La funicolare in Bianco e Nero

Scritto da:  | 5 Febbraio 2010 | 9 Commenti | Categoria: Racconti


A Mondovì c’è un’antica e caratteristica funicolare che collega la parte bassa del borgo, peraltro assai piacevole e suggestiva, con la città vecchia, in alto, più precisamente col Rione Piazza, così denominato per la celeberrima Piazza Maggiore che ricorda, coi suoi particolari porticati e la pavimentatura in declivio, scorci di Bergamo Alta piuttosto che di Venezia. Le vicissitudini di tale funicolare sono tali da meritare più di un volume tanto innumerevoli e disparate sono state. Inaugurata nel penultimo decennio del’Ottocento ha subito modifiche e ristrutturazioni di ogni sorta, periodi di inattività forzata si sono alternati a rifacimenti e completamenti. Fatto indubbio è che la visione del panorama monregalese che si estende al passeggero che vi mette piede per issarsi verso Mondovì Alta riempie d’emozione anche l’animo più distratto.

Ebbene in Piazza Maggiore esisteva fino a qualche anno addietro un antico Caffé ove era solito radunarsi uno sparuto drappello di giocatori di carte e ogni tanto faceva capolino anche qualche scacchiera. Malcelato vanto dell’oste era quello di possederne un paio tra le più pregiate del monregalese.


Generalmente si giocava a dama, assai più raramente a scacchi, sebbene le sfide a scacchi fossero, per intensità e vigore assai combattute e seguite con avido interesse dagli avventori abituali del locale. Questi prendevano le parti ora dell’uno, ora dell’altro contendente, spesso con accese dispute al termine delle partite onde capire quale avrebbe eventualmente potuto essere l’epilogo se si fosse giocata una mossa piuttosto che un’altra. Sovente la posta era un bicchiere di buona grappa invecchiata e non inusuali erano le sfide individuali che, in casi eccezionali, si prolungavano, tra rivincite e rivincite delle rivincite, finanche per una stagione intera.


Due “habitué” di queste tenzoni erano Dante Tomeis, addetto alla citata funicolare, il quale, terminati i propri turni di lavoro, pareva aver preso fissa dimora presso il Caffé, ed il Signor Garofalo, anziano giudice, ormai in pensione, del vicino Tribunale. Verso le cinque, quando il Tomeis arrivava, con la sua camminata mezzo ciondolante, ancora con la divisa di lavoro, il benvenuto del giudice era sempre il medesimo: “la solita?” Alludendo evidentemente ad una partitella rapida rapida, che immancabilmente si protraeva ben oltre la caduta della bandierina del vecchio orologio in legno di cui si servivano ed a cui si succedevano altre “solite” fino all’orario di chiusura dell’esercizio quando l’oste, facendo per abbassare la scricchiolante saracinesca, minacciava con un gesto del braccio la requisizione, senza ulteriore concessione futura di pezzi, scacchiera e orologio.
Erano i primi anni della mia carriera di insegnante di matematica, il mio primo incarico, per esser precisi, nelle classi quarta e quinta del Ginnasio Giovanni Battista Beccaria di Mondovì sito nell’omonima via. Sovente mi recavo, di rientro dalla mia passeggiata al Belvedere, presso il Caffé teatro di quelle epiche sfide ad assistere, con curiosità e interesse, alle gesta scacchistiche di quei personaggi ormai familiari ed a cui mi andavo sempre più affezionando.
In un’occasione, poco avanti il mio trasferimento verso la città d’origine, arrivai un pomeriggio, sull’imbrunire, quando ormai quelle poche scacchiere eran già state riposte dai tavolini e nessuno era più affaccendato al combattimento di Alfieri, Torri e Cavalli.
Su un tavolino di quelli solitamente adoperati per tali battaglie, sotto un bicchiere, trovai questo sgualcito foglio di quaderno la cui lettura, debbo ammettere, mi incuriosì alquanto.

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9 Commenti a La funicolare in Bianco e Nero

  1. avatar
    cserica 5 Febbraio 2010 at 17:16

    è no, questo è insolubile!!! ci deve essere un trucco!

  2. avatar
    Martin Eden 5 Febbraio 2010 at 17:24

    Solubilissimo come un’aspirina effervescente!
    Ahime’…. l’oste ci ha visto bene 😉

  3. avatar
    Mandriano 5 Febbraio 2010 at 18:01

    ….il bicchiere era vuoto!! Il trucco è proprio li!!!…

  4. avatar
    Rasko 5 Febbraio 2010 at 19:54

    Dopo secoli il vostro inviato dalla sperduta Sicilia dà segnali di vita…per caso si possono considerare pure le vittorie a forfait?
    Ps: Ma l’autore di questo articolo ha mai pensato di scrivere un libro? 🙂

  5. avatar
    Biker 5 Febbraio 2010 at 21:00

    Magari le partite… [N.d.R. soluzione in chiaro e… solubile!]

  6. avatar
    Mandriano 6 Febbraio 2010 at 19:48

    …se l’autore di questo articolo scrive un libro facciamo che ne compriamo 20 copie a testa… che non si sa mai dovesse diventare famoso!!

  7. avatar
    Martin Eden 7 Febbraio 2010 at 00:45

    Ragazzi, smettetela di scomplimentare che tanto l’autore di questo articolo mi ha fatto sapere che si sente di stare ad un vero scrittore nella stessa proporzione con cui Eva Henger sta alla clausura monacale! 😉

  8. avatar
    Mandriano 7 Febbraio 2010 at 14:09

    …ecco se pubblichi anche una foto di Eva Henger… ci possiamo anche credere!! Avanti…

  9. avatar
    Mandriano 7 Febbraio 2010 at 14:18

    …prossimo articolo: “Il ricatto!!”…!!!

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