Com’è morto il baronetto?

Scritto da:  | 25 Agosto 2019 | 4 Commenti | Categoria: Cultura e dintorni, Libri, Recensioni

Giallo e scacchi con un quesito per i lettori…

Prima di tutto la recensione del libro Com’è morto il baronetto? di H.H. Spanners, Polillo 2019.
Com’è morto il baronetto? di H. H. Stanners, Polillo 2019.
Qui ritrovo anche i miei amati scacchi. Addirittura proprio all’inizio “Dereck Furniss scrollò la scatola per far cadere i pezzi degli scacchi che poi cominciò a disporre sulla scacchiera.” Il romanziere giocherà con il professor Harding (classico detective dilettante) durante la festa ad Astonbury che celebra il giorno dell’incoronazione del re Giorgio VI. Naturalmente abbiamo subito una morte sospetta, più precisamente del baronetto Jabez Bellamby trovato stecchito nella sua cava di gesso per un colpo sparato con la sua pistola (ha anche un ematoma sul viso). Per l’ispettore Marriot si tratta di suicidio, come riferirà al suo capo Philip Pannell, anche perché il morto aveva un sacco di problemi: finanziari, fisici (di salute) e sentimentali. La moglie se la intendeva con un amante (l’avvocato Newth) e lui stesso si era innamorato non ricambiato di Brenda Derwenth Smith, una bella sventola di venti anni, troppo più giovane di lui e affollata di corteggiatori.
Ma non è tutto così chiaro per il professor Harding. Guardiamo più da vicino il nostro detective dilettante: di aspetto giovanile non dimostra i suoi quarantatré anni, alto e magro, sguardo mite, espressione sagace e pensierosa, sembra più un inglese in vacanza che un professore americano di diritto internazionale (perde a scacchi ma si rifarà). E ora l’ispettore Marriot, anch’egli alto e dal viso ossuto, occhi grigi, sopracciglia color sabbia, capelli prima rossi tendenti al bianco, aria di scarsa vitalità compensata da modi bruschi. Lo vuole al suo fianco per godersi l’occasione di osservare i suoi famosi metodi investigativi.
Alla festa di Astonbury mancava anche Hughie Bryant, nipote del maggiore Derwenth-Smith che, viaggiando in macchina piuttosto brillo, uccide pure un ciclista sconosciuto. Un punto cruciale della storia è che Jabez aspettava una telefonata da Bradford, e allora perché andare in giro proprio in quel momento? Diversi i sospettati ognuno con il suo bel movente e altri particolari a rendere complessa l’indagine: orme da studiare sul luogo della morte (mancano proprio quelle dell’ucciso); un bottone di pantaloni sul terrapieno da cui si vedeva il corpo di Jabez; fili di erba stretti nella sua mano; diamanti grezzi del morto scomparsi come certi buoni al portatore di quindicimila sterline e una valigia blu; mozziconi di sigaretta Vendredi, sempre del baronetto, trovati in una macchina di Hughie Briant…Insomma un bel groviglio di particolari e situazioni da chiarire. “Tutto in quel caso appariva sconcertante e contraddittorio” rimugina Harding.
Altro punto fondamentale della vicenda è il classico problema degli orari, a partire da quello della morte, dentro il quale si muovono i personaggi assai complicato ed arduo da sbrogliare. Narrazione trattata con una cura davvero felicemente minuziosa nella complessità della trama, nella caratterizzazione dei protagonisti e dell’ambiente con citazioni imprescindibili di Sherlock Holmes. Alla fine spiega tutto il professore. O quasi…E gli scacchi hanno qui il loro bel rilievo.
Ora veniamo a noi mettendo in rilievo la parte che ci interessa. Come dicevo all’inizio, mentre si svolge la festa in onore di Giorgio VI appena incoronato, lo scrittore Derek Furniss e il professore Harding stanno giocando a scacchi “ Derek Furniss scrollò la scatola per far cadere i pezzi degli scacchi che poi cominciò a disporre sulla scacchiera…” “Come iniziamo? Vuoi prendere i bianchi?”. In cuor suo il professor Harding sorrise. Aveva già deciso nel caso fosse stato lui il primo a muovere, di provare con il Ponziani, dove il romanziere non sarebbe stato minimamente avvantaggiato dalla sua competenza in fatto di aperture standard.” “D’accordo”, disse, sistemando una torre nell’angolo. “Prendo i bianchi”. “Aveva appena fatto la mossa chiave 3P-B3, quando il telefono nell’atrio squillò e Furniss uscì dalla stanza, lasciando la porta aperta. Una telefonata strana…Si piegò verso la scacchiera con aria seccata e la fronte corrugata per la concentrazione. Il professor Harding aspettò con ansia, perché quello era il momento critico dell’apertura. Una disattenzione o un passo falso in quella fase iniziale poteva minare l’intero sviluppo e rendere ineluttabile la sconfitta finale. Cominciò a ripetersi mentalmente la sequenza memorizzata di possibili mosse con cui l’avversario poteva rispondere. “Se Kt-KB3, allora P-Q4; se P-Q4 allora Q-R4; se P-B4 allora P-Q4”. Purtroppo Furniss non scelse nessuna di quelle possibilità ortodosse ma giocò K Kt-K2 e Harding, colto alla sprovvista, rispose frettolosamente trovandosi subito in una posizione di svantaggio in cui si dibatté impotente per quasi un’ora, prima di accettare l’inevitabile e arrendersi. “Pessima partita! Sono stato una vera frana e credo che anche tu abbia commesso un paio di errori. Comunque facciamone un’altra”. Era mezzanotte quando spinsero da parte la scacchiera e rimasero seduti a fumare per un po’, con un drink a portata di mano.
Poi il professor Harding decide di andare in biblioteca. “Prese il manuale di Staunton, Tarrasch e Winter e cercò inutilmente una menzione di K Kt-K2 come possibile proseguimento dei pezzi neri nel Ponziani”. Poi prende Modern Chess Openings di Atkins, ma nemmeno lì riesce a individuare K Kt-K2 come una variante conosciuta. Anche in altri testi sugli scacchi che consulta nessuno dei grandi maestri riporta una risposta a quella mossa. Poco più avanti torna al tavolino sistemando i pezzi per scoprire “dove aveva commesso lo sbaglio iniziale che gli era costata la partita. Dopo aver parlato con un personaggio della storia riesamina ancora una volta la posizione…”Una brevissima analisi lo convinse che la mossa del suo amico, K Kt-K2, lungi dal celare una minaccia, rappresentava la risposta più debole e inutile che un bravo giocatore potesse essere indotto erroneamente a fare in un attimo di distrazione. Era stato solo il fatto che fosse così inaspettata a conferirle una certa efficacia. Si scompigliò i capelli mentre rammentava disgustato la propria sconfitta e poi, spingendo da parte il tavolino, si avviò lentamente verso la camera”. (pag7-20). Altro incontro con l’amico romanziere e “”Hai vinto!” disse Furniss. “Maledizione a te e alla tua apertura Ponziani. Dovrò assumere la French Defence, se questa cosa continua”. Il professore sorrise. “Sono felice di avere trovato il modo di batterti. A parte la prima volta, quando hai reagito in una maniera assurda che non figura sui manuali, ho vinto tutte le partite”. (pag.57) Altre citazioni pag.164 e 197, 243. Infine, parlando con Furniss, “…eppure qualcosa ti ha sconvolto, come ho capito successivamente ricordando la tua bizzarra risposta alla mia apertura Ponziani. Solo qualcosa di profondamente sconcertante potrebbe averti indotto a giocare quel 3 KKt-K2!”. (pag.280).
Bene, ai lettori che ne hanno voglia il compito di capire e trascrivere le mosse in chiave moderna.

