a casa e cucinano bene, che si tirano su i figli e che per loro ci sono sempre.

Solo la domenica riuscivamo ad incontrarci, ma sempre di corsa, un saluto e via a mangiare la lasagna e il pollo con le patate.

C’è voluta la pensione per stare finalmente bene. Forse per voi sarà triste pensarla così ma è la verità. Adesso la vita ha di nuovo un bel profumo, con il suo ritmo lento e sincero. Siamo anziani, lo sappiamo e questa è la nostra forza. Niente più mutui, né case da sistemare o figli da crescere. Ora ci siamo solo noi con i nostri tempi allungati e immobili. Il giornale all’angolo della strada, la spesa insieme a nostra moglie, le visite dei figli e dei nipotini.

Tutti i pomeriggi poi ci ritroviamo in quel piazzale, con i boschi e le montagne davanti, per giocare a carte o a scacchi fino alla sera. Si parla, si discute, si ride e si litiga. Proprio come un tempo, solo con i capelli bianchi e la serenità di chi finalmente ha smesso di correre.

Su questo appuntamento ruota la nostra esistenza, oggi. Il tempo lo scandiscono le partite a scacchi del pomeriggio. A voi farà sorridere ma per noi è imperdibile.

Siamo persone semplici, ve l’ho detto.

avatar Scritto da: Maria Chiara Biondi (Qui gli altri suoi articoli)


43 Commenti a Saggezza

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    Luca Monti 24 Agosto 2017 at 17:17

    Un saluto all’autrice che mi pare non avere mai letto prima ed uno a Mongo che ho letto anche fin troppo :)

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      Marco Pic 29 Agosto 2017 at 17:30

      A me invece sembra di averlo già letto proprio su questo blog.
      Lo ricordo perché mi aveva colpito molto favorevolmente.
      Complimenti all’autrice…veramente una pagina di poesia!
      Marco Pic

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    fabrizio 24 Agosto 2017 at 18:22

    Bello questo “Elogio della pensione”, che dovrebbe essere un diritto sacrosanto per tutti quelli (la grande maggioranza) che se la sono sudata! Purtroppo poi è arrivata la legge Fornero :( e l’accusa che sono i pensionati la rovina dell’Italia!

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    The dark side of the moon 24 Agosto 2017 at 21:00

    Con poche parole hai dipinto la felicità di persone semplici, la perfezione di una armonia che si fonde in un paesaggio al di la dello spazio temporale. Complimenti!

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    Fabio Lotti 24 Agosto 2017 at 21:23

    Acc…tra i vari “Elogi” che ho scritto mi manca proprio quello della pensione!
    Ci ha pensato Maria con un pezzo semplice e sereno come la sua vita.

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    Giancarlo Castiglioni 24 Agosto 2017 at 22:08

    Effettivamente è comodo ricevere la pensione sul conto corrente ad ogni fine mese.
    D’altra parte ricordo che tra le tante preoccupazioni della vita passata descritte da Maria Chiara, avevo anche quella di fare a fine anno il versamento pensionistico alla Cassa Ingegneri e non era un problema da poco.
    Uno dei vantaggi della pensione è che quando sento le sciagure pronosticate alla terra tra 50 anni (riscaldamento globale, esaurimento delle risorse, ecc. ecc.) io non mi preoccupo.

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      Nino 24 Agosto 2017 at 22:12

      Giancarlo, dobbiamo preoccuparci per i nostri figli, per le generazioni che ci seguiranno.
      Per quanto riguarda le pensioni non si tratta di comodità o meno, è semplicemente giusto, no?
      Saluti.

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    Giancarlo Castiglioni 25 Agosto 2017 at 00:11

    Perchè dovrei preoccuparmi?
    Io lascerò un mondo migliore di come lo ho trovato; ho fatto la mia parte, i figli saranno capaci di fare la loro.
    Per trattare le pensioni giusto o sbagliato non mi sembra il criterio corretto.
    La pensione è un contratto, io ho pagato quel che dovevo e ho fiducia che Inarcassa rispetti i sui impegni per il futuro.
    Non sarei altrettanto tranquillo se la pensione fosse erogata da INPS.

