Intelligenza artificiale: nuove frontiere?!?

Scritto da:  | 29 Marzo 2018 | 36 Commenti | Categoria: Cultura e dintorni

Avrete sentito tutti recentemente (dicembre 2017) di un paper apparso da parte della società Deep Mind (gruppo Alphabet, l’alias di Google) in cui si annunciava che l’intera conoscenza umana degli scacchi sarebbe stata conseguita, raggiunta e superata attraverso un Learning con le reti neurali in circa solo 4 ore di lavoro macchina.

La comunità scientifica, e anche quella che ruota attorno agli scacchi, si sta interrogando sugli sviluppi di questo progetto, ma a tutt’oggi il riserbo da parte di Deep Mind è totale, anche perché non credo che Google ami l’eccessiva esposizione mediatica riguardo un’evoluzione troppo spinta dell’intelligenza artificiale, per comprensibili motivi etici e dopo il caso Facebook che rischia di far ripiombare la nostra civilà in un’epoca buia di neoluddismo.

Rispetto al gioco degli scacchi sul gioco del Go sono apparse molte più informazioni da parte di Google-Deep Mind, ed addirittura un film vero e proprio che è apparso su Netflix una di queste sere e che ho potuto visionare.

E’ un film girato a documentazione del match del programma artificiale contro il campione del mondo di Go, della durata di circa 1h e mezza. E’ un film vero e proprio perche’ già ideato e progettato quando il team di Google e’ andato in trasferta a Seul, con vari interventi interessanti dello scienziato Albert Silver, di Demis Hassabis CEO di Deep Mind ed autentico enfante prodige degli scacchi, n. 2 al mondo come junior dietro alla Polgar

Una recensione del film sarebbe lunga e richiederebbe del tempo, per cui mi limito ad alcuni punti da segnalare, con la promessa di ampliare la discussione non appena qualcuno avrà la possibilità di affittare il film su Netflix e visionarlo.

1) conosco adesso il motivo per cui e’ piu’ difficile creare un programma di scacchi (mosse possibili 10^120) rispetto al go, che teoricamente e’ piu’ complesso (10^170).Anzi, i motivi spiegati sono ben 5 e non c’entrano nulla con l’ipotesi che negli scacchi esista una maggior specializzazione dell’intelletto umano data la sua piu’ lunga storia di apprendimento rispetto al go. Sono 5 motivi tecnici, di cui riporto uno ad esempio: la scacchiera del Go e’ simmetrica sui 4 lati, quella degli scacchi solo su 2. Un altro motivo sono le promozioni, per cui determinati pezzi possono rientrare sulla scacchiera mentre questo evento non e’ previsto nel Go. E’ previsto invece nello shogi, scacchi giapponesi, con ancor piu’ complicazioni rispetto agli scacchi.

2) Lee Seedol, il campione del mondo sconfitto, dopo la sconfitta 4 a 1 per due mesi successivi non ha fatto altro che vincere, grazie alla knowledge acquisita giocando contro Alpha Go

3) contributo decisivo al progetto e’ giunto dal campione europeo di Go, un cinese-francese che ha assistito Deep Mind. Tanto per dare un idea, questo e’ 2 dan, 7 dan sotto Lee Sedol

Il film

https://www.netflix.com/it/title/80190844

Per quanto riguarda invece gli appassionati di scacchi, segnalo una novità interessantissima.

Come dicevo, anche in risposta ad un intervento di qualche tempo fa di Giancarlo che cndivideva dei dubbi, posti da molti (anche Nakamura) circa la vittoria di AlphaZero Deep Mind contro Stockfish (10 a 0 e 90 patte in un match di 10 partite) Google ha imposto un silenzio tombale sull’argomento.

La scienza è però, fortunatamente, un grande movimento collettivo di ingegni e di sforzi indviduali, per cui c’era da attendersi che le community della rete stessero cercando di replicare il paper. Non crediamo che non esistano programmatori geniali nelle open community…. ed altrettanto bravi rispetto a quelli di Google, pur non avendone i mezzi finanziari e le dotazioni tecnologiche.

Uno di questi è un belga di chiare origini italiane, Giancarlo, che sta cercando di creare un programma di scacchi autoapprendente che parta da 0 esattamente come AlphaGo.

Ovviamente senza i mezzi hardware di Deep Mind l’impresa e’ ardua, ma usando Python e Keras il programma ha già imparato abbastanza da arrivare da 0 a circa 1500 punti Elo.

http://play.lczero.org/

Programma artigianale open source costruito sul paper di Deep Mind, ovvero reti neurali convolutive + ricerca con alpha beta tradizionale.

Curioso che delle prime due partite giocate con 2 secondi a mossa la prima l’ho vinta facilmente, mentre la seconda in cui ero un po’ distratto ero in evidente svantaggio di posizione e di materiale. Memore di come giochino i computer tradizionali, ho quindi cercato qualche mossa della disperazione per evitare agonie lunghe, qualcosa del tipo “il matto del barbiere” ed incredibilmente il computer non si e’ accorto della minaccia ed ho cosi’ vinto anche la seconda partita.

Credo che comunque sia gia’ sopra i 1500 punti, valga almeno 1700-1800

Fino all’altra settimana vincevo regolarmente in modalita’ slow, 10 secondi a mossa.

Ogni giorno pero’ “impara” qualcosa e diventa sempre piu’ forte.

Direi che adesso gioca strategicamente come una prima/seconda nazionale, ma con la forza tattica di una seconda categoria sociale.

Provatelo!

http://play.lczero.org/

prima che impari troppo e diventi invincibile :)

Cordialmente

P.S. Meglio impostarlo in modalita’ slow, 10 secondi a mossa.

avatar Scritto da: Scacchi & memoria (Qui gli altri suoi articoli)


