il nostro piccolo Fischer (II)

Scritto da:  | 19 Aprile 2020 | 22 Commenti | Categoria: C'era una volta, Italiani, Personaggi

Non sono sicuro della data, ma credo fosse nei primi mesi del 1970.
Un giorno qualsiasi, un pomeriggio durante la settimana, Roberto Cosulich arrivò alla Scacchistica Milanese.
Era la stessa persona che avevo conosciuto a Genova, riservato, gentile, in ordine, con i capelli corti, solo aveva abbandonato giacca e cravatta per un abbigliamento più adatto ai tempi.
Subito si sparse la notizia sensazionale: si sarebbe trasferito a Milano finanziato dal Dott. Bonfioli che intendeva aiutare giovani scacchisti italiani.
Aveva abbandonato l’università dove studiava fisica, doveva essere al terzo o quarto anno e suppongo abbastanza indietro con gli esami; non si può dire che non si fosse impegnato, nel 1968 aveva rinunciato a partecipare al Campionato mondiale studenti a squadre a Jbbs perché coincideva con la sessione estiva degli esami.
Al giorno d’oggi può sembrare strano che una persona come Cosulich avesse queste difficoltà, ma allora gli studi delle facoltà scientifiche, ingegneria, fisica, matematica erano molto pesanti; molti professori erano severi e dogmatici, non bastava studiare, bisognava studiare nel modo che volevano loro, comprese parti del programma di scarso interesse che magari avevano trattato a lezione e appena accennate nei testi.

Altro problema aperto è quanta parte del suo tempo dedicasse agli scacchi e quanto allo studio; non ho mai sentito Cosulich accennare alla sua preparazione, che leggesse libri o riviste di scacchi, o che avesse scritto qualche articolo sull’argomento.
Non lo diceva apertamente, ma il suo atteggiamento lasciava pensare che sapesse già tutto quel che serviva, non aveva bisogno di studiare altro.
Tutto l’opposto di Toth che studiava accanitamente, lo diceva senza problemi e ammetteva che questo era faticoso.
Aveva anche lasciato la famiglia, io pensavo ci fosse stata una decisa rottura, ma non è detto che fosse così; molti anni dopo ho saputo che nel periodo in cui viveva a Milano ogni tanto passava per Genova e probabilmente dormiva a casa dei suoi.
Come a Genova nel gioco lampo era praticamente imbattibile. Spesso giocava rapidamente l’apertura e a quel punto si fermava a lungo a pensare, anche uno o due minuti; poi riprendeva a giocare rapidamente, recuperava il ritardo sull’orologio e non era mai in difficoltà col tempo se l’avversario riusciva ad arrivare in finale.

Poco dopo il suo arrivo lo incontrai nell’Aprile 1970 al torneo di Alassio un open sistema svizzero di 7 turni. Era il mio primo torneo fuori Milano dopo essere diventato candidato maestro a Napoli nel gennaio 1979.
Prima del torneo si era svolto un incontro quadrangolare tra Italia, Grecia, Germania Federale e Svizzera; l’Italia arrivò terza a pari con la Svizzera, Cosulich in terza scacchiera si comportò abbastanza bene, con 2 su 3.
Ero partito il mattino da Milano con un altro ragazzo di cui non ricordo il nome e per risparmiare avevamo deciso di dormire in tenda; il pomeriggio al primo turno incontrai un ragazzo tedesco con cui vinsi.
Il mattino dopo al secondo turno incontrai Cosulich; avevo visto le sue partite, ci avevo giocato qualche volta lampo e sapevo bene che mi era egualmente superiore sia in strategia che in tattica.
Decisi che la migliore possibilità era impostare una partita semplice, cambiando i pezzi appena possibile sperando nel finale.
Il giorno dopo Cosulich mi disse che non sapeva che io ero diventato candidato maestro a Napoli e che se lo avesse saputo avrebbe affrontato la partita più seriamente.
Sicuramente si aspettava una vittoria facile, praticamente un turno di riposo prima di iniziare il torneo vero.

