Damnatio memoriae (II)

Scritto da:  | 14 Febbraio 2018 | 14 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri

Quando la parola passò ai panzer di Hitler con l’ Operazione Barbarossa Bohatirchuk si trovava a Kiev come alto dirigente della Croce Rossa Ucraina e dell’Istituto di Medicina Sperimentale. Nel settembre del 1941 la capitale ucraina venne conquistata dai tedeschi che fecero prigionieri decine di migliaia di soldati dell’Armata Rossa rinchiudendoli in campi di concentramento dove si sopravviveva in condizioni disumane, e Bohatirchuk non lesinò sforzi per alleviare in qualche modo le sofferenze dei reclusi. In più, riuscì a salvare dalla deportazione un’impiegata ebrea dell’Istituto, e nel febbraio del ’42 venne arrestato dalla Gestapo.

Un mese di detenzione e venne liberato, e le cause di tale proscioglimento rimangono abbastanza oscure, anche se Bohatirchuk iniziò a professare sentimenti antisovietici; il governo stalinista, quindi, lo considerò come un collaborazionista dei nazisti. Quando si scatenò la controffensiva sovietica Bogatirchuk, con l’intera famiglia, abbandonò Kiev al seguito delle truppe tedesche in ritirata, stabilendosi prima a Cracovia poi a Praga. Nel febbraio del 1944 trovò il tempo di giocare al quinto torneo del “Governatorato Generale” e si classificò secondo dopo Bogoljubov, che da parecchi anni aveva professato sentimenti filonazisti, e in maggio disputò otto partite di allenamento contro altrettanti giocatori della zona, tra i quali Pachman e Kottnauer, vincendo sette partite e pattandone una.

Collaborava con l’organizzazione costituita dal generale russo Vlasov, il Comitato per la Libertà dei Popoli Russi, dichiaratamente anticomunista, e fu a capo del Consiglio Nazionale Ucraino, anche questo antisovietico. Fu a questo punto che le autorità sovietiche decisero di cancellare Bohatirchuk dagli annali scacchistici: risultati, partite, commenti, tutto insomma. Per l’Unione Sovietica egli non era mai esistito.

Quando il collasso della Germania fu evidente Bohatirchuk si spostò a Berlino per poi giungere a Bayreuth, nella zona d’occupazione controllata dagli Stati Uniti. Di lì si spostò a Monaco di Baviera, assumendo il nome di Bogenhols per evitare di essere rispedito in Unione Sovietica. Continuò, per quanto possibile, l’attività scacchistica vincendo il Klaus Junge Memorial del ’46, e nel ’47 fu terzo a Kirchheim e quarto a Stoccarda.

Le Potenze occidentali, prime fra tutte Stati Uniti e Gran Bretagna, erano d’accordo sul fatto di dare asilo a ex collaborazionisti dei tedeschi qualora queste persone potessero essere di qualche utilità, e Bohatirchuk approfittò di questa favorevole circostanza per richiedere ed ottenere un visto di ingresso in Canada, dove già si erano rifugiati parecchi ucraini; nel 1948 giunse nel Nordamerica ottenendo una cattedra di medicina presso l’università di Ottawa ed iniziò a pubblicare parecchi articoli di carattere storico-politico sull’organizzazione denominata “Movimento di Liberazione dei Popoli in Russia”. Non si scusò mai per la sua collaborazione coi tedeschi.

Anche in Canada continuò a praticare gli scacchi a livello agonistico. Nel 1949 fu secondo al Campionato Canadese (7 su 9) e nel 1951 fu terzo con 8,5 su 12. Ormai cittadino canadese, nel 1954 venne schierato in quarta scacchiera all’Olimpiade di Amsterdam (+7 =3 -5) e quello stesso anno la FIDE gli conferì il titolo di Maestro Internazionale. In questa occasione venne proposto per lui il titolo di Grande Maestro ma i sovietici si opposero a tale decisione. Iniziò a giocare per corrispondenza diventando campione canadese della specialità nel 1963-64 e giocando in prima scacchiera nell’Olimpiade per Corrispondenza del 1962-65. Divenne Maestro Internazionale per Corrispondenza nel 1967.