36 Commenti a Intelligenza artificiale: nuove frontiere?!?

  1. avatar
    Giancarlo Castiglioni 31 Marzo 2018 at 16:16

    Ho visto il film e lo ho trovato noioso e poco interessante.
    Le mie conoscenze sul go sono rudimentali, ma non credo che se ne avessi saputo di più il mio giudizio sarebbe cambiato.
    Sono sempre più perplesso sulle dichiarazioni di Deep Mind.
    Anche in questo caso Lee Seedol è descritto come molte volte campione del mondo e non è vero.
    Un campionato del mondo di go non esiste, Lee Seedol ha solo vinto molti dei tornei più importanti ed è uno dei più forti giocatori coreani e quindi mondiali.
    Non cambia molto, ma è indicativo della disinvoltura da parte di Deep Mind nel dare notizie e mi fa dubitare di tutto.
    Senza molta fatica ho verificato alcune informazioni ricevute da Deep Mind e le ho trovate false, perché dovrei credere alle altre loro notizie non verificabili?
    Prima di tutto che Alpha zero abbia imparato a giocare a scacchi in 4 ore.
    La cosa più interessante del film è una conversazione dei programmatori riguardo a Alpha go.
    Parlano di “funzione di valutazione della posizione” e di versioni successive del programma, dicono “avremmo potuto caricare la versione successiva, ma non era testata abbastanza”.
    Ma se il programma si migliora con l’autoapprendimento, non dovrebbe fare tutto da solo?
    Mi fa pensare che Deep Mind abbia prodotto dei programmi convenzionali e che la funzione di autoapprendimento, certamente presente, sia un qualcosa in più, magari importante, ma non la caratteristica essenziale.
    Se guardiamo ai risultati hanno prodotto un buon programma di scacchi che su un hardware potentissimo è più o meno al livello del mio stockfish sul mio PC e un ottimo programma di go che sempre su un hardware potentissimo è più forte di tutti i programmi di go esistenti, che presumibilmente girano su hardware di livello molto inferiore.
    Ho il dubbio che i risultati dipendano più dall’hardware che dall’autoapprendimento.

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      The dark side of the moon 1 Aprile 2018 at 02:54

      Il film non l’ho visto ma da quello che ho letto qualche tempo fa ho le tue stesse sensazioni.

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    Icilio Zoppas 1 Aprile 2018 at 00:17

    Ho giocato oggi (la modalità slow mi pare fosse disabilitata) e sono abbastanza d’accordo con la valutazione dell’articolo: il punto debole sta nel calcolo più che nella strategia (ha perso un pedone dopo 5 mosse), ma mi sembra in generale ottimistico considerarlo una categoria nazionale per il momento.

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      Franco 1 Aprile 2018 at 22:40

      Ho giocato oggi (la modalità slow mi pare fosse disabilitata)
      http://play.lczero.org/
      =============

      Si, la modalita’ lenta di Leela Chess Zero oggi era disabilitata, quindi il computer con cui hai giocato impiegava 2 secondi a mossa.

      Lunedì dovremmo vedere:
      A) possibilità di poter ritornare a giocare in modalita’ slow, cioe’ 10 secondi a mossa.
      B) la nuova versione ID69 rispetto all’attuale ID65 con cui hai giocato, che dicono sia ancora più forte.

      Ricordo che questo programma open source Leela (LCZ) costruito sul paper di Deep Mind del dicembre 2017 ha appena 1 mese di vita e guadagna circa 50 punti Elo al giorno. Ci sono delle proiezioni di matematici che indicano un punteggio Elo atteso di ben 2.500 punti già entro questo mese di aprile.

      Interessante è capire che il guadagno di forza con l’allenamento delle reti neurali non è paragonabile al guadagno di forza dei computer tradizionali di scacchi: il guadagno avviene quasi esclusivamente sul piano posizionale relativo alle aperture e al centro partita. Questa singolarità permetterà che entro questo mese Leela possa giocare ad un livello posizionale elevatissimo, come e forse ancor più di Magnus Carlsen, mentre continuerà a non vedere i matti in arrivo e le combinazioni avverse e a giocare i finali come sta giocando ora, da autentico dilettante.

      Giocare online contro uno stile simile non sarà solo divertente: sarà oltremodo istruttivo, perché potremmo apprendere dal computer idee, piani e strategie originali.

      Buona Pasqua

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        Icilio Zoppas 2 Aprile 2018 at 19:05

        E’ vero. La versione ID78 è molto più forte: nella modalità veloce potrebbe essere 1ª o 2ªN, nella modalità slow anche un CM. Sono curioso di vederla all’opera a fine mese.

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          Franco 2 Aprile 2018 at 22:41

          Direi che 10 s a mossa vale 2000 Elo, che è la media di
          2300 nelle aperture
          1700 nel finale

          Installato sul computer 1 minuto a mossa dicono valga già 2700 nel gioco posizionale ma permane sempre debolissimo nelle combinazioni e nei finali

          Dovrebbe raggiungere Alphazero in 440 giorni

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    Franco 1 Aprile 2018 at 23:04

    > Parlano di “funzione di valutazione della posizione” e di versioni successive del
    > programma, dicono “avremmo potuto caricare la versione successiva, ma non era testata
    > abbastanza”.
    > Ma se il programma si migliora con l’autoapprendimento, non dovrebbe fare tutto da solo?
    =============

    Ciao Giancarlo,
    Premetto che ragioniamo su delle ipotesi, in quanto poco o nulla sappiamo oltre al film e al paper del dicembre scorso (unico al momento)

    Un abbozzo di spiegazione possibile alla tua domanda, senza che la stessa abbia la pretesa di una risposta, può essere legata al darwinismo e alle forze o ai vincoli della selezione naturale o artificiale che provocano e innestano i cambiamenti evolutivi. Dobbiamo pensare al computer di Deep Mind come ad un cervello biologico, che apprende dalle reti neurali meccaniche che usa.

    Non possiamo pensare che le reti neurali lo facciano giocare sempre meglio perché l’evoluzione biologica non è mai lineare, monotòna e progressiva, come ingenuamente si pensava prima di Gould, ma è adattativa e segue dei salti o trova dei punti di minimo locale.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_degli_equilibri_punteggiati

    Gould diceva che l’evoluzione non è stata progettata da un “ingegnere”, casomai da un abile “netturbino” che corre di volta in volta a tappare le falle :)

    A questo punto, prendendo per buona l’ipotesi darwiniana, la mia spiegazione alla tua domanda.

    Non erano convinti della bontà della versione successiva perché non era stata testata a fondo e qualsiasi test per rigettare l’ipotesi di “mancato miglioramento” deve essere particolarmente sofisticato e lunghissimo, data la forza assoluta del programma.
    In altre parole, se devi verificare un miglioramento su un computer di 1500 punti Elo basta qualche partita. Se devi verificare un miglioramento su Stockfish devi giocare migliaia di partite. Per verificare un miglioramento in Alphazero ad un determinato livello di confidenza statistico devi giocare milioni e milioni di partite, per le quali non c’era tempo dato – appunto – il match con Seedol in arrivo.

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    Giancarlo Castiglioni 2 Aprile 2018 at 10:19

    Concordo che ne sappiamo poco e credo che dare poche informazioni sia fatto di proposito da parte di Deep Mind.
    Con maggiori informazioni si capirebbe che il programma non è la novità rivoluzionaria che è stata descritta.
    Spiego meglio quanto intendevo.
    Ci hanno detto che hanno spiegato le regole degli scacchi al programma e che in 4 ore ha imparato tutto. Versione 1.0
    Poi si sono accorti che si poteva migliorare ed hanno cambiato qualcosa. Versione 1.1
    Altro miglioramento. Versione 1.2
    Si è scoperto che era meglio prima, si torna indietro. Versione 1.3
    Questo è lo sviluppo di un programma normale, non di un programma di autoapprendimento.