Giancarlo Castiglioni vs. Roberto Cosulich 1-0
Alassio 29 Aprile 1970
1.e4 e6 2.d4 d5 3.Cc3 Ab4 4.exd5

Variante del cambio della Francese ritardata; mi sembra meglio cambiare adesso che alla mossa precedente perché nella variante del cambio l’alfiere nero sta meglio in d6 che in b4; poi c’è un risvolto psicologico, faccio credere al mio avversario che con e5 sarebbe entrato in una variante complessa, squilibrata, che conosceva molto bene e poi lo deludo entrando in una posizione piatta.
Cosulich rimase chiaramente contrariato da questa mia mossa e disse qualcosa come “Ecco giochi così contro di me …con un altro non lo faresti.” io risposi: “Certo contro un altro giocherei un’altra variante. È la prima volta che la gioco”.
Poi mi venne in mente che in effetti avevo giocato la stessa variante in un torneo a Milano contro De Maria anche se con intenzioni completamente diverse; lo avevo fatto per evitare la teoria, ma giocai per vincere e alla fine vinsi.
Lo dissi in modo del tutto innocente e lui si sentì preso in giro rispondendo: “Come, prima dici una cosa e poi dici il contrario…”.
Sono convinto che questo banale scambio di battute abbia influenzato l’andamento della partita; Cosulich prendeva spesso decisioni discutibili e le sosteneva incrollabilmente oltre ogni ragionevolezza anche quando era chiaro che erano a proprio danno, un tratto di carattere che aveva in comune con Fischer.
Sicuramente che io dicessi una cosa e poi il contrario lo irritò molto.

4…exd5 5.Ad3 Ce7 6.Cge2 Cbc6 7.0-0 Af5 8.Te1 0-0 9.Af4 Dd7 10.Dd2 Tae8 11.a3 Axc3

Stockfish consiglia 11…Aa5 ma sono sfumature; è noto che Cosulich preferiva i Cavalli agli Alfieri.
12.Dxc3 Axd3 13.Dxd3 Cg6 14.Ag3 Cce7 15.Cc3 h5 16.h3 Cf5?

Una banale svista; si doveva giocare 16… c6 come indica il PC o 16…h4.

17.Axc7
Sono rimasto stupito e incredulo; mi sono detto “non è possibile, deve esserci sotto qualcosa”; poi ho controllato che non potessero esserci trucchi e mi sono preso il pedone.
Il nero non ha compenso, a gioco corretto la partita è vinta.

17… Tc8 18.Ag3 Tc4 19.Ce2 Tfc8 20.c3 T4c6 21.Cf4 Cxf4 22.Axf4 Tg6?

Il nero deve inventare qualcosa e peggiora la situazione, ma non ci sono mosse buone; meglio 22…g6.

23. Te5 Ch4
Brutta ma non può essere considerata un errore; anche 23… Cd6; 24 Txh5 è un disastro.

24.Ag3?

Questo invece è decisamente un errore; non era difficile vedere che dopo 24.Ag5 il nero è nei guai. Deve dare la qualità, perché dopo 24…Cxg2; 25.Rxg2 Te8; 26.h4 può abbandonare. Ero terrorizzato dalle complicazioni e probabilmente non mi ero accorto che dopo 24…f6 la torre in g6 è indifesa.

24…Cxg2 25 Rxg2 h4 26.Tae1 hxg3 27.fxg3 a5 28.Df3 e il Nero abbandona 1-0


Anche la mia ultima mossa è criticabile era sicuramente meglio 28.Te7.

Non mi aspettavo l’abbandono e sono sempre rimasto col dubbio se sarei stato capace di vincere il finale.
Oggi avrei fiducia di riuscirci, ma allora? Tra l’altro mi pare che la mia idea fosse di cambiare le donne e una torre; dato che i miei pezzi sono più attivi non è il piano più efficace.
D’accordo, la posizione è persa, ma in fondo ha solo un pedone in meno in un finale di donna e torri.
Capisco che per Cosulich la vittoria del bianco fosse evidente e che fosse disgustato dalla partita, ma con un avversario tanto più debole avrebbe dovuto mettersi a testa bassa a soffrire per cercare di salvare almeno il mezzo punto accettando la prospettiva di perdere ugualmente dopo altre 30 mosse.
Ve lo immaginate un qualsiasi maestro Jugoslavo in questa situazione? Avrebbe continuato ben oltre i limiti della decenza.
Ormai la maggior parte delle altre partite erano finite e credo non potesse sopportare l’umiliazione di rimanere in mezzo alla sala a difendere una posizione persa con un giocatore molto più debole mentre gli altri giocatori giravano a vedere le partite rimaste.
Quando abbandonò stavo per dirgli che mi spiaceva di aver vinto proprio con lui ed era vero; io tifavo per lui per la vittoria del torneo.
Lui intuì e mi bloccò subito dicendo “No, no, non devi scusarti per aver vinto”.
Era furioso per la sconfitta, ma sapeva che doveva prendersela solo con se stesso.
Forse l’abbandono prematuro era anche una forma di autopunizione per aver giocato male.