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      fabrizio 25 Agosto 2017 at 12:34

      Caro Giancarlo, invidio veramente (lo dico senza ironia) il tuo ottimismo a tutto tondo! Concordo con te che ci sono molti aspetti della vita di oggi (durata della vita,sanità, istruzione, sviluppo economico di gran parte del mondo, etc, etc.) che hanno migliorato grandemente la vita materiale di gran parte dell’umanità. Ma tu non riesci a vedere nessun lato negativo? I miglioramenti suddetti sono stati tutti gratis? L’insoddisfazione sociale sempre più generalizzata di gran parte del mondo “sviluppato” ti sembra soltanto una diceria? Sei proprio sicuro di lasciare ai tuoi figli e nipoti un mondo migliore e più giusto (anche se a te questa parola non sembra adatta a descrivere le cose) di quello che hai avuto tu, un mondo meno inquinato e più vivibile (per tutte le specie viventi)? E, soprattutto, credi fino in fondo che il futuro sarà “sicuramente” migliore del passato recente da noi vissuto?
      Io non credo affatto di essere un catastrofista, ma che ci siano ombre e rischi gravi sul futuro prossimo lo reputo, se non certo, almeno probabile.
      Spero proprio, fra cinquanta anni :) , di poterti dare ragione.

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        Nino 25 Agosto 2017 at 12:44

        Grazie Fabrizio hai espresso perfettamente tutte le considerazioni che avevo sottinteso nel mio intervento. ;)

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        Giancarlo Castiglioni 25 Agosto 2017 at 19:12

        Francamente di lati negativi ne vedo pochi e scompaiono comparati a quelli positivi.
        Pensaci e sii più concreto ad indicare i lati negativi.
        Certamente sarebbe possibile fare di più, ma adesso si considera negativo aver fatto 30 e non 31.
        Per esempio la caccia alle balene è stata vietata in tutto il mondo tranne che in Giappone; è giusto considerare questo come lato negativo?
        Per l’inquinamento ricordo la Milano a cavallo degli anni ’60.
        D’inverno puzze provenienti dalla raffineria di Rho, granelli di carbone che piovevano dal cielo.
        Adesso ci si lamenta per il pm10, allora non si misurava e forse non si sapeva neanche cosa fosse.
        Per l’insoddisfazione sociale potresti avere ragione, ma è non è un dato oggettivo misurabile.
        Forse adesso è più diffusa, c’è molto mugugno, ma è meno profonda.
        Prima c’era chi prendeva le armi e sparava, adesso al massimo si spacca qualche vetrina.
        Per l’aspetto psicologico dell’insoddisfazione io credo che una volta l’operaio tornato a casa dopo 8 ore di catena di montaggio non aveva il tempo e la voglia per elucubrazioni intellettuali, magari era insoddisfatto ma non era depresso.
        Adesso il laureato disoccupato mantenuto dai genitori ha tempo ed è depresso.
        Entrando in questi argomenti ricordo sempre che il figlio di Agnelli si è suicidato.
        Concludendo il trend storico è in progresso, non vedo perchè dovrebbe invertirsi nell’immediato futuro.

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          fabrizio 26 Agosto 2017 at 11:11