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    Franco 3 Aprile 2018 at 11:33

    Qualcuno si è chiesto sui vari forum in lingua inglese che trattano l’argomento se il tentativo di creare un programma open source dal paper di AlphaZero (dal nome Leela o LCZ) potesse essere accelerato facendo apprendere il programma da una lunghissima serie di partite contro Stockfish, Houdini, Komodo, anzichè imparare da zero giocando solo contro sè stesso, come Leela sta facendo ora.

    Una delle risposte che sono state fornite dai progettisti è che senz’altro la convergenza verrebbe accelerata di molto apprendendo da partite test contro questi programmi di vertice.
    Il problema collaterale è che LCZ, o AlphaZero, apprenderebbe anche i difetti di questi programmi, per cui è senz’altro auspicabile che l’apprendimento avvenga solitario e che il programma si renda conto da solo dei propri errori, senza che a insegnarglieli siano Stockfish o Houdini.

    Lo svantaggio di questo approccio “solipsistico” consiste nel tempo lungo di apprendimento, che è stato stimato in 440 giorni per avere una base di partite di test che Alphazero ha ricevuto in solo poche ore. Ricordo allora che le macchine di Google sono macchine GPU, molto più potenti delle macchine ad architettura Von Neumann chiamate CPU che possediamo noi tutti sui nostri computer.

    Infine vorrei segnalare un particolare curioso ed interessante, che non credo molti abbiano osservato.

    La moda recente degli scacchi inaugurata da Aronian è di avanzare il pedone “h4” in pressochè qualsiasi posizione. Qualche tempo fa Aronian cominciò ad attaccare la Grunfeld senza nemmeno aver arroccato con “h4”, trattando questo impianto come se fosse la siciliana del Dragone.

    Anche Garry Kasparov alla ripresa dell’attività agonistica ha dimostrato nel 2017 che la mossa “h4” si puo’ giocare, e lo si può fare benissimo anche in assenza di fianchetto.

    In competizioni contro i migliori giocatori rapid e bliz al mondo il “nuovo” Kasparov ha praticato 3 volte questa spinta nelle prime mosse nella Nimzoindiana, riportando 3 posizioni completamente giocabili se non superiori, di cui 2 addirittura poi vincenti grazie a questa spinta poco ortodossa giocata entro la decima mossa.

    Se aveste chiesto ad un purista ortodosso dei tempi passati come Botvinnik, Furman, Zajcev, Nikitin di considerare di spingere “h4” alla quarta quinta mossa vi avrebbe cacciato subito dalla propria scuola !

    LCZ pare abbia imparato da solo questa euristica che riguarda l’efficacia della spinta laterale prematura: in assenza di un piano spesso trascura lo sviluppo per spingere sia il pedone “a” che anche il pedone “h”.

    Se non si sapesse che e’ un programma anomalo basato sull’autoapprendimento, verrebbe da dire che Leela o LCZ è il programma progettato in gran segreto da Garry Kasparov :)

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    Franco 5 Aprile 2018 at 09:39

    Le reti neurali hanno prodotto in questi giorni un grande miglioramento dalla versione ID69 alla versione ID83. Posizionalmente il programma gioca ora con la stessa conoscenza posizionale di un programma di 3200-3300 punti Elo, mentre tatticamente ha migliorato pochissimo o nulla.

    Diciamo che secondo me puo’ giocare ad un livello tattico di 1.300-1.500 punti Elo.
    Da questo incrocio e’ azzardato dire quanto valga realmente.

    Attenzione, non è da fare confusione sul significato dei 3200-3300 punti Elo indicati sopra.
    Vuol dire, semplicemente, che un programma moderno di 3300 punti Elo puo’ avere a titolo di esempio:

    -3500 punti Elo nel gioco tattico
    -2200 nel gioco posizionale

    per cui esce, non come media, questo valore finale di 3300 punti Elo, perche’ i programmi sono talmente forti tatticamente che riescono a mascherare perfettamente le loro deficienze posizionali.

    Leela o Lczero, che ricordo essere il tentativo open source di replicare il programma AlphaZero di Deep Mind, possiede invece

    – 1400 punti Elo nel gioco tattico
    – 2200 punti Elo nel gioco posizionale

    Per una media di 2000 punti circa perché con un ottimo gioco posizionale riesce a mascherare le proprie deficienze tattiche.

    Giocare contro un programma cosi’ forte posizionalmente oltre ad essere piacevole e’ anche estremamente didattico.

    http://play.lczero.org/

    Si puo’ anche caricare sul proprio computer e giocare off-line seguendo per l’installazione le seguenti istruzioni

    http://www.bhagwad.com/blog/2018/personal/how-to-run-leela-chess-engine-lczero-in-arena-at-a-specific-elo.html/

    Un cordiale saluto a tutti

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      MaurizioD 6 Aprile 2018 at 08:46

      Francamente, ed è una mia limitazione lo ammetto, non capisco come si possa effettuare una valutazione quantitativa distinta fra le capacità strategiche e quelle tattiche per un software scacchistico. Cioè come si può sostenere che un software pincopalla vale 3500 Elo nel gioco tattico e 2000 nel gioco posizionale? Lo stesso dilemma l’avrei anche per un essere umano. Per carità l’articolo e le discussioni sono affascinanti ma ho tante perplessità.

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        Uomo delle valli 6 Aprile 2018 at 19:14

        mi accodo anch’io alle perplessità. =))

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    Franco 6 Aprile 2018 at 13:27

    > Cioè come si può sostenere che un software pincopalla vale 3500 Elo nel gioco tattico e 2000 > nel gioco posizionale?

    Attraverso la somministrazione di batterie di test, sia posizionali sia tattici nei quali e’ richiesta la soluzione da parte del programma in un tempo prefissato.

    Esempio tra i test tattici
    https://chessprogramming.wikispaces.com/The+Nolot+Suite

    Lo stesso problema si pone quando si tratta di somministrare un test attitudinale per l’entrata nel mondo del lavoro, oppure, come ricordo ai miei tempi, i test di intelligenza per entrare nel mondo militare alla visita di leva.

