Gli scacchi nella letteratura poliziesca (VII)

Scritto da:  | 10 Gennaio 2018 | 7 Commenti | Categoria: Libri, Scacchi e letteratura

Solo brevissimi accenni di un connubio assai ampio, sfruttando anche parti già scritte dal presente e da Mario Leoncini.
In Il dottor Beccamorti in Il Club delle vecchie signore di Georges Simenon, Adelphi 2017, abbiamo un signore (in seguito sapremo essere il dottor Maupin) che, nel Club degli scacchi di Parigi, appena finita una seconda partita, si concede qualche attimo di riposo, quando arriva il vicepresidente del club Scusi dottore…Mi permetta di presentarle un amico…Non fa parte del circolo, ma stasera è qui come invitato e poco fa l’ha vista giocare… Insomma lo sfida ad una partita contro di lui ed è perfino disposto a concedergli il vantaggio di una Torre e di un Alfiere. Il dottor Maupin è uno dei più forti giocatori del circolo, ha già vinto due partite con un russo assai famoso, ed ecco che un giovanotto sconosciuto lo sfida dandogli il vantaggio di due pezzi importanti come una torre e un alfiere! E’ una partita senza senso, anche perché il giovanotto, presentato come Tallandier è, in effetti, Emile, la mente della agenzia investigativa O, ed ha come unico scopo quello di trattenere il dottor fino all’arrivo di una telefonata da Barbet, ex scassinatore diventato fattorino della suddetta agenzia, che sta ispezionando minuziosamente l’appartamento proprio di Maupin (si pensa che ci tenga prigioniera una sua paziente). L’esito della partita è scontato. Credo che avrei potuto essere io a darle il vantaggio non solo di una torre e di un alfiere, ma anche di una regina. In seguito Emile è cupo, rimugina Quella partita a scacchi non gli aveva fatto onore e si ricordava, con un peso sulle spalle, lo sguardo sprezzante che il dottore gli aveva lanciato… La citazione continua a pag. 104 quando il dottore viene interrogato dalla polizia francese per l’uccisione della paziente. Le sue condizioni economiche non sono brillanti, gioca alle corse dei cavalli “Già era la mia unica distrazione…” “Oltre gli scacchi…” “Gli scacchi non costavano niente…”. Il libro è formato da quattro racconti deliziosi. Situazioni pazzesche, scherzose, umoristiche, stravaganti. Sembra quasi di vedere Simenon che si diverte come un matto a infilare i suoi personaggi in vicende comiche e grottesche, perfino paradossali. Personaggi vivi con le loro concrete caratteristiche fisiche e umorali, che si danno da fare, scrutano, indagano, deducono ma a volte in difficoltà di fronte a certi momenti incongrui e inaspettati. Racconti estrosi, frizzanti. Racconti di classe.
Per quanto riguarda un altro parto famoso di Simenon dove gli scacchi costituiscono il filo conduttore della trama, rimando al bell’articolo di Zenone proprio su questo blog (cfr. qui).

