Insonnia di una notte di fine estate

Scritto da:  | 6 Settembre 2017 | 14 Commenti | Categoria: Finali, Studi e Problemi, Teoria e Studio

(ispirato da Esteban Canal)

E’ merito di una zanzara, che mi ha svegliato poco prima dell’alba se sono qui a raccontarvi quel che segue.

Era l’alba del 31 agosto e mi rigiravo nel letto ripensando a uno studio che avevo visto la sera prima, mentre impaginavo una delle 64 lezioni di Esteban Canal che andranno a comporre un libro di prossima pubblicazione.

Sì, perché dovete sapere che il nostro Luca Monti, instancabile ricercatore in quella miniera d’oro che è stata la vita e le opere del grande maestro italo-peruviano, tempo fa si è messo in contatto con Maria Montuoro, figlia di Francesco Montuoro, appassionato scacchista nonché editore della rivista Fenarete, per la quale dal 1962 al 1978 Canal curò una rubrica degli scacchi.
Non solo. Luca ha ottenuto dalla signora Montuoro le fotocopie degli articoli di Canal, che in Fenarete venivano pubblicati come “Lezioni” seguendo, più o meno rigorosamente, una numerazione progressiva.
Non solo! Luca si è sobbarcato il lavoraccio di copiare (dalle fotocopie al computer) i testi e le mosse di tutte le partite e gli studi contenuti in queste lezioni.
Non solo!! Luca mi ha proposto di pubblicarle come libro, ha ottenuto il consenso da Maria Montuoro e mi ha passato il materiale.

Dunque la sera prima, impaginando, avevo visto uno studio, che non si potrebbe presentare meglio di come fece Canal in una di queste “Lezioni” per Fenarete. Scrive Canal:

“Quando io imparavo gli scacchi, ci riunivamo spesso al circolo di Lipsia per risolvere studi e problemi intorno ad un grande tavolo pieno di scacchiere e con nel centro un piatto per le scommesse e le punizioni. Un giorno il noto maestro tedesco Mieses da Berlino, nelle bozze che dovevano servire per la sua rubrica settimanale, ci portò una primizia. Si trattava dello studio di un certo boemo dal nome stranissimo: VLK che sembra una sigla ma non è. Presto il piatto si riempì di marchi d’argento e la gara ebbe inizio fra numerosi scivoloni.

Emil Vlk
Casopis Ceskoslovensky Sach, 1917

Il Bianco muove e vince

1. Rb8 Tc6 (unica) 2. Tf6! c4!
[NdR – dopo 2… d6 la vittoria più istruttiva è con 3. Rb7!]

3. Th6+!! Rg2 4. Txc6 dxc6 5. g6 e vince.

Finalmente scoppiò un fragoroso applauso, non tanto per il solutore che arraffava tanta moneta, ma per lo sconosciuto autore ed il suo lavoro.
Bellissima è la manovra che permette al Pedone bianco di arrivare in tempo con scacco.
Bravo VLK! Un tipo spiritoso disse: scommetto che il mondo imparerà pure a pronunciare il suo nome.”

Così scrisse Canal, da par suo.



L’idea di Vlk mi è piaciuta al punto che, svegliato anzitempo dalla puntura della zanzara, ho cominciato a rimuginare su come si potesse ricavarne una posizione di esercizio, magari più facile, per quelle pagine di test che pubblico su Torre & Cavallo.
Gira e rigira, mi è venuta la posizione che segue. Più la analizzavo alla cieca – non senza difficoltà, ma sicuramente agevolato dalla comoda posizione orizzontale e dalla silenziosa penombra in cui mi ero raggomitolato sotto le lenzuola – più le varianti mi sembravano interessanti e corrette.

Non vedevo l’ora di prendere il primo caffè e accendere di corsa il computer.
Sappiamo tutti con quale perfidia la macchina è capace di frustrare la nostra creatività, confutare combinazioni, finali e partite intere. Ma non questa volta…

Roberto Messa
Inedito 2017

1. Tg1+!!

Le altre portano solo alla patta:
a) 1. Rxb7? Th6 2. Tg5 a4 3. Ta5 a3 e patta;
b) 1. Txb7+? Rc2 2. Ta7 (oppure 2. Tb5 a4 3. Rb7 Th6 4. Ta5 a3) 2… Th6 3. Txa5 Rd3 4. Rc7 Re4 patta;
c) 1. Tg6? a4 2. Txa6 (oppure 2. Rxb7 Txg6 3. hxg6 a3 4. g7 a2 patta) 2… bxa6 3. h6 a3 4. h7 a2 5. h8D a1D patta, dove si capisce che b1 è la casa ideale per il Re nero.