    Mi ricordo che quando feci la visita di leva gli ufficiali di controllo mi dettero un cubo ligneo che dovevo manipolare a mano per raggiungere un obiettivo indicato da costoro …… feci finta di non aver capito ciò che dovevo fare (ma non ricordo bene, forse accadde davvero che ero restio ai messaggi autoritari data la mia apatia di allora nei confronti del mondo militare) e riuscii a guadagnare con quella prestazione insufficiente la qualifica di “rivedibile”, grazie alla quale, e dopo successivi test falliti di abilitazione, guadagnai un anno e mezzo di reddito di lavoro meritato ed insperato, mentre coloro che aveva passato il test lo persero ricevendo in compenso da quell’esperienza tanti e tanti gavettoni di acqua fresca sulla testa, privazioni dalla famiglia e quant’altro ne consegui’.

    Ogni problema di valutazione psicometrica e’ sempre complesso e discutibile, al punto che gli ufficiali di controllo al distretto militare non si accorsero nemmeno che avevano valutato in modo errato le mie abilità cognitive quando in realtà le stesse erano condizionate da stress emotivi e fattori esterni come le mie convinzioni politiche di allora che erano antimilitariste come il 90% dei giovani di allora (Mieli, Mentana, Teodori, Sofri, etc.).

    Ciao

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      Giancarlo Castiglioni 8 Aprile 2018 at 09:26

      La media tra elo tattico e posizionale non ha senso.
      Nei tornei giovanili ci sono giocatori che possono giocare le prime 10-15 mosse come un grande maestro, ma poi possono lasciare un pezzo in presa.
      Il loro elo è giustamente 1200-1400 punti.

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        Franco 8 Aprile 2018 at 12:07

        > La media tra elo tattico e posizionale non ha senso.

        Si tratta di una generalizzazione comune, anche se appare del tutto ovvio che non si può mai parlare di una media matematica ma solo di approssimazioni e di stime per definire la convenzione che un giocatore, naturale o artificiale, è forte in certe fasi della partita e debole in altre.

        LCZero nella versione 102 adesso è passato a 4500 punti Elo rispetto al punteggio Elo 0 iniziale. Molti si stanno chiedendo: un giocatore che facesse delle mosse completamente casuali, che punteggio Elo avrebbe?

        Sicuramente non e’ ELO 0, che e’ il punteggio Elo del principiante a cui hanno spiegato lo scopo del gioco. Un giocatore che effettua mosse casuali dovrebbe avere un punteggio Elo molto negativo. Una stima puo’ derivare proprio dall’esperimento del computer autoapprendente Leela: togliamo dai 4500 punti i suoi 1900 reali attuali ed avremmo un punteggio ELO negativo di -1600 punti Elo per chi gioca in modo completamente casuale.

        Ciao

  8. avatar
    Franco 6 Aprile 2018 at 15:11

    Da oggi si può giocare anche con il Nero forzando Leela ad eseguire la prima mossa con una nuova interfaccia riscritta.

    http://play.lczero.org/

    Il programma nell’ultima versione on line e’ ancora cresciuto posizionalmente, al punto che lo reputo adesso giocare come un vero maestro. Purtroppo, ma io direi per fortuna, e’ debolissimo dal punto di vista tattico e questo lo rende cosi’ divertente come stile di gioco umano. Al livello intermedio, “NORMAL”, non vede nemmeno le combinazioni in tre-quattro mosse che facilmente vediamo tutti i noi, ed in una partita ha preso persino scacco matto.

    Può un programma diventare fortissimo giocando perfettamente di posizione e continuando ad ignorare le combinazioni tattiche ?

    Beh, un esempio ce l’abbiamo avuto nel genere umano.

    Sempre vestito elegantemente, sempre in testa a tutte le competizioni che vinceva con il minimo sforzo giocando ad intuito: il suo nome era Raoul Jose Capablanca.

    Un saluto

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      Giancarlo Castiglioni 10 Aprile 2018 at 19:11

      Sono stato incerto a lungo se risponderti, non vorrei sembrasse una ripicca personale, ma Capablanca è sempre stato il mio modello come giocatore, ho una grande ammirazione per lui, non potevo lasciar correre.
      Non gli facciamo un favore mitizzandolo: nessuno vince “con il minimo sforzo giocando ad intuito”.
      Ha vinto molto, ma negli anni ’30 la sua superiorità era andata.
      Per me non può essere definito un giocatore posizionale, anzi era famoso per le sue “piccole combinazioni”.

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    Franco 12 Aprile 2018 at 13:16

    Figurati :)
    Capablanca è anche il mio favorito assieme a Smyslov.

    Già che ci sono, volevo chiedere un tuo parere (e anche di altri, ovviamente) su una nostra nazionale cosiddetta “seniores” ma con giocatori agonisti ancora nel pieno delle forze. Leggo che gli italiani partecipano al campionato europeo “seniores” con una fortissima formazione, probabilmente la migliore possibile: Godena, Bruno, Bellia, Garcia.

    http://chess-results.com/tnr321537.aspx?lan=16
    Come avevamo già parlato mesi fa il campionato seniores ora è suddiviso in due sezioni, la ridicola “Over 50” (ma come si può etichettare seniores un adulto solo cinquantenne nel pieno delle facolta’ cognitive ??!) ed il vero campionato seniores, che sappiamo essere solo quello “Over 65”

    Alla sezione Over 50 l’Italia si presenta logicamente favorita in quanto gli altri paesi europei hanno disdettato tutti la partecipazione, o, almeno i loro giocatori cinquantenni più forti non se la sono sentiti di partecipare.

    http://chess-results.com/tnr321538.aspx?lan=16&art=0

    Si sa che l’Italia e’ il paese dei pensionati baby, in cui molte persone (non tutti, spero..) non si vergognano ad uscire dal mondo del lavoro a 29 anni, come ha documentato di recente la trasmissione televisiva delle Iene, e percepire una pensione statale per altri 50-60 anni addossano il costo alla comunità.

    E’ ipotizzabile che seri professionisti come Godena, Bellia, Bruno Garcia Palermo non anelino in cuor loro di mirare al vero campionato seniores europeo, quello degli over 65, dove ci sono forti squadre con i russi? Pensiamo davvero che siano motivati ad aggiudicarsi un titolo improprio di “seniores cinquantenni” dove non incontreranno nessuno visto che mediamente presentano 300-400 punti Elo più dei loro avversari e vinceranno presumibilmente tutte le partite 4-0 ? E’ possibile che noi italiani dobbiamo dare sempre l’idea di voler acciuffare le pensioni baby, voler uscire dal lavoro a 50 anni in presenza di escamotage previdenziali e a questo dare la percezine, giusta o sbagliata essa sia, di voler vincere un titolo di cinquantenni chiaramente boicottato da tutte le nazioni europee piu’ serie?

