Il Re se ne stava a mensa con la corte: più volte assaporò la sua coppa di vino rosso con aria meditabonda mentre gli astanti tacevano in attesa delle sue parole.
“La Regina -disse infine- mi ha un po’ deluso: oltre alla bellezza ne apprezzavo molto l’intelligenza e la buona disposizione all’intrigo eppure ha dimenticato che un maestro ha almeno tre piani sia sulla battaglia che sulle persone.
La amavo molto,non chiedetemi perché, si dice sia questa la magia dell’amore ed il mio primo piano era conquistarla, cedendo
ad ogni capriccio ed adorandola come un idolo.
Poi venne la notte di nozze e tutto il resto…
Avvezzo a mille battaglie, agli interminabili assedi, ai bivacchi, ho sempre avuto un udito finissimo ed un sonno breve e tormentato, così quando lei sgattaiolò via dal talamo me ne accorsi immediatamente.
La seguii silenzioso e, nascosto nell’ombra, la sentii piangere a lungo: ero molto confuso ed avrei voluto abbracciarla e consolare
Il suo dolore, ma il timore di essere respinto mi paralizzava.
Poi arrivò quell’essere vestito di celeste: come possa un uomo indossare un tale colore è per me un vero mistero.
A lei però piaceva e lo dimostrò. Ahimè che strazio provavo e che imbarazzo!
Sono stato sempre riflessivo e lento all’ira e pensavo che sarebbe stato perlomeno complicato restituirli ai loro genitori ben tagliati
a pezzi nelle ceste! Stavo per afferrare un’ascia per por fine al mio disonore quando lei si strappò dalle sue braccia e corse via.
Lui la lasciò andare, incredibile!
D’altronde che ti puoi aspettare da uno che si veste di azzurro?
Il giorno dopo era ben pallido e sbattuto ma vivo, per gli dei! La mia cara sposa era l’immagine stessa dell’infelicità, provai a
lungo ad aver pazienza, era tanto giovane ed inesperta, poi… sì mi stancai e passai al secondo piano.
Visto che non potevo avere il suo amore volli giocare a farla innamorare dell’Alfiere per la gioia di manipolare i loro sentimenti,per vederla scendere un po’ in basso e farle deporre quella sua grande aria di superiorità.
Ammetto che mi divertiva stuzzicare l’Alfiere, anche se questo fatto che ci provasse con la moglie del suo sire mi sembrava da
fellone.
Quante volte l’ho spedito nella palude atroce, proprio là dove sapevo che il nemico lo attendeva e mi sono beato del latrati dei
Mastini che lo attaccavano! Mi guardava con aria seria, poi raddrizzava le spalle ed andava a farsi massacrare…..
Alla lunga però la cosa mi era venuta a noia e così liquidai quell’incapace e mi tenni l’Alfiere Buono,un bravo giovanottone per
Niente incline a corteggiare le donne degli altri.
La noia è brutta,fatevelo dire da uno che ne è espertoa una vita sono condannato ad attendere la prima mossa dell’avversario
che, in un certo modo, mi costringe a reagire secondo antiche regole e consuetudini.
Lui prende l’iniziativa,io mi difendo, temporeggio e poi attacco, a volte va bene a volte no e così via per centinaia e centinaia di
battaglie e la vita passa in questo gioco vano,tediosamente.
Infine ti ritrovi con una Donna che non sa amare e cominci a pensare che c’è un bel terzo piano!Mi ero accorto benissimo dei
suoi maneggi,delle segrete trame che intrecciava,con bella audacia, lo riconosco!
L’ho fatta catturare, proprio come voleva lei.
In tempi antichi, quando c’era una pestilenza o qualche morbo di pari gravità, alcuni Re presero l’abitudine di lanciare, con
ingegnose macchine, i cadaveri purulenti oltre le mura deinemici, per appestarli: così ho fatto io con la Regina. Quella donna è una vera calamità e porterà tra loro inimicizia e dolore…
Grazie basta, non applaudite!
Lo so che sono un grande, sono un Maestro ed ho sempre almeno tre piani, mica come le schiappe che nei loro miseri cervellini
riescono a mala pena a concepirne uno…
Tuttavia ogni tanto mi assale una grave malinconia e ricomincio a tessere intorno al primo piano, per riportarla a me”.
Il calice era vuoto ed il Re lo depose sulla tavola in segno di commiato.
Le Torri lo baciarono con tenerezza sulla fronte, come è d’uso nei saluti ai morenti,ed andarono via in silenzio, sconfitte.
Grazie Patrizia, davvero molto bello…
fantasia unita ad una passione per il gioco fa di te, cara Patrizia, una vera artista!
fantasia unita ad una grande passione per il gioco,fanno di te, cara Patrizia, un’artista! maria pagano
Mi associo ai complimenti.