          Caro Giancarlo, sei veramente sorprendente! Accusi, giustamente, me perché sono stato molto generico e poco concreto nell’indicare i lati negativi del mondo attuale. Però forse non ti accorgi che i lati positivi che tu indichi sono piuttosto risibili: il mondo è diventato di colpo migliore perché (dopo averle quasi sterminate, come tante altre specie di creature viventi) è stata vietata (almeno a parole ed eccetto per i più grandi consumatori di carne di balena) la caccia alle balene? L’inquinamento nel mondo è scomparso o diminuito perché ora a Milano non ci sono più alcune fabbriche inquinanti (hai mai sentito parlare di enormi isole di rifiuti di plastica negli oceani, o dell’aria irrespirabile di quasi tutte le grandi città cinesi?)? Dato che non si misurava o conosceva, il pm10 era ed è meno pericoloso? Dato che non si misura con precisione e oggettivamente, l’insoddisfazione sociale non è un problema?
          Mi pare di capire che, e in parte potrei essere d’accordo con te, tu credi che il progresso scientifico e tecnologico potrà risolvere gran parte dei problemi e quindi non si interromperà la linea del miglioramento. Bene! Ottima la speranza nella scienza e nella tecnologia!
          Ma quando oggi la stragrande maggioranza degli scienziati pensa che ci siano grossi pericoli per l’umanità a causa dei cambiamenti climatici, indotti in buona parte dalle attività umane, tu affermi che non è vero, basandoti sulle affermazioni di alcuni scienziati “negazionisti” (ricordi? Ne discutemmo tra di noi in passato). Cos’è che ti rende così sicuro di quanto affermi? Non hai proprio il minimo dubbio in materia?
          E infine, last but not least, la situazione politica e sociale mondiale ti sembra proprio ottimale o che volga al meglio? I pericoli di conflitti tragici e distruttivi ti sembrano trascurabili? Il sistema economico attuale, che permette concentrazioni di ricchezza e potere mai visti in passato, con inevitabili ripercussioni per la democrazia (se uno ci crede) ti fa stare tranquillo?
          Io, mi ripeto, spero fortemente di sbagliare di grosso ma qualche ragionevole timore per il futuro dei miei figli e nipoti ce l’ho: e ti assicuro che non credo proprio di essere un pessimista.

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            The dark side of the moon 26 Agosto 2017 at 12:11

            Condivido il tuo pensiero Fabrizio. Purtroppo però bisogna fare anche i conti con l’egoismo e il menefreghismo di chi ritiene di aver dato il proprio “contributo”. Sul concetto di “contributo” poi è meglio non entrare in merito se questi sono i risultati. Giancarlo, senza offesa, ti apprezzo di più quando parli di scacchi (ma questo già te lo dissi tempo fa).

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              fabrizio 26 Agosto 2017 at 17:06

              Scusami “Dark” ma, per correttezza e nell’interesse di tutti, ricordiamoci sempre che si possono criticare le idee espresse, non chi le esprime. E’ l’unico modo per poter fare discussioni serene e produttive (e non “guerre di religione” ).

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                DURRENMATT 26 Agosto 2017 at 19:48

                …oggi il nemico si chiama neoliberismo e globalizzazione. Tu e Castiglioni in realtà siete facce della stessa medaglia.L’aveva profetizzato Agnelli a suo tempo: verrà il tempo che occorrerà rivolgersi alle sinistre per fare le riforme di destra.

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                  fabrizio 26 Agosto 2017 at 20:44

                  “Sono parole che non capirai mai.”…CVD
                  Temo proprio che tu abbia sbagliato indirizzo. :p

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              Giancarlo Castiglioni 26 Agosto 2017 at 19:58

              Questa volta sei stato veramente offensivo.
              Cosa ti autorizza a definirmi egoista o menefreghista?
              Ho lavorato per tutta la vita a costruire impianti industriali e mi sembra che basti.
              Questo è un “impegno sociale” non le chiacchere al bar per mostrarsi indignati e preoccupati.
              Quello che scrivo dovrebbe bastarti per capire che mi interesso ai problemi del mondo anche se arrivo a conclusioni diverse delle tue.
              Le tue scuse non mi interessano, ma dovresti farmele ugualmente.

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                The dark side of the moon 26 Agosto 2017 at 21:36

                Rileggi quello che scrivi che forse le scuse dovresti farle tu a tutti coloro che grazie a questo bel mondo del capitalismo globalizzato vivono in condizioni disumane.

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                  Giancarlo Castiglioni 26 Agosto 2017 at 22:11

                  Speravo di sbagliarmi, allora sei veramente un rivoluzionario da bar.

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                    Nino 27 Agosto 2017 at 01:00

                    Caro Giancarlo, nessuno qui mette in dubbio la tua onestà, il tuo impegno o la tua professionalità. E nemmeno si mette in discussione il fatto che l’evoluzione tecnologica abbia comportato delle forme di progresso sicuramente positive. Quello che secondo me ti si vuol far notare è semplicemente che il mondo attuale e la società sta vivendo e affrontando dei problemi sempre più grandi, contraddittori e, a detta di molti, insolubili.
                    Tutto questo mascherato ed in evidente contrasto con quella sorta di miglioramento delle condizioni di vita che ci illudiamo di aver ottenuto grazie appunto al progresso tecnologico. Progresso che è finanziato ed arricchisce esclusivamente una sparuta minoranza di abitanti del pianeta depauperando in molti modi tutti gli altri, i deboli e gli sfruttati. Anche quelli come te che non pensano di esserlo.