    Ora ti pongo la domanda vera: visto che non abbiamo mandato una formazione nel campionato vero di seniores con Rosino, Micheli, Laco, magari guidati da Mariotti presente, farebbe bene il direttore tecnico italiano a togliere la partecipazione al mondiale seniores dei cinquantenni e far partecipare i nostri migliori professionisti al mondiale vero, quello degli over 65 ?

    Se fossi direttore tecnico io lo farei subito, considerata l’enorme forza della nostra squadra che non sfigurerebbe e secondo me i nostri, di cui ho la massima stima, potrebbero vincere un titolo di maggior caratura tecnica ed agonistica, quello “vero” dei seniores.

    Se invece l’Italia vorra’ vincere il titolo degli over 50, sarà un titolo in più nella bacheca della nostra federazione, ma dimostrerà una volta di più che l’Italia è un paese di santi, navigatori e ….. pensionati baby :)

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      Giancarlo Castiglioni 12 Aprile 2018 at 20:45

      Anche io penso che il mondiale over 50 non abbia molto senso, sia individuale che a squadre.
      Però la colpa è della FIDE non di chi partecipa.
      Visto che sono due tornei separati, si poteva mandare due squadre, una under 50 e una under 65.
      Mandandone una sola anche io avrei preferito la under 65.
      Non so se la FSI paga le spese, in porte o in tutto, forse i giocatori under 50 c’erano gli altri no.

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        Franco 13 Aprile 2018 at 08:47

        > Anche io penso che il mondiale over 50 non abbia molto senso, sia individuale che > a squadre.
        ========

        “Over 50” va benissimo, così come over 40,50,60, n.
        Ciò che non mi piace è che si chiami “campionato seniores over 50”.
        Trovo oltremodo offensivo dare del seniores ad un cinquantenne, ma probabilmente è solo un mio pregiudizio in un paese che ha il record mondiale di pensioni baby senza i necessari requisiti anagrafici e contributivi.

        Per quanto riguarda la FSI, avrebbe fatto bene ad informarsi preventivamente sul livello tecnico dei nostri avversari, di fatto insussistente, ed inviare al posto dei nostri professionisti una formazione “over 65”, altrimenti rischia di dare l’impressione di aver promosso una trasferta completamente sprecata dati i 300 punti di differenza tra i nostri giocatori professionisti e i dilettanti europei loro avversari.

  10. avatar
    Franco 12 Aprile 2018 at 13:25

    Accidenti….
    mi sono ricordato solo ora che il solo Mariotti possiede i requisiti anagrafici per giocare nel mondiale seniores “vero”. Gli altri sono troppo giovani.

    Chiedo scusa per la gaffe commessa :)
    Come non avessi scritto quanto sopra.

  11. avatar
    Franco 17 Aprile 2018 at 12:03

    La nazionale italiana procede a spasso spedito con una vittoria dietro l’altra nel mondiale “seniores” dei cinquantenni.
    Oggi il banco di prova decisivo, nell’incontro con la formazione delle russe che schierano appena in quarta scacchiera la famosa “Fatalibekova” dei miei tempi andati.

    Le altre tre che la precedono non debbono essere davvero male….vedremo come andrà a finire.

  12. avatar
    Franco 17 Aprile 2018 at 18:22

    Si sta profilando una vittoria della nazionale italiana contro le russe, seppure di stretta misura.
    https://chess24.com/en/watch/live-tournaments/european-senior-team-championship-2018-50/4/1/1

  13. avatar
    Franco 18 Aprile 2018 at 18:09

    Il programma autoapprendente Leela Chess Zero (LCZ), tentativo open source partito nel gennaio 2018 con il proposito di replicare l’ambizioso programma Alpha Zero di Google, presto verrà messo alla prova nella sfida contro un vero grande maestro, Andrew Tang

    Qui i dettagli del match annunciato in streaming per il prossimo weekend.

    https://lichess.org/blog/WtNG7CcAAFMTTHPj/gm-andrew-tang-vs-leela-chess-zero

    Per quanto possa essere approssimativo (e poco professionale) il giudizio che mi sono fatto sulla scorta delle partite che ho giocato finora, tento ugualmente di fornire un’idea personale sulla forza reale di questo programma ancora in evoluzione. Il programma Leela mostra un Elo estremamente variabile a seconda della fase di partita che affronta. Per i nostri standard non direi che giochi bene le aperture, in quanto la conoscenza umana riguardo le aperture è estremamente sofisticata anche da parte di un amatore, in quanto deriva da centinaia di anni di tradizioni, di studi, di analisi da parte dei migliori intelletti umani. Se però togliamo il libro di aperture umano a StockFish e Fritz e li facciamo giocare “di testa propria” non direi che questi due programmi giochino davvero molto meglio di Leela. Volendo a tutti i costi affibbiare un Elo indicativo, direi che Leela gioca già le aperture ad un livello di 2200 punti Elo, e Stockfish senza libro al massimo 2300.

    Passando al centro partita, Stockfish vale sicuramente molto di piu’ rispetto a come tratta la fase di apertura. Molti oggi sono dell’opinione che pure la conoscenza posizionale di un forte programma di vertice sia superiore alla conoscenza posizionale del campione del mondo. Un israeliano, tra i top 20 al mondo nel gioco per corrispondenza, si confidava di non essere riuscito negli ultimi anni a trovare mosse migliori rispetto a quelle trovate dai programmi top, al punto da aver perso del tutto interesse al gioco per corrispondenza. In certe fase e per alcuni aspetti Leela illustra una dimensione sorprendente e sconcertante di alcuni aspetti del gioco, che riguardano la capacità di condurre attacchi al re avversario senza risparmio di materiale con incredibili e disumane euristiche di compensazione materiale per l’attacco. Indubbiamente questi programmi autoapprendenti mostrano una conoscenza del mediogioco sbalorditiva e praticamente sconosciuta all’intera letteratura scacchistica fin qui apparsa.

    Se prendiamo ad esempio il testo base dell’insegnamento didattico nell’Unione sovietica, i famosi tre libri di Kotov, nessuna considerazione o credito veniva attribuita negli anni 50 all’attacco posizionale di lunga gittata, perchè il compito dell’allenatore era di sviluppare nell’allievo l’allenamento al calcolo per l’esplorazione degli alberi o dei rami, sia in profondità oppure in estensione. Qualora il compenso dovuto allo svantaggio materiale importante non fosse immediatamente percepibile sotto forma di possibilità futura di consolidamento e sviluppo dei pezzi attorno al re avversario l’allenatore consigliava all’allievo di interrompere l’analisi. Negli anni 50 la scuola sovietica di Kotov in un certo senso ripudiava definitivamente la tradizione di cui capostipite era stato Alekhine, a favore di un apprezzamento dei mostri analitici nel calcolo delle varianti e nella difesa, in primis Kortcnoi e Petrosian.

