Un maestro campione di umiltà

Scritto da:  | 4 Marzo 2018 | 6 Commenti | Categoria: C'era una volta, Italiani, Personaggi

Ci fu un maestro di scacchi che visse in luoghi di così rara suggestione da attirare l’interesse dei maggiori giganti al mondo della scienza e della letteratura.
Agli inizi del ‘900 Rainer Maria Rilke era solito frequentare Venezia, attratto dalla conoscenza di Eleonora Duse, e venne a conoscenza di altri gioielli naturalistici e paesaggistici del nostro paese vicini a Venezia, come lo è la baia di Duino. Rilke venne attratto dalle bellezze mozzafiato del castello di Duino in occasione della sua visita ai proprietari, i conti Torre e Tasso ed amava sostarci a lungo. Nei pomeriggi scendeva dal castello e passeggiava davanti al porticciolo, allora ritrovo di umili pescatori di cefali e tonni. Qualche anno più tardi il papà del nostro maestro di scacchi aprirà un ristorante di pesce, ma appena qualche anno prima di Rilke sempre a Duino, presso l’hotel Ples, aveva trovato la morte il più grande fisico teorico tedesco, Ludwig Boltzmann, ricordato oggi da una targa recente affissa che riproduce il suo busto.
Se vogliamo aggiungere solo uno tra coloro che furono suggestionati dalla magia di Duino dovremmo citare Dante Alighieri.
Negli anni 60 del secolo scorso il maestro Giorgio Gasser era un ragazzino che si divertiva a praticare il nuoto tuffandosi dal porticciolo davanti alla casa per raggiungere lo scoglio sul quale, secondo la leggenda locale, si soffermava a riflettere il nostro sommo poeta. Al nuoto e all’attività fisica, che gli avevano temprato un fisico imponente, ben presto Giorgio iniziò a preferire un’attività sedentaria come gli scacchi, che non abbandonerà più per il resto dei suoi giorni. In cuor suo non era poi così interessato al gioco come mistero e fascino della sfida intellettuale, quanto attratto dalla frequentazione dell’ambiente che gravita negli scacchi. Lo trovava seducente ed intellettualmente stimolante per la discussione di tutti gli argomenti di cui le persone amiche discutono abitualmente tra di loro, e lo faceva sugli argomenti più svariati da vero “tuttologo”. Riteneva che le conversazioni con gli scacchisti apportassero un valore aggiunto di gran lunga superiore alle conversazioni presenti nei ritrovi abituali della maggior parte delle persone, che si svolgono nei luoghi di lavoro, nei bar ed oggi soprattutto nei cosiddetti “social”.

Per Giorgio (nella foto qui sotto insieme al Maestro Giuseppe Laco) la partita amichevole era più che altro un pretesto per iniziare la conversazione, finita la quale e dopo un brevissimo giudizio sommario sul contenuto tecnico della stessa riponeva gli scacchi nell’astuccio. Dimostrava scarso entusiasmo all’approfondimento delle varianti post-mortem, ma piu’ che altro per pigrizia mentale e non certo per disinteresse a conoscere la verità scacchistica. Se l’avversario mostrava delle varianti che egli non aveva visto apprezzava con interesse il contributo e lo elogiava. Tuttavia era convinto che negli scacchi non esistesse una verità assoluta e che anche le convinzioni più solide potessero divenire traballanti a seguito di un’analisi rigorosa successiva condotta in tempi e luoghi diversi. Fu probabilmente questo assetto filosofico degli scacchi ben temperato a permettergli una abilità rimarchevole nei tornei per corrispondenza. Un secondo posto nel campionato italiano del 1976 alle spalle del solo ingegner Adinolfi figura come suo migliore risultato.
Giorgio era un maestro, ma innanzitutto di umiltà. Da candidato maestro conosceva bene i suoi limiti tecnici derivati dal mancato studio della teoria delle aperture e cercava, per quanto gli fosse possibile, di evitare i complessi di colpa della mancata promozione a maestro. Ne erano complici i rilassamenti del suo spirito agonistico che insorgevano spesso quando riteneva che la meta della promozione potesse essere a portata di mano.

Ripeteva agli amici: “preferisco essere un rispettabile candidato maestro piuttosto che un maestro di scarsa caratura”.
Fu solo in età matura che si rese conto di aver sbagliato e che nel bilancio di una vita possono agitarsi anche i rimpianti con fastidiosa insistenza. Si dette allora, e finalmente, quell’impegno serio che in età ben più favorevole gli era mancato e coronò con la promozione a maestro il giusto riconoscimento di una vita dedicata al gioco.
La partita in calce mostra come Giorgio fosse capace di condurre attacchi improvvisi per colpire nel segno. Era un vero genio nell’arte del contropiede, se si puo’ azzardare questa metafora calcistica agli scacchi.

Giorgio non è più tra noi da qualche anno: una brutta malattia ce l’ha portato via. Credo che coloro che l’abbiano conosciuto non scorderanno quell’omone alto e robusto dall’animo buono, cosi’ umile nell’atteggiamento agonistico quanto obiettivo come pochi altri scacchisti sulla propria reale forza di gioco. Gli scacchisti amici, cui dava appuntamento per recarsi a trovarlo nel suo ristorante raffinatissimo sul mare, ricorderanno ancora le favolose granzevole ed i granchi porro, gli scampi imperiali del Quarnero, i canestrelli verdi di roccia, e tutto il pescato locale cucinato secondo la migliore tradizione culinaria della Dalmazia.
Ciao Giorgio!

 

avatar Scritto da: Scacchi & memoria (Qui gli altri suoi articoli)


6 Commenti a Un maestro campione di umiltà

  1. avatar
    The dark side of the moon 4 Marzo 2018 at 12:43

    Vivendo in un luogo di mare amo tutte le località marittime, premesso ciò ho visitato Duino, il suo castello e la baia diversi anni fa; ne rimasi talmente colpito che ho ancora dei ricordi molto netti: tutta l’area circostante al castello è di una bellezza quasi stordente.

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    Jas Fasola 4 Marzo 2018 at 13:31

    L’avversario della partita era Riccardo Quaranta
    http://www.torneionline.com/loto_tornei_d.php?codice=1972XSP01&tipo=1
    LOTO la dà erroneamente giocata da Cristiano.

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    Giorgio Piva 4 Marzo 2018 at 20:03

    L’ho incontrato nel 1989 e la partita finì patta.
    Segnalo che per la graduatoria FSI è ancora in vita: qualcuno dovrebbe provvedere!

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    Luca Monti 6 Marzo 2018 at 08:25

    Saluto Icilio Zoppas.

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    Tristano Gargiulo 11 Marzo 2018 at 00:57

    Non sapevo della sua scomparsa. Sono molto dispiaciuto. Avevamo giocato a Imperia e Rovigo nel 1970. Un avversario correttissimo e un ragazzo simpatico.

    • avatar
      Franco Trabattoni 15 Marzo 2018 at 23:54

      Vale lo stesso per me

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