Non si conoscono i motivi per i quali Karoly Sydlauer abbia voluto, ad un certo punto della sua gioventù, cambiare il proprio nome in Sándor Takács; resta il fatto che, per quanto riguarda gli scacchi, è con questo secondo nome che viene ricordato.
Nasce nella città ungherese di Miskolc il 10 febbraio 1893, riporta una grave ferita nel corso della Prima Guerra Mondiale, ma ciò non gli impedisce di accumulare una discreta fortuna grazie alla quale potrà dedicarsi ai suoi passatempi preferiti: scacchi, biliardo e bridge. Quando, nel 1920, verrà firmato il Trattato del Trianon in base al quale lo sconfitto impero austro-ungarico verrà smembrato e l’Ungheria verrà percorsa da frequenti sconvolgimenti politici, il Nostro si fa scivolare addosso tutto questo e nel 1922 esordisce a Vienna con un modesto 4 su 14 che lo piazza al 13° posto nel torneo vinto da Rubinstein.
Rogaska Slatina, 1929 (Takacs è il secondo seduto da destra, Canal il secondo seduto da sinistra)
Due anni dopo è sesto a Merano (7/13) e nel 1925, a Budapest, è primo, lasciandosi alle spalle Lajos Steiner. Nel 1926, sempre a Budapest, si gioca un torneo patrocinato dalla neonata FIDE; vincono Gruenfeld e Monticelli e Takacs è terzo, mentre nel ’27 è ottavo a Vienna e quinto a Kecskémet. Nel 1928 divide il primo posto con Gruenfeld al Trebitsch Memorial di Vienna. A fine anno è ad Hastings, dove divide il primo posto con Colle e Marshall con 6 su 9.
Nel 1929 è terzo a Rogaska Slatina (10/15) nel torneo vinto da Rubinstein, che viene battuto da Takacs nel loro incontro individuale, ed a fine anno è nuovamente ad Hastings dove si piazza al quarto posto. Nel ’30 è secondo al Quadrangolare di Rotterdam vinto da Tartakower, secondo ad Anversa alle spalle di Flohr, e viene schierato in seconda scacchiera all’Olimpiade di Amburgo (+6 =5 -3) vincendo l’argento di squadra.
Si è perdutamente innamorato di una donna, ma la cosa finisce in malo modo e lui tenta il suicidio sparandosi un colpo di pistola al petto. Sopravvive, inzia a scialacquare denaro, si sposta a Vienna dove perde quel poco che gli rimane ed è troppo orgoglioso per chiedere aiuto ad amici o parenti. Torna in Belgio, ad Anversa, non si sa per quale motivo o con quali speranze, ma la sua vita si trasforma in una lenta agonia. Muore di stenti ad Anversa il 22 aprile 1932.
Amburgo 1930, la squadra ungherese medaglia d’argento, da sinistra: Vajda, E. Steiner, Maroczy, Havasi e Tacaks
Una fine assai triste che ci fa ricordare quanto sia complicata la vita.
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Buona Pasqua!