avatar Scritto da: Fabio Lotti (Qui gli altri suoi articoli)


4 Commenti a Com’è morto il baronetto?

  1. avatar
    patrizia debicke 25 Agosto 2019 at 23:16

    Non sono una scacchista ma complimenti al maestro: narrazione geniale

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    Alessandro Patelli 26 Agosto 2019 at 10:27

    Come sempre la prosa di Fabio scorre fluida e piacevole, catturando il lettore.
    Usando un paragone preso a prestito dalla fisica, Fabio è una specie di “buco nero”!
    Viene da augurarsi che presto ritrovi la vena per scrivere un nuovo romanzo.
    Quanto al povero Harding, se la mite 3….Ce7 lo ha messo così in difficoltà allora c’è qualcosa da rivedere sulla sua tecnica scacchistica in generale, più che sulla sua preparazione teorica nella Ponziani. Verrebbe da consigliare qualche tutorial online =))

  3. avatar
    Fabio Lotti 26 Agosto 2019 at 11:13

    Patrizia è sempre esagerata nei miei confronti. Non lo sono nei suoi consigliandovi il suo ultimo libro https://www.thrillermagazine.it/17758/la-gemma-del-cardinale-de-medici. Un saluto al Patellone che ringrazio per l’intervento. Io, però, da ignorante non capivo davvero cosa significasse 3 KKt-K2!

    Mi piace 1
  4. avatar
    Fabio Lotti 1 Settembre 2019 at 09:35

    Per tutti gli amici scacchisti-giallisti sono uscite le letture di settembre qui http://theblogaroundthecorner.it/category/ospiti/letture-al-gabinetto/

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