Riposa in pace

Scritto da:  | 18 Aprile 2020 | 6 Commenti | Categoria: Racconti

Tutti i pezzi degli scacchi si erano riuniti in una grande sala del palazzo del Re bianco. Dopo la fine della prima stupida storiella, in cui il Re nero era stato ucciso dalla consorte per una soffiata di quell’infame scrittorucolo da strapazzo, dovevano prendere una drastica decisione. Naturalmente il Re nero era rinato a nuova vita come succede a tutti i pezzi degli scacchi e perdonato dalla mogliera che lo teneva, però, sotto vigile sorveglianza. Comunque fu lui, per primo, a prendere la parola prospettando una micidiale vendetta. Dovevano invitare il miserello semi alfabetizzato ad una grande festa e poi…fargli fare la fine che si meritava come in un capolavoro della grande Christie. L’idea venne accettata all’unanimità con applausi e nitriti incontenibili. Ambasciatrice dell’invito fu scelta la Regina bianca che avrebbe indossato vestiti succinti per accalappiare lo sberleffo delle parole. L’incontro fu preparato proprio nel paesello vicino a Siena dove viveva il suddetto e, come previsto, ebbe esito positivo che la Regina, muovendo sinuosamente le forme rotonde, lo convinse facilmente a seguirla al palazzo del Re bianco dopo appropriate magiche parole che li fecero rimpicciolire al punto giusto. Naturalmente in suo onore sarebbe stata celebrata una festa da mille e una notte.
E la festa fu celebrata dopo una presentazione calorosa di Re, Regine, Torri, Alfieri, Cavalli, pedoni attraverso un discorso elogiativo in onore dell’invitato di cui si esaltava, con qualche sorrisetto malizioso, la sua straordinaria forza di scrittura creativa. Poi via all’ascolto e alle danze su canzoni che si sapevano essere di suo gradimento e che ripercorrevano la perduta giovinezza. A partire da “Ventiquattromila baci” di Celentano e poi Morandi, Battisti, Mina, Caterina Caselli, Little Tony, Massimo Ranieri e via e via e via.

Balli scatenati in cui i pedoni sfoggiavano la loro naturale freschezza saltellando indiavolati di qua e di là, le Torri si muovevano buffe con la loro simpatica stazza strabordante, gli Alfieri spavaldi giravano vorticosamente montati sopra i Cavalli, i Re e le Regine, lasciata da parte la loro regale dignità, sembravano incarnare ballerini popolani alle feste di paese. E brindisi su brindisi fino all’ultimo consumato intorno a lui un po’ inciucchito dall’alcool con ancora il calice in mano. All’improvviso il Re nero si avvicinò e, brandendo un lungo coltello affilato, glielo piantò nel collo gridando “Questo per le tue pallosissime storielle d’infanzia!” a cui lo stecconcello sbalordito ebbe appena il tempo di farfugliare “Ma io non…” che si aggiunsero tutti gli altri, ognuno con un motivo ben preciso, sia per le sue balorde partite di scacchi, sia per i suoi ridicoli gialletti o le mille scempiaggini che andavano a rovinare i blog ospitanti. Trentadue coltellate inferte con furia tremenda (anche dai Cavalli con il coltello stretto fra i denti) che lo gettarono, sanguinante, disteso su un divano e nessuno, giurarono, avrebbe scoperto i colpevoli perché tutti si sarebbero difesi l’uno con l’altro.
L’arrivo del celebre investigatore Poirotte della polizia scacchistica internazionale, chiamato a risolvere il caso, con la sua testa a forma d’uovo, i baffi ben curati, le scarpe di vernice, le ghette, il bastone e i guanti che si portava dietro perfino al gabinetto d’estate, mise tutti un po’ in apprensione dopo il solito intercalare di parbleu. Intanto volle sapere chi fosse il morto ammazzato, poi li fece uscire dalla sala per analizzare con calma la situazione e far lavorare le sue brillanti celluline grigie. Le quali celluline grigie, vispe come capretti saltellanti sul prato, gli fecero capire subito che cosa era successo, dato che aveva già seguito un caso simile su un famoso treno. Ma notò anche qualcos’altro che era sfuggito ai trentadue congiurati facilmente scoperti. Il morto se ne stava tranquillamente sbudellato sul divano, mantenendo un pezzo del calice rotto con cui aveva brindato nella mano sinistra. Strano, molto strano, che lui conosceva benissimo lo stupratore di parole avendolo visto sfogliare i libri delle sue eroiche imprese proprio con la suddetta mano sinistra. Dunque i libri li sfogliava con la mano sinistra ma li reggeva con la mano destra…
Allora fece ritornare tutti i pezzi nella sala e, con la consueta, distinta eleganza, “La persona che avete ucciso, perché l’avete uccisa voi, non è quella di cui mi avete parlato ma qualcuno che gli assomiglia in modo straordinario. Siete stati fregati con la classica idea del doppio tipica di molte storie poliziesche!” Momento di panico, gelido silenzio, poi un brusio, un sussulto, un nitrire affannoso, uno scalciare convulso e “Maledetto imbrattatore di carte!” fu l’ultimo grido unanime che risuonò allo stesso tempo minaccioso e angosciante nella sala.
Ma io, lo giuro ancora una volta, non c’entro per niente. Mi dovete credere, davvero. Fermi, non vi avvicinate, perché mi guardate in questo modo? Martin, Uomo delle valli, Mongo, Fabrizio, Ramon, Giancarlo, Luca…vedo che siete arrivati tutti, tutti quelli del blog…Come? Con queste storielle sono caduto troppo in basso? E’ venuta la mia ora? Quella di smettere per sempre di infangare il blog? Ma se ho dato tutto me stesso e voi mi avete sempre…E…vedo…vedo che è arrivata anche l’amica scrittrice Patrizia…Patrizia diglielo tu che…
Ahhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
La salma fu tumulata nel paesello in cui viveva. Sulla tomba l’epigrafe lapidaria “Lo scribacchino 1946/2020.”

avatar Scritto da: Fabio Lotti (Qui gli altri suoi articoli)


6 Commenti a Riposa in pace

  1. avatar
    Uomo delle valli 18 Aprile 2020 at 09:47

    Addirittura una citazione: troppo onore! Grazie Lotti, gustosissimo come sempre!

  2. avatar
    patrizia debicke 18 Aprile 2020 at 11:15

    Mi sento PERFIDA!
    bacione

  3. avatar
    Mongo 18 Aprile 2020 at 15:08

    Lo sai Fabio che la tua clausola recessoria è molto elevata…

  4. avatar
    Alessandra 18 Aprile 2020 at 16:02

    Vostro Onore, mi dichiaro innocente! :D

  5. avatar
    fabrizio 18 Aprile 2020 at 19:03

    Non vi preoccupate, tanto Fabio ha più vite che 10 gatti :p

  6. avatar
    Fabio Lotti 18 Aprile 2020 at 21:48

    Ha ragione Fabrizio, lo Scribacchino colpirà ancora! Sempre che il coronavirus…

    Mi piace 3

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