Diario recente

Scritto da:  | 22 Marzo 2020 | 2 Commenti | Categoria: Attualità, Zibaldone

Visto il successo degli altri due vecchi diari (non ho ricevuto insulti né sassate) mi sono messo a scriverne un altro…

27 gennaio 2020
Salvini dopo aver perso in Emilia Romagna è stato visto in giro a spaccar citofoni.
Le sardine sono uscite dalle scatole mentre i grillini saltano da tutte le parti.
Oggi è il compleanno della mia nipotina Jessica. Insieme a Jonathan uno splendido regalo della vita.
28 gennaio
Arriva il coronavirus. Dalla Cina con dolore.
Sto leggendo più di un libro alla volta. Dicono che aiuti la memoria. Che dicevo?…
Padre Pio un impostore che metteva le mani addosso alle donne; Craxi un gangster; Einaudi professore due palle! Mica male come giudizi per un centenario come Bruno Segre. Figuriamoci da giovane…
6 febbraio
Kirk Douglas se n’è andato a 103 anni. Un suo ricordo bellissimo quando, da ragazzo, lo vidi attraverso una finestra leggermente socchiusa del cinema del mio paese nei panni di Ulisse mentre nella caverna fa ubriacare Polifemo. Che emozione!
Un dubbio tremendo assilla il governo e tutto il paese “La prescrizione del processo si prescrive o non si prescrive?” In effetti anche chi ha perso il lavoro si fa questa angosciosa domanda sbattendo la testa da tutte le parti.
E’ il momento del Festival di Sanremo. Baldi giovani e vecchietti raggrinziti uniti in uno slancio d’amore per la musica. Certo che il Tempo è un lavoratore instancabile. Mai uno sciopero. E il risultato si vede…
Con l’arrivo del coronavirus il giallo non va più di moda.
7 febbraio
Festival di Sanremo. Benigni e l’inno all’amore. Lodi esagerate e critiche nefande. Poi tutti a casa a fare all’amore. Quelli delle lodi e quelli delle critiche. Li mortacci!
8 febbraio
Festival di Sanremo. Le parole più belle e autoironiche quelle di Vincenzo Mollica “Con quel poco di vista che mi è rimasta – non ci vedo un cazzo – vi dico che mi tolgo dai coglioni. Il 29 febbraio vado in pensione. La situazione è che di sti tempi ho due compagni di viaggio. Uno è mister glaucoma, che è un bel figlio di una mignotta. Un altro è il Parkinson, che è come una canzone di Celentano anni Sessanta, quelle che avevano due ritmi. Voglio dirvi che non ho proclami da fare. Fare il cronista è stato il mio mestiere. Il Tg1 è stata la mia casa. Ringrazio le persone con cui ho lavorato e tutti voi. Ormai posso dire frasi come ‘mi fido ciecamente’. Una delle regole principali della vita me l’ha insegnata Federico Felini, ve la consiglio. ‘Non sbagliare il tempo di un addio o di un vaffanculo. Se lo sbagli anche di un solo secondo ti si potrebbe ritorcere contro’. Posso dire la verità? Aveva ragione”. Grande!

