Ascoltiamo il silenzio

Scritto da:  | 20 Luglio 2019 | 6 Commenti | Categoria: Racconti

Intanto leggiamo di tutto: mallopponi (intesi in questo caso come grossi libri senza alcun significato dispregiativo) intrisi di sangue e sperma, violenza, torture e tutto l’abisso del male del mondo; mallopponi psicologici che ti scaraventano nelle sofferenze e abiezioni dell’animo umano e ti ficcano giù giù negli orrori più profondi; detective stories con le cellule grigie che saltano impazzite da tutte le parti, l’astuzia dell’assassino in perenne confronto e contrasto con quella del detective, i piccoli particolari che ora sfuggono e ora vengono improvvisamente alla luce fino alla soluzione finale; buttiamoci pure sul legal thriller e infiliamoci fra i marchingegni e le trappole della legge, le astuzie degli avvocati e dei pubblici ministeri, le scappatoie, i sentimenti dell’accusato e quelli del pubblico; percorriamo il giallo storico in lungo e largo, dall’età degli egiziani a quella greca e romana fino ai giorni nostri tra i costumi di antiche società, i loro modi di vivere e di pensare; corriamo lungo le strade dei boschi e delle città con il cuore che batte in gola, entriamo nei bar e nelle taverne tra l’umanità più disgraziata e reietta, assistiamo stupiti e sconvolti ai crimini più feroci…
Leggiamo di tutto.

Tutto ciò che può incuriosirci, interessarci. Ma poi lasciamo per un attimo da parte le urla e i ruggiti, le frasi roboanti ad effetto, l’inutile sciupio di parole. Scegliamo il silenzio. Scegliamo quei libri dove almeno una parte è dedicata al silenzio, dove la parola mantiene ancora intatta una sua sacralità. Al silenzio e al dolore. Al grido muto di una madre, agli occhi di ghiaccio di un padre, al volto di una persona amata che non c’è più, al volo di un uccello, allo stormire delle fronde, al sole che tramonta, ad una stella che brilla lontano e vibra dentro di noi.
Se la scrittura gialla è letteratura alta con la elle maiuscola e non semplice massacro di parole o mero esercizio mentale, cerchiamo allora quei libri e quei momenti in cui con pochi tratti affiora la nostalgia, il rimpianto di un affetto perduto da cui nasce un sospiro profondo.
Dove basta un accenno, uno sguardo, un semplice gesto per mettersi in relazione con l’altro, far capire una intenzione o dare una risposta. Andiamo a cercare quei libri nei quali l’enfasi è bandita per sempre e la parola soppesata si fa lieve e leggera. Ascoltiamo questa parola muta e bellissima come una dea. Ascoltiamo il silenzio. E se ci viene voglia di piangere un po’, diamo sfogo alle lacrime.
Come fanno tutte le donne e gli uomini di questo mondo stupendo e terribile degne/i di questo nome.

avatar Scritto da: Fabio Lotti (Qui gli altri suoi articoli)


6 Commenti a Ascoltiamo il silenzio

  1. avatar
    Uomo delle valli 21 Luglio 2019 at 11:05

    Grazie Fabio, molto bello.

  2. avatar
    Fabio Lotti 21 Luglio 2019 at 11:23

    Da parte mia un grazie a Martin per le belle foto e la bella canzone

  3. avatar
    MaurizioD 29 Luglio 2019 at 16:34

    Chissà perché nel leggere ciò mi è venuto in mente “Vento largo” di Francesco Biamonti.
    Grazie per la suggestione.

  4. avatar
    Fabio Lotti 29 Luglio 2019 at 21:33

    Questo accostamento non me lo aspettavo. Mi sono un po’ commosso come succede a tutti i vecchietti rinseccoliti con un piede e tre quarti nella tomba.

    Mi piace 1
  5. avatar
    Fabio Lotti 1 Agosto 2019 at 09:15
  6. avatar
    Fabio Lotti 15 Agosto 2019 at 09:38

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