    Nonostante questa capacità eccezionale di comprendere l’importanza dell’attacco al re nel centro partita e di condurlo, il programma Leela poi non è in grado di cogliere elementari tatticismi, quindi tutti questi piani sofisticati di attacco con compensi posizionali a lungo raggio si dissolvono in sviste clamorose. Il suo Elo tattico e’ secondo me inferiore a 2000 punti Elo, sia nei tatticisimi che nella conduzione poi dei finali. Pertanto non potrei neppure compararlo allo stile di gioco di Alekhine, in quanto le intuizioni del grande russo-francese erano appoggiate a capacità analitiche che nel caso di Leela appaiono quanto meno incerte con CPU anche potenti, come l’I7 di Intel, e diventano apprezzabili solo con delle GPU dedicate ai giochi per i ragazzi.

    Nel prossimo weekend ne capiremo di più, grazie a questo grande maestro che si è offerto come banco di prova per testare questo anomalo programma di scacchi il cui gioco non è simile nè agli altri computer ma neppure allo stile di gioco umano, anche se ricorda per certi versi quello di Alexander Alekhine, a mio modesto avviso.

    Per divertirsi a giocare online contro Leela, si possono scegliere tre livelli di abilità

    1. http://play.lczero.org/ (il piu’ debole, ma già ad un livello magistrale)

    2. https://kontrachess.com/ (abbastanza forte, come un maestro internazionale o FIDE)

    3. https://lichess.org/@/LeelaChess (il livello piu’ forte, contro cui gareggera’ il GM Tang)

    Vedremo cosa succederà nella sfida del prossimo weekend tra Leela contro il GM.

  14. avatar
    Franco 19 Aprile 2018 at 10:35

    Il programma autoapprendente Leela Chess Zero (LCZ), tentativo open source partito nel gennaio 2018 con il proposito di replicare l’ambizioso programma Alpha Zero di Google, presto verrà messo alla prova nella sfida contro un vero grande maestro, Andrew Tang

    Qui i dettagli del match annunciato in streaming per il prossimo weekend.

    https://lichess.org/blog/WtNG7CcAAFMTTHPj/gm-andrew-tang-vs-leela-chess-zero

    Per quanto possa essere approssimativo (e poco professionale) il giudizio che mi sono fatto sulla scorta delle partite che ho giocato finora, tento ugualmente di fornire un’idea personale sulla forza reale di questo programma ancora in evoluzione. Il programma Leela mostra un Elo estremamente variabile a seconda della fase di partita che affronta. Per i nostri standard non direi che giochi bene le aperture, in quanto la conoscenza umana riguardo le aperture è estremamente sofisticata anche da parte di un amatore, in quanto deriva da centinaia di anni di tradizioni, di studi, di analisi da parte dei migliori intelletti umani. Se però togliamo il libro di aperture umano a StockFish e Fritz e li facciamo giocare “di testa propria” non direi che questi due programmi giochino davvero molto meglio di Leela. Volendo a tutti i costi affibbiare un Elo indicativo, direi che Leela gioca già le aperture ad un livello di 2200 punti Elo, e Stockfish senza libro al massimo 2300.

    Passando al centro partita, Stockfish vale sicuramente molto di piu’ rispetto a come tratta la fase di apertura. Molti oggi sono dell’opinione che pure la conoscenza posizionale di un forte programma di vertice sia superiore alla conoscenza posizionale del campione del mondo. Un israeliano, tra i top 20 al mondo nel gioco per corrispondenza, si confidava di non essere riuscito negli ultimi anni a trovare mosse migliori rispetto a quelle trovate dai programmi top, al punto da aver perso del tutto interesse al gioco per corrispondenza. In certe fase e per alcuni aspetti Leela illustra una dimensione sorprendente e sconcertante di alcuni aspetti del gioco, che riguardano la capacità di condurre attacchi al re avversario senza risparmio di materiale con incredibili e disumane euristiche di compensazione materiale per l’attacco. Indubbiamente questi programmi autoapprendenti mostrano una conoscenza del mediogioco sbalorditiva e praticamente sconosciuta all’intera letteratura scacchistica fin qui apparsa.

    Se prendiamo ad esempio il testo base dell’insegnamento didattico nell’Unione sovietica, i famosi tre libri di Kotov, nessuna considerazione o credito veniva attribuita negli anni 50 all’attacco posizionale di lunga gittata, perchè il compito dell’allenatore era di sviluppare nell’allievo l’allenamento al calcolo per l’esplorazione degli alberi o dei rami, sia in profondità oppure in estensione. Qualora il compenso dovuto allo svantaggio materiale importante non fosse immediatamente percepibile sotto forma di possibilità futura di consolidamento e sviluppo dei pezzi attorno al re avversario l’allenatore consigliava all’allievo di interrompere l’analisi. Negli anni 50 la scuola sovietica di Kotov in un certo senso ripudiava definitivamente la tradizione di cui capostipite era stato Alekhine, a favore di un apprezzamento dei mostri analitici nel calcolo delle varianti e nella difesa, in primis Kortcnoi e Petrosian.

    Nonostante questa capacità eccezionale di comprendere l’importanza dell’attacco al re nel centro partita e di condurlo, il programma Leela poi non è in grado di cogliere elementari tatticismi, quindi tutti questi piani sofisticati di attacco con compensi posizionali a lungo raggio si dissolvono in sviste clamorose. Il suo Elo tattico è secondo me inferiore a 2000 punti Elo, sia nei tatticismi che nella conduzione poi dei finali. Pertanto non potrei neppure compararlo allo stile di gioco di Alekhine, in quanto le intuizioni del grande russo-francese erano appoggiate a capacità analitiche che nel caso di Leela appaiono quanto meno incerte con CPU anche potenti, come l’I7 di Intel, e diventano apprezzabili solo con delle GPU dedicate ai giochi per i ragazzi.

    Nel prossimo weekend ne capiremo di più, grazie a questo grande maestro che si è offerto come banco di prova per testare questo anomalo programma di scacchi il cui gioco non è simile nè agli altri computer ma neppure allo stile di gioco umano, anche se ricorda per certi versi quello di Alexander Alekhine, a mio modesto avviso.

    Per divertirsi a giocare online contro Leela, si possono scegliere tre livelli di abilità

    1. http://play.lczero.org/ (il più debole, ma già ad un livello magistrale)

    2. https://kontrachess.com/ (abbastanza forte, come un maestro internazionale o FIDE)

    3. https://lichess.org/@/LeelaChess (il livello piu’ forte, contro cui gareggerà il GM Tang)

    Sono curioso di vedere cosa accadrà nella sfida del prossimo weekend.