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                      Chess 27 Agosto 2017 at 10:24

                      Non si era mai vista un’epoca di oppressi finanche felici di essere e rimanere oppressi. Ecco in poche parole il mondo del progresso e del benessere consumistico.

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              Giancarlo Castiglioni 26 Agosto 2017 at 20:23

              Ovviamente non so se tu sia un rivoluzionario da bar come i 4 amici di Gino Paoli, spero di no, però ce ne sono tanti in giro.

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            Giancarlo Castiglioni 26 Agosto 2017 at 22:10

            Riprendendo il nostro discorso dopo queste spiacevoli interruzioni, quello delle balene era un esempio stupido che avevo fatto (gli esempi più sono stupidi più sono efficaci, ma è calzante. Tu puoi giustamente deplorare che in passato le balene siano state quasi sterminate, ma ormai non puoi farci nulla.
            Quindi adesso che esiste un bando sia pure parziale della caccia mi pare ovvio che il mondo è migliore di prima, sia pure di poco.
            Ma considerando che noi uccidiamo milioni di bovini e maiali per mangiarli, qual è il problema della caccia alle balene? Almeno la balena vive per 20 anni nel suo ambiente naturale, invece di nascere e morire in un allevamento.
            Io sono contrario alla caccia, ma il problema morale mi lascia perplesso.
            In ogni caso la caccia alle balene è un problema grave? Crea rischi per i nostri figli o nipoti? Direi di no, lo classificherei più tra i problemi risibili.
            Storicamente l’inquinamento è una conseguenza inevitabile della prima fase di sviluppo industriale; è stato così iniziando dall’Inghilterra, poi in tutto il resto del mondo compresa l’Italia per finire con la Cina.
            Quando i governi si rendono conto che il problema è serio cominciano a prendere provvedimenti e il problema si riduce di molto. Ci vuole tempo, in Cina hanno iniziato adesso.
            Il pm10 c’era anche prima (forse meno), ed era pericoloso come adesso, ma il rischio che comportava era trascurabile rispetto al resto dell’inquinamento di allora.
            Le isole di detriti di plastica negli oceani sono certamente una brutta cosa, ma quale problema reale ne consegue? Più che altro sono un problema estetico; non credo neanche che danneggino i pesci che vivono sotto, il Mar dei Sargassi, naturale e molto simile, esisteva già ai tempi di Colombo. Anche questo lo classificherei tra i problemi risibili.
            Il discorso sta diventando lungo, lo proseguirò alla prossima puntata.

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              fabrizio 27 Agosto 2017 at 11:09

              “Le isole di detriti di plastica negli oceani sono certamente una brutta cosa, ma quale problema reale ne consegue? Più che altro sono un problema estetico; non credo neanche che danneggino i pesci che vivono sotto, il Mar dei Sargassi, naturale e molto simile, esisteva già ai tempi di Colombo. Anche questo lo classificherei tra i problemi risibili.”
              Mi spiace dirti che in materia, contrariamente al solito, sei assai poco informato; le isole di plastica non sono soltanto un problemino estetico: le particelle microscopiche di plastica, compresi i componenti conosciuti come cancerogeni, prodotte dall’azione della luce, vengono mangiate dagli organismi marini insieme al plancton ed entrano perciò nella catena alimentare di tutte le specie marine e successsivamente dell’uomo. Gli effetti di tutto ciò, pur non ancora chiarissimi a livello di macrosistemi biologici, non sembra certamente positivo, anzi potrebbe trattarsi di un’altra “bomba” ecologica dagli effetti devastanti. L’equiparazione ai sargassi, tipo di alga naturalissima e biodegradabile, mi sembra veramente fuori luogo.