Il pomeriggio incontrai Giubbolini e vinsi senza troppa fatica.
La sera andammo a mangiare al ristorante con De Maria e due suoi amici svizzeri anche loro giocatori di cui era ospite in un appartamento ad Alassio.
Pioveva, faceva freddo ed ebbero pietà di noi; andammo a smontare la tenda in campeggio e per il resto del torneo dormimmo da loro sulle nostre brandine in soggiorno.
Il buffo fu che l’ultima sera arrivarono le mogli dei due e senza battere ciglio andarono a dormire in albergo.
A questo punto eravamo in 5 in testa al torneo a punteggio pieno e passai una mattinata in gloria ricevendo i complimenti di tutti; poi quando uscirono gli accoppiamenti, fui il “fortunato” a pescare il giocatore a ½ punto in meno: Mariotti!
Infatti al secondo turno aveva pareggiato con Giustolisi rovinando una posizione superiore giocando una mossa lampo e vedendo subito dopo la mossa migliore.
Dopo la partita era furioso con se stesso, diceva che doveva comprarsi una clessidra da un minuto e non muovere prima che scorresse tutta la sabbia.

Prese molto sul serio la partita con me, io feci qualche mossa debole già all’uscita dell’apertura e vinse abbastanza rapidamente.
Il giorno dopo incontrai Trikaliotis seconda scacchiera della nazionale greca che aveva partecipato al quadrangolare subito prima del torneo; fu una grande battaglia, sacrificai un pezzo per 3 pedoni andando in un minimo vantaggio, ma la posizione era troppo difficile per le mie possibilità e alla fine persi.
Il pomeriggio ero stremato e persi senza molta resistenza con Ljubisajevic.
Il mattino dopo, ultimo turno, incontrai Giorcelli che aveva bisogno di ½ punto per essere promosso seconda nazionale e gli proposi patta appena ero passato in netto vantaggio.
Il torneo fu vinto da Ostojc con 6½, secondo Kokkoris prima scacchiera Grecia con 6, primo degli italiani Giustolisi 3°-6° con 5½, poi Cosulich 7°-9° a 5 e Mariotti 10°-20° a 4½.

Scusate mi sono fatto un po’ prendere la mano dai miei ricordi personali, ho divagato e mi sono allungato un po’ troppo.
Spero di non avervi annoiato, per fami perdonare prometto che non vi farò aspettare un anno per la prossima puntata.

avatar Scritto da: Giancarlo Castiglioni (Qui gli altri suoi articoli)


22 Commenti a il nostro piccolo Fischer (II)

  1. avatar
    Ramon 19 Aprile 2020 at 09:55

    Grazie a Giancarlo per questo splendido contributo! ;)

    Qui potete trovare la prima parte.

    E questi i ricordi di Cosulich pubblicati in passato su SoloScacchi.

    Roberto Cosulich: come lo ricordo io di Paolo Silvestri

    Roberto Cosulich: una morte pirandelliana? di Lawrence of Arabia

    La rotta smarrita di Mauro Berni

    • avatar
      Ramon 19 Aprile 2020 at 10:25

      Ah, come al solito: vediamo se qualcuno riesce a dare un dove esatto a queste immagini della Milano di un tempo…

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    Fabio Lotti 19 Aprile 2020 at 09:55

    Ricordi personali per me graditissimi. Tra l’altro anche il sottoscritto ne sforna…

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    Uomo delle valli 19 Aprile 2020 at 10:26

    Una chicca, stupendo!

