Se chiudo gli occhi e mi concentro un attimo, mi riappare, nitida in tutti i suoi particolari, quella grande scatola in legno chiaro. Un parallelepipedo a base quadrata con le facce laterali bombate, due piccole cerniere in ottone ai margini opposti sul lato sinistro ed un incavo su quello destro per consentirne l’apertura. Su una delle due basi era intarsiata una scacchiera, sull’altra erano presenti più serie di linee geometriche. Il rivestimento interno in panno rosso sembrava cullare quelle figure in legno che qualcuno aveva disposto ordinatamente. Ai nostri occhi di bambini appariva indubbiamente più grande di quanto effettivamente fosse e ne eravamo, allo stesso tempo, affascinati e intimoriti. Sapevamo bene che non dovevamo toccare nulla al di fuori dei nostri giochi, tanto meno la “scatola di Papà”, ci sfuggiva però il motivo per cui una scatola in legno potesse assumere un’importanza così grande e soprattutto cosa ci facesse papà con quelle statuine bianche e nere dalle forme diverse. Mamma ci aveva detto che erano gli scacchi, un gioco difficile per noi che eravamo ancora piccoli ma che senz’altro papà, al momento giusto, ci avrebbe insegnato a giocare. Credo che quella spiegazione non fosse stata abbastanza convincente, non tanto per il “gioco” in se stesso che peraltro non sembrava essere molto attraente, quanto per l’aria di rispettosa reverenza che aleggiava intorno a quella che in fondo era solo una scatola in legno e nemmeno colorata. E sì perché, ormai ne eravamo certi, quella scatola era senza dubbio, qualcosa di più importante che la semplice custodia dei due eserciti di soldatini bianchi e neri. Ma era inutile insistere, al momento opportuno avremmo saputo… Così andavano le cose ai nostri tempi! Non ricordo esattamente il giorno in cui il mistero della scatola venne svelato, rivedo però l’espressione seria e carica di emozione di papà quando ci invitò a sederci intorno al tavolino in sala sul quale aveva appoggiato la scatola e, quasi accarezzando il coperchio, prima di sollevarlo, con voce pacata iniziò il suo racconto. Mi sembra di sentirlo dire “Vedete bambini, questa scatola contiene un gioco che mi ha fatto compagnia in un momento difficile della mia vita, un gioco che vi voglio insegnare e mi piacerebbe vedere queste stesse figure prendere vita dai vostri pensieri” Ora era tutto chiaro, la scatola nascondeva una storia, una storia fatta di momenti di dolore, di sofferenza, di sconforto ma soprattutto di speranza e di amore. Era stata testimone silenziosa del lungo periodo di sanatorio dove papà aveva passato la convalescenza dopo una delicata operazione al polmone sinistro in seguito alla tbc contratta durante la prigionia in campo di concentramento a Rostov sul Don. Nei due lunghissimi anni di degenza, insieme alla lettura, gli scacchi l’avevano aiutato a tenere la mente occupata, o almeno momentaneamente lontana, da quegli incubi che, se hanno accompagnato per tutta la vita le sue notti, saranno stati devastanti in quelle giornate passate da solo in ospedale. E chissà, magari nei sue pensieri positivi, fantasticava di avere un giorno dei figli a cui affidare la scatola….. Quello fu senza dubbio un momento importante perché Papà era riuscito a parlarci della sua malattia, della lunga convalescenza, dei giorni passati nella paura e nell’incertezza del domani ma con la ferma volontà di vincere quell’ultima battaglia perché fuori l’aspettavano l’Amore e una nuova vita. Indubbiamente gli scacchi hanno giocato un ruolo molto importante nella mia vita e in quella di Franco, tante volte mi sono chiesta quanta responsabilità abbia avuto, in tutto questo, la misteriosa scatola e il suo prezioso contenuto.
Complimenti ragazza
brava prof
Molto bello!Mi ha ricordato le mie sensazioni davanti alla prima scacchiera regalataci da papà
quasi quaranta anni fa.Ce l’ho ancora io, dopo una lunga contesa con mio fratello.
Complimenti per la straordinaria sensibilità del racconto.
Bel pezzo, Mariateresa, scritto con la commovente sensibilità di una donna.
Come quella scatola cosi’ piccola anche queste poche frasi possono contenere e suscitare miriadi di storie e sensazioni! Molto bello.
Delicato e pieno di poesia…
Bellissima storia, dolce e piena di emozioni. Brava ❤️
Delizioso, struggente, BELLO !
Bello!
Accidenti, vedo solo adesso. Davvero bello, sorella!
Bello! È pieno di amore e poesia.
Conservarli nel tuo cuore e ogni tanto condividi qualcosa con noi