La quarantena di Pushkin a Boldino

Scritto da:  | 17 Maggio 2020 | 12 Commenti | Categoria: Curiosità

Уединясь от всех далёко,
Они над шахматной доской,
На стол облокотясь, порой
Сидят, задумавшись глубоко,
И Ленский пешкою ладью
Берёт в рассеянье свою.

Il 3 settembre 1830 il grande poeta Aleksandr Sergeevic Pushkin giunse nella tenuta familiare di Bòldino. Aveva in programma di trattenervisi poche settimane, ma lo scoppio di un’epidemia di colera a Mosca lo bloccò lì in quarantena per tre lunghi mesi; tale periodo fu uno dei più prolifici nella vita di Pushkin. Scrisse infatti proprio a Boldino “I racconti di Belkin”, completò il romanzo in versi “Evgenij Onegin”, la più importante opera della letteratura russa, e scrisse le tragedie “Il cavaliere avaro”, “Mozart e Salieri”, “Il festino durante la peste” e “Il convitato di pietra”. Si trasformò così un evento in apparenza infausto come una quarantena in una grandissima fortuna per la nascente letteratura russa. Egli non si riuniva con i suoi amici, trovandosi da solo a Boldino, ma questo senso di prossimità del pericolo, che per lui è sempre stato importante, lo eccitava, e perciò scrisse: “c’è l’estasi nella battaglia, e sull’orlo di un nero abisso”. Le sue giornate in quarantena cambiarono pure il suo aspetto fisico; scrisse alla promessa sposa Natal’ja Gonchareva di essersi lasciato crescere la barba, di svegliarsi ogni giorno alle sette, di bere subito il caffè e di come avesse scritto tantissime opere. Sulla quarantena di Pushkin a Boldino così scrisse il poeta David Samoilov: “per metà della notte scrivi / per metà del giorno riposi / sii felice, e borbotta nel sonno! / ringraziando Dio sei libero! / In Russia, a Boldino, in quarantena.”. Così il grande poeta scriveva all’amico e editore Pletnev: “Non immalinconirti. La quarantena è peggiore del colera, la malattia uccide il corpo, mentre la quarantena l’anima. Sono morti già Del’vig e Molchanov, morirà anche Zhukovskij, forse moriremo pure noi. Ma la vita è tuttavia ancora ricca: faremo nuove conoscenze, molti diverranno nostri amici, tua figlia crescerà, sarà promessa in sposa, mentre noi diventeremo dei vecchi brontoloni, e le nostre mogli delle vecchie brontolone. I figli nostri saranno dei simpatici e gioviali ragazzi; mentre i maschi faranno la bella vita, le ragazze invece faranno le sentimentali. Ed a noi questo piace. È una sciocchezza, anima mia: non immalinconirti, il colera tra qualche tempo passerà, se noi saremo vivi, saremo prima o poi felici…”

avatar Scritto da: Francesco Cocorullo (Qui gli altri suoi articoli)


12 Commenti a La quarantena di Pushkin a Boldino

  1. avatar
    Luigi O. 17 Maggio 2020 at 08:21

    Una vera gemma! Grazie
    Ci puoi dire qualcosaltro, Francesco, circa il legame tra Pushkin e gli scacchi?

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      Francesco Cocorullo 17 Maggio 2020 at 12:11

      grazie Luigi! Troppo gentile
      Per quanto riguarda la tua domanda, il legame tra Pushkin e gli scacchi è molto profondo, il grande poeta giocava molto bene a scacchi fin dall’infanzia, spesso si riuniva con altri letterati e giocavano a scacchi. Addirittura insegnò il gioco a sua moglie Nataliya, a cui una volta scrisse “ti sono riconoscente, anima mia, perché impari gli scacchi; questa cosa è indispensabile in ogni famiglia ben assortita”.

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        Luigi O. 17 Maggio 2020 at 12:20

        Grazie Francesco, assolutamente pregevole! Rinnovo i miei complimenti più vivi per il bellissimo pezzo! ;)

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    Angelo Paglia 17 Maggio 2020 at 08:28

    Ora che la quarantena è finita ed io l’ho completamente sprecata! Questo articolo andava pubblicato prima!!

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      Martin 17 Maggio 2020 at 08:46

      Hai ragione, Angelo, la colpa è mia… ho tantissimi articoli “in coda” e sono terribilmente in ritardo con le pubblicazioni. Mi scuso anche con l’amico Francesco a cui faccio i miei più grandi complimenti per questo stupendo lavoro!

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        Francesco Cocorullo 17 Maggio 2020 at 11:59

        grazie! Mi fa piacere sia stato di vostro gradimento

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    Uomo delle valli 17 Maggio 2020 at 10:36

    I versi iniziali in cirillico sono di Pushkin? Qualcuno me li può tradurre per favore? Bellissimo articolo comunque, complimenti.

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      Francesco Cocorullo 17 Maggio 2020 at 11:58

      Buongiorno grazie! I versi iniziali sono di Pushkin, tratti dall’Evgenij Onegin. Di seguito la traduzione italiana di F.Gabbrielli

      O anche siedono in disparte
      Chini sugli scacchi, immersi
      Nei pensieri, e Lenskij elimina –
      Chissà dove è col cervello –
      La sua torre col pedone.

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    Luca Monti 17 Maggio 2020 at 11:47

    Mi scusi signor Francesco Cocurullo per il mio intervento che non attiene al suo buon contributo. Vorrei chiedere ai redattori di SoloScacchi: “Ma Jazztrain non collabora più con il sito? Da molto tempo non leggo più suoi articoli nuovi” Ogni bene ad ognuno. Luca Monti, Vallio Terme, BS.

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      Ramon 17 Maggio 2020 at 11:53

      Mi unisco anch’io ai complimenti a Francesco.
      Per rispondere a Luca invece: hai ragione, bisognerebbe andare a ripescarlo il vecchio buon Jazztrain, articolista della primissima ora di questo sito immortale ;)

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        Francesco Cocorullo 17 Maggio 2020 at 12:00

        Grazie mille Luca Monti e Ramon, sono contento che questo piccolo articolo sia stato di vostro gradimento

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  5. avatar
    The dark side of the moon 17 Maggio 2020 at 16:56

    Complimenti Francesco anche da parte mia, davvero interessante il tuo contributo.
    Mi sono accorto di avere avuto lo stesso problema di Angelo Paglia… quarantena buttata a giocare partite lampo di scacchi :p
    Martin ha promesso che alla prossima pandemia rivoluzionerà tutta la scaletta di pubblicazione, un vademecum diviso in 90 articoli (uno al giorno) su come impegnare in maniera intelligente e proficua il tempo.
    Aspiranti poeti, scrittori, scienziati, potranno finalmente tirare fuori il loro talento.
    Forse non tutti diventeranno dei Pushkin ma poco importa :o

    Mi piace 3

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