9 febbraio
Festival di Sanremo. Ha vinto Diodato, secondo Gabbani. Per forza, il primo aiutato da nostro Signore, il secondo gabbato. Sperando che una stronzata al giorno levi il medico di torno…
“Buonasera, professore!”. Si tratta di un giovanottone alto con la barba e gli occhiali che porta a spasso un cane e mi sorride. Faccio finta di riconoscerlo per non farmi scoprire rimbambito. Saluti, abbracci, il cane che annusa. “Arrivederla, professore!” Da lontano mi volto, lo riguardo ancora una volta ma la memoria fa cilecca. Troppo tempo è passato. Però il sorriso me lo tengo stretto dentro di me.
Sto leggendo La cattiva stella di Georges Simenon, una nutrita serie di racconti sul “turista da banane” che se ne va in giro nelle isole del Pacifico. Fallito, come tanti altri nati sotto una cattiva stella che pensavano di mirare il alto e “che sono colati a picco.” Scrittura leggera, ironica, senza una parola di troppo. Alla Simenon…
10 febbraio
Stamani mi sono svegliato ottimista. Mafia, camorra, ‘ndrangheta, falsi invalidi, i furbetti del cartellino, furfanti, impostori, truffatori, ladri, assassini. Inondazioni, frane, incendi, terremoti. Coronavirus. Uomo e Natura a braccetto lungo il nostro paese. Che culo!
16 marzo
Non ho avuto voglia di scrivere altro durante questo periodo tormentato dal coronavirus. Unica cosa positiva di fronte all’immane tragedia il non vedere i politici beccarsi tra loro come galli nel pollaio. Anche se qualcuno riesce a stento a contenersi…
Non potendo uscire, o potendolo per poco tempo, mi sono buttato sui libri come un maiale su una scrofa (tanto per non rimanere sul vago). Gli ultimi? Alcuni di scacchi di cui non mi sono liberato quando lasciai il gioco per corrispondenza (ne rivendetti un sacco). Qualche titolo? Eccolo: Bobby Fischer va alla guerra di David Edmonds e John Eidinow, Garzanti 2006; Gli scacchi, la vita di Garry Kasparov, Mondadori 2007; Scacco alla Regina di Robert Löhr, Bompiani 2006. In effetti più che letture sono state, in questo caso, riletture. Due vite con i loro pregi e difetti, si capisce, ma magnifiche dal punto di vista scacchistico e un giallo sempre in ambito del “nobil giuoco.” Praticamente “Al cospetto dell’imperatore d’Austria e Ungheria, e di tutta la Sua corte, Wolfgang von Kempelen, nobile giurista e inventore ungherese, si appresta a presentare la più prestigiosa creatura che il genio umano abbia concepito…”. Molti di voi avranno già capito. Trattasi del famoso automa il Turco, una macchina che sapeva giocare a scacchi! E che immancabilmente sconfiggeva tutti gli avversari. In realtà questo marchingegno era una specie di “Cavallo di Troia” che nascondeva al suo interno un formidabile giocatore di dimensioni piuttosto ridotte. Un nano. Da questo fatto vero l’autore trae lo spunto per costruire una storia ricca di “Eros, tradimenti, astuzie, morte…”.
17 marzo
Per gli amici giallisti-scacchisti trovato qualcosa in L’ultima sera di Henry Wade in Delitti in campagna di Marie Belloc Lowndes, Henry Wade e Ethel Lina White, Mondadori 2020. “Sir James-disse Julius-vi siete scordato la nostra partita? Badate che mi avevate promesso la rivincita. Spero che il vostro conciliabolo sia terminato e che Albert vorrà cedermi la vostra compagnia! Ho fatto preparare la scacchiera in biblioteca come ieri sera, vi va?”. “Benissimo, eccomi-fece il vecchio alzandosi-Sono ben felice di fare un’altra partita con voi. Oh, con vostro fratello m’intendo a meraviglia, caro capitano! E’ un giocatore di primordine. Però ieri sera non era in vena, eh? Ma stasera me la vedo brutta! Sarà meglio non tardare, altrimenti ne avremo fino all’alba.” (pag.203). Il citato Albert verrà trovato impiccato e l’ora in cui è stata terminata la seconda partita diventerà uno dei punti importanti della storia. Più avanti Julius, sollecitato dalla polizia, affermerà di avere giocato con sir James Hamsted “fino a dopo le due…” e, “prevedendo che la partita sarebbe andata per le lunghe”, perché non voleva farsi battere una seconda volta, aveva fatto preparare un piatto di tartine. (pag.226). Ancora più avanti, lo stesso personaggio dichiara che alla fine tutti e due alzarono lo sguardo verso la pendola e “Erano le due meno tre minuti.” (pag.266). Ma non è finita qui perché si ritornerà ancora a parlare della partita e dell’orario pag.315/16.
Un bel volume di due romanzi polizieschi ed un racconto introdotti dall’esperto Mauro Boncompagni.

Sta per iniziare il torneo dei Candidati. Ci sarà da divertirsi!

18 marzo
Il torneo è iniziato. Farò il tifo per Caruana che conobbi agli inizi durante una simultanea al CRAL del Monte dei Paschi di Siena, anche se poi mi dispiacque quando diventò giocatore americano. Ieri ha pattato.

Questa volta ho beccato Un secolo di scacchi di John Watson, Prisma 2000 e I segreti della moderna partita a scacchi sempre dello stesso autore, Prisma 2004, per trascorrere un po’ di tempo a ripassare strategie di gioco, mentre fuori la polizia ferma chi esce di casa. Sarà dura, ragazzi…

In questo momento Caruana ha vinto contro Kirill che ha continuato per diverse mosse una partita strapersa.

19 marzo
Voglio vedere i miei nipotini!!!

Per distrarmi un po’ da questa tremenda situazione mi sono messo ad ascoltare vecchie canzoni via internet partendo dai famosi Ventiquattromila baci di Celentano e Little Tony (ciao, Tony!), continuando con Canzone di Don Backy… Poi ho saltato in qua e là beccandomi autori che lì per lì non avevo compreso del tutto come Rino Gaetano e Franco Battiato. Ascoltati uno dopo l’altro una serie di emozioni diverse, data la diversità della loro musica, che mi hanno completamente soggiogato. Ancora Generale di Francesco De Gregori, Dio è morto dei Nomadi e di Francesco Guccini e non sono mancati anche autori stranieri che ai loro tempi mi avevano colpito: vedi Daddy Cool di Boney M con Bobby Farrell che si avvitava su se stesso snodato come un serpente, oppure Sexmachine e altre diavolerie di James Brown irrefrenabile sul palco con spaccate da farmi tremare le palle. E ancora altre, altre e altre per dimenticarmi, un po’, di questo momento.

avatar Scritto da: Fabio Lotti (Qui gli altri suoi articoli)


2 Commenti a Diario recente

  1. avatar
    Uomo delle valli 22 Marzo 2020 at 10:46

    Lotti: un nome, una garanzia!

  2. avatar
    patrizia debicke 22 Marzo 2020 at 11:59

    Ciao Fabio grande come sempre venato da un pizzico di malinconia. A prestissimo

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