2 + 2 = 4 …certe volte anche 5

Scritto da:  | 21 Dicembre 2019 | 11 Commenti | Categoria: Mediogioco, Partite commentate, Tattica

Non è sempre solo semplice aritmetica…

Per convenzione si dice che tre pedoni valgono un cavallo o un alfiere, cinque una torre, dieci la regina.
Questo consente ai giocatori scambi di materiale eterogeneo di pari valore e di conoscere se sono o meno in vantaggio di materiale rispetto l’avversario e quindi suggerire loro la linea di gioco da adottare per conseguire un risultato positivo.
Un buon giocatore sa però che la parità o il vantaggio di materiale posseduto, pur sempre importante non sempre basta a pareggiare o vincere la partita:
Altri fattori, spesso decisivi, da tenere in conto sono:

  • LO SPAZIO conquistato (sulla scacchiera)
  • I TEMPI DI GIOCO impiegati (cioè le mosse)
  • LA COLLOCAZIONE in armonia tra essi dei pezzi in gioco di modo da esprimere coralmente il massimo della potenza intrinseca.

Ed è da tenere in conto l’ipotesi, fuori controllo preventivo, del cosiddetto SACRIFICIO – posizionale o meno – che sovverte ogni schema e sconcerta chi lo subisce.
C’è chi replica con sarcasmo e risponde che …è meglio sacrificare i pezzi dell’avversario che i propri e mantiene la propria calma, forte della convinzione di poter confutare i piani dell’avversario e c’è chi perde serenità e si ritrova su sentieri sconosciuti non suggeriti dalla teoria.
Per spiegarmi meglio su quanto precede propongo alla Vostra attenzione quattro partite da me giocate in anni lontani (due per corrispondenza e due a tavolino). Sono state partite ufficiali, di torneo. Spero siano gradite.


avatar Scritto da: Antonio Pipitone (Qui gli altri suoi articoli)


11 Commenti a 2 + 2 = 4 …certe volte anche 5

  1. avatar
    Fabio Lotti 21 Dicembre 2019 at 23:06

    Belle partite tutte e quattro. La prima spettacolare.
    Grazie, Antonio!

    Mi piace 1
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    Mauro 22 Dicembre 2019 at 09:41

    Davvero 4 bellissime partite. A me è piaciuta molto quella contro Rossi del 68 ;)

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    fabrizio 22 Dicembre 2019 at 12:31

    Bravo Antonio! ;) quattro belle partite che farebbero onore anche a GM di fama.

  4. avatar
    Pietro Conti 23 Dicembre 2019 at 14:41

    Encomiabile Antonio,
    di quale Rossi si tratta?

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      Antonio Pipitone 23 Dicembre 2019 at 18:15

      Di Rossi Gianpiero , notaio.

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    Pietro Conti 24 Dicembre 2019 at 20:40

    Grazie per la precisazione e buone feste…
    ma ti prego di scusare la mia innata’pignoleria’:
    se si tratta del Maestro comasco nato nel ’32,
    le mie fonti lo riportano come Giampiero.

    • avatar
      Giancarlo Castiglioni 25 Dicembre 2019 at 11:59

      Giampiero Rossi è un personaggio che merita di essere ricordato.
      Era una presenza costante in tutti i tornei, aveva una grande passione per gli scacchi, grande studio e preparazione sulle aperture.
      Io lo incontrai la prima volta al torneo di Napoli nel 1969 quando credo fosse ancora prima nazionale e fu una delle vittorie con cui diventai candidato maestro.
      Poi ho perso il conto delle altre volte in cui lo ho incontrato, qualche vittoria, molte patte, credo di non averci mai perso.
      Probabilmente iniziò tardi a giocare e anche per questo raggiungere il titolo di maestro fu lungo e difficile.
      Da ricordare che nei tornei era costantemente seguito dalla moglie, una signora minuta che stava spesso pazientemente seduta in un angolo della sala durante le sue partite.
      Credo non avessero figli.
      Dal sito della federazione vedo che Rossi ha giocato assiduamente fino al 2014.

      • avatar
        Uomo delle valli 25 Dicembre 2019 at 12:11

        Scusate ma è quello che sembrava un pescatore appena sbarcato dall’Atlantico? Con quel suo inconfondibile cappellaccio da pioggia? Non posso credere che non sia più tra noi, ditemi che non è vero, vi prego.

        • avatar
          Giancarlo Castiglioni 25 Dicembre 2019 at 17:33

          Sì era lui.
          Il fatto che abbia smesso di giocare da un giorno all’altro non mi fa supporre niente di buono.

  6. avatar
    Ramon 26 Dicembre 2019 at 11:18

    Eccolo!

    Mi piace 1
  7. avatar
    Giorgio Della Rocca 2 Luglio 2020 at 09:30

    Anzitutto, saluto il Maestro Antonio Pipitone, che ho visto in vari tornei scacchistici.

    Fra le quattro partite riportate nell’articolo, mi ha interessato specialmente quella con Giampiero Rossi (comunque, 27. f:g6 sarebbe stata notevolmente più forte di 27. Dh6: io sono una Prima Nazionale, il Maestro Pipitone mi corregga se ho sbagliato).
    Giacché è stato nominato anche in alcuni commenti all’articolo, colgo l’occasione per dire che ho giocato con il Maestro Giampiero Rossi nel 9° Open Scacchistico Internazionale “Condino Valle del Chiese”, Trentino Alto Adige (luglio-agosto 2009), al sesto e penultimo turno. La partita, nella quale io avevo il Bianco [iniziata con 1. c4 ma evolutasi in una Difesa Cambridge Springs], è stata piuttosto lunga – settantacinque mosse – ed è terminata patta. Alla fine il Maestro mi è sembrato un po’ stanco (ha firmato occupando quasi metà del formulario sul quale avevo scritto le ultime quindici mosse)…

    Sono un docente di Matematica. Il titolo (ironico) dell’articolo mi offre uno spunto per ricordare che le verità matematiche – perfino le più “evidenti”, come, appunto, due più due è uguale a quattro – non sono mai da considerarsi verità in senso assoluto, bensì sempre in un senso relativo, in dipendenza cioè sia dalla costituzione genetica di noi esseri umani, che le abbiamo scoperte o inventate, sia dalla struttura fisica dell’ambiente nel quale noi stessi viviamo.
    Se ci fossimo evoluti in cielo invece che sulla Terra, forse la nostra Matematica sarebbe stata diversa!
    (E magari avremmo potuto giocare a Scacchi sistemati su una nuvoletta!)

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