In Le molliche del commissario di Carlo F. De Filippis, Giunti 2017, ad un certo punto c’è una discussione fra il commissario Vivacqua e un suo sottoposto E la signoria vostra che strategia ha pianificato? Esci di alfiere? Arrocchi? – Difesa siciliana: ovvero prendiamo il centro della scacchiera e andiamo avanti – Santandrea fece un piccolo applauso. E bravo, sai giocare a scacchi – No, ma so fare il poliziotto, e quel fesso vuole fottermi sul mio terreno.
Le “molliche” del commissario, ovvero di Salvatore Vivacqua, siciliano cinquantenne trapiantato a Torino, sono le tracce che il colpevole lascia dietro di sé. Se si è capace di vederle…Due omicidi che sembrano slegati fra loro ma che si intrecceranno inevitabilmente. Per capire in parte la complessità della storia basta tenere a mente I fantasmi del cappellaio di Simenon. Lo rivela alla fine il commissario stesso. C’è di tutto e di più in questo libro. Anche troppo. Ma è questione di gusti.
Citazione in copertina. Per esempio in Il grido della sirena di Paul Halter, Mondadori 2017, abbiamo come sottotitolo Una diabolica partita a scacchi per Alan Twist. E gli scacchi hanno un certo peso nella vicenda. Il protagonista principale Alan Twist, specializzato nelle scienze occulte e nel paranormale, arriva in una locanda di Moretonbury, in Cornovaglia, per risolvere un caso decisamente fuori dall’ordinario. Qui c’è chi beve birra e Altri compaesani giocavano a carte o a scacchi sul fondo della sala. (pag.14). Più avanti, in casa del personaggio castellano James Malleson, il nostro Twist vede una scacchiera in onice con la disposizione dei pezzi tipica di una partita in pieno svolgimento e gli chiede se sia un giocatore di alto livello. Malleson annuì, non senza sconcerto in volto. – E con chi state giocando adesso? Vostra moglie? Suo cugino?-…Da solo. Gioco contro me stesso…- In questo caso vi si può definire un professionista. Anche io mi ci dedico nel tempo libero. Magari possiamo fare una partita?- Malleson si schiarì la voce_ Perché no?- disse brevemente. –Ma sono un po’ fuori allenamento.– (pag.26). Più avanti ancora abbiamo uno scambio di vedute tra Twist e il dottor Cummings che non crede alla identità di Malleson ritornato dalla guerra. E’ sicuro che sia un impostore anche perché gli era capitato di fare qualche partita con lui e ogni volta lo batteva senza troppi sforzi. Al suo ritorno, invece, era stato sconfitto con una naturalezza incredibile, così come il suo più abile amico Jeremie Bell. Dunque qualcosa non quadra. Forse si tratta, addirittura, di Patrick Degan, già conosciuto come un formidabile giocatore di scacchi…(pag.63). A pag.107 ritroviamo Twist che sfida per la seconda volta Malleson …gradirei davvero fare una partita con voi. Ve lo avevo già proposto l’ultima volta. Ho la presunzione di non definirmi scarso nel gioco e sarei onorato di potermi misurare con il più grande professionista dei dintorni, stando all’opinione generale nei vostri confronti… Il castellano rimanda ancora Ma un altro giorno, non mi sento in forma oggi. Non è finita qui. Venticinque pagine più avanti si ritorna sullo stesso argomento fra Twist e l’ispettore di polizia Hurst mentre stanno giocando una partita a scacchi. Ecco le argomentazioni del detective Primo. Il nostro uomo è Patrick Degan e, in questo caso, si tratterebbe di un vero maestro. Secondo, si tratta di Jason Malleson, divenuto esperto grazie agli insegnamenti del suo amico. Terzo, il nostro impostore non è Degan, ma la sua abilità negli scacchi è ugualmente eccezionale, come ha dimostrato. Nel frattempo con gesto disinvolto, Twist mosse il cavallo, mettendo il re avversario in scacco e al contempo la regina in presa. E qui arriva il pugno del poliziotto che si abbatte sul tavolo sparpagliando i pezzi sulla scacchiera. Ritroveremo gli scacchi anche quasi alla fine quando Twist spiegherà nei minimi dettagli tutto quanto l’ambaradan.
Una lettura da non perdere per gli amici che mi seguono, una vicenda ricca di apparizioni fantasmatiche, di misteri, dubbi di identità, di “doppi”, di leggende funeste come quella di una sirena il cui grido spaventoso preconizza una morte imminente. Il tutto inserito in un ambiente decisamente brividoso e servito sul piatto d’argento di una scrittura di alta qualità.
E citazione, sempre in copertina, in Scacco al re per Nero Wolfe, di Rex Stout, I Classici del giallo Mondadori 2004. Ottimo commento di Pietro De Palma qui.
Abbiamo visto, negli articoli precedenti, come il mondo dei racconti polizieschi sia ricco di esempi in cui il detective usa gli scacchi per smascherare il colpevole. Julian Symons, in I falsi di Amberside, Mondadori 1986, racconta di come un bibliofilo, grazie agli scacchi, smascheri un detective.
Un’investigatrice era riuscita a farsi ricevere spacciandosi per collaboratrice di una rivista di scacchi. Cobb, il bibliofilo scacchista ricorre a un tranello: –Consideriamo– dice –un modernissimo gambetto, l’Allgaier, per esempio. Voi lo conoscete, naturalmente– e nel dire questo esegue sulla scacchiera una sequenza di mosse. … sono stato chiaro signorina Evelyn? e quando l’altra risponde assolutamente chiaro le dice: Ne ero certo e, con un improvviso colpo di bastone manda all’aria i pezzi. L’Allgaier, mia cara signorina Evelyn, non è un gambetto moderno, e oggi non viene mai usato; una cosa che sa benissimo chiunque abbia un po’ di dimestichezza con gli scacchi. E non ha nessun rapporto con quella farragine di mosse senza senso che le ho mostrato poco fa.
Dal blog di Sherlock Magazine (cfr qui): Questa settimana Sherlockiana ci presenta una nuova avventura di Sherlock Holmes dai risvolti scacchistici. Uno sconosciuto ha rapito Holmes per sfidarlo a una partita a scacchi la cui posta è la morte. Il detective si risveglia in un vecchio magazzino, legato a una sedia, e scopre che anche Watson è stato catturato. Per battere il proprio avversario non gli basterà però superarlo nel gioco, dovrà anche trovare il filo conduttore di una serie di omicidi in apparenza non collegati, così da svelare l’identità del nemico nascosto dietro la maschera. Questa l’intrigante trama di Sherlock Holmes: Scacco alla morte, racconto proposto da Ambrous Stack.

avatar Scritto da: Fabio Lotti (Qui gli altri suoi articoli)


7 Commenti a Gli scacchi nella letteratura poliziesca (VII)

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    Uomo delle valli 11 Gennaio 2018 at 02:22

    Interessantissimo come sempre.

  2. avatar
    Fabio Lotti 11 Gennaio 2018 at 22:00

    Il solito ringraziamento per le icone.

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    Luca Monti 12 Gennaio 2018 at 09:10

    Saluto Fabio Lotti.

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    Taddeo 12 Gennaio 2018 at 12:32

    Libri e letture preziose, grazie Fabio.

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    Mongo 13 Gennaio 2018 at 16:26

    Non conoscevo il racconto di Simenon che citi all’inizio e ‘corro’ subito a procurarmelo!!

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    Fabio Lotti 13 Gennaio 2018 at 21:48

    E fai bene!

    Mi piace 1
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    Fabio Lotti 15 Gennaio 2018 at 09:27

    Per gli amici scacchisti-giallisti qui nuovo pezzo sulle detective lady http://theblogaroundthecorner.it/category/ospiti/le-lunghine-di-fabio-lotti/

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