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                Giancarlo Castiglioni 27 Agosto 2017 at 15:32

                Avevo letto qualcosa del genere, ma non ne ero rimasto particolarmente colpito.
                La classica notizia non controllata che non passerebbe su una rivista scientifica, ma viene pubblicata sui giornali.
                Dovrei preoccuparmi perché un organismo marino mangia un pezzo di plastica nel Pacifico e successivamente arriva sulla mia tavola con effetti “non chiarissimi” che “potrebbero” essere devastanti?
                Tutto questo quando nella vita di tutti i giorni sono circondato da sostanze potenzialmente cancerogene (pm10, vernici, polveri metalliche, amianto, cibi a volontà) e il mio vicino di scrivania ogni ora tornava dopo aver fumato sulle scale, puzzando sgradevolmente di tabacco.
                Confermo la mia valutazione di problema risibile.

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            Giancarlo Castiglioni 26 Agosto 2017 at 23:52

            Anche io considero l’insoddisfazione sociale un grave problema politico, ma non essendoci criteri di misurazione attendibili è difficile da trattare; sarebbe interessante uno studio storico comparato tra diverse nazioni e varie epoche, ma non so se esista, non ne ho mai sentito parlare.
            Secondo alcuni “estremisti”, tra cui Massimo Fini, prima della rivoluzione industriale la popolazione viveva meglio dell’attuale; aveva punti di riferimento sicuri, le tradizioni, la religione e non aveva aspirazioni di miglioramento.
            Non sono d’accordo, ma chi lo sà, potrebbe anche aver ragione.
            Un altro problema interessante è la relazione tra libertà di informazione o di stampa e insoddisfazione sociale.
            Tra i paesi in cui il consenso per il governo è stato più alto ci sono certamente la Germania nazista e l’Italia fascista. Attualmente credo che il massimo consenso per il proprio governo sia nella Corea del Nord.
            Spero sia ovvio che non considero questa situazione positiva, ma è possibile che in queste condizioni, quando gli si dice che tutto va bene, che il governo penserà anche per loro e risolverà tutti i problemi, la gente sia più felice.
            Forse si capirebbe qualcosa facendo statistiche su suicidi e casi di depressione in queste situazioni.
            Non lo so, suggerisco delle riflessioni, non do risposte a problemi che non conosco.
            Avevamo discusso lungamente in passato dei cambiamenti climatici, per non abusare del sito volevo risponderti direttamente, ma purtroppo non ho più il tuo indirizzo e-mail. Mandamelo se hai ancora il mio.
            Con la situazione politica e sociale mondiale mi inviti a parlare dello scibile umano. Seguirà altra puntata.

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    DURRENMATT 25 Agosto 2017 at 14:38

    …per fortuna che in questo blog non ci stanno giovani. Questo racconto “mignon” è una provocazione bella e buona. Visto che si celebra il quarantennale rimpiango il ’77….alla luce dei “fatti” posso dire che avevamo ragione!

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      fabrizio 25 Agosto 2017 at 18:03

      Scusa la curiosità: cosa affermavate voi “del ’77”?

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        alfredo 26 Agosto 2017 at 14:07

        non lo sappiamo ancora desso
        a dir la verità

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          alfredo 26 Agosto 2017 at 14:10

          parlo per me
          avesso 18 anni
          facevo il liceo e andavo in bici .
          ripensaci pero’ non li co0nsidero anni meravigliosi
          se non per i miei 18 anni

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            DURRENMATT 26 Agosto 2017 at 17:02

            “E siamo noi a far bella la luna
            con la nostra vita
            coperta di stracci e di sassi di vetro.
            Quella vita che gli altri ci respingono indietro
            come un insulto,
            come un ragno nella stanza.
            Ma riprendiamola in mano, riprendiamola intera,
            riprendiamoci la vita,
            la terra, la luna e l’abbondanza”.

            Sono parole che non capirai mai.

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              fabrizio 26 Agosto 2017 at 17:25

              “sono parole che non capirai mai”…ma per fortuna tu ce le spiegherai, vero? :(

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                fabrizio 26 Agosto 2017 at 19:57

                Per concludere la discussione alla Durrenmatt :) , mi pare molto appropriato il seguito:
                “È vero che non ci capiamo
                che non parliamo mai
                in due la stessa lingua,
                e abbiamo paura del buio e anche della luce, è vero
                che abbiamo tanto da fare
                e che non facciamo mai niente.”