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    Gino Colombo 19 Aprile 2020 at 10:48

    Complimenti anche da parte mia. Una figura sicuramente controversa ma di grande fascino, bellissimo l’articolo!
    Seguirà una terza parte?
    La foto in cui si vedono i pedoni attraversare dovrebbe essere relativa ai celebri “grattacieli” di Piazza Piemonte. Grattacieli di ormai quasi un secolo addietro!

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    Giancarlo Castiglioni 19 Aprile 2020 at 11:00

    Ringrazio per gli apprezzamenti ricevuti.
    Le fotografie un po’ più facili dell’ultima volta.
    In copertina piazza del Duomo vista col Duomo alle spalle, anni ’60.
    La prima attuale Piazza della Repubblica (non so come si chiamasse allora) durante la guerra, con le aiuole coltivate a grano. Manca il grattacielo a destra dove era previsto un gemello di quello già costruito a sinistra.
    Più avanti Piazza Piemonte con i due grattacieli (quasi) gemelli, progettati dal nonno di un mio ex-datore di lavoro Arch. Rusconi Clerici conte. In mezzo via Washington.

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      Gino Colombo 19 Aprile 2020 at 11:17

      Le altre hanno tutte il sapore di posti noti ma faccio fatica a collocarle con precisione. Quella con la 500 e il vigile che dà una mano potrebbe essere relativa alla piena del Seveso del ’70.

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    Angelo Paglia 19 Aprile 2020 at 14:30

    “diceva che doveva comprarsi una clessidra da un minuto e non muovere prima che scorresse tutta la sabbia” credo che rientri nella categoria patrimonio della saggezza scacchistica!

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    The dark side of the moon 19 Aprile 2020 at 14:52

    E’ interessante notare come l’aspetto psicologico giochi un ruolo determinante, questo fattore lo si ritrova a tutti i livelli e in tutti gli sport.
    I ricordi anche se personali sono altrettanto graditi perché potrebbero riferirsi a qualsiasi giocatore di qualsiasi livello.
    A chi ha qualche esperienza nel gioco magari avranno ricordato esperienze simili anche se più modeste e con nomi diversi.
    Bell’articolo!

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    Luca Monti 19 Aprile 2020 at 15:53

    Soloscacchi diventa sempre più bello e variegato,capace come è d’intercettare tanti aspetti del gioco interessanti per lettori dalle differenti sensibilità. Bravi a tutti. E pensare che c’è stato un tempo, neanche tanto lontano, nel quale si profilò la ipotesi di vedere ammainata bandiera bianca. Luca Monti

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    Andrea Palmieri 19 Aprile 2020 at 16:56

    Fantastico! Complimenti, spero che la serie continui a lungo.
    Andrea Palmieri

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    Hugo 20 Aprile 2020 at 15:07

    Uno scalpo così non è mica da tutti, complimenti!

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    Fulvio Tinelli 21 Aprile 2020 at 19:26

    Vidi per la prima volta Roberto Cosulich nel luglio del 1973 su una carrozza del treno che, partito da Milano, era diretto a Trieste.
    Andavamo entrambi al torneo di scacchi di Caorle (VE). Avevo 16 anni e come molti altri allora, gli scacchi li avevo incontrati nel luglio 1972.
    Non sapevo assolutamente che il mio vicino di sedile fosse il maestro Cosulich … anzi, a voler dirla tutta, ero piuttosto intimorito che mi si fosse seduto al fianco questo personaggio dall’aspetto tutt’altro che rassicurante: non aveva bagaglio, solo un sacchetto di plastica, che non conteneva quasi nulla, ed un libro tascabile, non di argomento scacchistico.
    Non portava scarpe, ma ciabatte (o forse infradito) ed aveva dei lunghi capelli fin sulle spalle.
    La mia apprensione crebbe quando, nel scendere dal treno a Portogruaro, mi resi conto che anche costui faceva altrettanto.
    Fu solo il giorno successivo, allorché mi aggiravo tra le scacchiere del Torneo Open, vidi che lo strano tipo del giorno precedente giocava a scacchi e, consultando il cartellino al suo fianco, mi resi conto che si trattava niente meno che di Roberto Cosulich.
    Forse ai giovani di oggi questo nome non dirà granché, ma allora era un personaggio che poteva giocarsela senza nessun timore con Tatai e Mariotti ed avrebbe potuto benissimo essere anche il campione italiano assoluto.
    Erano molto piacevoli i tornei di Caorle, ogni anno a luglio.
    Quell’anno conobbi il gruppo dei senesi, per il fatto che giocavo per corrispondenza con un certo Lorenzo Ciardi, che poi non ho più sentito.
    Invece ricordo come una persona estremamente piacevole nelle conversazioni il dr. Claudio Bettalli. La scorso agosto, in un tour dedicato agli etruschi (Tarquinia, Volterra, Populonia, Cerveteri, Vulci) ho tuttavia inserito anche quattro giorni a Siena e confesso che mi avrebbe fatto piacere cenare una sera con Claudio, ma mia moglie mi ha fatto capire che non è buona educazione disturbare le persone di punto in bianco, dopo anni e proprio durante il mese di agosto. Sicché, con dispiacere, ho soprasseduto.
    Questo è il primo ricordo che ho di Roberto Cosulich.

