Così giunsi ai giorni della Resistenza
senza saperne nulla se non lo stile:
fu stile tutta luce, memorabile coscienza
di sole. Non poté mai sfiorire,
neanche per un istante, neanche quando
l’ Europa tremò nella più morta vigilia.
Fuggimmo con le masserizie su un carro
da Casarsa a un villaggio perduto
tra rogge e viti: ed era pura luce.
Mio fratello partì, in un mattino muto
di marzo, su un treno, clandestino,
la pistola in un libro: ed era pura luce.
Visse a lungo sui monti, che albeggiavano
quasi paradisiaci nel tetro azzurrino
del piano friulano: ed era pura luce.
Nella soffitta del casolare mia madre
guardava sempre perdutamente quei monti,
già conscia del destino: ed era pura luce.
Coi pochi contadini intorno
vivevo una gloriosa vita di perseguitato
dagli atroci editti: ed era pura luce.
Venne il giorno della morte
e della libertà, il mondo martoriato
si riconobbe nuovo nella luce…
Quella luce era speranza di giustizia:
non sapevo quale: la Giustizia.
La luce è sempre uguale ad altra luce.
Poi variò: da luce diventò incerta alba,
un’alba che cresceva, si allargava
sopra i campi friulani, sulle rogge.
Illuminava i braccianti che lottavano.
Così l’alba nascente fu una luce
fuori dall’eternità dello stile…
Nella storia la giustizia fu coscienza
d’una umana divisione di ricchezza,
e la speranza ebbe nuova luce.
(La Resistenza e la sua luce – Pier Paolo Pasolini)
Grazie per questo bellissimo ricordo pasoliniano! Un augurio a tutti gli Italiani!
Buon 25 Aprile a tutti coloro che sono cresciuti con gli ideali della resistenza, a tutti gli antifascisti e soprattutto a coloro che lottano ancora per un ideale!
Sorrisi, sorrisi per un futuro migliore. Glielo abbiamo dato?…
Una domanda del genere non dovrebbe essere fatta neanche per scherzo.
Nell’aprile ’45 l’Italia usciva da una guerra civile che sarebbe continuata strisciante per qualche mese, era sotto un regime di occupazione militare semidistrutta dai bombardamenti.
L’Italia di oggi non sarà perfetta ma è molto diversa.
La domanda e indicativa del clima di pessimismo e autocommiserazione vissuto da tanti in Italia.
sono assolutamente d’accordo con Giancarlo Castiglioni.
Vorrei rispondere alla domanda di Fabio: “un futuro migliore. Glielo abbiamo dato?”
Ora abbiamo (quasi) tutti lo smartphone e il computer ma è davvero questo il futuro migliore
che si sognava in quei giorni pieni di speranza e trepidazione??
Io dico di no… sicuramente, come Giancarlo sottolinea, la qualità della vita è migliorata ma chi sogna più? quali sono gli ideali e le speranze della gioventù di oggi??
Per me la maggioranza della gente di allora aveva sogni molto concreti, sognava quello che è normale avere adesso.
Uno stipendio che permettesse di arrivare a fine mese, il frigorifero, far studiare i figli.
L’automobile e comprare la casa erano sogni irrealizzabili.
Era solo una domanda, in parte provocatoria, via. Ad esser sincero mi sarei aspettato un saluto da Marco Bettalli che non vedo al circolo da qualche tempo. Lo saluto io.
Sempre ricordo con piacere il Mongo: dignitoso vessillifero di SoloScacchi.
Passare la Festa della Liberazione, fianco a fianco con la presidente dell’ANPI non a prezzo!! Il resto è tutto fuffa!!