Tipetto davvero speciale…
Ci sediamo al tavolo. Per prima cosa un ripasso: colonne, traverse, diagonali, la collocazione dei pezzi e dei pedoni, i loro movimenti, lo scacco, lo scacco matto… Qualche sorriso se tutto va bene e qualche grugnito se qualcosa non torna.
Poi la partita. La scelta, il Bianco o il Nero. Via! L’avversario non sta fermo un attimo sulla sedia. Sembra sia stato morso da una tarantola. Muove con la mano sinistra. E’ mancino e, si sa, i mancini sono estrosi e imprevedibili. Soprattutto se si accorgono che qualcosa non quadra e non va per il verso giusto. Per esempio, se catturo un pedone o un pezzo che non viene subito ricatturato allora mette il muso, mi guarda di sbieco con il volto chino e le braccia conserte. Nel migliore dei casi, altrimenti si alza e se ne va. Un tipetto davvero particolare, una lotta psicologica stressante. Per continuare la partita devo correre subito ai ripari facendomi beccare la Regina da uno stupido, ignobile pedone. L’avversario si rianima, spalanca gli occhioni celesti e incomincia a mulinare pezzi di qua e di là. Prima di muovere quasi sempre uno sguardo di traverso al sottoscritto per verificare la bontà del suo tratto. Lo capisce dal movimento della mia bocca e della espressione contrariata o meno. Intanto continua ad agitarsi sulla sedia e a mettersi a posto i capelli che volteggiano leggeri di qua e di là.
La partita è breve, i miei pezzi sembrano guidati da una mano folle e cieca. Vanno tutti a farsi fottere, mentre i suoi circondano il mio povero Re. Tutto sta per finire quando un suo pedone si trasforma inevitabilmente in Regina con nutriti gridolini di gioia che salgono fino al cielo. Allora dopo un paio di mosse arriva la resa. Il mio Re, afferma sicura la bionda e dolce nipotina Jessica di sei anni, il mio Re non ha più via di scampo, “Vedi nonno, qui non può andare perché c’è la Regina, qui nemmeno perché c’è l’Alfiere e qui neanche perché c’è la Torre. Hai perso.” E via a raccontarlo alla nonna.
Porca vacca!
P.S. Ultimamente un vero e proprio miracolo. A partita perduta (una su mille), vista la incredibile, serena accettazione di Jessica, ho esclamato “Non ti arrabbi?”. Risposta “Ma nonno, è un gioco!” Ho alzato gli occhi al cielo.
[fvplayer id=”1″]
Evviva Jessica, occhioni azzurri, buon sangue non mente. Complimenti al NONNO felice
Una grande commozione vedere mio padre e mia nipote insieme.Grazie babbo
Un grazie a Martin e a mia figlia Claudia che ha girato il video. Devo dire che il sottoscritto non era molto in forma.
Per gli amici scacchisti-giallisti qui http://theblogaroundthecorner.it/
Che bella nipotina!! che bella “nonnità”!!
Per Mongo e gli altri amici scacchisti-giallisti un mio pezzetto scherzoso qui http://theblogaroundthecorner.it/
Uscito mio pezzo con il contributo del nipotino http://theblogaroundthecorner.it/2019/05/letture-al-gabinetto-di-fabio-lotti-maggio-2019/#comment-379740