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  12. avatar
    Giancarlo Castiglioni 21 Aprile 2020 at 21:07

    L’identificazione della fotografie non è proseguita.
    La quarta è una delle strade che da Milano va verso Nord affiancata dalla tramvia.
    Forse quella che va verso Bresso o verso Saronno, non sono riuscito a identificarla.

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      Ramon 22 Aprile 2020 at 09:23

      Giancarlo, se sei d’accordo e, se nessun altro interviene, possiamo provare a svelare le esatte collocazioni. :o

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      Ramon 22 Aprile 2020 at 09:28

      La quarta? Quella immediatamente prima della tua partita?
      nooooooo…. ;) Sei lontanissimo, sai? è da tutt’altra parte della città :p

  13. avatar
    The dark side of the moon 21 Aprile 2020 at 22:05

    Giancarlo, a proposito della partita contro Cosulich; se anziché abbandonare ti avesse chiesto patta, cosa avresti fatto?

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      Giancarlo Castiglioni 22 Aprile 2020 at 11:10

      Avrei sicuramente rifiutato.
      Non capita spesso di andare in vantaggio con un forte giocatore e non bisogna sprecare l’occasione.
      Bisogna provarci, se si perde pazienza.
      A meno di circostanze particolari.
      Ho proposto patta accettata con Rukavina; in una posizione complicata avevo un pedone in più forse non completamente compensato da controgioco e 15′ per arrivare al controllo di tempo.
      Eravamo in un incontro Lombardia – Croazia avevo vinto il giorno prima e ci tenevo ad essere l’unico dei nostri con uno score positivo.
      Ho rifiutato patta a Giacomo Vallifuoco in una posizione favorevole e poco tempo sperando che lui continuasse cercando di vincere, ma abbiamo fatto patta su mia proposta qualche mossa dopo quando mi sono reso conto che giocava per pareggiare.

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        Uomo delle valli 22 Aprile 2020 at 11:37

        Rukavina? Accipicchia!! Ha battuto Kortchnoj! Immenso Giancarlo ;) ;)

  14. avatar
    Giancarlo Castiglioni 22 Aprile 2020 at 16:47

    La fotografia è la parte più periferica di via Giambellino, da Piazza Tirana verso il centro anni ’50.
    Adesso le casi popolari sono molto degradate.
    In Via Solari e anche in zona Giambellino vi sono case popolari ristrutturate, ma quelle della fotografia sono ora in pessime condizioni.
    Adesso la sede stradale è stata raddoppiata dall’altro lato della sede tranviaria e sul lato opposto alle case, che nella fotografia non si vede, vi sono costruzioni più moderne..

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      Ramon 22 Aprile 2020 at 19:45

      Esatto, Giancarlo, bravissimo!
      Vuoi illustrare anche per le altre foto di quali posti si tratta esattamente?

      • avatar
        Giancarlo Castiglioni 22 Aprile 2020 at 21:02

        Quello con la strada allagata potrebbe essere viale Monza.
        L’edificio scuro mi è familiare, ma non so dove sia.

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