  15. avatar
    Franco 23 Aprile 2018 at 12:31

    Ieri il grande maestro Andrew Tang ha perso nettamente il match contro il computer autoapprendente, a conferma del disagio di giocare contro un programma artificiale fortissimo posizionalmente nonostante la sua intrinseca debolezza tattica.

    La nuova versione 1,70 è arrivata, imparando tutto da sola, al livello di un medio grande maestro, 2560 punti Elo.

    https://docs.google.com/spreadsheets/d/1XSJiCcQpCLv0fNwrUn7jXjdkZFU63YFEWpdXv6dSSg0/edit#gid=0

    Ogni giocatore professionista dovrebbe approfittare dell’uso del programma LCZ in questa fase – in cui LCZ è ancora poco noto ai media – per innovare e migliorare il proprio bagaglio di aperture, almeno per differenziarlo dall’uso eccessivo dei programmi tradizionali che gli altri giocatori professionisti usano, Stockfish in primis.

    Per fine mese era atteso che LCZ imparasse a giocare in modo divino.

    L’obiettivo non è stato ancora raggiunto, ma LCZ gioca già molto bene on line e soprattutto con uno stile molto divertente e, in particolari posizioni, anche istruttivo.

    1. http://play.lczero.org/ (il più debole, ma risponde istantaneamente ad un livello magistrale)
    2. https://kontrachess.com/ (abbastanza forte, come un maestro internazionale o FIDE)
    3. https://lichess.org/@/LeelaChess (il livello piu’ forte da GM)

    • avatar
      Franco 26 Aprile 2018 at 13:47

      Dopo 9 milioni di partite giocate in autoplay siamo arrivati a 2670 di Elo umano

      https://docs.google.com/spreadsheets/d/1XSJiCcQpCLv0fNwrUn7jXjdkZFU63YFEWpdXv6dSSg0/edit#gid=0

      Deep Mind è arrivata al risultato che conosciamo dopo 44 milioni di partite. Pertanto con l’hardware attuale distribuito delle open community presenti sulla rete c’è da attendersi un tempo di attesa di circa 3 mesi per poter arrivare al livello di gioco di AlphaZero.

      Non riesco quasi più a vincere con la versione attuale 1,90 presente in rete
      http://play.lczero.org/
      perché è divenuta troppo forte per me: credo per il motivo che non sono mai stato un giocatore decente con tempi rapidi.

      Proverò ancora a cercare di batterla, ma prendendomi tutto il tempo necessario.

      Mi piace 1
  16. avatar
    Franco 27 Aprile 2018 at 14:40

    Articolo apparso oggi

    https://en.chessbase.com/post/leela-chess-zero-alphazero-for-the-pc

    che spiega bene perché Leela o LCZ è un cambio di paradigma negli scacchi, un progetto assolutamente rivoluzionario.

  17. avatar
    Giancarlo Castiglioni 28 Aprile 2018 at 22:27

    Non ho provato a giocare con questi programmi, che vincano o perdano con me non mi interessa.
    Io trovo illusorio pensare che un programma faccia valutazioni strategiche.
    Semplicemente fa dei calcoli e applica dei criteri di valutazione posizionali che gli sono stati dati dai suoi programmatori.
    Questo vale sia per i programmi tradizionali che per quelli con funzione di autoapprendimento.
    Si potrà dire che i programmi fanno valutazioni strategiche quando si potrà chiedergli:
    “perché hai fatto la tal mossa?” e lui risponderà per esempio: “per crearmi la maggioranza di pedoni sull’ala di donna”.
    Allora si potrà parlare propriamente di valutazioni strategiche e di intelligenza artificiale.
    Ci si arriverà, ma siamo ancora molto lontani.

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  18. avatar
    Franco 1 Maggio 2018 at 20:12

    Siamo ancora lontani dal computer antropomorfo e i programmi con funzioni di autoapprendimento come questo Leela LCZ non vanno sicuramente in questa direzione. Storicamente il primo tra gli autoapprendenti fu Giraffe, poi venne il potentissimo AlphaZero ed adesso questo Leela che cerca di replicare AlphaZero sul nostro PC di casa. La ricerca punta oggi esclusivamente sulla programmazione delle reti neurali, nel tentativo di imitare i processi biologici delle reti neuronali del nostro cervello, ma – venendo incontro al tuo desiderio – non sono capaci di rappresentazioni per noi utilizzabili in regole per migliorare il nostro gioco. Come fare allora per migliorare il nostro gioco, persino ad un età veneranda ? Ci arriverò alla fine.

    Questo programma Leela o LCZ attraverso le reti neurali cerca analogie tra posizioni simili, le immagazzina in classificazioni analogiche (seppure siano tecnicamente immagazzinate in forma digitale) per poi cercare di giocare buone mosse sulla verosimiglianza di posizioni simili in cui la mossa giocata ebbe sucesso, a prescindere che la stessa sia tatticamente giustificata. Dove sta allora il cambio di paradigma, che fa apparire rivoluzionario questo nuovo modo di comprendere gli scacchi ?

    Lo spiega Albert Silver nell’articolo di Chessbase che vi ho linkato in precedenza.

    https://en.chessbase.com/post/leela-chess-zero-alphazero-for-the-pc

    Il programma Leela è debolissimo nella soluzione di problemi tattici, al punto che le prime versioni non riuscivano nemmeno a vedere il matto in una. Poi con l’autoallenamento (che si effettua facendo giocare il programma contro la sua versione precedente) qualcosa è migliorato, ma non tanto se si considera che a tutt’oggi – in media – non vede più in là di una mossa, due mosse o tre al massimo. Data questa debolezza tattica intrinseca si penserebbe che il programma cerchi di emulare lo stile di cui era maestro Raoul Capablanca, a cui una volta chiesero ingenuamente

    ” Maestro, quante mosse in media prende in considerazione prima di giocare la mossa che ritiene la migliore ?”

    Capablanca rispose: ” Nessuna. Io prendo in considerazione la sola mossa migliore e nella grande maggioranza dei casi quasi immediatamente poi la gioco”.

    Si sa che Capablanca calcolava le varianti senza profondere sforzi eccessivi perchè era così immensamente forte sul piano strategico da essere convinto che partendo da una posizione di vantaggio qualsiasi potenziale schermaglia tattica si sarebbe risolta a suo favore.

