Il termine “dilettante” è chiaro: colui che esercita un’attività “per diletto”.
Heinrich Wolf, nato a Vienna il 20 ottobre 1875, fu un autentico dilettante, in quanto gli scacchi non furono mai, per lui, una professione.
Non conseguì quasi mai risultati clamorosi, anche per la relativa brevità della sua carriera, ma era un tipo da prendersi con le pinze, visto che nel suo carniere finirono, nel corso degli anni, giocatori del calibro di Spielmann, Duras, Reti ed altri personaggi di primo piano.
Rimane famoso per il suo risultato complessivo contro Cigorin; pur mettendo in conto il diabete e l’eccessivo consumo di alcoolici del russo, il conteggio finale è di 7 a 0 in favore di Wolf. Famosa anche la sua vittoria contro Duras a Carlsbad 1907, una maratona di 168 mosse che per parecchio tempo costituì un record in partite ufficiali.
Era pronto ad affrontare lunghe manovre posizionali così come complessi problemi tattici e si può dire che il suo atteggiamento fu sempre quello di uno sportsman.
A ventidue anni è quinto a Vienna ed ancora quinto a Berlino, a ventiquattro ancora quinto a Vienna e nel 1900, al torneo del Congresso tedesco di Monaco di Baviera, è settimo. Nel 1902 dimostra di essere affezionato al quinto posto (piazzamento tutt’altro che disonorevole, visto il campo degli avversari che si trovava di volta in volta ad affrontare) sia a Montecarlo che ad Hannover, per poi vincere, ex aequo con Janowski, il Pentagonale di Vienna.
Settimo a Montecarlo 1903, ottavo a Coburgo 1904 e quarto a Vienna, nel 1905 è a metà classifica ad Ostenda, settimo a Barmen ma ottiene un brillante secondo posto, alle spalle di Schlechter, a Vienna. Poi è sesto a Norimberga nel 1906, nel 1907 è nono a Vienna e decimo al grande torneo di Carlsbad e nel 1908 è nono a Dusseldorf.
Il 1908 è l’anno del match mondiale tra Lasker e Tarrasch, e per la prima volta appaiono i “secondi”; i due che Lasker ingaggia sono Alapin e Wolf.
Dopo questa occasione Wolf scompare letteralmente dai tabelloni dei tornei, per ricomparire nel 1922, a quasi cinquant’anni; quell’anno sarà sesto a Pistyan, ottavo a Teplitz-Schoenau e terzo a Vienna e la sua vittoria contro Reti (vincitore a Teplitz-Schoenau) verrà insignita del premio di bellezza, un premio che avrebbe meritato forse anche per la vittoria contro Przepiòrka a Pistyan. Nel 1923, infine, è quattordicesimo a Carlsbad e dodicesimo ad Ostrava, dove compie un capolavoro di tattica contro Spielmann.
La sua data di morte non è nota, si conosce soltanto l’anno, il 1943, in un campo di sterminio nazista.
Sempre più affascinante, sempre più incantevole.
Altro personaggio interessante ripescato dal nostro Paolo.
Come spesso mi succede per i personaggi presentati da Paolo, ho cercato notizie in rete per saperne di più. Non sono riuscito a trovare la professione di Heinrich Wolf, ma ho scoperto che è finito in campo di concentramento perché ebreo.
Ho reperito però un simpatico aneddoto: a Vienna gli scacchisti di cognome Wolf (“lupo” erano tre: Siegfried August Wolf, il più debole dei tre, ma notevole per il suo bell’aspetto; Siegfried Reginald Wolf, di professione commesso viaggiatore, e il nostro Heinrich. Quegli spiritosoni di viennesi per distinguerli presero a chiamarli “der reizende Wolf”, “der reizende Wolf” e “der reissende Wolf”, e cioè “il lupo attraente”, “il lupo che viaggia” e “il lupo che sbrana”.
Scusate, il correttore automatico ha reso incomprensibile il gioco di parole… Siegfried Reginald Wolf era soprannominato der reisende Wolf.
Grazie a Filologo per l’ampliamento delle mie poche note.
Paolo
Ancora una volta sopraffino, da applausi!