Torniamo dunque a 1. Tg1+. Il Re può scegliere tra b2, c2 e a2. Purtroppo per lui tutte le opzioni conducono allo stesso finale. Vediamo:

1… Rb2

Se 1… Rc2 2. Tg6 a4 (se 2… Txg6 3. hxg6 a4 4. g7 e promuovendo controllerà a2) 3. Txa6 bxa6 4. h6 a3 5. h7 a2 6. h8D (questa volta controlla a1!) 6… Rb1 7. Dh1+, oppure 1… Ra2 2. Tg6 a4 3. Txa6 bxa6 4. h6 a3 5. h7 Rb1 6. h8D a2 7. Dh1+ rientrando nella linea principale.

2. Tg6! a4

Dopo 2… Txg6 3. hxg6 a4 4. g7 a3 5. g8D a2 6. Dg2+ avremmo lo stesso tipo di vittoria cui assisteremo nella linea principale.
Perde chiaramente 2… Tc6? 3. Txc6 bxc6 4. h6 o ancor peggio 2… b6?? 3. h6 (anche 3. Rb7).

3. Txa6 bxa6 4. h6 a3 5. h7 a2 6. h8D+ Rb1 7. Dh1+ Rb2

Eccoci al punto. Se il Nero non avesse il Pa6 questo finale sarebbe patto, notoriamente, grazie alla risorsa dello stallo, che esiste solo col pedone in settima di Torre (e in forma diversa col pedone in settima d’Alfiere).
La manovra conclusiva è facile quanto, ai miei occhi, divertente:

8. Dg2+ Rb1 9. Df1+ Rb2 10. De2+ Rb1 11. Dd1+ Rb2 12. Dd4+ Rb1 13. Db4+ Rc2 14. Da3 Rb1 15. Db3+ Ra1

16. Dc2! a5 17. Dc1 matto

Secondo me la composizione di studi e problemi richiede sempre una certa dose di fortuna, perché a volte anche le idee più creative si schiantano a causa di qualche confutazione nelle varianti marginali. Comunque la rigiri, in questi casi, il più delle volte la composizione non è correggibile.
Forse alla fine il termine stesso di “composizione scacchistica” è figlio della nostra presunzione. In realtà siamo solo dei cercatori, come degli gnomi che si addentrano nei meandri di quella inesauribile miniera che sono gli scacchi e che ogni tanto, quasi per magia, si imbattono in qualche preziosa gemma che aspettava solo di essere scoperta.

Ma allora… se è stata una piccola magia… forse non era una zanzara, bensì una fata!

avatar Scritto da: IM Roberto Messa (Qui gli altri suoi articoli)


14 Commenti a Insonnia di una notte di fine estate

  1. avatar
    Nino 6 Settembre 2017 at 10:59

    Articoli come questo dimostrano ancora una volta (ma ce n’è davvero bisogno?) che di siti come questo ce ne sono davvero pochi. Bravissimi! ;)

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    fabrizio 6 Settembre 2017 at 11:30

    Molto bello e istruttivo! ;) Grazie a Roberto Messa e …alla zanzara!

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    Jas Fasola 6 Settembre 2017 at 13:16

    Complimenti al MI Messa per avere fatto il difficile esercizio “blind” (come suggerito da Popov :) ) e averne tratto uno studio davvero bello (meglio dell’originale!).

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      Roberto Messa 6 Settembre 2017 at 21:30

      Sottolineo il fattore fortuna: è vero che prima di arrivare alla posizione dello studio ho fatto non so quante manipolazioni, spostamenti di colonna ecc. ma solo quando mi sono reso conto che le tre mosse Ra2, Rb2 e Rc2 avevano altrettanti difetti “tematici” che ho cominciato a credere di aver “scoperto” uno “studio” e non un banale esercizietto.
      In vita mia ho composto dozzine o forse centinaia di “esercizi” ma solo tre o quattro “studi” che si possano definire tali e tutte le volte ho avuto questa impressione di essere capitato più o meno fortunosamente in una posizione che reggeva all’analisi, senza bisogno di menomazioni o di aggiunte avvilenti. Un giorno spero di trovare il tempo per presentare su SoloScacchi una dozzina di posizioni che preferisco tre le “mie”. Alcune sono veramente facili, ma mi ha confortato leggere sul sito Chessbase un paio di anni fa di una nuova corrente di neo-compositori che propugnano la bellezza (e l’utilità) delle composizioni simili a matti o finali di partita che si risolvono in poche mosse.