Continuò a giocare in tornei locali di Ottawa fino all’età di ottantacinque anni e si spense il 4 settembre 1984.

avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


14 Commenti a Damnatio memoriae (II)

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    Fabio Lotti 14 Febbraio 2018 at 21:58

    Grazie, Paolone, anche per l’articolo precedente. Hai visto che il blog non è morto?…

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    Stefano Lupini 14 Febbraio 2018 at 22:17

    Veramente bello! Grazie a Paolo per questo lavoro così dettagliato e ben documentato su un giocatore che ha sempre suscitato la mia curiosità.

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    paolo bagnoli 14 Febbraio 2018 at 23:54

    Grazie Fabio! Ero io che sbagliavo tutto!

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    Fabio Lotti 15 Febbraio 2018 at 09:46
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    Icilio Zoppas 15 Febbraio 2018 at 16:09

    Sembra un tipo di persona senza troppi scrupoli, in grado di calcolare accuratamente le proprie mosse per cadere sempre in piedi prevedendo l’evolversi degli eventi: un vero talento da scacchista da questo punto di vista.
    Il grande Alekhine, che ebbe problemi simili, mi pare mancò di questa lungimiranza.

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      Luca Monti 18 Febbraio 2018 at 14:13

      Un saluto carico di stima e di nostalgia ad Icilio Zoppas che credo di avere conosciuto tanti anni fa a Bergamo ( se ricordo bene).

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    Icilio Zoppas 15 Febbraio 2018 at 16:27

    Appare anche curioso che il documento riprodotto in fotografia indichi una data di nascita diversa di quella incisa sulla lapide tombale: una svista o c’era sotto qualcosa?

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      Giancarlo Castiglioni 15 Febbraio 2018 at 21:30

      La data sul documento è secondo il calendario Giuliano allora vigente in Russia, quella sulla tomba secondo il calendario Gregoriano.

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        Icilio Zoppas 16 Febbraio 2018 at 21:21

        Ringrazio della precisazione, ma inserendo la data 27 novembre 1892 nel calendario gregoriano alcuni siti specializzati nella conversione dei calendari mi danno 15 novembre 1892 come data corrispondente nel calendario giuliano.
        Facendo il contrario, cioè inserendo la data 27 novembre 1892 nel calendario giuliano si ottiene la data 9 dicembre 1892 nel calendario gregoriano, che è prossima al 14 dicembre del documento, ma non coincidente.
        Forse che il calendario giuliano della Russia dell’800 non coincide con l’odierno?

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          Giancarlo Castiglioni 17 Febbraio 2018 at 00:17

          I giorni di differenza tra i due calendari dovrebbero essere 13 mentre tra le date ce ne sono 17, non lo avevo notato.
          Potrebbe essere un errore.
          A volte sul documento è indicata la data in cui la nascita è denunciata allo stato civile.
          Sulla tomba potrebbe esserci la data di nascita effettiva, 4 giorni prima.

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    Martin 18 Febbraio 2018 at 10:39

    Tra gli studi imprescindibili in merito a questa controversa figura non va dimenticato il profondo contributo del nostro insostituibile Enrico Cecchelli: eccolo qui.

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      paolo bagnoli 18 Febbraio 2018 at 12:37

      Se avessi saputo del contributo di Cecchelli non avrei mai osato intervenire sull’argomento. Chiedo scusa per essermi dilungato in una inutile “ripetizione”

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    Enrico Cecchelli 18 Febbraio 2018 at 13:03

    Nessun problema! E’ sempre ben accetto un dotto e accurato articolo dello storico per antonomasia del nostro blog! Congratulazioni Paolo e avanti così.

    Mi piace 1

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