    A differenza dell’approccio di Capablanca il computer Leela non cerca di compensare strategicamente le sue debolezze tattiche. Come ci racconta Silver nell’articolo, trascura spesso l’assetto posizionale che noi riteniamo sia corretto e va alla ricerca dell’attacco selvaggio al re avversario noncurante delle perdite materiali necessarie per poter perseguire i suoi disegni. Inizialmente gli attacchi al re fallivano, ma dopo 9 milioni di partite di autoallenamento ora Leela dalla versione 200 è in grado di arrivare spesso a segno contro computer molto forti tatticamente in difesa. Come dicevo in preceenza il suo atteggiamento di gioco si basa sulla conoscenza delle idee generali che si è fatto su analogie di posizioni simili, sebbene possa non arrivare a calcolare efficacemente le varianti concrete. Leela sa soltanto dove piazzare un pezzo e a quale parte dello schieramento nemico deve rivolgere la sua attenzione, in particolare dove si annida il re avversario. Se Leela riuscirà a dimostrare che questo approccio è efficace, e ci sono elevate possibilità che possa dimostrarlo dato che abbiamo il precedente di Alpha Zero, ci sarà un deciso cambio di paradigma degli scacchi, che riguarderà la non necessità di calcoli concreti per la validità di taluni sacrifici a lunga gittata.

    Qualcosa di recente si è già visto a tal proposito nel torneo dei candidati 2018 quando Griscuk sacrificò il cavallo in f7 alla 12ma mossa per un compenso di lunghissima gittata.

    http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1914405

    Intervistato nel postpartita sul sacrificio, Griscuk rispose che il sacrificio di cavallo è stata effettuato ….. perchè così gioca Alphazero ! (e non ha voluto aggiungere altro, alimentando dubbi su una possibile collaborazione dei giocatori migliori al mondo con il team di Deep Mind, che guarda caso non ha più rilasciato notizie sugli sviluppi del loro programma dal dicembre 2017).

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      Giancarlo Castiglioni 1 Maggio 2018 at 22:49

      Ti fidi troppo di quello che dicono i grandi giocatori di scacchi!
      Ogni tanto rispondendo ad una domanda di uno scacchista inesperto vogliono stupire l’interlocutore e raccontano che non hanno mai studiato o che analizzano solo la mossa giusta e così via.
      Quello che dice Capablanca è parzialmente vero.
      Anche io nella maggioranza dei casi vedo immediatamente la mossa migliore e la gioco.
      Il difficile è che a volte bisogna scegliere tra mosse apparentemente equivalenti e che raramente la mossa giusta non è quella a prima vista migliore.
      Anche Griscuk ha fatto una battuta dicendo “così gioca Alphazero”.
      Se avesse detto “così gioca Stockfish” e mi era preparato su questa posizione la sera prima, avrebbe fatto meno impressione.
      Il sacrificio è più o meno teorico è già stato giocato diverse volte.

      Mi piace 1
  19. avatar
    Franco 1 Maggio 2018 at 20:21

    E vengo alla risposta su cosa ci sia di istruttivo nel gioco online con Leela e cosa si possa imparare da esso.

    Personalmente seguo con molto interesse questo esperimento di Leela o LCZ perchè ho la speranza che questo sia l’approccio ideale che i giocatori anziani come me debbono tendere ad avere verso la fine della loro carriera, quando non hanno più la forza di volontà o lo stimolo o l’ambizione per portare a termine uno studio sistematico degli scacchi e possono sperare di sorprendere agonisticamente i più giovani, così ferrati tatticamente per il vantaggio biologico di cui godono, solo con una ristrutturazione delle conoscenze sul gioco e l’applicazione di nuove euristiche nella conduzione della partita.

    Considerato che queste nuove euristiche mostrate da Leela non sono neppure computazionalmente pesanti e faticose da calcolare (richiedono il calcolo di solo qualche mossa in avanti) direi che e’ un esperimento didattico che va seguito con attenzione, soprattutto dalla persone anziane che nutrono ancora qualche genere di velleità competitiva e che possono trovare dalle partite di AlphaZero (se ve ne saranno in futuro) e da quelle giocate online contro Leela dei potenti e formidabili spunti di ispirazione.

    Inoltre le partite giocate online sono anche divertenti, perché Leela ti perdona spesso le sviste che altri computer tradizionali vedono in qualche millesimo di secondo e non ti perdonano.

    Mi piace 1
  20. avatar
    Franco 3 Maggio 2018 at 17:26

    Ma c’è qualcuno di voi che è riuscito a vincere una partita on line a Leela in modalità “hard” ?

    http://play.lczero.org/

    Mi pare che sia divenuto “terribile” anche su tempi veloci….

    Mi piace 2
  21. avatar
    alex67 9 Novembre 2018 at 09:36

    Ciao, mi è sempre interessata la programmazione scacchistica e dei giochi da tavolo…
    Non ho visto la trasmissione su Netflix, ma da ricerche che ho fatto in passato sapevo che il Go è un gioco computazionalmente molto più complesso degli scacchi e vorrei puntualizzare una cosa di quanto dici nell’articolo
    Tu riporti che il Go ha una complessità di 10^170, mentre gli scacchi del 10^120

    E’ un dato sbagliato (in buona fede,certo)

    Stai prendendo due parametri diversi: la complessità degli stati, e la complessità dell’albero di gioco, è ovvio che devi prendere lo stesso parametro per entrambi i giochi per poter giudicare…
    I parametri esatti per scacchi e go sono:

    10^47 e 10^170 (spazio degli stati)
    10^123 e 10^361 (albero di gioco)

    Come si vede c’è una differenza enorme
    Mi chiedo quindi se tu non abbia equivocato qualcosa del film di Netflix (o magari è il film che spara balle inesatte)

    Non conosco bene le regole del Go e non so dirti se sia più difficile da programmare rispetto a un gioco degli scacchi, ma sicuramente la complessità computazionale del Go fa si che i programmi (prima di AlphaGo) di Go abbiano sempre giocato molto peggio degli umani rispetto ai programmi scacchistici
    Un Rybka o un Fritz non sono mai esistiti nel Go figuriamoci uno Stockfish, i più forti hanno sempre giocato ad un livello abbastanza dilettantistico, i maestri umani li battono senza problemi

    Quindi se nell’articolo intendi dire che dato che un programma scacchistico è più difficile da programmare rispetto a uno di Go, è più difficile farne un programma forte che batta i grandi maestri
    Perchè non è così, almeno per un programma scritto con algoritmi “classici”
    Forse certe regole di scacchi sono più difficili da implementare per una A.I. che quindi non arriva oltre un certo limite ?

  22. avatar
    luca monti 28 Maggio 2020 at 20:51

    Viva il Mongo!
    Virtuoso portabandiera di Soloscacchi.

    Mi piace 1
    • avatar
      Joe Dawson 29 Maggio 2020 at 08:26

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