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    Luca Monti 6 Settembre 2017 at 13:56

    Sono io ad essere grato a Roberto Messa e mi fa piacere che le lezioni di Esteban Canal abbiano risvegliato il lui il piacere della composizione anche se solo per una notte che qui nel bresciano da noi è stata torrida.
    Nel corso dei tanti anni di ricerca infatti ho potuto raccogliere una gran quantità di materiale/testimonianze che però hanno il difetto della disomogeneità. Raccoglierle e costruire un volume con quelle è una impresa sopra le mie forze. Un conto è preparare un lavoro per SoloScacchi, altra cosa un libro… . Poi un giorno di qualche anno fa,riuscii a contattare telefonicamente Maria Montuoro ( una impresa che avevo data per perduta dopo tanti tentativi andati a vuoto) e li si schiuse tutta la esperienza di Fenarete.Finalmente ho avuto in mano tanto materiale omogeneo.
    Riguardo alle lezioni di Canal saranno i lettori ad esprimersi; da parte mia mi spiaceva che tutte quelle pagine fossero ancora circoscritte nei fascicoli di una rivista cessata quasi da quaranta(!) anni e perlopiù ( almeno credo ) disconosciute agli scacchisti. Difatti Fenarete molto fu ma non certo una rivista per scacchisti.
    E poi mi ripeterò,ma l’interesse per le opere di Esteban Canal, va ben oltre l’aspetto scacchistico,tanto sfaccettati e polivalenti furono i suoi interessi.

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    The dark side of the moon 6 Settembre 2017 at 14:21

    Storia perfetta! Luca vedrà riassunte le sue fatiche nella pubblicazione del libro. Roberto invece riesce a comporre uno studio migliore (secondo la mia modestissima opinione) di Vlk: complimenti davvero!!

    ;)

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    Martin 6 Settembre 2017 at 19:21

    Grazie, Roberto, per questa nuova gemma…

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    Roberto Messa 6 Settembre 2017 at 20:53

    Una doverosa precisazione: è assolutamente involontaria la coincidenza temporale dell’uscita di questo articolo con il caso della bambina morta di malaria. Di fatto l’ho scritto 5 giorni fa quando la notizia di cronaca di cui tanto si (s)parla non era neppure all’orizzonte.

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      Giancarlo Castiglioni 6 Settembre 2017 at 22:26

      Doverosa la precisazione.
      Io non avevo minimamente notato l’associazione tra malaria e zanzara, ma nel mondo in cui viviamo c’è gente che non aspetta altro di gridare allo scandalo e dare l’interpretazione più malevole e contorta di qualsiasi dichiarazione.

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    Roberto Messa 6 Settembre 2017 at 21:11

    Grazie a tutti per i complimenti. Alcune note a margine: Canal era l’esatto contrario dell’autore/scacchista pedante e nella sua “lezione” non si peritava di citare la fonte dello studio e nemmeno il nome di battesimo del compositore. Per queste informazioni sono debitore a Marco Campioli, forse il massimo esperto di studi in Italia, a cui ho chiesto lumi.
    In verità non sono un compositore di studi, quelli contemporanei poi sono diventati di una difficoltà che annichilisce. Mi piacciono le posizioni classiche con una soluzione di massimo 7 o 10 mosse, tipo quella di Vlk, con un’idea godibile da uno scacchista di qualsiasi livello. Del resto anche la mia si riduce in un certo senso a sole 3 o 4 mosse (le prime e l’ultima). Infatti la manovra della Donna contro Re e pedone in settima fa parte del “bagaglio” e non richiede alcun calcolo (il Padulli la insegna nei primi capitoli del suo manuale, perciò si dà il caso che il sottoscritto l’abbia assimilata ancor prima di mettere piede in un circolo di scacchi!)

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    Luigi O. 6 Settembre 2017 at 22:43

    Complimenti vivissimi! Istruttivo, fine e raffinato. Un applauso anche da parte mia.
    Luigi

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    Enrico Cecchelli 7 Settembre 2017 at 17:20

    Veramente molto bello! Grazie al Direttore per queste interessantissime chicche da compositore.

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    Oleg 11 Settembre 2017 at 07:35

    Proprio bello, grazie.

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    Pasquale Colucci 10 Novembre 2017 at 23:21

    Direttore, confessa che hai mentito su un particolare: la zanzara non ti ha molestato nella stanza da letto bensì nello…studio!

    Mi piace 1

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