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    paolo bagnoli 26 Agosto 2017 at 21:52

    Non voglio gettare benzina sul fuoco della discussione, ma mi limito a pensare che non viviamo “nel migliore dei mondi possibile” e che l’essere ottimisti per quanto riguarda il futuro dei nostri figli e nipoti sia per lo meno discutibile.

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    Chess 26 Agosto 2017 at 23:40

    Dire che questo mondo sia migliore ha qualcosa di masochistico

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      Giancarlo Castiglioni 26 Agosto 2017 at 23:45

      Io faccio dei ragionamenti, voi rispondete con delle impressioni.

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    Giancarlo Castiglioni 27 Agosto 2017 at 19:29

    Nino, ti ringrazio per gli apprezzamenti, ti rispondo solo per questo.
    Scrivi di una “sorta di miglioramento delle condizioni di vita che ci illudiamo di aver ottenuto”.
    Perché questi tentennamenti, questi dico e non dico; forse non puoi negare l’evidenza, ma ti rifiuti di ammetterla?
    E poi alla fine affermi che sono uno sfruttato, ma non penso di esserlo.
    Spiegati meglio, secondo te chi mi sfrutta?
    Se vuoi fare un discorso serio sono disponibile, non se intendi ripetere i soliti vecchi luoghi comuni della sinistra.

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      Chess 28 Agosto 2017 at 15:25

      Se c’è un luogo comune è proprio quello di appellarsi alla vecchia dicotomia destra e sinistra. Parlare della condizione del mondo e dell’uomo in esso, esula da qualsiasi schieramento o fazione: è una questione puramente umana. È il mondo moderno, checche’ se ne dica, è l’esempio più lampante del regno della diseguaglianza capitalista. In quel mondo dove milioni di persone muoiono di fame al contrario di pochi che vivono nell’opulenza , non si può dire che sia un mondo migliore, anzi. È il peggiore mondo possibile ma un giorno verrà che tutto questo avrà una fine, e che fine!

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    Giancarlo Castiglioni 28 Agosto 2017 at 22:35

    Io la distinzione destra sinistra la ho superata, non mi sembra che la abbia superata tu.
    Quando parli di “diseguaglianza capitalista” fai una tipica analisi di sinistra.
    Cosa intendi con il tuo messianico “giorno verrà”?
    La Rivoluzione Mondiale?

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      Chess 29 Agosto 2017 at 13:50

      Io non ho avuto nemmeno bisogno di superarla: la distinzione destra sinistra,soprattutto per certi temi, non mi è mai appartenuta dato che la considero cosa buffa e finanche sterile. Se poi si discute sull’evidente miseria umana di milioni di persone, allora, la ritengo addirittura una perdita di tempo, un esercizio di retorica. La Rivoluzione? Suvvia, credi ancora a queste cose? Non c’è bisogno di nessuna rivoluzione perché il mondo della produzione a tutti i costi a beneficio dei pochi ha insito in se stessa il germe della fine. Un germe se vuoi lento ma inesorabile, tanto da vedersene già i prodromi: l’agonia del Capitale, è sotto gli occhi di tutti. Il teatrino del finto benessere ha incominciato la recita finale.

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      DURRENMATT 29 Agosto 2017 at 15:51

      …oggi il capitalismo è un’aquila a doppia apertura alare. La destra del “denaro” detta le regole economico-finanziarie tutelanti gli interessi della classe dominante. La sinistra del “costume” fissa i modelli e gli stili di vita funzionali alla riproduzione del sistema. La destra del “denaro” fissa la struttura e la sinistra del “costume” fissa la sovrastruttura.Da una diversa angolatura, la sinistra del “costume” gestisce oggi il dissenso verso tutto ciò che possa frenare e limitare la destra del “denaro”. Ne consegue che le tue “analisi” risultano totalmente sballate. Tu il problema non lo vedi proprio perchè sei parte del problema.

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    paolo bagnoli 30 Agosto 2017 at 18:08

    Quindi?

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